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Autore: _World_    16/02/2013    0 recensioni
"Passate secondi eterni ad osservarvi, lei ti ricorda così tanto Dana.
Vorresti fosse lei.
I suoi occhi blu, i suoi capelli mogano.
Vorresti fosse lei."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Tanto per cambiare ho preferito non scrivere in prima o terza persona. Spero piaccia comunque.
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Obsession.


Saranno state le undici meno un quarto di notte a giudicare dal tempo fuori, dalle finestre della sempre frequentata tavola calda non riuscivi a vedere altro che buio, vento, e talvolta anche neve. Quel luogo era diventato il tuo ritrovo, non perché ti piacesse, ma perché ci lavoravi.
In casa era sempre un disastro, avevi perso la tua famiglia da parte di padre, ma non perché era morta. Un furioso litigio accaduto quasi un anno fa e sono scomparsi. Avevi colpe è vero, ma hai chiesto scusa.
Tua nonna e tua madre sono le uniche persone rimaste, ma quest’ultima è sempre via per lavoro, come i tuoi due unici zii. Trascorri il fine settimana nella campagna di nonna, un’anziana forse un po’ troppo petulante, ma sai che ti vuole bene. Ha solo avuto una vita più difficile della tua.
I restanti cinque giorni li passi sempre in quel locale. La mattina per regolare i conti e ordinare ingredienti, il pomeriggio per allestire i tavoli assieme agli altri dipendenti, e la sera ovviamente per servire.
Non era una vita perfetta, ma era la tua e anche se poteva essere meglio, ti piaceva.
Tra tutti i lavoratori si era instaurato un forte legame.
La stanza principale era addobbata come una casereccia e rustica tavola calda, con tavoli di legno lavorato e vissuto, luci calde e accoglienti, piatti tipici del posto.



Quello poteva sembrare un giorno di lavoro come altri, sempre la solita marmaglia e sempre la classica routine con musica di sottofondo.
Molti clienti erano nuovi, altri erano frequenti, in particolare uno. Ogni sera da ormai tempo immemorabile era li, sempre lo stesso tavolo a ordinare sempre la stessa cosa.
Seguendo la prassi ti avvicini con passo svelto ed in mano il taccuino.
<< Buona sera cosa desidera ordinare? >> gli dai il lei anche se non avrà nemmeno ventiquattro anni.
Siede nel tavolo incassato all’angolo sinistro della stanza, sopra le panchine rette dal muro. Poggia i gomiti su tavolo e si regge la testa. Alza gli occhi ambrati verso di te, riesci a distinguerli oltre la fratta di capelli corvini che gli copre la fronte.
Passate secondi eterni ad osservarvi, lei ti ricorda così tanto Dana.
Vorresti fosse lei.
I suoi occhi blu, i suoi capelli mogano.
Vorresti fosse lei.
<< Una birra alla spina >> rispondi infine con voce gutturale.
Lei annuisce e se ne va, sai che tornerà ma non come Dana. Non sai nemmeno come si chiama, ti limiti ad osservarla da lontano, ogni sera. Sai che devi fare qualcosa. Non puoi vivere per sempre mirando distante un sogno. Ti illudi ogni volta che questa sarà la notte della svolta, ma puntualmente non agisci. Non sei mai stato così, ti commiseri per questo.
Sai che quando Dana è morta la tua anima se n’è andata con lei, o forse molti anni prima, quando sei diventato immortale.
Eccola di nuovo. Ti porge la birra che ormai hai imparato a bere pur di stare alla tavola calda, sa che vuoi prendere il manico prima che lei lo posi sul tavolo e fu li la svolta. Fu li che le vostre dita si sfiorarono per breve tempo.
Fu li che una piccola scossa fece sobbalzare il tuo cuore morto,
Fu li che una piccola scossa ridò lucidità alla tua mente persa nel baratro,
Fu li che una piccola scossa riuscì a fare luce per un attimo, uno soltanto, sulla tua anima perduta nell’oblio.
Lei si sorprese quanto te, ma forse solo per constatare la tua pelle troppo fredda.
Se ne va, e a te non resta che osservarla da lontano, ancora.


Ormai la mezzanotte è vicina, domani sarà un altro giorno lavorativo, e la gente comincia a spopolare i tavoli. Ti alzi come gli altri, ma non te ne vai, attendi che dipendenti e clienti vadano, attendi che lei finisca.
La vegli come un angelo potrebbe fare, ma tu non sei un angelo. Tu sei uno dei peggiori demoni esistenti. Eppure, eccoti qui. A spiarla dalla finestra mentre si lega i lunghi capelli mossi, mentre pulisce i tavoli e saluta cordialmente chi va via.
Ti celi nell’ombra, ma ormai il tuo impulso di agire prepotente s’insinua in te. Entri quando ormai la tavola calda è vuota.
Si sorprende nel vederti nuovamente li e ti chiede gentilmente di andare.
Sai che non lo faresti nemmeno se ti supplicasse. << Qual è il tuo nome? >>
<< Eloisa >> ti risponde a comando ipnotizzata dalla tua bellezza.
Eloisa, ti ripeti in mente. Ti avvicini con passo felpato, le carezzi il volto delicato e roseo. Chiude istintivamente gli occhi beandosi di quel contatto, forse più di te.
Non era mai accaduto, avevi paura che fosse solo un sogno che presto sarebbe sfumato. L’unica speranza era che tu non puoi dormire anche se tutto sembrava così surreale.
Con l’altro braccio le avvolgi la vita stretta avvicinandola a te, mentre passandole il volto sul collo ispiri il suo profumo. Ti avvicini al suo orecchio dolcemente suadente.
<< Eloisa, ti andrebbe di vivere in eterno con me? >> chiedi con una punta di genuina speranza.
Non attendi risposta e le poggi le tue labbra sulle sue, un fievole contatto che ti fa sentire vivo, lucido.
Sai bene che non ti basta, approfondisci il bacio introducendo la lingua alla ricerca della sua.
Un’effusione passionale che non avevi da anni.
Si allontana di poco e ti guarda, ti legge l’anima nera come la corruzione…e infine accetta.
E tu, Eloise? Cos’hai da dire? Ti ritrovi a baciare un primo sconosciuto, non sei mai stata una facile, allora perché rispondi a questo richiamo?
L’hai sempre visto in questo luogo da anni e in cuor tuo speravi fosse li per te, ti ha sempre incuriosito, attratto, l’hai sempre voluto conoscere, ma questo basta davvero per prendere una tale decisione?
Quale certezza ti spinge in quest’oblio? In quest’inferno?
Infondo tu, piccolo dannato non aspettavi altro. Non te lo fai ripetere due volte temendo che possa cambiare idea. Le spingi i canini all’interno della pelle, cercando le vene, cercandole la vita.
Sai che d’ora in poi sarà tua, tua soltanto. Per sempre.
Magari con il tempo imparerai ad amarla come hai amato Dana, ma per ora…rimane solo un’ossessione.



Note dell’autrice: Questa one-shot è ispirata a grandi linee alla canzone Shy dei Sonata Arctica. Spero sia piaciuta fatemi sapere che ne pensate ^^
  
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