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Autore: Penelopee    15/02/2013    12 recensioni
Dimenticate tutto quello che è successo nel telefilm, nella mia storia sono tutti umani!!
La vita di Elena era quasi perfetta, fino a che una chiamata cambiò per sempre la sua vita.
Ma la vita di Elena era davvero perfetta come lei credeva?
Tra segreti, amori ed inganni, Elena sarà costretta a mettere in dubbio tutte le sue certezze.
(Storia Delena)
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 30








-Non doveva finire così- disse con disperazione puntandomi la pistola alla testa.

Sentii le gambe cedere, mentre terrore puro invadeva il mio corpo.

Bonnie...

Mi bastò un istante per capire, eppure ormai era troppo tardi.

-Sei stato tu...- mormorai stupidamente ma in quel momento il mio cervello si era sconnesso, il panico si era impossessato di me.

-Butta il telefono- ordinò lui ed io lasciai cadere a terra l'unica mia possibilità di salvezza.

-Addio Elena-

Era finita.

Mentre osservavo Matt puntarmi contro la pistola, il tempo sembrò fermarsi. Ero certa di morire, avevo paura ma era come se una parte di me l'avesse sempre saputo.

Non era giusto che Bonnie fosse morta mentre io invece ero così felice.

Stavo per arrendermi, una vocina nella mia testa mi diceva di chiudere gli occhi e pregare. Ma poi un pensiero si fece larga nel turbine di paura che stava aleggiando nella mia mente:....Damon....non potevo lasciarlo, non ora, non potevo morire, lui non me l'avrebbe mai perdonato.

Alzai lo sguardo su Matt, facendo ricorso a tutto il mio coraggio.

-Non farlo- dissi -tu non vuoi farlo-

-Pensi che io ne sia contento?????- Urlò lui con voce tremante. In quel momento mi resi conto che non era finita, lui non voleva uccidermi. Dovevo solo giocare al meglio le mie carte.

-Matt, noi siamo amici- dissi con calma, cercando di ignorare quel pezzo di metallo ancora puntato verso di me -Non farmi del male...non voglio morire-

-Io non voglio farti del male, Elena-

-allora non farlo-

-Non posso, è tutto cambiato ora.....è tutto un casino....tu non dovevi scoprirlo-

-Perchè l'hai fatto Matt??- gli chiesi con dolcezza -Perchè l'hai uccisa?-

Lui sembrò confuso dalla mia domanda, il suo volto era tormentato.

-L'ho fatto per te- urlò -Maledizione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! io volevo proteggerti...-

Cercai d'ignorare la paura, la rabbia, appellandomi alla ragione -Lo so- sussurrai, sperando di sembrare comprensiva -Ma io non volevo che lei morisse-

-TU NON VOLEVI????-

-No, lei ha sbagliato ma...-

-Io le ho dato un'opportunità per redimersi, le ho detto di confessare tutto, di abbandonare la città.....-

-L'hai minacciata-

-Si, volevo solo spaventarla-

-Cos'è successo quella sera?- gli chiesi, non ero certa di volerlo sapere ma dovevo farlo parlare, guadagnare tempo.

-Le avevo dato una scadenza, quel giorno lei avrebbe dovuto confessarti tutto....Ma lei non l'ha fatto....Ha lasciato Stefan....diceva d'aver fatto abbastanza.....Ti ha rovinato la vita e pensava che bastasse lasciare lui per espiare le sue colpe....le ho detto che non bastava, che doveva dirti tutto...non so cos'è successo...l'ho solo spinta....ero arrabbiato....lei voleva chiamare la polizia....SECONDO LEI ERO IO IL CATTIVO....-

Lo guardavo allibita, sembrava un folle. Era delirante.

-Avevo un coltello...l'ho tirato fuori...e l'ho uccisa....l'ho uccisa Elena...ma lei non era una bella persona....tu sei una bella persona....Io sono sempre stato invisibile, nessuno mi ha mai notato, nessuno mi invitava alle feste ma tu....tu mi sorridevi sempre, tu eri così dolce, tu mi salutavi e mi chiedevi sempre come stavo....Ti ho sempre amata Elena-
 
-Io...- blaterai incapace di parlare.

-NON LO CAPISCI????????- Urlò, era impazzito, preda della sua stessa follia -Io l'ho fatto solo per te....e tu.....tu come mi ripaghi??? Con quello sguardo....tu mi odi-

-Non è vero- sussurrai -è solo che....- non sapevo che dire, continuava a puntarmi la pistola e io non sapevo che fare, qualunque cosa avrei detto poteva accendere la sua ira.

-Tu non capisci, vero?- mi chiese quasi dolcemente -Tu non puoi perdonarmi-

Avrei voluto dire che non era vero, che potevo perdonarlo, ma non ci riuscii.

-Mi dispiace Elena- stava per premere il grilletto quando una voce richiamò la sua attenzione.

Mi girai e vidi Damon correre verso di noi.

-Stai lontano da lei- disse bloccandosi ad alcuni metri di distanza.

-Vattene- urlai ma lui non si mosse, continuava a guardare Matt che aveva ancora la pistola puntata verso di me.

-Sta arrivando la polizia- disse Damon iniziando a camminare lentamente verso di lui.

Il mio cuore batteva all'impazzata.

-Non potrai scappare- Damon lo stava provocando.

-STAI FERMO- urlò Matt puntando la pistola verso di lui.

-Damon- lo rimproverai ma un sorrisetto aveva fatto capolino sul suo volto. Era esattamente quello che voleva, voleva attirare l'attenzione di Matt su di se, lui voleva proteggere me.

-Non farlo- disse rivolto a Matt -Se tieni a lei, butta giù quella pistola-

-VATTENE- urlò Matt ma Damon avanzava sicuro verso di lui. Sembrava si fossero scordati di me, che guardavo la scena terrorizzata.

In quel momento sentimmo le sirene. La polizia stava arrivando.

-E' finita- disse Damon.

-Tu non la meriti- sputò con rabbia Matt lanciandogli uno sguardo colmo d'odio.

-Lo penso anch'io...ma lei è testarda- disse Damon con ironia -ora molla quella pistola e non fare cazzate-

Vidi nuovamente la follia sul volto di Matt.

 -Questo è per LEI- esclamò con tono solenne.

Tutto accadde in un attimo, Matt puntava la pistola verso Damon, stava per sparare, vidi le sue dita stringersi sul grilletto, provai un moto di paura mai sperimentato prima.

"Non Damon" Quello fu il mio unico pensiero. Agii seguendo solo l'istinto, un'istinto irrazionale e decisamente folle.

Fu così che mi ritrovai tra loro, il viso puntato verso Damon. Vidi il terrore nei suoi bellissimi occhi. Poi arrivò il dolore. Il dolore più forte che avessi mai provato in vita mia, come se una lama infuocata si fosse conficcata nel mio petto.

Mi accasciai al suolo.

Sentii le urla di Matt, ma non me ne preoccupai, erano ovattate, sembravano così lontane. In quel momento dei ragazzi lo stavano tenendo, era ormai disarmato ma a me non importava di lui.

-Elena- Damon si chinò su di me, malgrado la vista annebbiata, riconobbi i suoi occhi, non esistevano occhi più belli.

Ricordo che pensai di essere fortunata, almeno quegli occhi sarebbero stati la mia ultima immagine del mondo.

-Ti rendi conto di quanto sei stupida- mi rimproverò Damon -sei un'iierponsabile...sei....- si bloccò mentre una lacrima scendeva calda sul suo viso.

-Scusami- sussurrai a fatica, non volevo farlo piangere.

-Non ti azzardare a morire- mormorò lui accarezzandomi il viso -Sta arrivando l'ambulanza...devi essere forte, combatti Elena, fallo per me-

-So..no stan..ca- pronunciare ogni parola mi costava fatica, sentivo le forze abbandonarmi. Sentivo solo dolore.

-Andrà tutto bene piccola....Hai capito?? L'anno prossimo andremo a Yale...e staremo insieme, sarai la matricola più sexy di tutte ed io sarò geloso perchè avrai un mucchio di babbuini a sbavarti dietro....li picchierò tutti e tu ti arrabbierai....-

Risi, o almeno pensai di farlo, non ero certa che il mio corpo ubbidisse -non mi importa dei babbuini...-mormorai faticosamente..-..solo te- non riuscii a concludere la frase, lottavo per tenere gli occhi aperti, avevo bisogno di vedere gli occhi di Damon, non volevo perderlo nell'oscurità.

-Come sta??- sentii la voce preoccupata di Tyler.

-Dov'è l'ambulanza??- chiese Damon senza allontanrsi da me, la sua mano stringeva la mia, era come se volesse trattenermi con lui ed io non volevo che mi lasciasse andare.

-Sta arrivando-

Sentii altre voci indistinte, non riuscivo a concentrarmi su una in particolare.

 Vedevo ancora Damon, o almeno la sua sagoma sfocata, ma le mie palpebre pesavano così le lasciai cadere.

Nel buio il dolore sembrò diminuire, confondendosi con le tenebre.

-Elena- la voce disperata di Damon mi richiamò -resta con me- piangeva -apri gli occhi Elena, apri gli occhi....resta con me..non puoi lasciarmi....-

Volevo ubbidire, la disperazione nella sua voce era insopportabile -...ti prego amore...-

Il dolore se ne stava andando mentre il buoi mi avvolgeva,sentivo la voce di Damon farsi sempre più lontana, avrei voluto raggiungerlo, tornare da lui, ma non ci riuscii, così mi lasciai andare, perdendomi nell'oscurità.




























Aprii gli occhi a fatica. La prima cosa che vidi fu un soffitto bianco. Malgrado la stanza fosse in penombra mi resi conto di non essere nella mia camera. Nella parete al mio fianco c'era una finestra dalla quale si vedeva la luna. Era notte e c'era silenzio, sentivo solo un fastidioso e continuo bip accanto a me.

Cercai di muovermi e solo allora mi resi conto che qualcuno mi stava stringendo la mano. Damon. Era seduto su una sedia accanto al mio letto, i suoi occhi erano chiusi, dormiva.

Senza volerlo mi mossi di scatto e provai un forte dolore al fianco.

-Ahi- non  riuscii a trattenere un lamento.

Damon aprì gli occhi -Elena- sussurrò.

-Ciao- mormorai, mi sentivo un po' confusa -non volevo svegliarti-

-Come stai??- mi chiese lui con una dolcezza infinita, aprendo la lucina che stava sul comodino.

-Bene- mentii, mi sentivo tutta dolorante.

-Sei sempre una pessima attrice-

Sorrisi -Ho solo un po' di dolori ma sto bene-

Lui mi osservò preoccupato -Ricordi cos'è successo??-

Tentennai qualche secondo, cercando di fare chiarezza, ricordavo abbastanza.

Annuii.

-Lo sai di essere una vera idiota??-

-E' il tuo modo di ringraziarmi??- gli chiesi cercando di sdrammatizzare.

-Molto spiritosa- disse, ma non sembrava divertito -Non siamo in un film Elena...nella vita vera mettersi davanti ad un proiettile non è eroico, è dannatamente stupido!!!-

-La prossima volta devo stare a guardare mentre ti ammazzano??- Gli chiesi irritata.

-Non ci sarà una prossima volta....d'ora in poi tu non ti staccherai da me..-

-Non sono ritardata, Damon-

-Questo è ancora da dimostrare- disse lui beccandosi un'occhiataccia -sei una calamita per le disgrazie...e...- il suo viso si fece improvvisamente serio -non posso permettermi di perderti....non lo sopporterei-

Lo guardai commossa, rivolgendogli un sorriso -Perfetto, perchè ho intenzione di non lasciarti mai-

-Affare fatto- disse lui con un sorriso, sembrava essersi calmato.

-Damon mi vuoi dire cos'è successo??.....Matt?- chiesi esitante.

Il viso di Damon s'irrigidì -E' stato arrestato....e con lui anche suo padre..-

-Suo padre lo sapeva??- domandai scioccata.

Damon annuì -Non ne aveva la certezza, aveva solo dei sospetti, ma l'ha coperto, l'ha protetto, gli ha trovato un alibi ed ha insabbiato le indagini per evitare che il figlio avesse problemi-

-Non ci posso credere- mormorai arrabbiata.

-Non biasimarlo Elena, l'ha fatto per amore.......voleva proteggere suo figlio, non sto dicendo che lo giustifico ma non siamo noi a doverlo condannare....e poi l'ho visto, era un uomo distrutto, credo che il suo senso di colpa non gli darà mai pace-


Guardai Damon, stupita dalle sue parole, era serio. A quel punto mi resi conto di quanto fosse cresciuto anche lui. Un tempo si sarebbe arrabbiato, non avrebbe trovato scusanti, un tempo non avrebbe capito l'amore, l'avrebbe trovato stupido e mi avrebbe dato dell'illusa, dell'immatura. Ma adesso non c'era sarcasmo nella sua voce, non c'era rabbia, ma solo una sorta di comprensione, quasi invidia, verso un padre che aveva amato troppo un figlio.



-Quindi Abbie non ha mai chiamato Bonnie?- chiesi ricordandomi all'improvviso di lei.

.-No, Matt si è inventato tutto...Ha utilizzato la fragilità mentale di quella donna per addossare a lei la colpa, è stato furbo..-

-L'ha uccisa lui?- chiesi terrorizzata.

-No.....si è uccisa da sola-

-Ma...lei mi ha minacciata, lei...-

-Aveva perso la figlia, era sconvolta e ti ha addossato la colpa....credo che avesse solo bisogno di trovare un colpevole, qualcuno su cui sfogare la sua rabbia-

-non dovevo andare da lei quel giorno, è stata colpa mia....-

Damon mi bloccò con uno sguardo deciso -No Elena, non è stata colpa tua, quella donna era instabile, era alcolizzata e soprattutto era disperata....non è stata colpa tua-

-Matt però ha ucciso Bonnie per me....- farfugliai, sentendo improvvisamente un peso sullo stomaco.

-Matt era un pazzo....l'unico tuo errore è aver riposto fiducia nelle persone sbagliate....Ti fidi di me??-

-Si-

Damon mi fissò con un'intensità disarmante -Allora credimi: non è stata colpa tua-

Pronunciò quelle parole con tanta convinzione che non potei fare a meno di annuire.

-Come....facevi a saperlo? Di Matt intendo....-gli chiesi, ripensando al messaggio che mi aveva mandato.

-Sai che alla festa ho ricevuto una chiamata? Era il mio investigatore-

-Il tuo investigatore?-

-Lo so che mi avevi detto di non farlo, ma tanto per cambiare non ti ho dato retta. Gli ho chiesto di procurarmi i tabulati telefonici...La chiamata, che ha ricevuto Bonnie quella notte, proveniva dal telefono di Matt.-

-Grazie- mormorai.

-E di cosa?-

-Di essere un rompipalle che non mi da mai ascolto-

Lui sorrise beffardo -non c'è di che-

-Invece io....- tentennai -il proiettile....come faccio ad essere viva? Perchè.....?-

-Perchè sei un'idiota fortunata...Il dottore dice che è quasi un miracolo, il proiettile ha intaccato la milza, ma non ha danneggiato altri organi.....- il suo volto era buio, prese un respiro prima di continuare -la pallottola rimbalzando all'interno poteva danneggiare anche altri organi e allora...-

-Non è successo- dissi posando la mia mano sulla sua e sorridendogli in modo incoraggiante.

-....hanno fatto un'intervento, relativamente semplice, così hanno detto, per saturare la tua milza...non ci saranno conseguenze per il futuro....ci vorranno dalle quattro alle cinque settimane per una guarigione completa, ma poi sarai come nuova-

-Come stanno, mia madre...e Jeremy?-

-Stanno tutti bene, in questi giorni  abbiamo quasi littigato per stare con te....questa sera sono riuscito a convincerli ad andare a casa a riposare-

-Quanto ho dormito??- chiesi stupita.

-Due giorni-

-E Caroline?? Lei come sta??-

A Damon scappò una mezza risata -mi sta facendo impazzire, ieri sera mi ha costretto ad arredare la tua stanza....ha detto che nessuno meritava di svegliarsi in una stanza tanto squallida-

Lo guardai confusa e divertita e lui mi indico la parete davanti a me. Non ci avevo fatto caso ma sulla parete erano appesi dei quadri colorati, c'erano palloncini e tanti fiori. Sorrisi.

-Ha ragione lei- mormorai con tono solenne.

-Ma se non gli avevi nemmeno notati- sbottò lui con un sorriso beffardo.

Beccata!!

-Prometti di non dirlo a Caroline?- gli chiesi con fare cospiratorio facendolo ridere

-Vedremo- rispose lui sarcastico -ma ora devi dormire-

-non ho sonno, dormo da 48 ore, credo d'aver raggiunto il mio limite-

-Il dottore dice che devi riposare, quindi non fare capricci, taci e dormi-

-Dittatore- sbottai.

-Befana-

-Pervertito-

-Zitella acida-

Scoppiai a ridere, certe cose non cambiano mai!!!

Lo guardai seria prima di parlare -Io dormo...ma ad una condizione-

-Quale??- mi chiese lui preoccupato.

-Tu vieni qui, vicino a me, e mi fai le coccole-

Lui sorrise, alzando gli occhi al cielo -sei proprio una bambina- disse ironico facendo però quello che gli avevo chiesto. Si sdraiò accanto a me e con delicatezza mi fece adagiare con la testa sull'incavo della sua spalla.

-Così va bene??- mi chiese iniziando ad accarezzare i miei capelli.

Annui, beandomi del suo profumo, del suo calore.

Lui chiuse la luce. Iniziavo ad essere stanca, infondo sapevo che mi avrebbe fatto bene un po' di sonno.

-Damon- lo chiamai, avevo un ultimo dubbio.

-Che vuoi??-

-Nella lettera....quella di Bonnie...- blaterai come una stupida -lei diceva di aver amato due ragazzi ma che entrambi amavano me..tu..-

-Credo che si riferisse a me- mormorò lui nel buio -sai che siamo stati...- sentivo il suo imbarazzo -...insieme...per me era solo una storiella ma lei...credo che per lei fosse di più, quando l'ho lasciata lei ha detto che lo facevo per te e che ero uno stupido perchè tu stavi con Stefan..-

-Era vero??-

Rimase qualche secondo in silenzio prima di parlare.

 -A quei tempi non lo sapevo, ma adesso credo che lei avesse ragione-

-Ma come faceva lei a saperlo?-

-Elena, credo che gli unici due che non se ne fossero accorti, eravamo proprio noi-

Risi -io lo sapevo, sei tu che sei un po' tardo nel capire le cose-

-Come no- borbottò lui al mio fianco lasciandomi un bacio sui capelli.

 Sentivo le palpebre pesanti, non riuscii a trattenere uno sbadiglio.

-Ora dormi sapientona, continuerai il tuo interrogatorio domani.-

-Buona notte Damon- mormorai stringendomi a lui, sentivo i punti tirare, ma non mi importava, volevo stare con Damon, non lasciarlo più.

-Notte Elena-









Diplomata, ero diplomata, avevo lascito l'ospedale da un mese, e finalmente avevo indossato la mia tunica blu, ero diplomata. La cerimonia era stata bellissima, triste ma piena di speranze, mia madre aveva pianto ininterrottamente, mentre mio fratello sbuffava al suo fianco. Ma dai loro sguardi avevo capito che entrambi erano fieri di me.

Era stato tutto perfetto, Caroline aveva fatto il discorso di chiusura ed era riuscita a far commuovere quasi tutti, me compresa, ma ci aveva fatti anche ridere, con il suo entusiasmo e la sua allegria.

Questa sera ci sarebbe stata l'ultima festa del liceo, ero un po' terrorizzata, i miei precendenti alle varie feste erano disastrosi, ma avevo deciso di non lasciarmi scoraggiare e poi Caroline non mi avrebbe permesso di saltare la festa, inoltre Damon non mi avrebbe lasciata sola nemmeno un minuto....quindi, per quanto mi ci mettessi d'impegno, non potevo combinare troppi guai.

La festa sarebbe stata in spiaggia, ma Caroline mi aveva chiesto di raggiungerla un po' prima, probabilmente per darle una mano.

Così posteggiai l'auto, la mia nuova auto che mia madre mi aveva regalato per il diploma.

 Era usata, non era bella come quella che avevo dovuto vendere, ma io l'adoravo. Infondo era come me: ne aveva passate tante, aveva qualche ammaccatura sui lati, eppure continuava a correre e lo faceva senza arrendersi mai.

La guardai soddisfatta. Poi mi girai e mi avviai per raggiungere la mia amica.


-Eccomi- dissi cercando d'attirare l'attenzione di Caroline.

La mia amica si girò verso di me con un sorriso raggiante.

-Allora di cos'hai bisogno??- le chiesi allegra -sono pronta a mettermi al lavoro-

-Ho già fatto tutto-

-Cosa??- le chiesi esterefatta, Caroline non era mai soddisfatta, anche quando tutto appariva perfetto, lei trovava qualcosa da perfezionare.

-Esatto Elena, la festa è già perfetta e non importa che mi abbiano mandato solo sedici tavoli invece che diciasette....l'importante è che ci siamo noi-

Sorrisi -E allora perchè mi hai chiamata dicendo che era urgente?-

-Ho trovato una cosa-

-Cosa??-

-E' una poesia, l'avevamo scritta con Bonnie in terza elementare, credo che sarebbe bello onorarla questa sera....Da domani tutto cambierà ma oggi siamo ancora noi...e a noi la nostra amica manca....ed è giusto Elena, abbiamo il diritto di sentire la sua mancanza-

-Ok- Caroline aveva ragione, ormai mi conosceva troppo bene, per quanto cercassi di nasconderlo, quel giorno Bonnie mi era mancata tantissimo, ero sempre stata convinta che lei sarebbe stata al mio fianco il giorno del diploma.

-Vieni- disse trascinandomi vicino al fuoco -Va bene se la leggo io??-

Annuii.

Car prese in mano il foglietto rosa ed iniziò a leggere.

"Siamo tre bambine,
siam le più carine,
parliamo, ridiamo
e mai ci arrendiamo.
Siamo grandi, siamo forti, siamo insieme,
anche tra mille anni ci vorremo ancora bene,
Perchè non importa che cosa accadrà,
Un'amicizia come la nosta per sempre durerà"

Sorrisi tristemente pensando a quelle bambine, che un tempo eravamo noi.

-Non importa cosa accadrà Elena- disse Caroline -Alcune amicizie non finiscono mai....anche se non le vedi, le porti con te-

Caroline buttò la poesia nel fuoco -Il fuoco brucia la carta, ma le parole rimangono....nessuno potrà portacela via-

Appoggiai la testa sulla spalla di Caroline, osservado il piccolo foglio di carta incenerirsi tra le fiamme.

-Sarà anche stata l'amica più stronza del mondo, ma le vorrò sempre bene- disse Caroline abbracciandomi.

-Anch'io- mormorai.

Ed era vero, non importa se era stata una stronza bugiarda, Bonnie era la mia migliore amica e le volevo bene malgrado tutti i suoi difetti.


"Saremo amiche per sempre, sempre per sempre moltiplicato all'infinito...qualunque cosa accada"



-Oh mio dio, cos'è quest'atmosfera tetra da funerale? Siamo ad una festa!- La voce inopportuna di Damon ci sorprese alle spalle.

Io e Caroline ci girammo, trovandoci difronte Klaus e Damon.

-Sei in ritardo- sbottò Caroline tirando un'occhiataccia a Klaus.

-Ti amo cherì- disse lui abbracciandola -ma non organizzerò mai più una festa con te-

Lei ridendo lo baciò.

-Cosa ci fai qua??- chiesi a Damon -La festa inizia tra un'ora??-

-Mi mancavi- disse lui con sorriso sghembo attirandomi a sè.

Caroline prese la parola -Già che siamo tutti qui, potremmo mettere in ordine, ci sarebbero...-

Io, Damon e Klaus la fulminammo con lo sguardo senza lasciarle concludere la frase. Non sarebbe mai cambiata!! pensai ridendo.


-Io ho un'idea migliore- disse Damon guardandomi in modo preoccupante -Cosa ne dite di fare un bel bagno??-

-Tu sei scemo, sai quanto ci ho messo a prepararmi?- sbottai.

-Io ci sto!!- disse Klaus con un ghigno.

Perfetto, ora Damon e Klaus facevano comunella!!!

-Nooooo- sentii la mia amica urlare mentre Klaus si fiondava su lei.

-L'acqua non può ucciderti, dolcezza-

-NON ci provare- Sbraitò Caroline ma lui l'aveva già presa in braccio.

-Damon non farlo- dissi io indietreggiando ma ero consapevole che, da lì a poco, avrei fatto la fine della mia amica.

-Ti dò due secondi per provare a scappare...uno....-

-Ti ricordo che sono convalescente-

-Non attacca Elena, il dottore dice che sei sanissima quindi..........due....tre...-

Iniziai a correre per la spiaggia mentre le urla di Caroline facevano da sottofondo.

Nel giro di pochi minuti si scatenò una vera e propria guerra, maschi contro femmine, finimmo in mare, sia io che Caroline, ma non ci arrendemmo, combattemmo con onore.

 Così tra urla, capriole e corse a perdifiato finì il mio ultimo anno di liceo.

Qualcuno vedendoci da fuori avrebbe potuto pensare che eravamo solo dei ragazzi, ragazzi come tanti, che giocano sulla spiaggia come bambini.

Ma chi ci conosce, chi conosce la nostra storia lo sa: noi siamo dei sopravvissuti.

Siamo cresciuti però ci piace giocare come bambini, ci piace ridere, urlare e ogni tanto ignoriamo i problemi, anche se questo non li risolve, anche se certe volte sembreremo infantili....ma crescere non vuol dire smettere di ridere, se così fosse, bhè io non lo farò mai.











Note:

Ciao fanciulle mie adorate...

Ecco a voi l'ultimo capitolo, sono tristissima, mentre lo scrivevo mi sono quasi commossa =( è molto lungo, lo so, ma non volevo dividerlo, adesso manca solo l'epilogo, e poi sarà finita davvero, sono tanto tanto triste...

Spero che vi sia piaciuto perchè mi sono impegnata tantissimo, mi sono affezzionata davvero a questa storia e a tutte voi che mi avete seguita ed incoraggiata, mi mancherà tanto e mi mancheranno le vostre bellissime recensioni....Oh mamma mia, come sono drammatica!!! Scusate =) Comunque volevo ancora ringraziarvi (i ringraziamenti seri li farò alla fine dell'epilogo!!!!!), siete state fantastiche e mi avete aiutata davvero tanto....

Ora la smetto di blaterare e vi lascio in pace!!!

Aspetto con ansia tutti i vostri commenti!!

Magari se avessero voglia di scivermi anche le ragazze che fino ad ora sono rimaste in silenzio, mi farebbe piacere, per avere una loro opinione complessiva!!! =)

Spero di non aver lasciato nulla in sospeso e che tutto sia chiaro, se così non fosse, fatemi sapere!!!!!!!!!!

Un bacione e ancora grazieeeeee

(Ps. a chi piacesse il Klaroline ho iniziato una piccola storia su di loro che parte dalla 4x13.....se aveste voglia di leggerla mi farebbe davvero molto piacere!!!!!!!!)
  
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