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Autore: alex96ander    16/02/2013    3 recensioni
Questo è un mondo parallelo a PKNA e Pk2.
Un mondo in cui Paperino non è mai diventato Paperinik.
Un mondo sporco, corrotto e buio. Non vi basta?
Un mondo conquistato dagli Evroniani.
Una Paperopoli invasa dal terrore e con un esercito di evronz guidati nientemeno che da... Everett Ducklair!?
Come si è arrivati a tutto questo? Lo scoprirete seguendo le avventure di un piccolo, povero papero che lotta per la sopravvivenza!
Sempre qui, su 00Channel!
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CLANK!


Un rumore metallico udibile a gran distanza segnalò l'apertura del portellone. Ne entrò del fumo azzurro, da cui sbucarono quattro soldati evroniani potenziati.

Essi si disposero ai lati della porta, osservati dagli altri loro simili disposti a semicerchio.


-Potere e Potenza!- esclamò una voce cavernosa ma al contempo fredda, proveniente da un'ombra nel fumo.


-Potere e Potenza, generale Zondag!- risposero gli altri a comando.


La figura del nero generale si manifestò allora sotto un raggio di luce celeste, che lo seguiva nel suo cammino verso Agron.


-Gloria a voi, signore. Attendevamo con trepidazione il vostro arrivo, o Sublime. La luce risplende su di voi...-


-Non provare a guadagnarti la mia benevolenza a parole, ombra di una spora! Vi avevo chiesto di sedare immediatamente la rivolta, prima del mio arrivo. Sapete cosa spetta a chi non esegue gli ordini!-


-Stiamo facendo il possibile, generale! Purtroppo questi pezzi di yiostly non demordono! Nulla li terrorizza, ormai!-


-Puah! Mi fai schifo, Agron! Servono più fatti e meno parole!

Ma dimmi... non riesco a vedere Everett Ducklair...-


-I disordini nel centro-colonia non gli hanno permesso di raggiungerci. Si scusa per questa sua assenza, aggiungendo che si terrà aggiornato in olo-conferenza.-


-Questa colonia è un disastro. Se non servisse a fornire alla mia nave preziosa energia, l'avrei già rasa al suolo.-


Energia. Non solo quella fornita dai coolflames. Laggiù ve n'erano altre forme, oltre a quella mentale.

E la cupola serviva proprio a quello, a racchiudere tutte quelle forme di energia, energia attirata nel luogo dal grande edificio centrale denominato Ducklair Tower.

Un complesso sistema di circuiti, condotti e strambe apparecchiature permetteva di sfruttare quelle fonti, immagazzinando poi l'energia depurata in speciali cisterne.

La reazione produceva, come scarto, un'immane quantità d'acqua, scaricata periodicamente nei canali fognari.


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Poco distante dalla zona, il Razziatore fissava il complesso edificio evroniano, riflettendo sulla prossima mossa da fare. D'altronde, aveva tutto il tempo del mondo.

I suoi pensieri andavano a Pk, al momento in cui era intervenuto nello scontro tra lui e Agron.

Cosa l'aveva spinto a farlo, a salvare Paperinik? Davvero l'aveva fatto per compassione? O forse voleva così cambiare il suo deprimente futuro? O era semplicemente tutto già scritto?

Non lo sapeva con certezza, se non altro però quel papero gli stava simpatico. Avrebbe potuto dargli una mano a compiere la sua missione...


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Mentre il trambusto sconvolgeva tutta la città, un uomo se ne stava appartato, all'ombra.

Un altro gli comparve di fronte, quasi dal nulla.


-Tyrrel, finalmente! Ne hai impiegato di tempo...-

-L'ho individuato, signore.

Non è stato difficile, tramite i rilevatori di scie tachioniche. Ho localizzato quella corrispondente a Lyla...-

-E dove sta lei c'è anche Uno! Ottimo!-


Due rimirò la sciabola che sostituiva il suo avambraccio destro. Al momento opportuno l'avrebbe nuovamente adoperata.


Al contempo lo stesso Due, nella Ducklair Tower, cercava di interfacciarsi con gli elaboratori dell'incrociatore Kug-Y.

Da qui non solo avrebbe avuto il controllo pieno della nave, ma avrebbe potuto aggirare il blocco informatico che riguardava i confini dell'ex Calisota, e che all'inizio aveva frenato i suoi propositi di conquista.

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-Accesso negato. Nè padron Ducklair né il comandante Agron hanno ordinato carichi di scorte. Allontanatevi o saremo costretti ad aprire il fuoco.-


Queste le parole della guardia evroniana al capofila di un convoglio di grossi automezzi presso la porta ovest.


-Ripeto. Allontanatevi o saremo costretti ad apri--


Ma il fuoco giunse dal convoglio, abbattendo sul colpo la guardia. Decine di soldati erano scesi dai rimorchi dei camion, sparando su ogni figura aliena.

-Scatenate l'inferno! Kill evr' all!-

Con un colpo di Extransformer Pk disintegrò la porta e si gettò contro gli evroniani sul lato interno, stendendoli tutti in poco tempo.

I militari penetravano nella breccia, in un'azione lampo, e così sarebbe accaduto anche con le altre porte, approfittando dello scarso numero di soldati sul fronte a seguito della rivolta nel centro.

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-Gloria a te, Gorthan!-


Zoster era sceso alla prigione per dialogare col ribelle.


-Oh, povero piccolo! Perché non parli? Lo zio cattivo ti fa paura?-


-Vedo che invece certi ratti non riescono proprio a tacere.-


-E' proprio un grande insulto, detto da te, Gorthan... traditore dell'Impero! Loro ti hanno cresciuto amorevolmente, ti hanno dato il potere, ti hanno dato tutto... e li tratti in questo modo. Tradisci il tuo popolo per... una donna non evroniana! Non sei degno di Evron.-


Gorthan si mise a ridere irosamente.


-Io?! Io! E tu allora, sei degno? Tu che, nell'oscurità del tuo laboratorio, elabori piani per assoggettare Evron stesso, Tu saresti degno! Tu vuoi Potere e Potenza, ma per te stesso!-


-Non puoi capire, Gorthan. Ci sono in gioco forze molto più grandi della semplice ambizione personale, e ti assicuro che tutto segue una precisa logica.-


Quando Zoster, dopo aver infierito, si dimostrava un calcolatore super partes, era veramente insopportabile. Gorthan avrebbe voluto, in quel momento, poter uscire dalla cella e strangolarlo con le sue stesse mani.


-L'Impero si va sfaldando, Gorthan. Orde di ribelli attaccano le nostre colonie, e i Consiglieri cominciano a perdere fiducia nell'Imperatore. Alcuni generali stanno assumendo un superiore controllo della propria autonomia decisionale, e tu stesso sei un esempio del cambiamento in atto.

Mai come ora serve la figura di un capo che possa guadagnarsi la fedeltà di tutti...-


-Guadagnarti la fiducia! Tu vuoi imporre il tuo dominio, sostituendoti all'autorità!

Questo è tradimento!-


-Aah, sei irrecuperabile, Gorthan! Non vale la pena di discutere con te, a un passo dalla Rivelazione!-


-Bravo, lasciami in pace, vai a fare le tue porcate!

Ma ti dico un cosa, Zoster...

a volare troppo vicino alla luce potresti bruciarti le ali.-


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Un altro posto. Un altro momento. Un altro tempo.

Era molto buia quella notte. Buia e fredda.

Forse aveva nevicato, forse nevicava ancora, ma ciò aveva poca importanza.

Si trovava in macchina, lui, e stava rincasando. Era stata una serata molto deprimente, come quelle precedenti.

Ogni giorno una parte di sé se ne andava, lontana, irrecuperabile, era ormai solo questione di tempo perché tutto si volatilizzasse come polvere al vento.

Quella notte fu il colpo definitivo. Un lampo blu, la portiera che veniva aperta... e correre, correre, correre senza potersi fermare, senza voltarsi per paura di incrociare lo sguardo di quell'abiminevole bestia che lo aveva attaccato.

E poi freddo, buio, il cielo illuminato di lampi blu e le stelle oscurate da una nera sagoma, immensa, circolare.

A volte, la vita è una notte fredda e buia.

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DRRRREEEENG!!!


Era l'allarme centrale dell'edificio.


-E adesso cosa succede?!-


-Militari terrestri, signore! Sono riusciti a infiltrarsi nella colonia!-


-Incompetenti! Questo è un affronto alla potenza di Evron!!-


Con fare risoluto il generale Zondag prese l'olocomunicatore da sotto il mantello, trasmettendo la sua immagine sull'incrociatore.


-A tutti i guerrieri, questa non è un'esercitazione! Scendete su Paperopoli armati e annientate ogni forma di vita autoctona! Gloria a Evron!-


Si voltò quindi verso gli altri suoi simili, primo fra tutti Agron, che lo stavano guardando.


-Forse non sono stato chiaro... ho detto tutti i guerrieri!-


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La sua città. Un inferno.

Ondate di gente che metteva in gioco la propria vita, militari che avanzavano sparando e alieni che piovevano da ogni dove, rapidi e silenziosi.


E lui doveva proteggerli tutti. Ma non poteva.

Lui non era un santo nè tantomeno una divinità, era solo un papero con un'arma e un mantello. E aveva paura, in fondo al cuore.

Per ogni evroniano che annientava col mirabolante Extransformer ne sbucavano altri due già pronti ad ammazzarlo.

Alla fine si salvava sempre, ma a fatica: quelli infatti non erano solo Agenti dell'Ordine, ma oltre ad essi erano giunti dei guerrieri molto meglio armati, e più robusti. Il più piccolo e debole era alto due metri e impugnava una evrongun a quattro raggi.

Proprio quando era riuscito a disarmarlo, venne raggiunto da un getto di sangue e, poco dopo, dal corpo privo di testa di un militare.

E non passò molto che altri due fecero tale fine, massacrati dagli Evroniani e calpestati dalla folla.


Ogni volta che ne vedeva cadere uno, un brivido gli percorreva tutto il corpo. Era come se morisse una parte di sé.

Perché lui si era proclamato liberatore di Paperopoli, lui doveva proteggerli!


In uno scatto d'ira disintegrò i due evroniani che gli stavano davanti e, trasformato rapidamente lo scudo in una spada, tranciò il cranio del terzo.


Ma forse non era degno del ruolo di difensore.

Gli Evroniani gli avevano tolto tutto: una famiglia, una vita serena, un ideale in cui credere.

E allora agiva per vendetta, perché gli Evroniani avevano un grosso debito con lui.



Stava per far fuoco sull'ennesimo nemico, quando qualcosa di massiccio lo colpì alla testa, e poi divenne tutto nero, buio.

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-E così si spense, infine.-


Agron, ritto in piedi, osservava il corpo inanimato dell'avversario.

Accennò un sorriso, mentre sguainava una enorme scimitarra dorata dallo splendore ineguagliabile, tutta decorata con gemme preziose.

Fece un passo avanti verso la sua vittima sacrificale, recitando parole degli antichi testi.


-Con questa vittima, o grande Evron, io invoco la tua benevolenza e mi libero dai miei peccaAAAAH!-


Una lancia gli aveva trafitto il ventre. Preso dall'improvviso dolore, cadde prono sulla sua stessa spada.


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-AAAAH!-


Pk si svegliò così, di soprassalto, in un cunicolo buio, qualche metro sotto terra.


-Oddio... dove mi trovo? Chi...-


Per risposta si accese la luce di una candela, rivelando la presenza di una figura femminile. Era la ragazza che Pk aveva salvato dalle grinfie dell'ufficiale evroniano.


-Juniper Ducklair, questo è il mio nome.

Avevo un debito con te, Paperinik. Non potevo lasciarti solo e incosciente alla mercé degli Evroniani.-


-Che...? Tu...-

Pk, ancora stordito, non riusciva ad articolare il discorso.

Tuttavia, la ragazza rispose comunque alla domanda che era venuta in mente al papero.


-Non bisogna fermarsi alle apparenze. A volte le cose sono molto diverse da come sembrano. Vedi, la rivolta è opera mia. Il mio potere mi consente di farlo... posso sottomettere tutti i terrestri alla mia volontà.-


-No. No!-


-E' l'unico modo per liberarci di quei maledetti evroniani.-


-Ma così condanni degli innocenti!-


Era una reazione imprevista. Pensava che il papero non fosse molto diverso da lei.

Non valeva per lui dunque la massima "il fine giustifica i mezzi"?


-Pensaci, Pk, noi due vogliamo la stessa cosa...- riprese con voce suadente.


Pk non riusciva più a distogliere lo sguardo dai suoi bellissimi, enormi occhi azzurri.


-Unisciti a me...-




-NO!-

Con uno sforzo sovraumano riuscì a rivolgere altrove lo sguardo.

-Mi dispiace... ma non ti permetterò di mettere a punto il tuo piano!-


Le puntò contro l'Extransformer per paralizzarla.


-Ah ah ah! Tu vorresti fermarmi?! Illuso!-


I suoi occhi divennero luminosi.


-Addio, Pk! E cerca di non farti catturare!-


In un lampo di luce, scomparve.





Se n'era andata, svanita. Pk ancora non riusciva a capacitarsi di quanto avvenuto.

Aveva più di una ragione per sentirsi inquieto.


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Incrociatore Kug-Y.

Nella sua cella, Gorthan rifletteva sul suo futuro.

Cosa gli sarebbe successo, cosa avrebbe deciso per lui il Consiglio?

Era considerato un traditore, in teoria sarebbe stato giustiziato.

Però era anche il migliore capo-branca... davvero erano disposti a eliminarlo?


In ogni caso la situazione era insopportabile. Doveva fuggire, in qualche modo.

Già, ma come? Nonostante la sua forza, non sarebbe riuscito a piegare le sbarre.

E poi non aveva strumenti con sé, e le guardie erano droni, non ingannabili né corruttibili.


La sorte decise per lui: d'un tratto, la porta della cella si aprì automaticamente, come se qualcuno gliel'avesse comandato a distanza.

Era l'occasione che Gorthan attendeva, e non se la lasciò sfuggire.


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"Come avrà fatto?" si chiedeva ancora Pk, mentre risaliva lungo la rete fognaria, nell'odore acre dei liquami.

Era ancora sconvolto dall'incontro con la ragazza, quando d'un tratto qualcosa attirò la sua attenzione. Un sibilo nel buio, seguito dal rumore di qualcosa che si muoveva su terreno umido.


-Evroniani!-


Ne intuiva la presenza, anche se non riusciva a vederli. E, quando li vedeva, spesso era solo suggestione.


-Avanti, fatevi sotto!-


Niente.


Sull'Extransformer lampeggiava una spia rossa, segno che non erano lontani.


Il primo giunse alle sue spalle, sbucando dall'acqua come un coccodrillo.

Era diverso dai normali guerrieri: più alto, grigio, con gli occhi neri e mani palmate, e una lunga coda.


-KRYYYYY!!-


-Piacere! Io invece sono Paperinik... e questo è un paralizzatore bradionico!-


ZZZZZAP


Subito ne apparve un'altro, più grosso, e gli si gettò contro con estremo ardore.

Per questo bastò un forte colpo in testa.


Allora ne sbucarono due, tre, sempre più feroci; e in breve tempo era quasi impossibile stabilirne il numero. Sembrava che ce ne fossero dappertutto: le pareti stesse pareva avessero innumerevoli braccia e gambe.


Uno di questi mutanti, dotato di quattro braccia, impartiva ordini col semplice movimento delle mani, senza aprir becco.

Era quello l'obiettivo da colpire.


-Ehi, tu... che ne diresti di una bella chiacchierata fra nemici? Mi piacerebbe tanto presentarti il mio pugno!-


Così dicendo fece scattare il crasher dritto contro il suo becco, ma, prima che il colpo potesse andare a segno, l'avversario afferrò il pugno con una mano, in una presa potentissima, continuando a muovere le altre tre.

Con uno strattone, aiutato dalla sua squadra, si impossessò dell'arma del papero e la scagliò a terra, producendo un sonoro tonfo metallico.


-KRYYYYY! KRYYYYYYYYYYYAAAAA!!!-

Erano le grida di vittoria di quei mutanti bellicosi, i quali come un unico manto di tenebra si gettavano sul corpo del papero disarmato, pronti a farne strazio.


Paperinik, il Diabolico Vendicatore. Nato nell'ombra e morto nell'ombra. Così doveva essere.


Sarebbe scomparso, così, nel nulla, da un giorno all'altro. Nessuno avrebbe avuto più notizia di lui, e sarebbe stato ben presto dimenticato, cancellato dalla storia di Evron.

Non un ricordo. Non una parola. Tutto cancellato, rimosso.


Per sempre.






BANG



Il liquido caldo che sgorga da ogni parte, odore di metallo, plastica fusa e letame, questo si sentiva ovunque nel condotto, e si sentivano le alte grida dei guerrieri che si dimenavano, alla vista del corpo straziato che si accasciava a terra.


Era caduto di peso, con un proiettile nel cervello, il loro grande comandante.


Pk se lo ritrovò proprio di fronte, stecchito sul colpo, una maschera di liquido giallo-aranciato con un foro nel cranio e i bulbi oculari tristemente pendenti fuori dalle orbite.

I guerrieri erano disorientati, si ferivano e calpestavano tra di loro e, nel contempo, urlavano morte ai terrestri.


Il disordine diede a Pk il tempo di riarmarsi, mentre altri spari raggiungevano il campo di battaglia, mietendo vittime.


Un'ombra apparve allora da un cunicolo secondario, rivelando la sagoma di un vecchio papero con un fucile in mano.


-Dovrete passare sul mio cadavere prima di uccidere mio nipote, bastardi! Morte a Evron!!-


-Zio?!-


Altri evroniani persero la vita sotto i colpi dei due paperi.


Un vecchio zio avaro e un supereroe che si erano schierati dalla stessa parte contro il male.

Una forza superiore si era sprigionata, e nessuno avrebbe potuto opporvisi.


Quella notte fu il preludio alla disfatta delle truppe evroniane.

Quella notte i mutanti anfibi furono decimati fino all'estinzione della squadra.

Furono lunghi e intensi attimi, prima della fine. Risplendevano nella tenebra le fiamme della distruzione.


-Zio! Ma come hai fatto a trovarmi?-


Il vecchio papero, prima di rispondere, si era seduto a terra, stremato.


-Me l'ha detto una voce... dal buio...-


Già, ultimamente a sentire le voci c'era avvezzo...


-Beh... comunque, grazie. Se non fosse stato per te a quest'ora non ci sarei...-


-Oh, non è costume dei De' Paperoni lasciare il proprio erede nei guai!-



Proprio in quell'istante un evroniano si alzò in piedi, alle spalle di Pk, con una lunga sciabola in mano.


-Attento! NOOOOO!-


La lama attraversò il corpo del vecchio papero come se fosse burro. Paperinik fece appena in tempo a voltarsi per accorgersi dell'accaduto e, preso dall'ira, scaricò tutta la potenza dei suoi laser contro l'alieno, di cui rimasero solo gli arti.


Paperone giaceva a terra, moribondo, con uno squarcio nel ventre da cui sgorgava copiosamente sangue.


-Zio!! NOOOOOO!!-


-Paperino... vieni qua... nipote...-


Il suo sguardo era già fisso verso il cielo.


-Io... ho vissuto un'intera... vita nella miseria... prima, credendomi ricco... e poi, dopo l'invasione... la perdita del mio denaro... mi aveva portato... COFF!... alla pazzia...-


-Zio, ti prego!-


-COFF! ... ero uno stolto. Lo sono stato... per... ARGH!... molti anni... senza accorgermi... AH!... che... non era il freddo, perfido oro... a rendermi l'uomo più ricco... del mondo.

Ed è ssolo... graAHzie a te... che l'ho capito.-


Si sentiva libero, nella sofferenza, anzi, addirittura accennava un sorriso di gioia.


-Adessso... devo... andarmene...-


-No! Non puoi farmi questo! Non...-


-... vado... a trovare Doretta.-


Questo disse, e così se ne andò, sereno.


In uno sperduto angolo della Paperopoli sotterranea, un piccolo papero piangeva la morte del suo parente, mentre una nuova stella mostrava la sua luce nel cielo.






Così si conclude il nono capitolo.

Ne resta ora uno, piuttosto lungo rispetto ai canoni, che chiuderà tutte (o forse no?) le sottotrame lasciate in sospeso.

Ci rivediamo sull'incrociatore Kug-Y.

Potere e Potenza!



  
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