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Autore: SilverLugia    15/02/2013    0 recensioni
Dal Prologo:
"Come ci sei finita in questa situazione, Belle?
Non lo sai nemmeno tu, vero?
Questi i tuoi pensieri mentre fissi con insistenza il soffitto ricoperto da una tenda trapuntata di stelle, immaginando di perderti dentro esse.
[...]
- No. Mi servi. Ho bisogno di te. –
Anche ora che ci ripensi constati come persino quelle parole, le parole che una ragazza, che qualsiasi ragazza, vorrebbe sentirsi dire, assomigliano al più crudele degli incantesimi.
Perché quelle parole, dette da Tom Riddle, erano veleno puro.
Questa è la mia prima storia qui su EFP e se vorreste recensirla per darmi dei pareri o consigli ne sarei felice!
E' una Tom/Nuovo Personaggio (ovvero la mia bellissima Belle) molto particolare.
Qual'è il potere di cui si parla nel prologo?
Cosa vuole Tom Riddle da Belle?
Scopritelo aprendo questa storia e leggendone i capitoli! Buona Lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Antonin Dolohov, Cygnus Black, Evan Rosier, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- PROLOGO -




Come ci sei finita in questa situazione, Belle?
Non lo sai nemmeno tu, vero?
Questi i tuoi pensieri mentre fissi con insistenza il soffitto ricoperto da una tenda trapuntata di stelle, immaginando di perderti dentro esse.
Com’eri riuscita a trasformare la tua vita in un tale disastro?
Molti si innamorano delle persone sbagliate, questo tu lo sai, ma il tuo sbaglio è costato vite umane, Belle.
Che ne sa lui, dell’amore?
Come hai anche solo potuto pensare di poterglielo spiegare?
Dopotutto, un amore che inizia con l’odio non è esattamente il massimo.
Oh, ricordi bene la prima volta che quegli occhi ti hanno scrutata senza la solita finta gentilezza.
Ti hanno perforato, il suo sorriso finto sul volto, gustandosi la vista del tuo cuore che scoppiava nel petto.
“Conosco il tuo segreto, Belle”
Oh, la sua voce melliflua, le labbra che si arricciano in un ghigno malvagio.
E hai visto la sua anima in quegli occhi che di dolce non hanno niente, forse per la prima volta.
- Tu menti - hai risposto sicura ma tu sicura non lo sei stata mai.
Non con lui.
Quegli occhi d’un verde unico che sembrano scrutare l’anima delle persone e trovare il loro punto debole, quella pelle pallida che sembra non essere mai stata scaldata dal sole.
- No, non è vero. E’ stato difficile, lo ammetto. Una sfida degna di me che sono riuscito a superare, come d’altronde era prevedibile, no? -
E ride, di una risata che di caldo non ha nulla; una risata disumana.
Lui non ride mai con qualcuno, lui ride di qualcuno.
Ti schiaccia addosso al muro, senti il suo profumo di muschio inebriarti le narici e la mente lavorare frenetica, in cerca di una via di fuga.
- Sei l’unica che è riuscita a mettermi in difficoltà, lo ammetto. Ora però il gioco è finito Belle, ho capito. Tutte le volte in cui ci guardavamo e ti sentivo prepotente dentro di me, dentro ogni mio respiro. Non riuscivo a spiegarmelo. Ci ho messo anni a trasformare la mia mente in un muro impenetrabile eppure tu, tu una sudicia SangueSporco eri riuscita ad abbattere le mie barriere, con una facilità che, devo ammettere, mi ha sconvolto. Ma ora...ora basta. Non puoi più mentirmi, Belle -
Il tono con cui pronuncia il tuo nome, quasi come una parolaccia a lungo proibita. Assapora ogni singolo tuo tentativo di sfuggire alle spine del serpente che è e ne trae piacere.
Gli piace vederti soffrire.
- Farnetichi. Sai, certe persone quella sensazione la chiamano amore -
Il tuo tono che voleva essere impertinente e sprezzante suscita  in lui una risata, tagliente come una lama.
- Oh, fidati ho capito cos’era e non è amore. L’amore è solo una futile distrazione dei deboli. Si chiama potere, quello che ho avvertito -
Il sangue ti si gela nelle vene perché cominci a renderti davvero conto di quanto sappia.
Il tuo silenzio lo incoraggia a parlare, le labbra ormai a meno di un’unghia dalle tue: senti il suo respiro morbido sulla pelle mentre parla con voce falsamente dolce.
- In effetti, non ci sarei mai arrivato se non ci fossi stata tu, lo sai, Belle? -
I tuoi occhi sembrano parlare per te ponendogli un muto interrogativo a cui lui si affretta a rispondere. Non per compassione o bontà, badate bene, ma per il puro gusto dell’esaltazione della sua vittoria.
- Già. Ti ricordi quando mi hai detto “Io sono una Corvonero, cosa ti aspettavi? L’intelligenza è una delle nostre doti, pensavo lo sapessi”. All’inizio l’ho preso come quello che forse voleva essere, una semplice provocazione, di poco conto tra l’altro. Eppure non ho smesso di pensarci, continuando a sospettare che ci fosse nascosto molto più di quanto tu intendessi dire. Avevo ragione, no, Bells? –
Il diminutivo con cui ti chiamano tutti, un nomignolo che dovrebbe essere un dolce vezzeggiativo in effetti, sulle sue labbra sembra il più orribile degli insulti.
- Lasciami, Tom – sussurri, spinta dal coraggio emerso sentendo la sua mano stringersi sempre di più attorno al tuo polso.
- No. Mi servi. Ho bisogno di te. –
Anche ora che ci ripensi constati come persino quelle parole, le parole che una ragazza, che qualsiasi ragazza, vorrebbe sentirsi dire, assomigliano al più crudele degli incantesimi.
Perché quelle parole, dette da Tom Riddle, erano veleno puro.
Qualcuno bussa leggero alla porta della stanza e nemmeno ti alzi a guardare chi sia quando una voce leggera sussurra: “E’ ora. La sta aspettando”.
Senti la porta richiudersi e ti alzi, pronta a ciò che ti spetta.
Ti avvicini allo specchio e guardi il tuo riflesso, attenta.
Il volto pallido e forse un po’ provato da quegli ultimi mesi; le labbra rosse che mordi in quella tua solita abitudine che perfino lui ha notato, in giorni che sembrano appartenere ad un passato lontano.
I capelli mossi ti arrivano poco sotto le spalle dove cadono in morbidi spirali color del mogano. Un paio d’occhi come pozzi di cioccolata calda, gli stessi occhi che cechi hanno guardato la tua vita buttarsi via.
Ricordi e sensazioni ti animano improvvisamente: il calore lontano delle sue braccia attorno al tuo corpo, frementi, affamate ma allo stesso tempo dolci.
Il contatto con la sua pelle fredda mentre gli dai uno schiaffo, forte e decisa, l’unico altro rumore il sangue che pulsa nelle tue orecchie.
Il suo sguardo d’odio profondo che ti trapassa come volendoti imprimere quel disagio fino alle ossa.
Le sue parole taglienti mentre ti sussurra con finta dolcezza “Perché dovrei avere paura di te? Sei solo una SangueSporco”.
Già, una SangueSporco.
E avresti voluto rimanere tale, senza problemi, senza preoccupazioni.
Ma no, lui non te l’ha permesso, non ha sorvolato quel maledetto indizio che gli hai fornito, segnando inconsapevolmente la fine della tua vita.
Senti il freddo del vento che ti taglia il viso mentre corri, guardandoti attorno, assicurandoti di essere sola.
Corri, lontano da lui, lontano dalla morte.
Se solo avessi agito un secondo prima, se solo…
No, non devi. Non devi ricadere nei ricordi, torturarti con i “se”.
Hai fatto un errore e hai tentato di rimediare.
Ti aggiusti il corpetto del vestito blu notte, ravvivi i capelli e accarezzi la collana d’argento con una B piena di piccoli diamanti.
Ti fermi un secondo mentre senti dietro al ciondolo la forma in rilievo di un piccolo uccellino.
Ti guardi un’ultima volta, forse davvero per l’ultima volta, e tenti di sorridere.
Non piangerai, non gli permetterai di farti piangere.
Mai.
Ti volti, respiri a fondo, e vai verso la porta.
Afferri il pomello e lo giri.
Apri la porta ed esci, andando incontro al tuo destino.
Se solo quella volta non ti fossi girata, se solo non avessi sperato che avesse chiamato te.
Se solo non te ne fossi innamorata.

  
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