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Autore: Francy_92    16/02/2013    11 recensioni
[Attori vari]
Kristen, ragazza di 17 anni, porta sulle spalle un grosso fardello. Vive a Savannah, in Georgia, con il padre e i suoi tre fratelli: Cameron, Taylor e Dana.
Costretta dal padre ad una relazione non voluta da lei, decide, una volta per tutte, di ribellarsi e fare ciò che è meglio per lei.
Iniziata una nuova vita, fa delle conoscenze che la porteranno a riscoprire se stessa e il mondo che la circonda.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon pomeriggio gente.
Siamo ancora agli inizi, ma io (Fra) e la mia socia ringraziamo davvero di cuore tutti voi per il vostro interesse nei vostri confronti. Grazie davvero di cuore. Speriamo che anche questo capitolo vi piaccia.
Ci leggiamo alla fine.
Un bacio e buona lettura.

My heart is yours
 
-Capitolo 2-
*Ardue scelte*
"Gra"

 
La sveglia suona le sei del mattino.
Mi sono addormentata subito stanotte; non ho fatto neanche in tempo a svestirmi ed è per questo che adesso sono ancora con gli abiti di ieri. Mi alzo con un gran mal di testa e mi dirigo in bagno; la persona che vedo allo specchio non mi piace per niente:  non è la Kristen combattiva di sempre; vedo una persona che si sta lasciando convincere di una cosa che non vuole e si sta lasciando mettere i piedi di sopra.
Anche Nikki mi ha fatto intendere che dovrei aiutare mio padre sposando Michael, e forse è la scelta giusta da fare. Mi spoglio e mi butto sotto il getto dell’acqua calda: ho proprio bisogno di una bella doccia.
Quando esco mi asciugo velocemente e vado in cucina; mi metto ai fornelli e preparo la colazione per mio padre e per i miei fratelli. Ho imparato a fare la donna di casa già da piccola e sono davvero stanca di prendermi cura di tutti, quando a nessuno interessa qualcosa di me.
Forse sposando Michael lui si occuperà di me.
Forse non dovrò più sgobbare dalla mattina alla sera.
Forse potrò avere un po’ di pace.
«Buongiorno Kris» mio fratello Cameron è appena entrato in cucina e mi guarda con aria dispiaciuta. «Tutto bene?» continua ancora. Annuisco e poso la macchinetta del caffè sul tavolo, facendo attenzione a non scottarmi.
«Perché ti sei comportata in quel modo ieri sera?» domanda, ancora, con dolcezza. Abbiamo avuto sempre un buon rapporto io e lui e so che adesso non me lo sta chiedendo per rimproverarmi ma solo perché è preoccupato per me.
«Non lo so. Ero confusa Cam»
«Adesso le idee le hai chiarite?»
«Sì! In effetti devo dirti una… » non riesco a finire di parlare perché mio padre mi ha appena dato uno schiaffo in pieno viso. Barcollo aggrappandomi alla sedia che per fortuna non mi fa cadere a terra. Non mi ero nemmeno resa conto del suo arrivo.
«Cosa devi dirgli signorina? Non puoi fare niente! Sposerai Michael!» afferma arrabbiato.
«Va bene» rispondo con le lacrime agli occhi.
Mio padre e mio fratello sgranano gli occhi increduli per le parole che ho appena pronunciato.
«Ripeti!» mi ordina mio padre.
«Hai capito, cazzo! Sposerò Michael» urlo e un altro schiaffo mi arriva in volto.
«Non urlare e modera il linguaggio».
Fisso Cameron che se ne sta immobile mentre mio padre mi schiaffeggia e in questo momento vorrei davvero sparire.
So che mio fratello non vorrebbe questo ma non può impedirlo.
Annuisco spaventata e scappo fuori.
È presto per andare a lavoro così ne approfitto per fare una passeggiata. Penso e ripenso alla scelta che ho appena annunciato.
 Avevo giurato che avrei fatto sempre e comunque quello che mi piaceva di più e adesso? Sarò la moglie di un uomo che non amo.
Sbuffo mentre mi siedo su una panchina; Mi porto istintivamente le mani ai capelli e scuoto la testa disperata. Ho ancora tutta la vita davanti; posso davvero sposare un uomo che non conosco?
Ed è qui che mi arriva come un altro ceffone la consapevolezza che non posso e non voglio.
Non posso perché nessuno mi può vendere in questo modo e non voglio perché dovrò essere io un domani a scegliere l’uomo che diventerà mio marito. Non me ne importa niente del lavoro e dell’azienda. Se li risolvano da soli i loro problemi finanziari!
Arrivo al negozio giusto in tempo per l’apertura; per qualche ora non penserò a niente.
«Buongiorno Kris»
«Buongiorno a te Nikki»
«Allora hai preso una decisione?» mi chiede la mia amica offrendomi una tazza di caffè: lo facciamo sempre la mattina appena arriviamo.
Annuisco e lei mi fissa aspettando una risposta.
«Lo sposerò» affermo ottenendo una sua risata.
«Hai fatto la scelta giusta» risponde e mi abbraccia. Mi dispiace mentire proprio a lei, ma non ho scelta se voglio che il mio piano vada a segno.
Per fortuna la mattina passa in fretta tra un cliente rompiscatole ed un altro. Ad ogni modo non abbiamo riaffrontato di nuovo l’argomento.
Poiché devo tornare anche di pomeriggio non vado a casa per il pranzo; decido di andare a fare un po’ di shopping e ne approfitto per fare una telefonata.
Chiamo una mia cugina e, nel frattempo, trattengo il respiro. Spero accetti la mia proposta, altrimenti non saprei come fare. Le spiego ciò che succede, mostrandomi decisa e sicura di me. Ho anche un po’ di paura a chiederglielo; infatti, quando lo faccio, chiudo gli occhi. Attendo la sua risposta con il cuore che batte all’impazzata.
«Sì certo. A domani. Ti voglio bene» le dico infine.
 
«Ci vediamo domani Kristen» mi saluta Nikki ed io sorrido debolmente. In realtà vorrei dirle che domani non mi presenterò a lavoro ma ho troppa paura di essere bloccata.
Anche il pomeriggio è passato tranquillo e adesso sono a casa a preparare la cena. L’aria è invivibile a causa dello scontro che abbiamo avuto stamattina io e mio padre.
Se solo sapesse…
«Grazie per la cena» dice Cam per rompere il silenzio. Annuisco e sorrido ma non dico una parola. Appena finiamo mi alzo e sparecchio.
«Scusatemi. Sono molto stanca. Vado a dormire. I piatti li lavo domani mattina, va bene? » mi rivolgo a mio padre naturalmente. È lui che ha la prima e l’ultima parola in casa.
«Buonanotte. Domani mattina non ti preoccupare per la colazione. Dobbiamo andarcene prima» dice soltanto ed io mi ritiro nella mia stanza sospirando.
Apro l’armadio e tiro fuori due valigie. Le riempio con il necessario e con i vestiti che ho comprato oggi. Faccio un rapido calcolo e capisco di avere ancora un’ora prima che tutti vadano a dormire. Mi guardo in giro per  accertarmi di non aver lasciato niente. Per ultimi prendo i miei libri, il cellulare e una collana con una foto.  E’ l’unico ricordo che ho di mia madre e lo custodisco con la massima cura.
Purtroppo qualcuno apre la porta di colpo e non riesco a nascondere la valigia. Mio fratello Cam sgrana gli occhi e si avvicina a passo svelto.
«Cosa diavolo stai facendo?» quasi urla ma io lo blocco tappandogli la bocca.
«Me ne vado. Ho capito che non posso sposare un uomo che non conosco e che non amo. Mi dispiace Cam».
«Ma che cosa stai dicendo? Troveremo una soluzione» cerca di farmi ragionare ma io la mia decisione ormai l’ho presa.
«No! Non c’è nessuna soluzione. O lo sposo o mi ammazza di botte e siccome non mi piace nessuna delle due soluzioni me ne vado. Tra due mesi compirò diciotto anni. So badare a me stessa» gli spiego mentre ci sediamo sul letto. Quando finisco lui mi abbraccia, per infondermi un po’ di forza.
«Ti capisco Kris e hai il mio appoggio» sospira mentre lo dice. Si è rassegnato perché sa che quando mi metto in testa una cosa è difficile che torni indietro.
«Davvero? Grazie fratellino» gli bacio una guancia e qualche lacrima mi riga il viso.
«Perché piangi?»
«Mi mancherai» ammetto tirando su con il naso.
«Oh anche tu. Ma dove andrai? »
«Ho prenotato oggi i biglietti per Londra. Poi là ci sarà Alyssa, nostra cugina, ad attendermi. Mi trasferirò a casa sua per un po’ a Bournemouth finché non troverò un appartamento tutto mio» gli spiego mostrandomi sicura delle mie scelte.
«Stai attenta piccola. Tieni anche questi; ti serviranno» esce dalla tasca dei soldi, molti soldi, e me li porge.
«Non posso accettare. Ho dei soldi da parte già»
Scuote la testa ma non accetta repliche. Li infila nella tasca interna della valigia e mi da un bacio sulla guancia.
«Già ti sto facendo scappare, almeno fatti aiutare per bene» annuisco, mi alzo e finisco di chiudere lo zaino.
«Sono pronta. Devo chiederti un ultimo favore»
«Dimmi tutto»
«Mi aiuti a mettere le valigie in macchina? Poi domani mattina lascerai la seconda chiave sul tavolo così io andrò in aeroporto con quella. Più tardi puoi venire a riprendertela. L’aereo decolla alle nove domani mattina»
«Quindi dobbiamo salutarci ora, giusto?» annuisco triste e scoppio a piangere.
«Vieni qua» apre le sue braccia ed io lo stringo forte a me. Chissà quando lo rivedrò.
«Ti voglio bene sorellina. Potrai contare sempre su di me»
«Grazie Cam. Ti voglio bene anche io»
 
 
Il mattino seguente apro gli occhi alle cinque.
Sono agitata e ansiosa.
Sto per scappare di casa e spero che mio padre non capisca che è stato Cam ad aiutarmi.
Decido di prendere carta e penna e scrivere una lettera di addio.
 
Cari papà, Cam, Taylor e Dana
Vi scrivo questa lettera per dirvi che sono andata via di casa. Quando la leggerete io sarò già, a non so quanti chilometri da voi e finalmente sarò felice.
Mi sono sentita sempre l’ultima ruota del carro, quando invece l’unica cosa che voglio è vivere la mia vita scegliendo quello che ritengo più giusto per me.
Scappo di casa PER COLPA TUA papà. Per le tue botte e per i tuoi ricatti. Per la tua idea di vendere tua figlia al primo che capita. IO NON SONO OGGETTO DI SCAMBIO.
Cam, Dana, Taylor vi voglio bene e ve ne vorrò sempre.
Vostra Kristen
 
Una volta scritta la chiudo e  aspetto che loro se ne vadano per poi posizionarla sul tavolo in modo che la notino una volta rientrati.
Torno nella mia stanza, prendo lo zaino e faccio un rapido tour della casa. Quando finalmente trovo il coraggio, faccio un respiro profondo e apro la porta; la richiudo con la consapevolezza che sarà l’ultima volta che vedrò queste mura.
Per tutto il viaggio non faccio altro che ascoltare musica e dormire e per fortuna passa anche in fretta nonostante le undici ore di volo.
Quando arrivo trovo Alyssa e tre ragazze ad aspettarmi. Abbraccio mia cugina e poi mi presenta le sue amiche.
«Loro sono Jasmine, Sveva e Ines. Ragazze lei è Kristen, mia cugina»
Nonostante non mi conoscano, mi abbracciano e mi baciano sulle guance; io le lascio fare divertita dai loro atteggiamenti. Sono davvero simpatiche e davvero delle belle ragazze. Io al loro confronto mi sento una ragazzina, anzi lo sono!
Jasmine è alta, capelli neri e ha degli occhi molto particolari di colore verde scuro.
Sveva, invece, è la più alta di tutte. Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri così come Ines, ma al contrario di Sveva ha i capelli scuri.
Sono tutte belle ma al contempo tutte diverse.
Anche mia cugina, al mio confronto, è davvero una gran figa. Capelli biondi, occhi azzurri e capelli mossi.
Indossano tutte dei mini-vestitini mentre io sono con un paio di jeans e le mie adorate vans.
Sono sicura che non hanno mai portato ai piedi un paio di scarpe sportive, così come io non ho mai indossato, se non rare volte, delle scarpe con il tacco.
Mi torna in mente la prima volta in cui Nikki, la mia amica ed ex collega, mi ha convinta a provarli mentre eravamo a lavoro.
«Dai, Kris indossali. Fallo per me, ti prego… ti prego» mi guarda con gli occhi a cucciolo perché sa che non posso dirle di no. Annuisco e borbotto un “come vuoi” per poi infilarmi le scarpe ai piedi. Riesco a fare un metro, ma sfortunatamente subito dopo cado a terra come una stupida. Siamo in negozio e, mentre noi ridiamo con le lacrime, un ragazzo, un bel ragazzo, apre la porta per entrare. Sbianco dall’imbarazzo. Tolgo le scarpe e mi infilo veloce le mie vans, le mie comode e bellissime scarpe basse. Nikki continua a ridere e accompagna il ragazzo a vedere i vestiti. Lui continua a guardarmi e mi fa l’occhiolino. Sono diventata rossa come un peperone, sicuro. Mi rifugio in magazzino fin quando non lo sento uscire. Che vergogna!
Sorrido al ricordo ma vengo distratta dalle ragazze che stanno parlando tra di loro, di ragazzi ovviamente. Una descrive la notte appena trascorsa, l’altra parla del suo finto ragazzo. Io sbuffo, attirando la loro attenzione. Mi fisso con un ghigno sulle labbra.
«Tu signorina… non ci racconti niente?» aggrotto le sopracciglia, non riuscendo a parlare. Cosa dovrei dirgli? “Mio padre voleva farmi sposare uno sconosciuto contro la mia volontà e così sono stata scappata di casa. Ah si…  non sono mai stata con nessuno”. Che cazzo!
«Cosa volete sapere?» faccio finta di niente e sto al loro gioco.
«Dai… sei stata con qualche ragazzo?» mi chiede Ines. Inspiro e respiro profondamente e poi scuoto la testa. Inutile sembrare esperta; verrei scoperta dopo tre secondi.
«Oh, ah, ok» sono le uniche sillabe che escono dalla loro bocca.
Le guardo imbarazzata non sapendo cosa dire. Loro mi fissano e poi scoppiano a ridere.
«Dai, non ti preoccupare. Con noi ti divertirai» mi abbracciano e rido anche io.
Spero che sia come dicono loro.
Non ho mai fatto caso a questa cosa, però adesso che ci penso ho quasi diciotto anni e non sono mai stata con nessuno. Vorrei tanto innamorarmi e avere un ragazzo con cui poter uscire, scherzare. Vorrei tanto fare l’amore con un uomo che mi ami. Lo troverò mai?
Sbuffo e mia cugina notando che mi sono abbattuta un po’, mi abbraccia e mi fa l’occhiolino.
«Non ci pensare. Hai avuto un passato difficile. Da oggi la tua vita cambierà», annuncia sorridendo.
«Grazie» le dico e ricambio l’abbraccio.
 
«Allora Kris, questa è casa mia».
 Alyssa parla mentre mi indica un palazzo di quattro piani. Lo osservo e già da fuori è un bella struttura.
Lei abita al secondo piano e quando entro rimango a bocca aperta. È davvero un bell’appartamento.
«E’ davvero bello, complimenti» le dico appoggiando le valigie all’entrata.
«Grazie cugina. Dai, vieni. Ti faccio fare il giro della casa»
Annuisco e la seguo.
Ci sono due camere da letto, una cucina con soggiorno annesso e due bagni.
In ogni camera da letto c’è un letto matrimoniale. Nel soggiorno, invece, c’è un grande divano, un tavolo lunghissimo e una libreria con un televisore al plasma. La cucina è come piace a me. È rossa con la penisola.
«Questa è la tua camera» mi fa entrare in una delle due camere da letto ed è quella un po’ più piccola. Ha toni del bianco e del lilla: è davvero carina.
«Mi piace!» esclamo tutta contenta.
«Mi fa piacere. Fa come se fossi a casa tua» annuisco e la ringrazio ancora. Torno all’entrata  a prendere le valigie in modo da sistemare i vestiti.
«Tu sistemati. Okay? Sarai stanchissima. Riposati e ci vediamo dopo va bene? Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure. Io sono nella mia camera»
«Va bene. Grazie mille Alyssa»
«Figurati tesoro»
Mi fa l’occhiolino e mi lascia da sola.
Inizio subito a disfare le valigie. Riempio l’armadio e poi anche il mobile a cassettoni.
Quando finisco mi spoglio e decido di farmi la doccia. Mi sento sporca; infondo ho viaggiato per troppe ore.
Quando esco, mi asciugo e indosso una maglietta a maniche lunghe e un pantalone della tuta. Mi infilo a letto facendo in modo che i miei muscoli si rilassano all’istante.
Mi addormento poco dopo con in mente il volto di mia madre che mi sorride e con un grosso punto interrogativo.
Avrò fatto la scelta giusta?

 

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Allooooooraaaaa... ^^''
Che ne dite?!
Speriamo davvero che queste righe siano state di vostro gradimento e che continuerete a seguirci! :)
Al prossimo sabato! <3 <3
Un bacio
Fra e Gra

   
 
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