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Autore: Fiamma Erin Gaunt    15/02/2013    1 recensioni
La long riparte dagli eventi di "Hate that I love you", perciò vi consiglio di dare un'occhiata all' OS se volete un quadro un po' più chiaro degli eventi.
Il glaciale e imperturbabile Serpeverde alle prese con un sentimento più forte di lui, Evan.
La coraggiosa e orgogliosa Grifondoro, Dorcas.
Questa è la loro storia. Una storia fatta di scelte difficili, coraggio, amore e dolore.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Dorcas Meadowes, Evan Rosier, Rabastan Lestrange, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Cap 1















Tutto era cominciato con un bacio rubato. Era sempre così tra loro. I baci di Evan arrivavano quando Dorcas meno se lo aspettava, quelle labbra fredde che sapevano diventare appassionate la catturavano ogni volta che si trovava da sola; poco importava se si trovava nel parco, in biblioteca o lungo i corridoi.
E pensare che una volta si odiavano. No, correzione, quello in fin dei conti non era cambiato. Loro due continuavano ad avere un rapporto strano, che di sicuro aveva poco a che vedere con quello delle coppiette sdolcinate che si vedevano passeggiare in giro per il castello, perennemente mano nella mano. Dorcas non sapeva esattamente cosa provasse nei confronti di quello che aveva sempre considerato come un altezzoso egocentrico, ma aveva scoperto che la sua vicinanza le mandava in tilt il cervello e che baciarlo le piaceva più di quanto fosse lecito. Nonostante ciò, era determinata a non farsi coinvolgere da quel ragazzo. Punto primo perché Evan Rosier era un bastardo, un esperto manipolatore capace di rigirarsi le persone come voleva, salvo poi gettarle via quando aveva ottenuto il suo scopo; punto secondo perché dubitava seriamente che ci fosse qualcosa di più di una semplice attrazione fisica tra di loro. Quindi, baciare Rosier andava bene, a patto che nessun altro lo venisse a sapere, ma lasciarsi conquistare dal suo fascino tenebroso era fuori discussione. Dorcas amava considerarsi come una ragazza con la testa sulle spalle, avrebbe addirittura potuto definirsi giudiziosa se non avesse amato architettare scherzi insieme a Gideon e Fabian, eppure si rendeva perfettamente conto che non c’era nulla di saggio o di riflessivo in quello che stava facendo.
Stava giusto rimurginando sulle sue considerazioni quando una mano dal colorito alabastrino le afferrò il polso e la tirò dentro il bagno dei ragazzi. Dorcas si lasciò sfuggire un gemito di protesta, che venne prontamente soffocato da un paio di labbra morbide, gelide e assolutamente familiari.
Evan. Certo, doveva aspettarsi che prima o poi si sarebbe rifatto vivo, in fin dei conti erano due giorni che non lo vedeva in giro.
- Buonasera, anche a te, Rosier – commentò sarcastica, quando il ragazzo allentò la presa e le permise di separarsi da lui.
Evan inarcò un sopracciglio, in quella che aveva imparato ad identificare come la sua espressione divertita, e le rivolse un sorriso sghembo.
- Sei in vena di convenevoli, stasera? – replicò, facendo leva con le braccia e sedendosi sul bordo della finestra; gli occhi blu la scrutavano da capo a piedi, soffermandosi appena una manciata di secondi in più del dovuto in corrispondenza delle gambe lasciate scoperte dalla gonna della divisa.
Suo malgrado, Dorcas si ritrovò ad arrossire leggermente. Dannazione, lei era una Grifondoro, non avrebbe dovuto essere immune ai geni Serpeverde?
- Sei carina quando arrossisci, Meadowes – le disse, allungando una mano verso di lei e giocherellando distrattamente con un riccio biondo.
Dorcas aveva scoperto che quel piccolo gesto sembrava avere un effetto rilassante su Rosier, come se fosse una sorta di anti stress.
- Mi piacerebbe poter dire lo stesso, ma non ho mai avuto occasione di verificarlo – replicò, fissandolo con aria carica di aspettativa.
Evan buttò la testa indietro, ridendo divertito.
- Non credo accadrà mai – ammise, mentre Dorcas annuiva come a confermare la sua affermazione.
Già, in fin dei conti non era neanche sicura che lui potesse arrossire. Certo, fino a poco tempo fa non credeva neanche che fosse possibile sentirlo ridere, eppure era proprio quello che stava facendo in quel momento.
Evan la confondeva, e non ne aveva mai fatto mistero; in sette anni di scuola poteva contare sulle dita di una mano le volte in cui lo aveva visto esternare una qualsiasi emozione, sembrava fatto di ghiaccio.
In effetti il paragone era calzante. Evan Rosier avrebbe tranquillamente potuto  essere scambiato come una scultura di ghiaccio: la carnagione chiara, i capelli color dell’oro, gli occhi blu e quell’aria gelida. Sì, avrebbe di sicuro fatto la sua bella figura in un giardino di ghiaccio.
- A cosa pensi? – chiese, scrutandola con aria accigliata.
- Nulla d’importante –
- Riguarda me? – insistè.
Dorcas annuì lievemente.
- Allora voglio saperlo – decretò, scendendo dal davanzale e avvicinandolesi.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
Ecco cosa mancava alla sua descrizione di Rosier: il suo despotismo.
- Non puoi obbligarmi a dirtelo se non ne ho voglia –
- Andiamo, Meadowes, non fare la bambina, dimmi a cosa pensavi –
Dorcas gli lanciò un’occhiataccia; e così faceva la bambina, e lui, che si impuntava con delle pretese assurde, cos’ era allora?
- Nono sono affari tuoi, Rosier – decretò, seccata, e fece per uscire dal bagno.
Evan la afferrò nuovamente, stavolta trattenendola con fermezza.
- Dove vai? –
- Vuoi sapere troppe cose, Rosier – gli fece notare, prima di aggiungere, - Ora, lasciami andare –
Evan aggrottò la fronte, infastidito, ma fece come gli aveva detto. Non si sarebbe mai abbassato a chiederle di rimanere.
Soddisfatta, aprì la porta del bagno e fece per uscire, ma poi, in un impeto di infantilità, si volto a dirgli – Comunque, sto andando a trovare Gideon e Fabian –
Detto ciò uscì, richiudendosi la porta alle spalle, con la coda dell’occhio osservò la reazione del ragazzo. Era una sua impressione o c’era una certa rigidità nel modo in cui Rosier serrava la mandibola?
 
 
 







******
 
 






Ormai rimasto solo, Evan battè il pugno contro la porta del cubicolo più vicino. Dannazione, quando faceva così non la sopportava proprio.
In nome di Salazar, era mai possibile che i suoi ormoni avessero dei gusti tanto discutibili in fatto di
ragazze? Hogwarts era piena di studentesse che sarebbero state ben felici di passare anche una manciata di minuti in sua compagnia e lui finiva con il sentirsi attratto dalla ragazza più testarda e insopportabile che avesse mai avuto la sventura di incontrare?
- Sto andando a trovare Gideon e Fabian – borbottò, in una buffa parodia.
Bene, per quanto lo riguardava, poteva tranquillamente rimanerci per il resto della vita con quei due. Rifiutato per un paio di Traditori del loro sangue, per di più Filobabbani, era una cosa inconcepibile.
Sbuffando, si passò una mano tra i capelli dorati, scompigliandoli leggermente, allentò il nodo della cravatta e si avviò verso i sotterranei.
Stupida Meadowes, pensò, mentre saliva a passo di carica la scalinata che portava al dormitorio maschile. Chi diavolo pensava di essere per sentirsi in diritto di trattarlo con quell’accondiscendenza?
Si lasciò cadere sul letto a baldacchino, attirando l’attenzione di Rabastan e Regulus, che stavano discutendo di chissà cosa.
- Brutta giornata? – azzardò Rabastan, voltandosi verso di lui e scrutando il volto imbronciato dell’amico.
- Pessima –
- Di molte parole come al solito – commentò Wilkes, uscendo dal bagno in una nuvola di vapore.
- Non ti ci mettere anche tu, Rico – ringhiò Evan, lanciandogli un’occhiataccia.
- Brrr, sto tremando di paura – rise il moro, sgranchiendosi la schiena in un guizzare di muscoli e lasciandosi cadere affianco a lui.
- Alzati dal mio letto, sei fradicio – protestò Evan, cercando di spintonarlo via, ma, a causa della stazza dell’amico, non riuscì nell’impresa.
- Bella scoperta, sono appena uscito dalla doccia – replicò ironico, mettendosi però a sedere e scrutandolo con attenzione.
- Allora, cosa ha combinato la Meadowes per farti incazzare? – chiese, trattenendo a fatica un sorriso davanti alla sua espressione stupita.
- La sopravvaluti, non è in grado di farmi incazzare – replicò, deciso a negare fino in fondo la realtà dei fatti.
Rico inarcò un sopracciglio, sbuffando incredulo.
- Ceeerto, come no, allora? –
- HapreferitoiPrewettame- bofonchiò, il più velocemente possibile.
- Ev, non ho capito una parola, cerca di usare una lingua comprensibile al genere umano –
- Ho detto che ha preferito i Prewett a me – replicò esasperato.
- Uh, questo si che è grave, che affronto imperdonabile – lo prese in giro Rico.
- Non sei di alcun aiuto, lo sai, vero? –
- Lo so, ma in compenso mi sto divertendo molto – affermò il moro, sotto gli sguardi divertiti di Rabastan e Regulus.
- Toglietemelo di torno o giuro che lo Schianto – borbottò Evan, alzandosi dal letto e dirigendosi in bagno. Una bella doccia era quello che ci voleva.
Forse, così, sarebbe finalmente riuscito a togliersi di dosso il nervosismo.
 
 
 
 









Spazio autrice:

Allora, qualche piccola precisazione:

  1. Per prima cosa, la long è il sequel della mia OS “Hate that I love you”, quindi, se volete avere le cose più chiare, vi consiglio di leggerla.
  2. Di Wilkes non sappiamo nulla se non che fu un Mangiamorte, uno dei migliori, e che combattè a fianco di Evan nella radura contro gli Auror e, come lui, si rifiutò di arrendersi e combattè fino alla morte. Il nome è una mia invenzione, così come il legame che lo lega ad Evan. In pratica ho immaginato che fossero coetanei e che tra loro si fosse istaurato una sorta di legame fraterno, quindi i battibecchi tra i due sono e saranno piuttosto anomali rispetto a quelli che siamo abituati a sentire tra i Serpeverde.
  3. Rico, Rabastan e Regulus sono gli unici a sapere della pseudo relazione tra Evan e Dorcas e, benché non approvino, non glielo fanno pesare più di tanto. Anche perché sono convinti che sia solo una cosa fisica.
  4. Infine, ho immaginato che Gideon e Fabian fossero gemelli e fossero coetanei e migliori amici di Dorcas. Fabian ha anche una cotta per lei, cosa che Evan ha notato da subito, ma che la ragazza sembra non aver ancora intuito.
Bene, direi che per questo primo capitolo è tutto. Spero che vi sia piaciuto e vi invito a lasciarmi una recensioncina, se ne avete voglia.
Al prossimo capitolo.
Baci baci,
             Fiamma Erin Gaunt
 
 
 

  
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