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Autore: AgelessIce    16/02/2013    3 recensioni
-Che il tempio sia in movimento è un dato di fatto.
Semplicemente, sto ignorando la situazione.
Non ho la forza, né la volontà, per indagare.
L’ultima battaglia mi ha portato via più di quanto il mio spirito riesca a sopportare.-
-“Non vuoi farmi vedere il tuo viso per le leggi del santuario? “
E scuoto leggermente la testa, dondolando i piedi.
“ Prometti di non ridere, se te lo dico?”
Annuisce, serio, mordendosi appena il labbro inferiore.-
-E mi do’ della sciocca cento volte, e cento volte ancora, quando sento l’urlo soffocato alle mie spalle.
Perché, al momento, non è il cavaliere di Pegasus a necessitare di protezione.
È la sua maestra, ad essere instabile.
Ed, infatti, è lei ad essere riversa al suolo, un rivolo di sangue che sgorga al di sotto della maschera.-
- Aiolia X Marin, fondamentalmente u.u
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eagle Marin, Leo Aiolia, Ophiuchus Shaina, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aquila decaduta

Instabile


-Marin POV-

E non posso fare altro che vergognarmi di me stessa.
Non solo mi sono lasciata trasportare dalle emozioni come una ragazzina –comportamento che non si addice ad una sacerdotessa-, ma ho anche permesso a Shaina di vedere le  mie debolezze.

Ho privato della vita un nemico nonostante non fosse indispensabile.
Non sono stata capace di ragionare a mente fredda.

Ed è davvero ridicolo.
Sono riuscita per anni a mantenere un comportamento distaccato, a non farmi coinvolgere dalle cose più del dovuto, a non mostrare nulla all’infuori del volto impassibile.
Ed è bastata una misera illusione, un nonnulla, a far crollare tutto.

Perché il mio spirito non poteva sopportare che il ricordo di Aiolia fosse macchiato.
Perché, sebbene molti cavalieri non capiscano l’importanza delle maschere, lui non ha mai osato cercare di portarmela via con la forza.
Perché lui lo sapeva, che questo volto è di vitale importanza per me.
Perché senza questo pezzo di metallo sarei vulnerabile.

---

“Ma non ti annoia dover portare quella cosa tutto il tempo? Voglio dire, non vorresti lasciare il vento libero di sfiorarti il viso, ogni tanto?”
E sorrido, protetta da quella cosa
, come l’ha definita lui.
Perché è vero, ogni tanto vorrei poterla levare, liberarmene, vorrei poter puntare lo sguardo su qualcuno e lasciare che questi interpreti il mio sguardo.
Però poi ci ripenso sempre.
Perché questa maschera cela la mia femminilità, mi protegge dai pregiudizi.

Perché quando sono arrivata in Grecia  tutti mi hanno guardata  dall’alto in basso.
Perché io sono Giapponese, non merito l’armatura.
Perché io sono una femmina, sono fragile, non sono adatta ad affrontare un combattimento.


“E poi io sono curioso! Davvero non posso vedere la tua faccia?”

E fa di nuovo la sua solita faccia buffa, come un bambino dispettoso che vuole ottenere qualcosa.
E mi ritrovo a ridere, ridere davvero, mentre lo spingo appena con una mano, facendogli quasi perdere l’equilibrio.


“Si, sono sicura, non puoi vedere la mia faccia.”
Perché non voglio vedere anche i tuoi occhi che si oscurano con la diffidenza, che mi guardano con superiorità.
Perché non lo sopporterei.

“Mi dici almeno di che colore sono i tuoi occhi?”

E adesso sorride, con quel suo sorriso caldo.
E mi chiedo come possa un bambino sorride in questo modo, un sorriso che non ha nulla di spensierato, ma che riesce a scaldare l’anima delle persone.
E sono quasi tentata di rispondergli, ma poi riporto lo sguardo all’orizzonte, ed evito la domanda.


“Guarda, sta cominciando!”
Ed anche lui porta via lo sguardo da me, e lo posa sul sole che lentamente sparisce all’orizzonte.
Non saprei neanche dire perché abbiamo cominciato a venire qui, lo facciamo da settimane, ormai, però è divenuto il momento che preferisco della giornata.

E per qualche secondo restiamo in silenzio, concentrati sul paesaggio.
Poi però lui parla di nuovo, e non lo fa con quella sua voce allegra, usa un tono serio che non gli appartiene.
E sembra quasi un adulto, sembra quasi un vero cavaliere.


“Non vuoi farmi vedere il tuo viso per le leggi del santuario? “
E scuoto leggermente la testa, dondolando i piedi.
 
“ Prometti di non ridere, se te lo dico?”
Annuisce, serio, mordendosi appena il labbro inferiore.

“Perché ho paura.”
Non specifico di cosa, perché un lato di me pensa che lui possa capire da solo.
Perché, infondo, questo bambino strano è l’unico che riesce a leggere oltre il mio volto.

---

E mi ritrovo a sorridere debolmente, perché lui ha capito davvero, quella volta.
Perché non me lo ha più chiesto, fino all’inizio della guerra sacra.

E, forse, avrei dovuto permettergli di vedere i miei occhi.
E percepisco lo sguardo di Shaina sulla pelle, e so che sta cercando di studiarmi.
Cerca di capirmi.
E mi ritrovo a tremare impercettibilmente, perché fino ad ora l’unico che si è curato di provare a comprendermi è stato quel bambino strano.

Superata la casa dell’ariete mi affretto, però, a riacquistare il mio temperamento naturale.
Non posso permettere che altri ancora vedano la mia debolezza.

E mi fermo per un secondo, all’entrata della casa del toro.
Ed ignoro l’ofiuco, che  continua a  guardarmi, in attesa.
Non avverto alcun cosmo, all’interno della struttura, segno che i cavalieri sono già andati avanti.
Ed è una cosa davvero positiva.
Perché il primo fuoco della meridiana –che, accidenti, chi ha acceso?- è già spento.
Non possiamo permetterci di perdere tempo.

***

-Hyoga POV-

Il sorriso di uno dei due cavalieri che giacciono all’interno della casa di gemini, è davvero raggelante.
Non perché sia crudele, o triste.

È perché è dannatamente sereno.
Quasi contento.
Come quello del nemico che abbiamo affrontato io e Shiryu.
Ed un uomo che combatte per cause ignobili  non può sorridere in questo modo, di fronte alla morte.

Sembra quasi che sapessero che sarebbe andata così.
E questo implicherebbe che il loro intento non fosse quello di fermarci.
E mi sento stranamente inquietato.
Perché se non volevano ucciderci, qual’era il loro scopo?

Eppure mi ritrovo a dover ignorare l’inquietudine, relegarla all’interno del muro di cristallo che mi sono costruito attorno.
Perché alla fine l’ho imparata, la lezione, maestro.

Anche se nello sguardo del dragone noto la stessa inquietudine, la stessa incertezza.
Però non c’è tempo per fermarsi a riflettere, adesso.
Dobbiamo semplicemente proseguire.
Scopriremo cosa c’è che non va a tempo debito.

E riprendo a camminare, seguito da Shiryu, senza soffermarmi oltre sul volto di quegli uomini.
Perché, infondo, al momento non serve a nulla.
E siamo quasi usciti dalla terza casa, quando percepisco il familiare cosmo delle due sacerdotesse che avevamo lasciato ai piedi della prima.
Sono contento che se la siano cavata.
Non ci mettono molto a raggiungerci, e proseguiamo assieme.

Non faccio domande, però.
Anche se il cosmo dell’aquila è stranamente inquieto, quasi tormentato.

Lo scontro con quella donna l’ha evidentemente turbata.
E posso capirla, perché conosco la sua debolezza.
Perché è anche la mia.

Perché basta poco per rievocare ricordi dolorosi, quando si è appena subita una grave perdita.
Una lieve ferita, una parola, una piccola azione delle volte sono più che sufficienti a distruggere completamente l’animo di una persona.
È per questo che non bisogna cedere ai sentimentalismi.
Non bisogna permettere al nemico di ferirci usando i nostri ricordi più cari.
E Camus questo me l’ha insegnato a caro prezzo.
 
“Trasformala nella tua forza, Marin.”
Ed il mio è un sussurro appena percettibile.
E lei volta appena il viso, osservandomi attraverso quegli occhi inespressivi.
Ed annuisce leggermente, prima di guardare nuovamente davanti a sé.
 

***

-Shun POV-

E sono felice di vedere gli amici che avevamo lasciato indietro raggiungerci, all’ingresso della quinta casa.
Perché mi sento più sicuro, quando siamo tutti assieme.
Perché so che stanno tutti bene.

E sorrido a Seiya, notando la sua aria tesa, cercando di incoraggiarlo.
Perché so che Aiolia era un suo amico, e che entrare nella sua casa privata del suo cosmo può essere dannatamente doloroso.

Ma, ormai, ben due fuochi si sono spenti.
E non possiamo permetterci di perdere tempo.
Perché qualcosa non va.
E so che questa battaglia non è come le altre.
Perché qualcosa dentro di me mi dice che Atena è al sicuro, che non stiamo combattendo per la sua vita, ma che questa lotta è altrettanto importante, per un motivo che non riesco a comprendere.
E dobbiamo sbrigarci a raggiungere Saori, perché vorrei davvero capire cosa stia succedendo.
 

***

-Shaina POV-

“Allora, cavalieri, volete restar qui a prendere un thè o avete deciso che è il caso di entrare?”
E faccio di tutto per usare il mio solito tono tagliente, per impedire alla mia voce di vacillare.
Perché siamo qui da qualche minuto, ormai, e non ha senso continuare ad aspettare.
L’attesa non porta a nulla.

E guardo preoccupata Seiya, perché so che anche lui era molto legato al leone.
Perché non so cosa ci attende, e lui è ancora debole, e vorrei evitare di dover sopportare la sua morte.
E lui scuote la testa, come a riprendersi da chissà quali pensieri, o ricordi, e fa un passo in avanti.

“Hai ragione, Shaina. Atena ci sta aspettando.”
E sono felice di scorgere nel suo tono la sua naturale spavalderia, la sua sicurezza.
Mi sento in un certo senso rincuorata.

E lo seguo, assieme a tutti gli altri, all’interno della quinta casa.
E mi ritrovo spiacevolmente sorpresa, nel notare che vi alberga un cosmo ostile dannatamente potente.
Mi porto al fianco di Seiya con un movimento naturale.
Perché voglio davvero poterlo proteggere, questa volta.

E mi do’ della sciocca cento volte, e cento volte ancora, quando sento l’urlo soffocato alle mie spalle.
Perché, al momento, non è il cavaliere di Pegasus a necessitare di protezione.
È la sua maestra, ad essere instabile.

Ed, infatti, è lei ad essere riversa al suolo, un rivolo di sangue che sgorga al di sotto della maschera.
E sopra di lei, come a prendersi gioco di noi, un cavaliere dall’armatura talmente scura da ricordare una Surplice.
E mi meraviglio,  nel notare che anche il volto di quell'uomo è coporto da una maschera.

Faccio un passo in avanti, decisa ad attaccarlo, ma la voce sicura e forte dell’aquila me lo impedisce.
Ed è con sorpresa, che la guardo rialzarsi lentamente ed asciugarsi il sangue con il dorso della mano.

“Preparati alla difesa, cavaliere!”
E Seiya sembra come essersi appena reso conto dell’accaduto, e nei suoi occhi si legge chiaramente la preoccupazione per la sua adorata maestra.

“Fermati, Seiya.”
E la sua voce è tornata quella di un tempo.
La voce calma e piatta, che riusciva in un certo senso ad infondere coraggio.
E quel cavaliere ride, divertito da non so nemmeno cosa.

“Dovresti ascoltare questa donna, ragazzino. Potresti farti male, a giocare con me.”
E lui freme, visibilmente irritato.
E sta per parlare, per scagliarsi contro di lui, quanto Marin si para davanti a lui, dandogli le spalle.

“Andate avanti.”
E quel cavaliere irritante ride di nuovo.

“Non vorrai affrontarmi da sola, bambolina? Mi è bastato un soffio, per scaraventarti a terra.”

Ed il tentativo di protesta del cavaliere di Pegaso viene bloccato sul nascere, da uno Hyoga decisamente freddo.
Sembra quasi che basti la sua sola voce, a congelare fin dentro le ossa.

“Andiamo, Seiya.”

“Ma-“

“Questa è la sua battaglia.”
E su guardano negli occhi solo per un secondo, prima che anche Seiya si convinca a proseguire.
E mi sembra quasi di sentire l’aquila sorridere.

“Non ti azzardare a farti ammazzare, sacerdotessa.”
E la mia voce è appena un sibilo, una preghiera mascherata da minaccia.
E non mi volto più indietro, quando supero con gli altri cavalieri la quinta casa.
 
 

Salve a tutti!
Ci metto troppe E, nel discorso, e questo non è buono O.o Cercherò di sistemarla xD
Comunque, spero che i personaggi non risultino OC.
E che non vi siate stancati del mio delirio sulla maschera, chè è praticamente un tema ricorrente, ma è più forte di me. Mi piace un sacco pensare al reale significato del volto di metallo.
Cercherò di smettere di metterci sopra deliri in ogni capitolo >__<
A presto!  <3 
 
  
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