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Autore: Fiamma Erin Gaunt    16/02/2013    1 recensioni
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Spoiler de "Il tocco del serpente", a sua volta sequel di "La seduzione del serpente", che verrà pubblicato non appena avrò terminato la long precedente.
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Katherine trova il vecchio diario di suo padre e scopre che, trent’anni prima, è stato proprio lui ad aprire la Camera dei Segreti. Per vendicare la morte di suo fratello gemello, Ty, decide di fare altrettanto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nickname: Kyra Nott
Titolo: Dangerous
Coppia che avete scelto: Barty Crouch jr/OC
Pacchetto/Restrizione: Gatto (Diario di Tom Riddle)
Punti Bonus: Frase: Non mi manca quello che mostravi di essere, mi manca quello che pensavo tu fossi   Canzone: Dangerous - James Blunt
Rating: Verde
Genere: Introspettivo/Romantico
Introduzione: Katherine trova il vecchio diario di suo padre e scopre che, trent’anni prima, è stato proprio lui ad aprire la Camera dei Segreti. Per vendicare la morte di suo fratello gemello, Ty, decide di fare altrettanto.
Note d’Autore: Nell’ OS vengono nominati due nuovi personaggi: Katherine e Ty Riddle, che ho immaginato essere i figli di Tom Riddle e della mia OC, Kyra Nott (Per saperne di più “La seduzione del serpente”). Ho immaginato che la storia fosse ambientata nel 1977, durante l’ultimo anno di Katherine e il sesto di Barty. Questa shot racconta il momento in cui Katherine decide di farla pagare a Lily, che ritiene responsabile della morte del fratello, e trova in Barty un fedele alleato. Le parti in grassetto sono la frase e le citazioni tratte dalla canzone, la parola in corsivo è in Serpentese.







 
 
 
31 dicembre 1977
 
 





Katherine vagava lungo i corridoi della residenza dei Lestrange, in cui si erano stabiliti da quando la guerra era iniziata e suo padre aveva deciso di usarlo come quartier generale. Erano giorni che non mangiava, vagava come un’anima in pena per le stanze deserte, crogiolandosi nel dolore della sua perdita. Ty non c’era più, era stato ucciso, spazzato via, dimenticato, cancellato. Nessuno parlava più di lui, il figlio dell’Oscuro Signore che aveva tradito tutti loro per amore di una sporca Mezzosangue. Perché l’aveva fatto, che diavolo era passato per la testa del suo gemello? Non riusciva a capirlo, e più ci pensava e più la confusione che avvertiva dentro di sé aumentava. Doveva esserci una spiegazione, ne era sicura. La Evans era una strega dotata, aveva forse fatto un incantesimo a suo fratello? Sì, quella era la spiegazione più logica. Ty non l’avrebbe mai tradita se non fosse stato vittima di un incantesimo, questo significava solo una cosa: Lily Evans doveva pagarla. Era la responsabile della sua morte, se non fosse stato per lei, Ty sarebbe stato ancora lì, al suo fianco. La cosa assurda era che non le mancava quello che suo fratello dimostrava di essere, ma le mancava quello che pensava che fosse.
Presa dalla furia nei confronti della Mezzosangue, abbandonò il suo folle peregrinare e si diresse a passo svelto verso l’ala est, dove alloggiava suo padre. Bussò cautamente sul liscio legno in quercia e attese in silenzio; quando fu sicura che la stanza fosse deserta, scivolò dentro e si richiuse la porta alle spalle. Puntò verso l’ampio baule ai piedi del letto, dove suo padre era solito conservare i suoi effetti personali più cari, e sibilò, al serpente in ottone che faceva da serratura, -Apriti
Il serpente si srotolò, facendo scattare la serratura, e rivelando il contenuto del baule. Katherine rovistò con cura, stando attenta a non lasciarsi dietro del disordine che avrebbe facilmente testimoniato che qualcuno aveva messo le mani lì dentro. Finalmente lo trovò, nascosto sul fondo, un libricino in pelle nera, con una scritta dorata che recitava: Tom Orvoloson Riddle.
Lo sfogliò febbrilmente, alla ricerca di ciò che aveva scoperto l’estate precedente. Eccola lì, la prova che ciò che stava cercando era reale, l’informazione che, nelle sue mani, sarebbe diventata un’ideale strumento di vendetta.
Un ghigno compiaciuto, incredibilmente simile a quello di suo padre, si dipinse sul volto dai tratti decisi.
- La pagherai, Evans, oh se la pagherai – mormorò, nascondendo il diario nell’ampia veste nera e rimettendo tutto a posto. Quando fu certa di aver cancellato ogni traccia del suo passaggio, uscì dalla stanza e si diresse verso la sua camera. Improvvisamente, le era tornata la voglia di festeggiare e quale giorno meglio del trentuno dicembre? Avrebbe brindato alla fine dell’anno vecchio e a un ‘settantotto che si preannunciava un anno insanguinato.
 
 




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Barty era appoggiato alla ringhiera delle scale, intento a parlare con Regulus mentre sorseggiava distrattamente un calice di Wisky Incendiario. Un leggero chiacchiericcio, che annunciava l’ingresso in sala delle signore, attirò la sua attenzione. Il suo sguardo fu immediatamente rapito dalla sensuale figura di Katherine, stretta in un aderente abito verde che ne metteva in risalto gli occhi smeraldini.
- Devo dire che sta bene, non l’avevo mai vista tutta vestita di verde – commentò Regulus, ammirando a sua volta l’avanzare dell’amica.
Barty annuì, fissandola rapito e strappando uno sbuffo all’amico.
- D’accordo, ti lascio in contemplazione, ci vediamo dall’altra parte della sala – aggiunse, indicandogli con un cenno del capo l’angolo in cui si erano radunati Rosier e Wilkes.
- Sì, va bene – assentì bruscamente, mentre Katherine incrociava il suo sguardo e gli lanciava un sorriso malizioso.
Un brivido gli percorse la schiena. Quella ragazza era pericolosa, ne era sicuro.
- Crouch – salutò, avvicinandoglisi e lanciando un’occhiata al calice che aveva tra le mani.
- Riddle – replicò, inarcando un sopracciglio e aggiungendo, - Ne vuoi? –
Katherine annuì leggermente, ma ignorò il calice che il ragazzo le porgeva e, alzandosi leggermente in punta di piedi, gli leccò repentinamente le labbra, assaporando il sapore del liquore di cui erano ancora impregnate.
Barty sgranò gli occhi, stupito. Si era aspettato tristezza, dolore o persino rabbia, ma in quegli occhi non vedeva altro che brama. Di sesso, di sangue, di distruzione? Questo non sapeva dirlo.
- Questa festa è tremendamente noiosa – commentò Katherine, mentre lasciava vagare lo sguardo tra i vari Mangiamorte accompagnati dalle relative famiglie.
- Non posso darti torto, sono tutti maledettamente seri – confermò Barty.
- Voglio farti vedere una cosa, ci vediamo dall’altra parte del castello, terza porta dell’ ala est, tra una decina di minuti – sussurrò, con tono da cospiratrice, e gli voltò le spalle.
Barty attese un paio di minuti, poi si apprestò a seguirla, incuriosito da quel modo di comportarsi così inusuale da parte della giovane strega.
Alla fine, dandosi dello sciocco per il fatto di ritrovarsi a seguirla come un cagnolino ad un suo semplice comando, raggiunse il luogo concordato. Bussò lievemente, un colpo solo, appena accennato, e la porta si aprì, mostrando una Katherine intenta a fissare fuori dalla finestra, lo sguardo assente.
- Kat, sono io – mormorò, affiancandola.
Ecco la tristezza che aveva aspettato; ormai lontana da coloro che potevano interpretare quel dolore come debolezza e usarlo contro di lei, si lasciava finalmente andare. Le si avvicinò, posandole un braccio sulle spalle con aria incerta, ma poi, notando che non opponeva alcuna resistenza, si decise ad attirarla verso di lui, abbracciandola e accarezzandole ritmicamente la schiena.
- Stai bene? – le chiese, accarezzandole una guancia e costringendola a guardarlo negli occhi, alla ricerca di quel lampo di fragilità che aveva letto nel suo sguardo quando era entrato nella stanza.
- Certo che sto bene – replicò piccata, separandosi con impeto e dirigendosi verso il comodino; tolse l’incanto di protezione che aveva steso sul mobile e tirò fuori il diario di suo padre.
- Era questo che volevo farti vedere – annunciò, porgendoglielo.
Barty lo prese con aria di rispetto, sfogliandolo delicatamente, come se in mano avesse una reliquia.
- Ma … la Camera dei Segreti? – esclamò, sgranando gli occhi quando giunse al punto che tanto interessava la ragazza.
- Precisamente, voglio riaprirla – decretò Katherine, mentre l’inquietante sorriso sadico tornava a dipingersi sul suo volto.
Barty notò che una sottile striscia di sangue macchiava le labbra morbide e piene della ragazza, doveva essersi morsa a sangue per l’agitazione.
- D’accordo – sospirò, restituendole il sottile libricino e attirando il suo sguardo incuriosito.
- Cosa? –
- Lo faremo, insieme – precisò, porgendole la mano, come a voler siglare la loro alleanza.
Katherine gli sorrise, riconoscente, e accettò la stretta, lasciandosi avvicinare dal ragazzo.
Era pericolosa, aveva il suo cuore e non l’avrebbe lasciato andare, questo Barty lo sapeva benissimo, ma non poteva fare a meno di esserne contento.
Si chinò a baciarla, assaporando il gusto lievemente metallico del suo sangue. Entrambi avevano assaggiato il sangue quella sera, per amore.
 
 
 








[1.150 parole]

















Spazio autrice:
 
Un piccolo assaggio di quello che sarà "Il tocco del serpente", spero abbiate gradito.
Alla prossima.
Baci baci,
               Fiamma Erin Gaunt

  
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