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Autore: Mr Tobi    16/02/2013    2 recensioni
Dopo la Crisi dell'Oblivion, un gruppo di soldati in missione segreta si reca nel continente perduto di Akavir, con l'intento di recuperare una preziosa sotanza in grado di fermare la scalata al potere per il trono imperiale, ora vuoto.
Gli agenti e il loro mago dovranno fare i conti con nemici ben più potenti di loro, immischiati in un conflitto che cambierà il destino del mondo
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell'ultimo anno della terza era la popolazione della Città Imperiale fu testimone di un evento magnifico e terribile: Martin Septim, ultimo discendente della casata degli imperatori di Tamriel, si trasformò nell'incarnazione del dio-drago Akatosh; tramite quella forma, sconfisse Menrhues Dagon e le sue armate di daedra.

Pochi anni dopo, il paese fu preda di lotte intestine da parte di varie fazioni, per assicurarsi il diritto di governare l'impero; tutti conoscono la storia ufficiale, ma ben pochi sanno che, durante quel periodo di transizione, uno dei ducati più influenti di Cyrodiil, quello dei Lanos, inviò segretamente un manipolo di soldati per costruire un presidio nelle terre degli Akaviri: lo scopo della missione era ritrovare il sangue di Akatosh, una sostanza in grado di donare poteri equivalenti a quelli di un dio.

Questo è il racconto di ciò che successe in quelle lande maledette...

 

Capitolo 1-La recluta

 

Nel porto di Ury, l'ultimo ad oriente nella terra di Morrowind, fervevano i preparativi per la partenza di una nave: la suddetta imbarcazione, ufficialmente trasportava materiale magico da seppellire al largo della costa, per prevenire danni alle popolazioni di pescatori; questo giustificava la presenza di un mago dell'accademia imperiale a bordo.

Ufficiosamente però, nella nave, la notte prima della partenza, si erano imbarcati dei clandestini, una decina di soldati facenti parte di un distaccamento segreto e speciale delle forze imperiali: erano tutti veterani decorati, salvò il soldato più giovane, appena uscito dall'addestramento ed assegnato al manipolo di uomini all'ultimo secondo.

<> aveva ribattuto il capitano ai suoi sottoposti, tutt'altro che allegri al pensiero di far da balia ad un ragazzino durante quella pericolosissima missione. Ma bisognava fare buon viso...

 

-Avete finito?- chiese il mago al comandante della nave, la voce quasi sommersa dal fragore delle onde.

-Ci manca poco. Dobbiamo solo caricare le ultime provviste per il viaggio e poi potremo partire. A proposito-gli disse avvicinandosi-spero che mi darete un piccolo extra per questo trasporto: la destinazione non è proprio delle più felici, non so se mi spiego.

-Non ti preoccupare, sarai ben ricompensato, sopratutto se non fai domande.

Il comandante tacque, le sue ansie distese dalla promessa del mago.

Varel Garo, giovane mago elfico appena uscito dall'accademia, diede un ultimo sguardo al porto. Solo 16 anni prima era uno studente che iniziava ad imparare i rudimenti del sapere magico, ed ora...

Com'è volubile il fato -si ritrovò a pensare.

Infine, qualche ora più tardi, la nave lasciò il porto di Ury, per dirigersi verso lo sconosciuto continente di Akavir.

 

Prima di coricarsi, Varel decise di scendere sottocoperta per dare un saluto ai suoi compagni di missione: non che avesse voglia di mischiarsi a gentaglia come quella, solo voleva essere sicuro delle loro intenzioni.

Il capitano e i soldati lo aspettavano: indossavano delle corazze leggere, e ben diverse nella forma da quelle dei comuni soldati imperiali; queste erano molto simili a quelle elfiche, tranne per l'elmo, dotato di un piccolo lupo, che dalla sua sommità teneva la bocca spalancata.

-Attenti!-gridò il capitano alla vista del mago. Tutti i soldati si destarono in piedi, tranne uno che ci mise qualche secondo in più.

-Riposo, riposo-disse Varel, pur notando che i soldati restavano fissi come statue.-Ora-riprese il mago -scandaglierò la vostra mente alla ricerca di eventuali cedimenti. Tu-disse indicando il più giovane -vieni qui, di fronte a me.

Il giovanotto corse da lui, quasi inciampando, e suscitando le risatine dei suoi commilitoni.

Ora che poteva osservarlo da vicino, Varel notava che avevano più o meno la stessa età, per quanto non potevano essere più diversi: il mago era biondo, con lunghi capelli lisci ed una faccia quasi femminea, mentre la recluta era un umano, bruno e riccioluto. Anche l'altezza era pressoché la stessa.

-Come ti chiami?-gli chiese Varel.

-Il mio nome è Oron Talash, cadetto dell'impero, signore.

-Bene. Ora ti sonderò la mente: sii più rilassato che puoi, altrimenti le tue onde cerebrali intaccheranno la mia analisi.

-V-va bene.-disse Oron, piuttosto intimidito.

L'esame durò qualche minuto, con esito positivo: non vi erano traccie di azioni sospette da parte del ragazzo; poi il mago passò in rassegna gli altri soldati, meno il capitano, terminando l'ispezione in poco meno di un'ora.

Stava per andarsene, quando il capitano lo chiamò e gli disse di volergli parlare: pur essendo stanco per l'enorme sforzo di poc'anzi, Varel acconsentì.

Si incontrarono poco dopo sul ponte della nave, in un angolo al riparo da orecchie indiscrete.

-Capitano Farel, di cosa volevate parlarmi?

Sarò franco con voi, Garo. La missione non nasce sotto i migliori auspici.

-Per quale motivo?-chiese il mago.

-Principalmente perché Akavir è una terre inesplorata e “maledetta”, poi per la fretta con la quale siamo stati convocati dai reggenti dell'impero; tutto questo mi inquieta e certo non aiuta a distendere gli animi dei miei compagni.-spiegò Falen.

-Comprendo i vostri timori, ma alla fin fine siete il miglior reparto di soldati in tutta Tamriel e, soprattutto, il consiglio è sicuro della scomparsa di elementi ostili dal continente.

-Ah si? E come avete fatto, se posso chiedervelo?-chiese Falen, inarcando un sopracciglio per lo scetticismo.

-Beh, è complicato da spiegare, ma ve lo semplificherò: ogni essere vivente dentro di sé ha una certa quantità di magicka, e quindi tramite tecniche di divinazione un mago esperto può capire se in una terra esistano esseri viventi, specialmente senzienti; prima dell'attuazione della missione, il consiglio ha scandagliato in lungo e largo le terre di Akavir, senza scovare indigeni in grado di ostacolarci.

-Così mi sento più sicuro. Vi auguro una buonanotte, Garo.

-Altrettanto a voi, capitano-rispose formalmente il mago.

Varel non andò però a coricarsi: preferiva rimanere a guardare la notte senza stelle che si fondeva, all'orizzonte, col mare scuro come pece.

Qualche minuto dopo, la sua contemplazione venne disturbata dalla comparsa di un nuovo nottambulo: era la recluta di poco prima.

Per un po' tutti e due stettero in silenzio, il solo rumore udibile quello della barca che rompeva le onde; poi il mago chiese-Hai bisogno di qualcosa?

Oron scuoté la testa, in segno di diniego, poi disse- Non, in verità volevo solo starmene per conto mio, lontano dai miei compagni.

-Come mai?-Beh, dato che sono il pivello della squadra-spiegò Oron- stanno sempre a sfottermi, a gridarmi “Torna a casa dalla mamma a succhiare il latte.” Cose così, insomma.

Il mago non rispose, pensando però a quanto fosse stato duro il suo addestramento per diventare membro dell'accademia imperiale, sopratutto essendo tanto giovane: all'epoca aveva 20 anni circa, e stranamente si sentì simile al ragazzo che gli stava a fianco.

Dopo alcuni minuti, sentì Oron borbottare qualcosa sommessamente, suscitando la vacua curiosità del mago: notando il suo interessamento, il soldato spiegò che si trattava di una preghiera rivolta ad Akatosh, perché lo proteggesse durante la missione; al che Varel sbuffò, scettico sul potere effettivo della divinità o delle litanie che ne derivavano per adorarlo.

Dopodiché i due si separarono, coricandosi in vista dello sbarco.

 

 

 

 

  
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