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Autore: ariannes    16/02/2013    2 recensioni
''Cerchi qualcosa?'' mi dice uno di loro, moro, occhi indecifrabili a causa della luce fioca dei lampioni. Riesco solo a vedere gli occhi di quel ragazzo seduto sopra la sponda della panchina, con i gomiti sulle sue ginocchia che mi fissa così insistentemente da farmi venire i brividi.
Non riesco a dire nulla, non ho fiato, sono consumata dalla paura. Uno di loro comincia a dire qualcosa agli altri, facendoli smettere di fissarmi, tranne quel ragazzo che mi fissa imperterrito. Cominciano a ridacchiare gli altri quattro, girandosi verso di me e guardandomi maliziosamente. Rabbrividisco, ma non tolgo gli occhi da quelli color miele.
''Vai via.'' mi dice, sempre tenendo fermamente gli occhi nei miei. Non riesco a muovermi, sento come se avessi dei massi pesanti al posto dei miei piedi.
''Andiamo Justin, la preda arriva nella tana e tu la lasci scappare?'' dice uno dei quattro ridacchiando con gli altri.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola nota: quando vedete questo simbolo ♪  aprite il link della canzone e leggete con quella come sottofondo, se vi va.
buona lettura.
 
 
 
Ruth's pov. 
 
''Piacere, Justin.'' dice porgendomi una mano e sorridendomi.
Okay, ma che cazzo di problemi ha? Gli ho fatto una domanda e mi risponde presentandosi? Continuo a non capire il suo comportamento ma decido di assecondarlo, vediamo dove vuole arrivare. 
''Ruth.'' dico guardandolo fisso negli occhi, senza degnare nè di uno sguardo nè di un tocco la sua mano.
Alza gli occhi al cielo vedendo la mia reazione.
''Mi scusi signorina Ruth, non volevo invadere il suo spazio.'' dice ironicamente sottolineando il mio nome e alzando le mani in segno di difesa. 
Signorina Ruth? Ma come se ne esce? 
Lo fulmino con uno sguardo e le parole mi escono spontaneamente dalla bocca.
''Chi sei?'' dico, cercando di capirci qualcosa in tutto questo. 
''Justin, hai davvero una memoria così corta?'' dice continuando a ironizzare e guardandomi con uno sguardo stupito, ma in realtà sa cosa voglio sapere.
Prendo coraggio, voglio capirci qualcosa.
''Ho detto chi.sei.?'' dico imitando la sua voce di ieri sera, avvicinandomi a lui e facendogli un piccolo sorriso in segno di gioco sbattendo più volte gli occhi. 
Fa una risatina irritante, si mette le mani in tasca e si avvicina ancora di più a me. Pochi centimetri dividono il mio viso dal suo.
''Lo sai che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda?'' dice, sempre con quel sorrisino stampato in faccia. E' irritante ma attraente. 
Scaccio questi pensieri, andiamo è solo uno sciocco che crede di prendermi in giro.
''Lo hai appena fatto.'' dico facendogli il suo stesso sorrisetto irritante, ma tornando immediatamente seria. 
 
Justin's pov.
 
''Lo hai appena fatto.'' dice facendomi un piccolo sorriso strafottente, ma ritorna seria immediatamente.
Ha proprio un bel coraggio a tenermi testa in questo modo, nessuno lo fa mai.
Mi ha zittito, non so cosa dire ma non posso dargliela vinta.
''C'è chi può, signorina Ruth.'' dico la prima stronzata che mi viene in mente.
''Dunque quel chi rappresenta me, non te.'' dice mettendosi le mani nelle tasche della felpa.
I suoi lunghi capelli castano scuro le volano sul volto colpito dal sole. I suoi occhi verde smeraldo sono impossibili da non guardare.
Devo ammettere che è diventata veramente bellissima.
Ma che cazzo sto pensando? Non mi riconosco nemmeno. 
Faccio una smorfia con la faccia e fingo di pensare.
''No.'' dico risorridendole.
Sbuffa e fa cadere le sue braccia ai lati delle sue gambe, inclina leggermente la testa verso destra e mi guarda malissimo.
''Che c'è, vuoi una foto?'' dico con lo scopo di infastidirla, è divertente vederla così.
Alla mia domanda sbarra di poco gli occhi e schiude leggermente la bocca.
E' infastidita, e non sa cosa dire. Ottimo. 
Torna seria e fa un passo verso di me. 
''E tu? Vuoi un pugno?'' dice sorridendomi. 
Come cazzo fa a smerdarmi ogni volta? E' frustrante cazzo.
''Ora, se gentilmente mi dici chi sei e come fai a conoscermi mi faresti un enorme favore.'' si blocca e sposta la testa e lo sguardo verso sinistra, e per un secondo finge di pensare. Poi il suo sguardo ritorna su di me. ''Sempre che per te esista questa parola.'' continua.
Non so cosa fare, dirglielo o non dirglielo. 
Lei sicuramente non si ricorderà nulla, era troppo piccola e nessuna glielo avrà raccontato.
Posso davvero porre un ricordo così nei suoi pensieri? In pochi secondi mi sto facendo mille domande. 
La guardo e lei guarda me, in attesa di una risposta. 
''Ho capito, grazie della risposta.'' dice facendo un passo indietro come se se ne stesse per andare.
''No okay, te lo dirò. Vuoi una risposta?'' le dico velocemente, in modo da non farla andare via. 
Glielo dirò, non mi importa. 
Prima o poi lo dovrà sapere, e in questo modo non mi stresserà ulteriormente.
''Mi sembra ovvio.'' dice facendo una risatina nervosa. 
Cammino verso una panchina lì vicino e mi ci siedo, tenendo le mie mani nelle tasche dei pantaloni. Appoggio la schiena allo schienale della panchina.
Lei è rimasta lì in piedi ad osservare quello che stavo facendo, così le faccio un cenno con la testa verso la mia sinistra, per dirle di venire a sedersi di fianco a me.
Così lei cammina verso di me e si siede.
Abbiamo entrambi le mani nelle tasche, io dei pantaloni lei della sua felpa. I nostri sguardi sono fissi davanti a noi, verso il parco.
C'è un leggero vento che ci spettina i capelli, e intorno a noi c'è silenzio. Ci sono solo poche persone che portano a spasso il loro cane. 
Lo spazio tra di noi non è più composto da ironia e battutine, ma solo da silenzio e tensione.
♪  http://www.youtube.com/watch?v=HZH-vZf8YEc 
''Tredici anni fa'' inizio a parlare, cercando di sforzarmi il più possibile. ''era una mattinata d'inverno, il 4 ottobre precisamente.'' continuo a guardare avanti a me il vuoto, ma vedo che lei ha lo sguardo su di me. ''Mia madre, come tutte le mattine, mi stava portando a scuola. Facevo la prima classe, era il mio primo anno di scuola. Quella mattina però, in macchina con noi venirono anche un'amica d'infanzia di mia madre e sua figlia di 3 anni. Mi avrebbero lasciato a scuola e loro sarebbero andate a fare colazione insieme dato che la bambina piccola ancora non andava a scuola.'' deglutisco, non mi ero accorto che mi si era seccata la gola. 
''Ma durante il tragitto una macchina che veniva dalla parte opposta della strada ci venne in contro scontrandosi con la nostra e facendo letteramente volare la nostra in mezzo a dei campi che contornavano la strada.'' sento gli occhi bagnati leggermente, non posso, cerco di reprimere tutto. 
 
Ruth's pov.
 
Sto ascoltando le sue parole, e queste sue ultime mi hanno fatto stringere il cuore.
Non capisco cosa c'entri tutto questo con me, ma decido di continuare ad ascoltarlo.
Lo guardo e vedo che ha leggermente gli occhi lucidi, sta per piangere, posso vederlo.
Il mio respiro si fa più pesante e un magone enorme si impossessa di me. 
E' come se volessi piangere anche io.
Lui fissa il vuoto avanti a sè, io lo guardo e gli sfioro la mano come per incitarlo a continuare.
''Ricordo un urlo straziante di tutti noi all'interno della macchina. Una volta che essa si fermò nei campi, rovesciata all'incontrario, non riuscivo a capire cosa fosse successo. Ero troppo piccolo. Vidi mia madre dissanguarsi, aveva la cintura allacciata che le premeva contro il collo, nessuno parlava, nessuno urlava più. Ero l'unico sveglio, l'unico ancora cosciente. Ma all'iprovviso sentì un pianto, un pianto disperato affianco a me. Era quella bambina, la figlia dell'amica di mia madre che era seduta di fianco a lei nei sedili davanti. Era immobile anche la sua di madre. Ascoltavo il suo pianto mentre cercavo di capirci qualcosa, ero impotente, ingenuo. L'ultima cosa che sentì, ricordo che fu il suono di un'ambulanza prima di perdere i sensi. Ricordo che quella fu l'ultima volta che vidi mia madre.'' dice, estraendo una mano dalla tasca dei pantaloni e porgendosela sul viso per asciugare una lacrima caduta sul suo viso. 
Sua madre non c'è più. Tutto questo mi sconvolge, non riesco quasi più a tratterene il pianto che sta per scoppiare in me.
Perchè mi dispiace così tanto per un estraneo? 
''La bambina, sua madre ed io ne uscimmo praticamente indenni.'' continuò. ''Poi si venne a scoprire che quell'incidente non fu casuale, ma fu programmato apposta per uccidere mia madre, senza preoccuparsi minimamente di chi ci fosse stato all'interno della macchina con lei. Tutto questo perchè aveva dei debiti in fatto di droga. Man mano che sono cresciuto, il desiderio di vendetta cresceva sempre di più. Fino ad oggi, il quale è enorme.'' dice voltandosi verso di me, con gli occhi lucidi.
Continuo a non capire cosa c'entri con me, ma sto per scoppiare, il magone è troppo grande.
I nostri occhi sono uno dentro l'altro, come se volessero consolarsi a vicenda.
Faccio per dire qualcosa, ma mi precede.
''Quella bambina eri tu, Ruth.''
Mi si blocca il cuore, non riesco più a respirare. Il vuoto dentro di me. 




spazio autrice: 
ciao donzelle :) ho aggiornato prestissimo, vogliatemi beneee!
no ok, se avete voglia scrivetemi cosa ne pensate, mi fareste felicissima. :)
su twitter sono @ikeepthepromise se vi va seguitemi,ricambio!
aggiornerò il più presto possibile, un bacio enorme e grazie a tutti dei bellissimi complimenti. 

 
  
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