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Autore: Thebrightsideofthemoon    16/02/2013    2 recensioni
Un fluffosissimo crossover in cui i Klaine sono i protagonisti del film UP! della Pixar; ispirata dalla trama di quel capolavoro, mi sono permessa di far conoscere Kurt e Blaine da bambini, seguendo le modalità e i tempi del film, ma con alcuni importanti accorgimenti e le dovute apposite modifiche. Che dire, enjoy it!
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Chi sei?” – esclamò il ragazzino strambo, avanzando con sguardo inquisitorio.

“Chi?”

“Tu, scemo

“Ehi, piano con i complementi”

“Si dice complimenti, scemo.”

“Pensi che mi chiami Scemo, per caso?”

“Sarebbe un nome perfetto, a giudicare da quella spilletta da femminuccia.”

Kurt accusò il colpo, risentito. Si risistemò la spilla a forma di testa di ippopotamo sulle falde della giacca di panno azzurro e fece per andarsene, ruotando
all’indietro teatralmente la gamba. Non riuscì però a muovere nemmeno un passo, dato che la manina dell’altro gli aveva stretto il polso in una stretta energica e, al contempo, sudaticcia. Kurt si voltò subitaneamente, per fissarlo in viso.

“Hai il ginocchio maciullato

Kurt spostò lo sguardo accigliato sul ginocchio sinistro, istintivamente.

“L’altro, scemo.”

Insopportabile, pensò. Un bambino saccente della peggior specie. Vestito anche a caso, peraltro. Come se gli fosse scoppiata una bomba ad orologeria nell’armadio e, solo dopo, si fosse deciso a vestirsi.

“Oh”

Però aveva ragione: il pantalone doveva essersi strappato in corrispondenza del ginocchio destro durante la caduta rovinosa di pochi minuti prima. Al di sotto della stoffa morbida, tinta di sangue, il ginocchio si era sbucciato completamente e la ferita era sporca.

“Ti fa male?”

Bruciava un po’, effettivamente. Ma non lo avrebbe dato a vedere. Dopotutto, non era uno scemo come pensava quel ragazzino. Che diritto aveva di giudicarlo, dopo quella manciata scarsa di minuti in cui lo aveva avuto davanti agli occhi?

“No”

“Secondo me sì”

Era stufo: meglio tagliare la corda. Cercò di divincolarsi dalla stretta del bimbo e, non appena riuscì nell’impresa, perse l’equilibrio, cadendo proprio sul ginocchio infortunato.

Ahi

“Lo dicevo io”

Il ragazzino strambo indicò il ginocchio.

“Dovresti farlo disinfettare dalla tua mamma, non credi? La mia dice sempre che è importante che le ferite siano pulite perché i nemici del sangue che viaggiano con lo sporco possono infettarle e bruciare anche di più”

“Io la mamma non ce l’ho”

Il moretto lo guardò, mortificato, mentre le lacrime rigavano il viso del bambino dagli occhi azzurri, il quale aveva preso a mormorare tra sé e sé, con tono lamentoso, che sarebbe morto anche lui perché nessuno si sarebbe preoccupato di disinfettare il suo ginocchio, visto che il suo papà non era capace nemmeno di rammendare un calzino. Certo, era un bravissimo papà, ma non era una mamma: il disinfettante non faceva parte del suo vocabolario.

“Ecco”

L’altro, solerte, aveva tirato fuori dalla tasca del cappottino, improvvisamente, un fazzoletto di stoffa pulito. Lo aveva dispiegato e bagnato con la saliva, per poi avvicinarlo alla ferita di Kurt. Aveva poi strofinato con estrema delicatezza la sua superficie e, non appena ebbe finito la minuziosa operazione, accostò il tessuto alle guance per asciugare il suo pianto.

Era insopportabile. Un bambino saccente e, oltretutto, vestito in maniera opinabile. Ma aveva un nonsoché di speciale. Forse nascosto negli occhi o nella trama di quel fazzoletto intriso di pianto. Una gentilezza fuori dal comune. Uno sguardo delicato, dal candore ineguagliabile. Kurt ne fu rapito.

“Grazie”

Il bambino lo aiutò a rimettersi in piedi, spazzolandogli i pantaloni di velluto a costine per rimuovere la polvere e lo sporco.

“Mi chiamo Kurt

“Ah, non scemo?”

“Dai, basta.”

Blaine

“Cosa?”

“Il mio nome, scemo.”

“Ah”

“Non sei un tipo molto loquace” – esclamò Blaine, torturando con le piccole dita la spilla del piccolo Kurt – “mi piace!”

Kurt sorrise.

“Anche la tua spilla.”





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Peto veniam! Btw: HABEMUS AGGIORNAMENTUM!! Stanotte me la sento molto latina, meglio andare a dormire.
   
 
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