Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: SaMiNa    15/02/2013    1 recensioni
"La sua voce rimbomba ancora tra queste mura e il ricordo di quel suono melodioso mi fa battere ancora il cuore. Mi guardo allo specchio. Non mi riconosco più. Gli occhi verdi sono gonfi circondati da cerchi violacei, e sono rossi. Mi lavo i denti. "
It's Narry time con accenni, ma veramente accenni Zerrie
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


-te ne vai?- ho paura della risposta, che già so. Non riesco a guardarlo negli occhi. Quegli occhi azzurri così profondi. Quegli occhi che ora sono rossi e gonfi. Rossi e gonfi a causa mia. Alzo lentamente lo sguardo per vedere, per l’ultima volta, quel corpo così perfetto che fino a qualche ora fa era mio. La sua mano passa lentamente tra i suoi capelli biondi. Cosa che fino a qualche ora fa faceva la mia.
-sì- una parola. Una sola parola. Una sola, semplice, insignificante parola, mi ha distrutto, buttato a terra, messo K.O. evito di guardarlo ancora. Non merito di incontrare il mare dei suoi occhi. Non merito il suo perdono. Non merito lui.
-non c’è niente che possa fare per fermarti?- dico con una voce, che stento anch’io a riconoscere. È debole, tremante, indecisa.
-lo sai-
 
È passato un mese da quando se ne è andato. Da quando ha chiuso quel portone  in legno, da quando mi ha lasciato solo.
La sua voce rimbomba ancora tra queste mura e il ricordo di quel suono melodioso mi fa battere ancora il cuore. Mi guardo allo specchio. Non mi riconosco più. Gli occhi verdi sono gonfi circondati da cerchi violacei, e sono rossi. Mi lavo i denti. Puzzo incredibilmente di alcol. Che schifo. Di certo l’alcol non aiuta a stare bene, magari dimentichi il dolore per qualche ora, ma poi torna si fa più forte di prima. “Guardati! Fai schifo. Non tornerà mai da te” la mia voce interiore non la smette di ricordarmelo. So che è vero. Non lo riavrò mai. Tutto per colpa mia e della m8ia stupida paura. Ho perso il mio mondo, il mio tutto, la mia vita. Lo sguardo cade su una lametta, che più volte questa settimana ho passato sui miei polsi. Che senso ha vivere senza di lui? questo pensiero mi si presenta tutte le mattine che mi sveglio e vedo il posto, accanto al mio letto, vuoto.  Non riesco a farla finita solo perché so che poi mi odierebbe ancora di più. Già la situazione è complicata così, non voglio peggiorare la situazione.
Sorrido amaramente sciacquandomi il volto. Puzzo. Forse dovrei lavarmi, ma come posso rientrare in quella cabina vetrata, che è stata protagonista di tanti episodi. È stato in quella cabina di vetro che lo abbiamo fatto la prima volta, e dè stato sempre lì che ho potuto osservare la perfezione del suo corpo per l’ultima volta. Prima che  mi lasciasse. L’avevamo fatto lì.

-perché ti fai una doccia?-
-sai dopo aver corso si puzza- rispose alla mia domanda, rivolgendomi uno dei sorrisi più belli che avessi mai visto, e mentre goffamente si spogliava, non potei far a meno di far vagare il mio sguardo su di lui. ogni giorno mi sembrava sempre più perfetto. Quando entrò nella cabina si mise girato di spalle e iniziai a spogliarmi anch’io ed entrai in doccia con lui. lo sentii irrigidirsi inizialmente, ma poi rilassarsi quando iniziai a baciargli il collo. Si girò immediatamente verso di me, mostrandomi quelle iridi azzurre che tanto amo. Mi baciò sulle labbra. Erano morbide e sapevano di cioccolato. Ebbi l’impulso di morderle, e lo feci. So che a lui piaceva quando lo mordicchiavo, il suo corpo si irrigidiva per il piacere sentivo i suoi muscoli contrarsi sotto di me, e questo mi faceva eccitare incredibilmente.


Esco dal bagno con un solo asciugamano addosso e vado in cucina, come un mese fa. Fare la doccia non è mai stato così doloroso. Tutti i ricordi che sono riaffiorati fanno male. apro il frigo e la vedo ancora lì, un po’ ammuffita, ma è lì in tutto il suo splendore. La torta che lui stesso aveva preparato per il mio compleanno.

-che fai?- chiesi cingendogli i fianchi, appoggiando il suo dorso nudo della sua schiena sul mio torace altrettanto nudo, cosa che lo fece rabbrividire.
-una torta per stasera- lo guardai interrogativo, avevo dimenticato che giorno fosse, lui lo capì e rise –ti sei dimenticato del tuo compleanno?- scoppiai a ridere anche io, poi lo incastrai tra me e il piano cottura.
-ma non serve una torta… potremmo festeggiare in altri modi- dissi iniziando a mordergli delicatamente il lobo dell’orecchio.
-ma…- sentii i suoi muscoli iniziare a contrarsi –ho anche invitato i tuoi aah- a quella frase morsi leggermente più del necessario. Gli presi le spalle e lo guardai spaventato
-non è vero, non puoi averli chiamati- lui si incupì
-perché no? Dopotutto sono i tuoi genitori, oggi è il giorno del tuo compleanno e sono 3 anni che stiamo insieme, c’è molto da festeggiare oggi- lo lasciai e mi grattai nervosamente il capo
-loro non verranno-
-tua madre sembrava felice quando l’ho chiamata-
-Ho detto che non verranno- la mia voce si fece più forte
-perché no?-
-non…non voglio che scoprano- dissi colpevole. Lui mi guardava con quegli occhi azzurri e io mi sentii incredibilmente male. Avevo un groppo in gola e sapevo che liberarlo avrebbe creato solo danni, ma i suoi occhi mi pregavano di continuare. Sbuffai e decisi di continuare – io…non…ho…mai.. ehm mai detto loro… di noi- lasciò scivolare la teglai nel forno e chiuse di scatto la porta di metallo dell’elettrodomestico e mi guardò con astio.
-non hai mai detto alla tua famiglia di te e me?- nei suoi occhi lessi tristezza e delusione. Abbassai lo sguardo colpevole e continuai a torturarmi il collo.
-ehm…no-
-no- ripeté. La sua voce era maledettamente fredda e distaccata
-io…scusa- sentii i suoi occhi posarsi su di me.
-lo diremo stasera- il suo tono era più dolce, caldo e sereno come sempre.
-NO- si incupì di nuovo –loro non devono sapere-
-perché? Ti vergogni di me,di noi, di quello che siamo?- non risposi, mi limitai ad abbassare lo sguardo. I suoi occhi erano arrossati. La luce che vi era fino a qualche minuto prima si era spenta. Prima di lasciare la cucina mi guardò freddamente e con un “mi fai schifo” mi lasciò, solo, in questa casa.


Fuori c’è l’arcobaleno, ma dentro di me c’è in corso un temporale vero e proprio. Entro in camera da letto. Devo prepararmi per l’addio a celibato di Zayn, finalmente ha deciso di sposarsi con Perrie. Anch’io avevo in programma di dichiarami, non oggi, magari più in là, ma volevo ufficializzare il nostro sentimento. Volevo passare il resto della mia vita con lui. e lo voglio tuttora. Mi viene da piangere, ho rovinato tutto. Ormai sono tre settimane che non faccio che piangere. So fare solo questo. Sbatto un pugno sul comodino facendo cadere la cornice della nostra foto. Vedere la sua immagina rigata dal vetro rotto mi fa stare ancora più male. Quella foto gliela scattai io il giorno del nostro primo incontro.
-scusami puoi dirmi dov’è la classe 42?- era il mio primo giorno di superiori e con il “ottimo” senso dell’orientamento mi persi e mi ritrovai davanti il mio dio greco dagli occhi azzurri e i capelli biondi.
-primo giorno?- domandò con quella voce melodiosa che mi fece arrossare leggermente le gote. Annuii timidamente guadagna domi per la prima volta il suo meraviglioso sorriso. Mi ordinò di seguirlo con un cenno del capo e senza farmelo ripetere due volte lo feci. Con mia grande sorpresa scoprii di essere in classe con lui. Per il corso di fotografia non c’erano distinzioni di età. Presi immediatamente la mia fedele Nikon e iniziai a fotografare tutto quello che mi capitava sotto mano, fino a quando non incontrai il suo sorriso. Era un qualcosa di perfetto. Luminoso, allegro, spensierato. Bello. Per mia sfortuna o forse fortuna si accorse della foto e venne verso di me. le ginocchia mi tremavano, le gote si arrossarono, ma nonostante tutto i miei occhi scrutavano i suoi. Una volta che me lo trovai di fronte il cuore iniziò a battere ancora più forte. Mi grattai nervosamente il collo quando mi tolse mi tolse l’oggetto nero di mano e iniziò ad osservare le immagini che scorrevano sul display, fino ad arrivare alla sua fot. Si sorprese quando la vide, ma non disse nulla.
-sei bravo- disse porgendomi la Nikon. –dovresti fare il corso avanzato- arrossii
-preferisco questo- dissi nervoso, lui mi sorrise di più
-Niall- disse porgendomi la mano destra
-Harry- dissi afferrandola. Da quel giorno siamo diventati inseparabili, mi presentò al suo gruppo di amici e conobbi Louis, Liam e Zayn, il primo dei ragazzi ad accorgersi dei sentimenti che provavo per l’irlandese., anche prima di me.
Rimetto a posto l’immagine ormai rotta e sposto lo sguardo sull’orologio “cazzo è tardi!” mi preparo in fretta e in furia e prima di mettermi alla guida mi viene un dubbio. Lui ci sarà? Le gambe tremano al solo pensiero. Voglio rivederlo. Voglio abbracciarlo. Voglio baciarlo. Voglio riaverlo, ma non credo che lui rivorrà me. me lo ha detto chiaramente. Gli faccio schifo. Parcheggio l’auto ed entro nel piccolo pub che Liam ha prenotato per Zayn e subito mi ritrovo il volto sorridente e preoccupato di Tomlinson ad accogliermi. Questo vuol dire che lui è qui. Cosa faccio ora? Buon viso a cattivo gioco? Non sono bravo.
-dai andiamo- Louis mi trascinò dagli altri e  lo vedo subito, lì in piedi, se possibile anche più bello di quello che ricordavo e mi fissa. Il suo sguardo è spento, ma vaga da me a Louis. Mi stacco dal castano e vado verso il bancone prendendo una bottiglia di birra. Cazzo perché sono così nervoso? Mi volto un po’ per osservalo. Lo vedo congratularsi con Zayn per poi avvicinarsi ad un altro ragazzo poco più basso di lui, castano, muscoloso, ma soprattutto che non sono io. Chi è? Cosa vuole da mio biondo? Una fitta di gelosia mi attraversa tutto il corpo. Nervoso mi avvicino al tavolo continuando ad osservarli. Sembrano felici insieme. Quando stava con me non rideva così. Liam mi sta parlando di non so quale ragazza che ha conosciuto la settimana scorsa, ma non riesco a capire quello che dice. La visione che ho davanti mi sta distruggendo.
-scusate- dico prima di alzarmi e andare in bagno. Non voglio farmi vedere mentre piango. Merda l’ho perso. L’ho perso definitivamente. Si è fatto una vita. È andato avanti. Non gli interesso più. Non mi ama più. Le lacrime sono più fluenti del solito, non riesco a fermare i singhiozzi. Metto le mani in tasca alla ricerca di un fazzoletto, ma mi imbatto in un oggetto appuntito. Lo guardo bene. La lama è così liscia ed è da tanto che non la passo sui miei polsi. la poggio sul lavello mentre mi lavo le mani e la osservo. Ancora una volta sento il suo richiamo. Sto per prenderla quando qualcuno entra in bagno. Lui. Niall. Il mio Niall. La mia vita. Mi guarda. Mi fissa poi abbassa lo sguardo e vede quel maledetto oggetto con orrore si avvicina a me e me la toglie dalle mani gettandola alle sue spalle.
-che cazzo fai?- sibila a denti stretti
-che ti importa, devo trovare un modo per vivere- rispondo con voce strozzata e ancora stordito per la sua presenza e il suo gesto.
-così pensi di vivere? Cazzo, Harry, i problemi vanno affrontati- ha un tono di voce quasi paterno, affettuoso. Non riesco più a trattenere le lacrime
-lo so, ma mi manchi…- confesso guardandolo negli occhi
-mi manchi anche tu- ammette lui abbassando lo sguardo. Una luce di speranza cresce in me, ma poi mi ricordo del ragazzo con cui ha conversato tutta la sera.
-non sembra-  dico acido. Lui mi guarda, non capendo per qualche secondo  per poi fare un sorriso sghembo.
-non sto uscendo con Josh, io…- si ferma e si gratta nervoso il capo. Riesce ad essere affascinante anche quando è nervoso. Come fa? –io non..sono riuscito ancora a dimenticarti- quindi vuol dire che mi pensa ancora?
-neanche io… ho provato di tutto per farlo ho anche provato a…- lascio la frase a metà so che ha già capito –ti prego. Torna a casa nostra- chiedo supplichevole, le lacrime tornano prepotenti, ma cerco di fermarle.
-sai che non posso –
-perché? Ti prego… non vivo più da quando te ne sei andato- dico avvicinandomi-
-non posso stare con qualcuno che si vergogna di quello che è..che siamo…eravamo-
-io…- cerco di giustificarmi, ma mi zittisce
-lascia stare- dice uscendo, lasciandomi solo. Un’altra volta. “lascia stare” esco anche io, mi risiedo vicino a Liam e osservo Niall. Sembra essere di nuovo allegro. Ride alle battute di quel ragazzo, di quel Josh. “lascia stare”. Ero io fino a qualche settimana fa ad essere motivo delle sue risate. “lascia stare” l’ho perso per questo, perché avevo paura, ora potrei riaverlo perché dovrei lasciar stare? Mi alzo di scatto facendo sobbalzare tutto il tavolo.
-non lascio stare cazzo-  dico guardando il biondo negli occhi.
-Harrycalmati- dice Lou,, cercando di farmi sedere. Non lo ascolto.
-Niall io ti amo- arrossisce. Non mi importa più se gli altri  lo scoprono. Non  mi importa più degli sguardi schifati dei cugini di Zayn –Ti amo- ripeto con le lacrime agli occhi, questa volta non riesco a fermarle. Lui non risponde . rimane lì seduto a guardarmi rosso in volto.  Sento tutti gli occhi puntati su di me. Devo uscire, saluto Zayn che mi guarda felice e me ne vado.  Non mi importano delle occhiatine che mi mandano i camerieri, non mi importa più nulla.  Ho visto cosa significa vivere senza Niall.  Ed è peggio, molto peggio, di tutte quelle occhiate messe insieme, di tutti i commenti e gli insulti che potrei ricevere. Vivere senza di lui è peggio. La casa or ami sembra ancora più opprimente del solito. Urlo. Piango. Il pensiero degli altri non conta, ma solo il tuo e io l’ho capito troppo tardi.
-potevi evitare di spaventare mezzo ristorante- mi giro di scatto. È bellissimo sotto i raggi della luna. Mi avvicino delicatamente. Ho paura di scoprire che questo sia un solo un sogno, che sia un’allucinazione. Mi asciuga le lacrime e mi bacia.
-mi dispiace- gli dico ad un centimetro dalle sue labbra e torno a baciarlo. Questa volta non me lo farò scappare di nuovo.

 

"I Ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte. Non ci sono per nessuno. Essi sono altrove, molto più lontano della notte, molto più in alto del giorno. Nell'abbagliante splendore del loro primo amore."
(Pubblicità baci perugina)


Come dovrei chiamarla?

Ed ecco qui un altro schifo...
Ho tipo rovinato quei due...
E vi ho fatto sprecare del tempo prezioso
Spero vi sia piaciuto almeno un pochino
Non chiedetemi perché l'ho fatto così triste
Ma l'idea concreta (?) mi è venuta durante inglese..
Stiamo studiando Joyce e Virginia Woolf e ho voluto provare ad usare il loro stile (più della Woolf), ma non ho considerato che loro erano
dei geni al contrario di me..
L'unica cosa che mi paice di questa storia è il banner
è figo..e modestamente NON l'ho fatto io...ma il merito è della mia cognata Aurora (Grazie mille ♥)
 Ora vi lascio
Il gatto mi sta uccidendo xD
Un bacio
Alla prossima
SaMiNa

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: SaMiNa