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Autore: DemetriaTay    16/02/2013    1 recensioni
Lei introversa, dura ma con un passato e presente difficile. Lui quello che riuscirà a darle uno spiraglio di speranza.
La vita è bella, molte volte ci concentriamo su cose futili, inutili, quando ci sono così tanti problemi più importanti a cui pensare .
Questa OS è stata realizzata per un concorso, ma ci tengo a condividerla con voi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                   Paura Della Vita                                                                                                        
 
 
Tic. Tic. Tic.
«Mamma, smettila mi stai innervosendo»
Kate fissava il muro spoglio davanti a se, cercando di non pensare a quello che sarebbe successo in seguito.
«Dio Kate, come hai potuto fare una cosa del genere?»
Kate sbuffò pensando di avere a che fare ancora con una delle crisi isteriche di sua madre.
«Dai, mamma, non esagerare»
«Esagerare? Secondo te imbrattare i muri delle scuola scrivendo “ la vita fa schifo” è esagerare?»
Chiese la madre alzando la voce di due ottave sull’ultima parola .
Kate non si pentiva di quello che aveva fatto, per lei quella frase era semplicemente il suo modo di pensare. La vita faceva schifo perché era ingiusta.Ok,forse non doveva scriverlo proprio sui muri della scuola ma fu il primo spazio libero che aveva trovato.
Dopo la sentenza del preside,che fortunatamente si era limitato a una settimana di punizione, Kate lasciò sua madre proseguire avanti e si ritrovò ad ammirare il suo lavoro. Sì, aveva fatto proprio un bel lavoro. I raggi del sole californiano quasi tramontato facevano apparire le scritte nere tridimensionali, quasi a volersi staccare dal muro per vivere.Questa visione durò poco perché  qualcosa, meglio qualcuno travolse Kate facendola cadere a terra.
«Scusa» 
Kate non ebbe il tempo di mettere a fuoco la persona che si ritrovava davanti, perché la sua attenzione si posò sulla bibita appiccicosa versata sulla sua maglia. Le partì un urlo. 
«Tu!Guarda che hai combinato!» 
Si rialzò da per terra e senza neanche guardarlo si diresse verso i bagni. Spalancò la porta dell’immenso bagno dirigendosi frettolosamente verso uno dei lavandini  e fu invasa dall’odore pungente di cloro, segno che era stato appena pulito.
Aprì il rubinetto e cercò di togliersi la bibita strofinando la maglia energicamente,ma con scarsi risultati. Sentì dei passi dietro di lei e improvvisamente qualcuno le toccò la spalla.
«Chiunque tu sia, non provare mai più a …»
Kate si voltò e tutto ciò che vide furono degli occhi grigi che la scrutavano curiosi.
«A?»
«A..a .. non ti avvicinare!Guarda come hai ridotto la mia maglia nuova!»
Il ragazzo posò gli occhi sulla maglia e con fare dispiaciuto disse : 
«Senti,mi dispiace davvero, fatti aiutare … »
Kate fece un passo indietro, non le piaceva essere toccata in nessun modo. Stava per rispondergli quando con un tonfo la porta del bagno si chiuse e qualcuno girò la chiave nella serratura. I due ragazzi si precipitarono alla porta cercando di aprirla.
«Aprite!!»
Dopo minuti passati a gridare, Kate scivolò lungo la parete passandosi una mano tra i suoi capelli neri.
«Non è possibile..Sembra di vivere in un incubo…io devo andare,devo uscire di qui…aspetta! Hai il cellulare con te?»
Il ragazzo annuì.
«Bene allora che aspetti?chiama qualcuno!»
«Chiamo un mio amico »
Kate si alzò da terra.
«Come un tuo amico?Chiama i vigili o…o la polizia!»
«Fidati,lasciami chiamarle lui»
«No,dammi il telefono!»
«No!Così lo rompi!»
Il telefono cadde spaccandosi in due, Kate fu la prima a riprendere l’uso della parola.
«Perfetto, ora siamo rinchiusi qui!»
Il ragazzo sospirò e si appoggiò ad uno dei lavandini.
«Beh, guarda il lato positivo, almeno se abbiamo dei bisogni fisici …»fece intendere indicando i gabinetti
«Sì, che consolazione.. Non mi fissare»
«Scusa è che sei così…»
«Diversa? Invisibile?»
«No, intendevo dire interessante.» «Prima hai detto che dovevi andare, dove?»
Kate si guardò intorno prima di rispondere.
«Non sono fatti tuoi»
«Dai,se dobbiamo rimanere qui, tanto vale conoscerci, no?»
Kate guardò attentamente per la prima volta il ragazzo:era alto, capelli ricci e castani con occhi argentei.  
 «Perché hai scritto quella frase sul muro?»
«Perché la penso!»
 « La.vita.fa.schifo. No, io non la penso così»
Kate disse quasi in un sussurro:
«Perché tu non vivi la mia vita » 
Il ragazzo senza dire niente l’abbracciò. Kate si lasciò stringere, e non sapendo cosa fare ricambiò cautamente l’abbraccio.
Dopo un paio di silenzi imbarazzanti, il ragazzo si girò verso di lei e con un sorriso “a trentadue denti” le disse : 
«Io sono Robert, Rob per gli amici»
Kate annui piano torturandosi le mani con le unghie e con il capo chino disse :
« Jack…»
Il ragazzo impallidì e deglutì rumorosamente, balbettando :
«C-cosa? Ti chiami Jack?!»
Kate sospirò e andò vicino alla porta, toccando con dita arrossate la maniglia ghiacciata.
«No» scosse la testa con veemenza «Jack è il motivo per cui devo uscire da questa maledetta stanza!In ospedale…»
«Ha avuto un incidente?»
«Senti, non so neanche perché ti sto raccontando tutto questo, davvero non importa..»
Rob la guardò mormorando qualcosa di incomprensibile, poi le andò vicino, la prese per mano dicendo :
«Va bene, andiamo da Jack »
Kate sgranò gli occhi guardando e un sorriso involontario fece capolino sulle sue labbra. Si diressero verso una finestra e il ragazzo la aprì senza sforzo, poi saltò giù e la guardò divertito. 
«Dai salta»
«No, ho paura»
«Dai ti prendo io, salta giù!»
Kate fece come detto e chiudendo gli occhi saltò giù. Rob la prese prontamente.
«Ora puoi aprire gli occhi »
Kate fece come detto e si ritrovò vicinissima al viso del ragazzo. Si scostò subito imbarazzata e si aggiustò la maglia. Dopo mezz’ora di cammino i due arrivarono in ospedale. 
«Kate!»
«Jack!»
Un bambino con due occhi verdi la chiamò. Rob notò che portava un cappello, nonostante facesse caldo e allora capì tutto. Dopo venti minuti Prese Kate per un braccio, la quale nel frattempo parlava e rideva con Jack.
«Che c’è?»
«Non posso credere che dopo tutto questo» Indicando il letto con il bambino «Tu vada a scrivere una frase del genere.»
Kate abbassò il capo e iniziò a piangere silenziosamente.
«Hai ragione,sono una stupida»
E per la seconda volta in 5 anni, Kate si lasciò abbracciare bagnando la maglia di Rob con le sue lacrime amare. Trovò la forza di parlare:
«Kate»
Rob si scostò per poterla vedere meglio.
«Cosa?»
«Mi chiamo Kate »
Il ragazzo sorrise e insieme si diressero all’uscita.
 
Eccomi, non riesco a crederci che sono riuscita a pubblicare questa OS scritta più o meno quattro mesi fa per un concorso (Che non ho vinto ahahaha).
E' davvero corta perché c'era un limite dei caratteri da rispettare, per questo forse mi sono trattenuta molto, anche perché avrei voluto descrivere molte più cose ... :(
Spero che vi piaccia , io personalmente ogni volta che la leggo oltre alla tristezza , mi sento una stupida per tutte le volte che  mi lamento per cose inutili... Cosa ne pensate?
D.T
 
 
 
   
 
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