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Autore: Seiten Shiwa    15/02/2013    4 recensioni
- allora… Cos’è successo tra te e la Scarlett?! -
- Veramente…. - occhi azzurri che si spalancano per la sorpresa - io non… CHI?! -, ed un sorriso furbesco che compare non appena le spalle vengono voltate ai giornalisti.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Follie di Una Notte Selvaggia'
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È giunto il momento di continuare a torturarvi un po’ con la mia ficci…
Vi sono mancata? Spero di sì ^__^
 
Ma passiamo subito al chappi!
 
Dediche: Alle mie Girls Adorate… Loro sanno chi sono… vi amo tutte, indistintamente! Siete (dopo Guendah) il mio regalo più grande!
 
Premesse: Tenere fuori dalla portata di idioti, bimbeminchia, cardiopatici, diabetici, gente con problemi di coerenza, grammatica, invidia, gelosia e chi più ne ha, più ne metta ^__^
 
Disclaimer: Jared e Colin nella realtà non li conosco, ignoro cosa facciano dalla mattina alla sera. (Ma in un angolino, tengo sempre la speranza che bumbummeggino come animali da monta! Almeno questo, nel mio cervello, me lo concedo <3 )…
 
<3 Love U So Much <3
 
Fuck The Rest  nIn
 
Buona lettura!!
 
Vostra, Pornosamente-Romantica
Seiten Shiwa

 
 
 
 
Toronto
 

 
03 Misfortune

 
 

 
Jared era seduto compostamente su di una sedia.
 
La gamba destra era accavallata sulla sinistra.
Il braccio destro, posato sul medesimo ginocchio, era mollemente teso, mentre la mano reggeva il giornale che stava leggendo.
Era seduto al fianco di un tavolino, ove aveva posato il gomito dell’altro braccio.
Il mento era posato sulla mano sinistra. Le dita affondavano nella folta peluria della barba, che a tratti sembrava come inghiottirle.
 
I Ray Ban grandi e scuri coprivano la maggior parte del suo viso, così come il suo cappello.
La folta barba rendeva praticamente quasi irriconoscibile il mento e la bocca.
 
Per l’occasione, aveva cercato di non vestirsi troppo eccentricamente.
 
Portava dei jeans scurissimi, infilati negli anfibi che si era comprato quell’estate, e che amava indossare ovunque per ogni occasione. Sopra una camicia bianca, senza cravatta, ed una giacca abbinata ai pantaloni.
 
Guardò l’orologio: le 03.02 pm.
 
Quando le sue orecchie avvertirono dei passi avvicinarsi, alzò lo sguardo, e sorrise compiaciuto.
 
Posò il giornale, che stava leggendo, sul tavolo al suo fianco.
 
- Mr Leto…- tese la mano il ragazzo biondino, appena arrivato di fronte a lui.
 
Jared scavallò le gambe, e si alzò in piedi, per ricambiare quel gesto cordialmente.
I suoi occhi azzurri, oltre i vetri scurissimi degli occhiali da sole, lo scannerizzarono neppure fossero degli antivirus.
 
- Lei è…?!- chiese, in quanto il giorno prima non si erano neppure presentati.
 
- Louis…- sorrise l’altro, shakerando le loro mani, neppure fossero un cocktail.
- Mr. Vallée sta arrivando, solo un ultimo attimo d’attesa…- affermò nel suo inglese un po’ troppo francesino.
 
- Non è un problema…!- sorrise Jared, invitandolo ad accomodarsi ad una sedia al suo fianco, con un palese gesto della mano.
 
Ma il biondino, sorridendo gentilmente e diniegando con un cenno del capo, si voltò un attimo di schiena per veder arrivare il suo datore di lavoro: il regista.
 
Non appena egli fu di fronte ad entrambi, Jared trattenne il respiro.
 
Ignorava beatamente la sua età, ma era davvero un bell’uomo. Si disse mentalmente, che appena finito quel meeting, avrebbe indagato su di lui, per scoprirne in primis l’età.
 
- Oh, mi perdoni il ritardo, Mr. Leto!- disse il regista, fermandosi a pochi passi dal cantante, allungando la mano.
- Jeans Marc Vallée… ma può chiamarmi semplicemente Jean!-.
 
-Leto.. Jared Leto…-
Jared strinse la sua mano, sorridendo come un’idiota.
 
Questa cosa non passò inosservata a Louis, che cercò di farla notare allo stesso Jean, tramite un occhiata più che ovvia. Ma quest’ultimo era troppo impegnato a fissare gli occhi azzurri dell’uomo a cui stava ancora stringendo la mano.
 
Il manager capì, che ormai era troppo tardi… Jean era stato travolto dalle bellezza eterea dello scapolo più bramato di tutta Hollywood… Jared Leto aveva ammaliato un cuore, ancora una volta.
 
- Prego, sedetevi… ordinate qualcosa?!- chiese il cantante dei Mars, attendendo che i due si accomodassero, e prendessero posto alle siede intorno al piccolo tavolino tondo.
 
- Louis purtroppo deve tornare a lavoro… rimango solo io…- disse Jean, sedendosi, e voltandosi verso il proprio manager, con il palese intento di voler esser lasciato in pace con l’americano.
 
Capendo immediatamente quello sguardo più che ovvio, Louis annuì in fretta e furia, e salutando i due, si dileguò.
 
Una volta distante da loro, sospirò rassegnato, passandosi una mano tra i capelli biondi…
 
 
 
- Bene… torniamo a noi, Mr Leto..- si girò verso di lui il regista, accavallando le gambe, ed incrociando le dita delle mani, posandole sul ginocchio alzato - o posso chiamarti semplicemente Jared?!-.
 
L’uomo di fronte a sé sorrise gentilmente, e si spostò una ciocca di capelli, ribellatasi all’elastico che li teneva tutti legati, dietro l’orecchio, con un movimento accorto e ben studiato.
 
Ero un dio della seduzione, quando ci si metteva di impegno.
Era raro che qualcuno, uomo o donna che sia, gli resistesse.
 
- Per ora, Mr. Leto è anche più che intimo…- rispose.
 
- Va bene, allora….- si leccò le labbra il regista - Mr. Leto….-.
 
- … Sì?!- annuì, aspettandosi delle domande, socchiudendo i propri occhi azzurri, dietro i suoi preziosi Ray Ban.
 
- Tanto per iniziare.. ha letto il copione?!- chiese Jean, con cautela.
 
Jared annuì, convinto.
- Sì… certo che sì…- si sistemò meglio sulla sedia, posando la schiena sullo schienale.
 
- Che ne pensa?!- chiese, allora, in modo diretto, senza giri di parole - Mi rendo conto che non sia un ruolo chissà quanto importante nel film… Non è la protagonista. Ma vede, quel personaggio, beh… sì, insomma, il personaggio di Rayon, ha bisogno di qualcuno ben disposto a calarsi nei suoi panni… qualcuno che la renda “vera” ed “umana”… non so se mi spiego…  non bisogna essere bravi solo a recitare, per interpretarla.. io cerco qualcuno che gli dia una vera e propria anima, capisce?!-.
 
Il cantante annuì, e si tolse gli occhiali da sole.
 
Alla vista dei suoi occhi azzurri, Jean sentì caldo. Un improvvisa vampata di calore lo colse in fallo, quasi dandogli la sensazione di sentirsi soffocare.
Si passò due dita nel colletto della camicia, sbottonandosi il primo bottone.
Improvvisamente, i suoi abiti, gli sembrarono un insostenibile e caldissimo forno.
 
- Mi rendo benissimo conto del ruolo che Rayon ricopre nel film…- spiegò Jared, indicando, tra l’altro, il copione del film posato al centro del tavolino, fra loro due. - Mi ha incuriosito, e in qualche modo, anche, dolcemente, fatto tenerezza e conquistato…-.
 
Gli occhi del regista si illuminarono.
 
- Lei, quindi, mi sta dicendo che accetta?! .. La parte intendo…!?- chiese entusiasta, su di giri per la notizia.
 
- Ma cer-
 
Jared non finì la frase, che il telefono del regista iniziò a suonare.
 
Jean lo estrasse dalla propria giacca - Just a moment….- , e rispose.
 
- Oui?!... ah.. Louis, sei tu… certo, dimmi…- annuì, facendo segno di attendere un attimo all’uomo di fronte a lui.
 
Jared annuì, facendogli segno che non c’era alcun problema.
 
- Co-come?! Cosa?... ah.. ci ha ripensato.. e… - il regista sbiancò.
- Co-come ha firmato?!- urlò stridulo.
- Ha firmato, firmato??!- la sua voce sembrò spezzarsi, nel ricevere le notizie al telefono.
- Certo, certo.. capisco.. va bene… va bene…- annuì, sembrando totalmente in disaccordo con ciò che stava dicendo.
 
Due occhi azzurri lo scrutarono cercando di afferrare ciò che gli stava sfuggendo.
 
Quando Jean attaccò il telefono, la sua faccia sembrò quella di uno che aveva appena ricevuto un calcio nelle palle.
 
- Mi dispiace..- riprese così la loro conversazione, facendo stranire il cantante che aggrottò le sopracciglia non capendo. - Purtroppo… l’attore, a cui precedentemente avevamo chiesto di interpretare il ruolo di Rayon, ed aveva rifiutato, ha ripreso in mano il contratto e lo ha firmato a nostra insaputa… e ne sono stato avvisato solo ora.-.
 
Il frontman dei Mars spalancò gli occhi: un bastardo a caso, di cui non conosceva il nome, gli aveva appena soffiato il lavoro su cui aveva deciso di concentrarsi.
 
- Mi dispiace davvero tanto, Mr Leto…- Jean sembrò davvero dispiaciuto - Non doveva finire così… non doveva!!-.
 
Ma dentro il cuore di Jared, la rabbia aveva già preso il sopravvento.
Cercò di coprirla e fingere che tutto era apposto, e che non aveva minimamente accusato il colpo.
 
- Non importa…- si alzò di scatto dal tavolo. - La nostra conversazione, finisce qui, allora.-.
I suoi modi, prima gentili e disponibili, risultarono scontrosi e maleducati.
- Ritorno ai miei impegni, se mi vuol scusare…-.
Afferrò gli occhiali dal tavolino, e li indossò, facendo qualche passo per andarsene.
 
Prima se ne sarebbe andato: prima si sarebbe potuto sfogare.
 
- JARED! PER FAVORE! ASPETTA!!- Jean strabuzzò gli occhi, e quando capì che l’americano faceva sul serio ad andarsene, gli corse dietro per cercare di fermarlo.
 
Il cantante si girò di scatto, ritrovandoselo ad un passo da sé.
 
Il regista frenò sui proprio piedi, di scatto, tirandosi di poco indietro con le spalle, per bilanciare meglio il peso sulle proprie gambe.
Si sentì crocefisso da quei due cieli che lo stavano puntando.
Si schiarì la voce, non sapendo che dire: la gola gli si era chiusa.
 
- MISTER LETO!- scandì il proprio nome Jared, come a sottolineare una sorta di muro invisibile di freddezza tra loro.
 
- Jar-Mr. Leto…- ripeté nuovamente Jean, correggendosi, sperando che anche il solo fatto di rispettare quel distaccamento, imposto dal cantante stesso, lo potesse far ragionare - mi dispiace, davvero! Io.. non ne sapevo nulla! Ero.. ero certo che Gael García Bernal avesse rinunciato al ruolo di Rayon!!! Anzi, ne ero più che convinto!!-.
 
- Non importa!!- rispose secco Jared, strattonando il braccio sinistro, nell’intento di farsi mollare dalla presa ferrea del regista.
 
Che poi.. quando lo aveva afferrato?!
 
- Devi credermi, davvero… dico sul serio!- cercò in tutti i modi di stargli dietro: Jared camminava a passo svelto per uscire il più in fretta possibile da quel bar, senza aver la minima intenzione di voltarsi indietro.
 
Giunti sul marciapiede, in strada, il cantante dei Mars chiamò un Taxi.
 
- Mr. Leto, mi sta ascoltando?! Per l’amore del cielo! - Jean alla fine si ritrovò a sbottare, spazientito, alle sue spalle - Che diavolo! Crede che l’abbia fatto apposta, a disturbarla per offrirle un ruolo nel mio film, per poi finire a fare una tale figura di merda?! Ma per chi mi ha preso?!-.
 
Un Taxi si fermò di fronte a loro, e Jared aprì lo sportello, salendovi.
 
Jean si frappose tra lo sportello e l’auto, impedendone la chiusura.
 
- Mi vuole almeno stare ad ascoltare?!-.
 
- Il nostro meeting finisce qui, Monsieur Vallée- concluse Jared, indispettito e ferito nel profondo. Ne era la prova il suo accento francesino nel parlar inglese.
 
- AH! VADA AL DIAVOLO JARED LETO!- gli urlò Jean, sbattendogli lo sportello in faccia.
 
Jared sgranò gli occhi: forse, in effetti, la sua reazione era stata un pochino esagerata. Ma non se ne curò in quel momento: non riusciva più a trattenere la rabbia.
 
Quel lavoro doveva essere la sua nuova spinta verso l’altro, ed invece…
 
Il Taxi ripartì.
 
Si abbassò il cappello sugli occhi, portandosi una mano in volto, massaggiandosi gli occhi sotto le lenti scure degli occhiali da vista, ignorando il fatto che Jean gli stava mostrando il dito medio, incurante dei passanti intorno a lui, che si girarono a guardarlo sconvolti ed interdetti.
 
Per lo meno, ora sapeva il nome di chi gli aveva soffiato il ruolo.
 
Avrebbe meditato vendetta, e l’avrebbe ottenuta, in un modo o nell’altro.
 
Quel Garcia qualcosa si sarebbe dovuto ritirare con la coda tra le gambe: lui sarebbe diventato la Rayon perfetta per quel film, altroché.
 
Quel regista, tra non molto, avrebbe finito per pregarlo e scongiurarlo di far parte del suo film…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il viaggio di ritorno all’albergo sembrò infinito: erano ormai le quattro passate del pomeriggio, ora di punta per Toronto. La gente usciva dagli uffici per recarsi a casa, o per comprare la cena prima di tornarvi.
 
Le strade gremivano di gente e mezzi.
 
Jared, ancora ammusato, fissava la gente fuori dal finestrino, con le ciglia aggrottate al centro della fronte e gli occhi socchiusi: il tutto ben nascosto dietro i suoi grandi e scuri Ray Ban da sole.
 
Ci fosse stato qualcosa che fosse andato bene in quegli ultimi giorni.
 
Da quando era atterrato a Toronto non c’era stato altro se non un susseguirsi di sfiga.
 
Sfiga totale.
 
E rabbia.
 
Tanta rabbia.
 
Tutta colpa di quell’irlandese fedigrafo, di quel fratello da cui era stato ferito in uno dei modi peggiori… ed ora, ci mancava solo un contratto di lavoro soffiato da un’altra persona.
 
Che il karma lo stesse punendo per qualcosa di cui non si ricordava? O di cui era totalmente inconsapevole?!
 
Chi poteva saperlo, infondo…
 
Sbuffò, passandosi una mano fra i capelli.
 
Notò, osservando il proprio riflesso sul vetro del finestrino, che in effetti, gli erano cresciuti molto.
 
Si risistemò la coda, e tentò in qualsiasi modo di rilassarsi contro il sedile dietro la schiena.
 
Ma le sue congetture mentali sulla sfiga di quei giorni non cessarono minimamente, neppure di fronte l’entrata del proprio hotel.
 
Pagò l’autista ed uscì dall’auto.
 
Con passi veloci, le sue gambe mangiarono la distanza dall’entrata fino all’ascensore, ignaro di due paia di occhi verdi, che da sotto due occhiali scuri simili ai suoi, lo fissarono dubbiosi sul disturbarlo o meno…
 
 
 
 
Quando raggiunse la propria stanza, e si richiuse la porta dietro le spalle, gettò il cappottò sul letto lasciandosi andare ad un sospirone di liberazione.
 
Chiuse gli occhi, togliendosi i Ray Ban e massaggiandosi gli occhi.
 
Dio che nervoso…
 
Quando riaprì gli occhi, però, si girò di scatto verso il cappotto, fissandolo in malo modo.
Si avvicinò a lui, per prender possesso del proprio BB.
 
No: lui non si sarebbe lasciato sopraffare dal nervoso! Lui non era un tipo impulsivo, anche se aveva finito per reagire in quel modo: quasi scappando, incazzato ed oltraggiato.
 
Ma era davvero saturo di tutte quelle situazioni sfortunate, che gli erano capitate in un tempo breve, e non gli avevano dato ancora neppure un brevissimo break.
 
Rovistò nelle tasche, fino ad estrarre lo smartphone.
 
Prima cosa da fare: chi cazzo era quel Garcia bla bla bla?! Che aveva osato sottrargli il lavoro?!
Gli avrebbe fatto rimpiangere quella cosa!
Sarebbe stato scelto lui come Rayon, altroché! Il regista, quel Jean “qualcosa” se ne sarebbe pentito amaramente, di non averlo contattato e scelto fin dall’inizio…
 
Camminò fino al bagno.
 
Calati pantaloni ed intimo, si sedette sulla tazza del gabinetto.
 
Quale luogo migliore per meditare vendetta?!
 
Proprio nel cercare informazioni su quel tipo, ricevette una notifica d’email.
 
Imprecò contro il bip del telefono, e decise che l’avrebbe guardata più tardi: ora era concentrato a far altro.
 
Bussarono alla porta.
 
- Damn! Ma oggi non posso essere lasciato in pace neppure al bagno?!?!- imprecò.
 
Bussarono nuovamente.
 
- SHAN! SMETTILA! TANTO NON TI APRO! NON HO VOGLIA DI VEDERE LA TUA FACCIA BARBUTA!!- gridò.
 
Ma i colpi sulla superficie della porta della stanza continuarono.
 
Imprecando nuovamente, Jared si allungò in avanti verso il lavandino per prendere la carta igienica.
Nel farlo, il suo prezioso BB scivolò dal ginocchio su cui l’aveva posato, cadendo per terra con un bel tonfo.
 
- NOOO!! CAZZOOOOOO!!! MANNAGGIA TUTTI I MANZI IRLANDESI!-.
Gridò, pulendosi e poi raccogliendolo.
 
Chiunque fosse dietro la porta d’entrata, riprese a bussare.
 
- Chi cazzo è?! Che c’ha da insistere tanto!?!?!? EH?!?!-.
 
Abbottonandosi alla bella meglio i pantaloni, senza neppure usare la cinta, si affrettò verso la porta d’entrata.
 
Spalancò la porta, pronto a tirare un pugno a chiunque fosse.
 
 
Ma quel “chiunque fosse” non risultava avere volto.
 
O meglio: il suo volto, era un…
 
- Mazzo di rose rosse?!- esclamò esterrefatto Jared.
 
- Buona sera, Mister Leto! O… posso ancora chiamarti Honey?!-.
 
Quella voce…
Dall’accento inglese forzato…
 
Jared trasalì: non poteva essere.
 
Ma… che lo aveva seguito fin là, a Toronto?!
 
Quando il mazzo di rose rosse, fu puntato verso il suo petto, il cantante dei Mars non poté non rimanere incantato da quel verde smeraldo di quegli occhi orientali…
 
 
 
 
Continua…
 

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