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Autore: Frylyx    15/02/2013    0 recensioni
Peter è un ragazzo "difficile", spesso si isola chiudendosi in se stesso.
E' circondato da persone che gli vogliono bene, ha una sorellina minore a cui è particolarmente attaccato...
Fisicamente è un bel ragazzo, alto, magro, con addominali e pettorali ben scolpiti, capelli biondi quasi a caschetto, lineamenti molto marcati.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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 Spalanco gli occhi e con un gesto distratto arresto quel rumore assordante, guardo il mio nuovo cellulare, cavolo, ho fatto nuovamente tardi! Mi metto seduto, mi stropiccio gli occhi e poggio i piedi nudi sul parquet, mi alzo in piedi, l’aria gelida mi solletica il torso nudo, il pantalone nero di cotone invece mi protegge le gambe.
Entro in bagno, alzo la leva della doccia e la giro verso destra, non c’è niente di meglio la mattina che una bella doccia fredda! Ti tonifica i muscoli e ti sveglia!
Asciugo il mio casco biondo, indosso un paio di jeans neri, una maglia bianca a mezze maniche e una camicia nera sopra aperta per far vedere la t-shirt aderente che evidenzia i miei muscoli.
Preparo la cartella apro il mio armadio e da dentro la scatola di legno scuro prendo uno dei cioccolatini, poi come ogni mattina, entro nella cameretta di mia sorella, May Belle, mi avvicino al letto, ancora dorme, le sistemo bene le coperte, deve aver fatto un brutto sogno durante la notte, le coperte sono tutte in disordine e lei è rannicchiata in un angoletto, deve essersi molto agitata. Poverina!  
Le scanso i capelli biondi dal viso, le faccio una carezza poi le poso il solito cioccolatino sul comodino ed esco.
In cucina mia madre Hanna e mio padre Bill stanno facendo colazione, con un sorriso auguro ad entrami una buona giornata, poi esco di casa.
Non indosso il giacchetto, lo tengo in mano e mi dirigo verso scuola, infilo le cuffiette e cammino attento a non scivolare sulla neve ormai ghiacciata.
Arrivo, stranamente sono riuscito a non fare ritardo anche oggi, salgo le scale, svolto a sinistra, poco più avanti mi fermo per salutare Ellie, la mia fidanzata, se così si può chiamare, poi entro in classe poggio la tracolla sul banco e vado a salutare gli altri.
La prima che mi si avvicina è Leslie, una ragazza un po’ più bassa di me con i capelli castano chiari, e gli occhi scuri, la pelle di un marroncino chiaro, anche se mi chiedo come sia possibile poiché entrambi i genitori hanno la pelle diafana. È una ragazza solare, con un sorriso sempre stampato in volto, anche se sono convinto che spesso è più finzione che serenità. Non so come fa ma è sempre disponibile per parlare, e sa sempre trovare una parola di conforto per i suoi amici, riesce sempre a dare i giusti consigli. Mi scompiglia il ciuffo, è il suo modo di salutarmi, anche se sa che lo odio! Le sorrido, poi entra il professore, tutti ci mettiamo seduti: ecco un’altra giornata è cominciata.
Solitamente il pomeriggio io e Ellie ci incontriamo, una volta a casa mia, una volta a casa sua, una volta in giro per la città; studiamo, guardiamo un film, passeggiamo, guardiamo le vetrine. Non importa dove siamo o cosa facciamo per lei la cosa importante è stare con me, passiamo comunque gran parte del tempo a baciarci.
Oggi abbiamo deciso di andare nel nuovo centro commerciale; come al solito lei è in ritardo.
Finalmente esce di casa, entra in auto e con un piccolo bacio mi saluta. La strada da fare è parecchia, dopo un po’ lei si avvicina allo stereo e alza al massimo il volume della musica; di scatto io lo abbasso e le dico: “perché alzi così tanto? Sai che mi disturba mentre guido” lei sbuffa. Poi sbotta: “alzo il volume perché tu non parli, come al solito! Mi sembra di stare in macchina con una mummia, cominci ad essere noioso.”
Io non replico e continuo a guidare.
La giornata finisce tra baci, vetrine e nuovi acquisti.
Torno a casa la cena è pronta, May Belle mi viene in contro e mi abbraccia, mi lavo le mani saluto i miei genitori e siedo a tavola.
Non ho molta fame, non mangio molto, mia madre preoccupata mi chiede se c’è qualcosa che non va, scuoto la testa per dire di no. Poco dopo  mi alzo dalla sedia e vado in camera mia.
Siedo sul letto e mi metto le cuffiette, ora la musica alta è la mia salvezza, spero che superi il rumore dei miei pensieri.
Mi sdraio e penso alla litigata che ho avuto con in macchina con la mia ragazza, non ce la faccio più, litighiamo sempre, ogni tanto ho bisogno di un po’ di calma, di riflettere, ma lei niente, non lo capisce.
Finalmente riesco ad addormentarmi.
Spalanco gli occhi, sono tutto sudato, tremo.

Ho nuovamente sognato quel posto, nuovamente quell’incubo. Spalanco gli occhi e con un gesto distratto arresto quel rumore assordante, guardo il mio nuovo cellulare, cavolo, ho fatto nuovamente tardi! Mi metto seduto, mi stropiccio gli occhi e poggio i piedi nudi sul parquet, mi alzo in piedi, l’aria gelida mi solletica il torso nudo, il pantalone nero di cotone invece mi protegge le gambe.

Entro in bagno, alzo la leva della doccia e la giro verso destra, non c’è niente di meglio la mattina che una bella doccia fredda! Ti tonifica i muscoli e ti sveglia!
Asciugo il mio casco biondo, indosso un paio di jeans neri, una maglia bianca a mezze maniche e una camicia nera sopra aperta per far vedere la t-shirt aderente che evidenzia i miei muscoli.
Preparo la cartella apro il mio armadio e da dentro la scatola di legno scuro prendo uno dei cioccolatini, poi come ogni mattina, entro nella cameretta di mia sorella, May Belle, mi avvicino al letto, ancora dorme, le sistemo bene le coperte, deve aver fatto un brutto sogno durante la notte, le coperte sono tutte in disordine e lei è rannicchiata in un angoletto, deve essersi molto agitata. Poverina!  
Le scanso i capelli biondi dal viso, le faccio una carezza poi le poso il solito cioccolatino sul comodino ed esco.
In cucina mia madre Hanna e mio padre Bill stanno facendo colazione, con un sorriso auguro ad entrami una buona giornata, poi esco di casa.
Non indosso il giacchetto, lo tengo in mano e mi dirigo verso scuola, infilo le cuffiette e cammino attento a non scivolare sulla neve ormai ghiacciata.
Arrivo, stranamente sono riuscito a non fare ritardo anche oggi, salgo le scale, svolto a sinistra, poco più avanti mi fermo per salutare Ellie, la mia fidanzata, se così si può chiamare, poi entro in classe poggio la tracolla sul banco e vado a salutare gli altri.
La prima che mi si avvicina è Leslie, una ragazza un po’ più bassa di me con i capelli castano chiari, e gli occhi scuri, la pelle di un marroncino chiaro, anche se mi chiedo come sia possibile poiché entrambi i genitori hanno la pelle diafana. È una ragazza solare, con un sorriso sempre stampato in volto, anche se sono convinto che spesso è più finzione che serenità. Non so come fa ma è sempre disponibile per parlare, e sa sempre trovare una parola di conforto per i suoi amici, riesce sempre a dare i giusti consigli. Mi scompiglia il ciuffo, è il suo modo di salutarmi, anche se sa che lo odio! Le sorrido, poi entra il professore, tutti ci mettiamo seduti: ecco un’altra giornata è cominciata.
Solitamente il pomeriggio io e Ellie ci incontriamo, una volta a casa mia, una volta a casa sua, una volta in giro per la città; studiamo, guardiamo un film, passeggiamo, guardiamo le vetrine. Non importa dove siamo o cosa facciamo per lei la cosa importante è stare con me, passiamo comunque gran parte del tempo a baciarci.
Oggi abbiamo deciso di andare nel nuovo centro commerciale; come al solito lei è in ritardo.
Finalmente esce di casa, entra in auto e con un piccolo bacio mi saluta. La strada da fare è parecchia, dopo un po’ lei si avvicina allo stereo e alza al massimo il volume della musica; di scatto io lo abbasso e le dico: “perché alzi così tanto? Sai che mi disturba mentre guido” lei sbuffa. Poi sbotta: “alzo il volume perché tu non parli, come al solito! Mi sembra di stare in macchina con una mummia, cominci ad essere noioso.”
Io non replico e continuo a guidare.
La giornata finisce tra baci, vetrine e nuovi acquisti.
Torno a casa la cena è pronta, May Belle mi viene in contro e mi abbraccia, mi lavo le mani saluto i miei genitori e siedo a tavola.
Non ho molta fame, non mangio molto, mia madre preoccupata mi chiede se c’è qualcosa che non va, scuoto la testa per dire di no. Poco dopo  mi alzo dalla sedia e vado in camera mia.
Siedo sul letto e mi metto le cuffiette, ora la musica alta è la mia salvezza, spero che superi il rumore dei miei pensieri.
Mi sdraio e penso alla litigata che ho avuto con in macchina con la mia ragazza, non ce la faccio più, litighiamo sempre, ogni tanto ho bisogno di un po’ di calma, di riflettere, ma lei niente, non lo capisce.
Finalmente riesco ad addormentarmi.
Spalanco gli occhi, sono tutto sudato, tremo.

Ho nuovamente sognato quel posto, nuovamente quell’incubo.  
  
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