Eccola, è arrivata finalmente. Una nuvola grigia, ma dalla quale è possibile scorgere tratti di cielo turchese, mi sta passando sopra la testa. La sto aspettando da un po’:  l’ho seguita con gli occhi da quando è comparsa ai margini del bosco e solo adesso è riuscita a superare il mio sguardo, dirigendosi chissà dove. Credo sia alquanto brutto essere una nuvola. Insomma, vieni trasportata dal vento, un vento che può essere leggero e primaverile o di bufera, decide lui come comportarsi e tu ci vai di mezzo.
Guardo fisso il cielo mentre sento l’erba pungermi la schiena insistentemente, come se fosse scontenta di ciò che sto facendo. Sei forse geloso prato, del fatto che la gente dedichi molto più tempo ad osservare il cielo che te? Forse non sei meno importante, hai anche tu le tue erbacce così come quella meravigliosa distesa di azzurro ha le nuvole, ma hai comunque aspetti positivi. I fiori. Adoro i fiori. Al momento, però, non sento nulla intorno a me, c’è una quiete quasi assordante e il profumo delle corolle non lo percepisco, pur sapendo che è presente.
Forse la mia mente è altrove. Mi giungono voci storpiate, come se tante persone cercassero di urlarmi sotto acqua. E’ inutile, non capisco cosa mi volete dire e non mi interessa. Non voglio sentire niente. Chiuditi mente, basta. Non mi ascolta neanche lei, anzi, comincia a farmi percepire grida e urla imploranti. Non serve, caro il mio cervello, tutto ciò. Smettila, smettila. Voglio diventare sorda mentalmente, questa è una delle mie priorità dopo tutto quel vociare.
La mia insegnante di scienze dice che si tratta di onde sonore, io non ci credo. Non vedo il mare, sento solo il suo tipico rumore e il suono è talmente soffocato che non è degno di questo nome. Le ho risposto così e lei mi ha ribattuto che devo accettare la sua spiegazione. Figurarsi. Non può decidere per me, nessuno può decidere per me.
Chiudo gli occhi e cerco di dimenticarmi di tutti questi problemi che mi faccio e spero di riuscire a tenerli chiusi per molto. Non voglio riaprirli più, anche se so che prima o poi dovrò farlo.
Infatti puntualmente accade:  una chiara onda sonora infrange il silenzio con le parole “You'll never love yourself half as much as I love you, you'll never treat yourself right darlin' but I want you to if I let you know,I'm here for you, maybe you'll love yourself like I love you”.  Aspetto di ascoltarle una ad una, mi alzo, prendo un CD che avevo posato accanto a me qualche ora fa e spengo il cellulare il quale, imperterrito, continua a ripetere senza fine le dolci parole.
Cancello tutto ciò che ho vissuto e mi dirigo verso la strada di casa.