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Autore: _Kiiko Kyah    16/02/2013    5 recensioni
Lei non è assolutamente te.
Non è te quando sorride,
Non è te quando si sveglia,
Non è te quando scoppia in lacrime,
Non è te quando la sua tranquillità di spezza.
No, non è te, e temo proprio che non lo sarà mai.
Anche il mio stomaco è d’accordo con me: non è te nemmeno quando cucina.
~
L'avvertimento OOC l'ho messo per sicurezza, non sono sicura, ma poi boh.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Kya_
Titolo: She’s Not You
Rating: Verde
Pairing: EnKaze ♥-ieri era di nuovo la loro giornata (15/02), uffi.
Genere: Malinconico, Sentimentale.
Avvertimenti: Probabile OOC.
Note: La conoscete la canzone “She’s Not You” di David Archuleta? Beh, vi consiglio di ascoltarla perché è bellissima e... cielo se è perfetta per questa coppia. Un’ottima musa ispiratrice ♥
Okay, l’ambientazione è in Inazuma Eleven Go.
Vi lascio indovinare chi è la piattola che il nostro Endou sta rimpiangendo di aver scelto... ~ -perché la EnNatsu può anche andare a farsi fott—benedire ♥


She’s Not You.

Guardo le iridi rossastre di mia moglie prima che le sue palpebre si serrino. Si stacca debolmente da me e poggia la testa sul cuscino, visibilmente esausta. Chissà perché poi, sta sempre in casa a fare servizi domestici che non è in grado di fare...
Mi volto dall’altra parte e mi rilasso anch’io, deciso ad addormentarmi; eppure, appena il mondo scompare dalla mia vista, nella mia mente si materializza l’immagine delle fotografie che tuttora penso di aver perso da tempo. Però sono lì, nitide, nei miei pensieri, e non voglio andarsene.
Dischiudo fulmineamente gli occhi, sgranando le iridi castane che vedo riflesse nel vetro della sveglia sul comodino.
Stringo la coperta con la mano. Ancora? Sarà la centesima volta che non riesco a dormire perché i miei pensieri vanno a focalizzarsi su quelle immagini.
Mi chiedo perché sta capitando proprio a me.
Sono sposato con una delle donne più belle che io abbia mai visto, ci sono persone che darebbero qualsiasi cosa pur di essere al mio posto, ciò nonostante, quando tocca andare a dormire e quella bellezza si assopisce, io sento che manca qualcosa.
Anche i miei amici mi hanno spesso detto che sono fortunato. E allora perché avverto questa strana sensazione?

Non dico di non amare Natsumi.
È una bella persona e le voglio bene, farei di tutto per non ferirla, perché vederla triste mi dispiacerebbe. Però...
Non riesco quasi più a credere in quello che ho fatto finora.
Non riesco davvero a vedere il giusto nella scelta che ho fatto.

Gli squilli del tuo telefono dall’altra parte.
– Pronto?
– Ehi.
– Ciao Endou, che succede?
– ...sto per sposare Natsumi.


Ricordo di averlo detto.
E ricordo che ho faticato per farlo.
Perché il nome che ho pronunciato non era il tuo.

Non so come mi addormento, lasciandomi cullare fra le braccia di Morfeo, anche se nei miei sogni continuo a vedere quelle fotografie.
E, anche se vorrei esserlo, non mi sento arrabbiato con il mio subconscio per avermele fatte vedere per l’ennesima volta.

Mi sveglio di botto nel cuore della notte, lancio un’occhiata esausta alla sveglia, che segna l’una e venti di mattina. Un classico.
Mi alzo in piedi per andare a bere un bicchiere d’acqua, dubito che riuscirò ad assopirmi di nuovo, quindi tanto vale non avere fretta di tornare fra quelle coperte, che fra l’altro mi trasmettono un caldo eccessivo.
Sulla strada per la cucina trovo il mio telefono. Istintivamente lo afferro, e noto che la schermata è ancora accesa sul messaggio che ho ricevuto ieri. È tuo.
Fudou ha trovato qualcosa riguardo a God Eden, chiamami quando puoi.
Stringo il telefono, indeciso se fissarlo in cagnesco oppure sospirare.
Sollevo i miei occhi mori sulla porta della camera da letto.
Ho già detto che ferire Natsumi è l’ultimo dei miei desideri, però...

No.
Devo cercare di stare calmo.
Dopotutto, me lo ricordo perfettamente che sei stato tu, a lasciarmi. Avevi bisogno di un po’ di tempo in solitudine, hai detto. Come avrei mai potuto dimenticarmelo?
...
Chi voglio prendere in giro?
Se mi hai lasciato è stata solo colpa mia, quindi alla fine il punto resta quello.
Non posso credere a quello che ho detto, ho fatto, ho vissuto.
Né tantomeno posso davvero rivedere il tuo viso serio mi parlavi in quel modo.
Non lo vedo dentro la mia mente. Vedo solo il tuo sorriso.

In ogni caso, resta il fatto che Natsumi non è te.
Lei non è assolutamente te.
Non è te quando sorride,
Non è te quando si sveglia,
Non è te quando scoppia in lacrime,
Non è te quando la sua tranquillità di spezza.
No, non è te, e temo proprio che non lo sarà mai.
Anche il mio stomaco è d’accordo con me: non è te nemmeno quando cucina.

Non so cosa pensare, eppure sto pensando lo stesso.
E, tu guarda, senza il minimo stupore, penso a te.

– Mamoru? – mi volto e vedo la chioma rossa della donna che porta il mio cognome. Si sta stropicciando un occhio con la mano, palesemente assonnata. Deve essersi accorta che mi sono alzato e deve essersi preoccupata. Non mi stupisco, non è la prima volta che succede.
Con te non sarebbe successo, semplicemente perché sarei rimasto a letto.
Insomma Endou, smettila.

– Mamoru, come mai sei in piedi? Sono appena le due.
– Avevo sete. – replico pronto. – Torna a dormire, vengo subito. – lei annuisce poco convinta ed esegue ciò che ho detto.
Non so se ho voglia di eseguirlo io.

Se fosse stata te, sarebbe rimasta.
Avrebbe capito che qualcosa non va, anche al buio.
Si sarebbe ricordata che io detesto svegliarmi, in special modo di notte, anche se avessi la sete più micidiale della Terra.
Però non posso illudermi. D’altra parte, lei non è te.

Riporto il viso verso lo schermo del cellulare.
“Chiamami quando puoi”, nh?

Sento gli squilli del tuo telefono, mentre mi preparo ad essere maledetto dalla tua voce impastata dal sonno per averti svegliato nel cuore della notte.
– Pronto. – altro che impastata. Il tuo tono è glacialmente calmo e roco, si sente che sei spossato.
– Ehi. – mormoro sorridendo involontariamente. Neanche tu stai dormendo?
– Endou...?
– Già. – mi abbandono sul divano. No, non penso che tornerò a dormire accanto a mia moglie. Non adesso, quantomeno.
– Sei sveglio a quest’ora? – temo di sapere cosa stai pensando. No, stai tranquillo, non è Natsumi a tenermi sveglio per tutta la notte. Anzi, sono al telefono con il responsabile.
– Avevo sete e mi sono alzato, poi ho visto il tuo messaggio e—
– Bugiardo. – sibili dall’altra parte, ma ti sento ridacchiare – Tu non ti alzi mai dal tuo letto a meno che qualcuno non ti butti giù a calci. Che succede?
Dischiudo le labbra dalla sorpresa, poi le serro e le sollevo in un sorriso, quasi sollevato.
Non ho bisogno di stupirmi, sapevo che tu avresti capito che qualcosa non andava. Mi mordo il labbro inferiore. Ma sì, tanto mentire con te è una battaglia persa.
– Mi è venuta voglia di sentirti. – confesso con il mio tipico tono allegro, anche se sono tutto fuorché contento, in questo momento. Segue un attimo di silenzio, poi ridi di nuovo, questa volta meno sommessamente. Beato te che vivi da solo e che puoi mettertelo, alle due di mattina.
– Che stupido. – ti sento dire fra una risalta e l’altra.
– Chi sarebbe lo stupido!? – ribatto fingendomi offeso. Beh, dieci anni fa lo sarei stato sul serio, ma ormai sono cresciuto, almeno credo...
– Dai, sto scherzando. – stringo le labbra.
Natsumi si sarebbe girata male e mi avrebbe rimproverato per l’infantilità, perché non avrebbe capito che era falsa. Lei non lo capisce mai.
Tu, invece, veri o non veri, cercavi e cerchi sempre di assecondare i miei piccoli sfoghi immaturi.
– Cosa ha scoperto Fudou? – chiedo a bruciapelo, non posso sprecare tutta la notte, se no poi chi la sente la rossa che dorme nel mio letto?
– Niente di particolare.
– E perché mi hai mandato quel messaggio? – incalzo stupito. Tu esiti, e ti sento prendere un profondo respiro.
– Mi è venuta voglia di sentirti. – imiti la mia voce, e anche male, come sempre. Sgrano gli occhi.
– Perché? – non riesco a trattenermi dal chiedere. E tu mi fai ancora attendere la risposta. Il che non mi fa un buon effetto.
...
Sarebbe buono se non fossi sposato.
– Cosa c’è, non posso desiderare di sentire il mio migliore amico? – balle.
Smettila di ostinarti a chiamarmi migliore amico. Perché so che ce l’hai con me. Ce l’hai con me perché ho sposato Natsumi? È stata quella scelta a farti arrabbiare? No, affatto.
Il problema è che io ho nascosto alla ex signorina Raimon come lei fosse la seconda scelta. Perché non volevo ferirla.
– Devo andare. – mormori, la voce incrinata, e so che stai per attaccare. Ho il terribile presentimento che i nostri pensieri siano assurdamente complementari.
– Aspetta. – mi sporgo in avanti sul divano, anche se non per essere pronto a scattare in piedi per tornare da mia moglie.
– Non dovresti andare da Natsumi? – tenti inutilmente di ostentare tranquillità. Nella mia mente si forma il probabile aspetto che hai in questo momento. In pigiama forse, le ciocche turchesi, delle quali non potrò mai dimenticare la morbidezza incredibile, sparse sulle spalle e sul viso, gli occhi del colore del thè socchiusi e stanchi. Magari stai cascando dal sonno, oppure come me sei totalmente insonne.
L’ultima volta che ti ho visto insonne è stata la notte del nostro ultimo litigio.
– Lo farei volentieri. – ti informo, ti sento soffiare – Se non fosse per un piccolo dettaglio. – mi affretto ad aggiungere prima che tu mi sbatta il telefono in faccia.
– ...cosa? – esali con un fil di voce.
Lei non è, non è mai stata e mai sarà, Kazemaru Ichirouta.

Chiudo le palpebre, appoggiandomi di nuovo allo schienale del divano. Sono perfettamente consapevole di averti fatto pesantemente arrossire fino alla punta dei tuoi capelli, e mi godo questo pensiero.
Io non vorrei ferire nessuno, ma cosa posso farci...
se Natsumi non è te, Ichi-kun?
  
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