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Autore: SalazarSerpeverde    17/02/2013    8 recensioni
In un normalissimo liceo italiano arriva un ragazzo del primo anno, Claudio, non proprio nella norma. Adora poltrire, NON seguire i consigli, non studiare e raggiungere i massimi risultati con il minimo sforzo (ovviamente non riuscendoci).
La sua presenza sconvolgerà letteralmente e matematicamente la classe coinvolgendo Professori, Alunni e anche il suo Autore, che nonostante tenti di fargli sempre fare la cosa giusta, scoprirà che non sarà poi così facile.

SalazarSerpeverde
Dal Capitolo Primo:  ...Io mi chiamo Claudio Orlando Gennaro Luigi Igor Oronzo Nicola Emilio, ma per fare prima, tutti mi chiamano COGLIONE per via delle iniziali dei miei nomi...
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 68 - La maratona illegale della sfiga (Parte Quinta)

Autore: “Diario di bordo. Ore 10:55 del mattino. Siamo ancora bloccati sull’isola e la pazzia ci ha presi tutti. Pitagora continua a ripetere il Teorema di Pitagora all’infinito, Claudio si è costruito una barba finta fatta con la peluria delle noci di cocco, per far sembrare che sia sull’isola da molti mesi, e io sto parlando da solo, fingendo di avere un diario di bordo, quando invece c’è solo un granchio al mio cospetto che cospira contro di me per aggrapparsi alle mie palle.”
Io: “Allora, ancora niente soccorsi?”
Autore: “No. Ormai non riporrei più speranze in quel messaggio di Sputo che hai lanciato.”
Io: “Possibile che non riusciamo ad allontanarci da questa maledetta isola?”
Prof. Pitagora: “Ehi, ehi ragazzi! Guardate ho trovato qualcosa di vagamente commestibile su quella roccia.”
Autore: “COSA? DAVVERO? Dammi! Non mangio da due giorni. Questa stupida isola non sa nemmeno dare qualche minuscolo frutto non velenoso.”
Prof. Pitagora: “Ehi, non prenderteli tutti! Facciamo a metà.”
Autore: “Mmmh, anche se non mangio da due giorni, questa roba sa un po’ di marcio.”
Io: “Uhm, fatemi veder... PUAAHAHAHAHAHAHAHA! Ma quelli sono i calli che mi sono scrostato da sotto i piedi stamattina con una roccia appuntita!”
Prof. Pitagora: “BLUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH! *vomita* ”
Autore: “No, non devo vomitare. Se vomito avrò ancora più fame!”
Io: “Ripeto. State mangiando i miei piedi!”
Autore: “BLUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAGH! *stra-vomita* ”
Io: “Bleacht! E basta vomitare!”
Autore: “CHE PALLE! Ho una fame tremenda!”
Io: “Se le cose si mettono male potremmo sempre darci al cannibalismo tra di noi!”
Autore: “SI, parla per te. Se ti mangio morirò certo di Dissenteria.”
Io: “Che esagerazione!”
Autore: “No, io non dire... EHI! Qualcosa si muove li nella foresta!”
Io: “Sarà Pitagora che manifesta la sua pazzia matematica altrove.”
Indigeno: “BABI NAGA TUGU! *spunta fuori dal fogliame* ”
Io: “SIIIIIIII! Adoro il Babi Naga Tugu! O mio salvatore!”
Autore: “Non credo che ti stia offrendo da mangiare!”
Indigeno: “Ooooooh, GAGA SI JAGO! *lega Claudio e lo porta via* ”
Autore: “Ma possibile che si faccia catturare sempre? CHE MINCHIONE!”
Indigeno 2: “SU SU DAGOOOOO! *lega Autore e Pitagora* ”
DOPO
Autore: “Bene Claudio. Grande situazione del cazzo!”
Io: “Oh, insomma. Guarda il lato positivo della cosa!”
Autore: “Sono su una fottuta isola a quanto pare non deserta, legato come un salame e portato in braccio da un indigeno grasso. Scusami se sono pessimista, ma non vedo lati positivi.”
Io: “Bé, in effetti ci sono situazioni migliori di questa. Tu che ne dici Pitagora?”
Prof. Pitagora: “Ipotenusa... cateti... proprietà invariantiva!”
Autore: “Poverina. Quella messa più male è lei. Stare così tanto tempo senza matematica l’ha fatta impazzire.”
Io: “Bé, per una volta non sono il più inutile nel gruppo. Che ne dici di una Briscola veloce veloce mentre ci portano via?”
Autore: “No, continuo a credere che il più inutile sei tu.”
Io: “Bé, che dovremmo fare allora?”
Autore: “Fai quello che vuoi. Io prego solo Dio che non appicchino un fuoco, ci infilzino su dei pali e ci facciano rosolare su di esso lentamente come dei polli arrosto.”
Io: “Io invece prego Dio che non sia stasera la serata della: Maratona Gormiti in TV.”
Autore: “Basta maratone, direi.”
Indigeno: “GA MA TOCA!
Io: “Che minchia ha detto?”
Autore: “Qualcosa tipo: Gettateli in quel falò acceso!”
Io: “Oh bè, allora è arrivato il momento di liberarsi *alza ascelle* ”
Indigeni: “PUZAAAAAAAAA! *svengono in massa* ”
Autore: “Mi prendi per il culo? Avremmo potuto liberarci fin dall’inizio e tu non hai fatto niente?”
Io: “Certo! Non ne potevo più di camminare e allora mi sono fatto trasportare per un po’ in braccio a questi amorevoli indigeni. Sono stati anche più gentili del previsto. Con quella bella giacca di corda con cui ci hanno legato ci hanno fatto stare al calduccio.”
Autore: “Bé, ormai mi sono rassegnato alla tua stupidità. Comunque... ennesime vittime delle tue ascelle pluriomicide. Sono più numerose le vittime per la tua puzza che i caduti in guerra di Prima e Seconda guerra mondiale.”
Io: “Esagerato. Coraggio, adesso muoviamoci prima che si sveglino.”
Autore: “Si, hai ragione. Lega al guinzaglio Pitagora e portatela appresso tu. Nella situazione pietosa in cui si trova sarebbe in grado di fare solo danni.”
Prof. Pitagora: “Triangolo isoscele, addendi, POTENZE!
Io: “Sono perfettamente d’accordo.”
Autore: “Torniamo alla spiaggia a cercare qualche malcapitato granchio da mangiare.”
DOPO
Io: “Uff! Eccoci arrivati. Cosa si fa adesso?”
Autore: “Cerco qualche crostaceo ingenuo. Intanto tu porta Pitagora a fare i bisogni.”
Io: “CHE PALLE! Siamo partiti per una vacanza e siamo finiti a fare i Pitagora-sitter.”
Autore: “EHI! MA QUELLO...”
Io: “Che c’è?”
Autore: “Quello è un aereo! SI! UN AEREO! SIAMO QUI *sventola le mani verso l’alto* ”
Io: “SALVATECI! *sventola anche lui le mani* ”
Autore: “Coglione! Abbassa quelle braccia! Rischi di far arrugginire i motori con la tua puzza!”
Io: “Che esagerazion... AAAAAAAAAAAARGH! Pitagora! Quante volte ti ho detto di non farla sui piedi delle persone?”
Autore: “SALVATECI PER FAVORE!”
...
...
Autore: “SI! CI HANNO VISTO! SI STANNO ABBASSANDO!
DOPO
Uomo: “Forza, salite!”
Autore: “Grazie mille signore! Berrei tanto la sua pipì! ... non fraintenda, non come simbolo di riconoscimento per averci salvato, è che ho tanta sete e sono troppo disidratato per produrre della mia pipì.”
Io: “Non faccia caso a lui. Vi ringrazio per averci salvato.”
Uomo: “BASTA! IO NON VI HO SALVATO! Non c’è nessun poliziotto qui, quindi basta con questa messa in scena.”
Io (pensiero): “Ma che diavolo sta dicendo?”
Uomo: “Comunque sia. Non pensavo che le mie spie fossero così strane. Mi avevano detto che erano tutti uomini di classe con smoking e farfallino.”
Io (pensiero): “Continuo a non capire.”
Uomo: “Ma se la nostra organizzazione ha mandato voi, significa che siete molto più qualificati.”
Autore: “Mi scusi signore. Ma di che diavolo sta parlando?”
Uomo: “Ma come? Voi non siete spie della mafia russa mandate su quell’isola per derubarla dei suoi immensi minerali sotterranei anche se appartengono alla Danimarca?”
Autore: “Ehm, no, direi di no.”
Uomo: “Accidenti! Abbiamo caricato gli uomini sbagliati! Eppure è strano! Avete scritto voi quel messaggio di SPUTO sulla sabbia?”
Autore: “Si. In realtà doveva esserci scritto AIUTO ma poi è successo un casino.”
Uomo: “Che stramaledettissima coincidenza. Le vere spie della mafia russa mi avevano avvisato che si sarebbero fatti riconoscere appunto scrivendo sulla sabbia un messaggio di SPUTO, così da far sembrare tutta un operazione di salvataggio se la polizia sarebbe intervenuta. Con questo metodo, nessuno sarebbe venuto a sapere che stavamo portando avanti un’operazione di furto di minerali illegale! Invece eccovi qui. Tre porci ignari di tutto!”
INTANTO DALL’ALTRA PARTE DELL’ISOLA
Igor: “Ma quando viene a salvarci, quella maledetta faccia di cacca?”
Nikolaj: “Già, il messaggio di SPUTO l’abbiamo già costruito.”
Indigeno: “SU SU DAGOOOOO!
Nikolaj: “AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
Igor: “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
 
Uomo: “Accidenti! Ora non possiamo tornare indietro! Qualcuno potrebbe insospettirsi! Dobbiamo portarvi per forza appresso.”
Io: “Bé, se sarebbe così gentile da lasciarci in Italia, gliene saremmo grati.”
Uomo: “Ormai è tardi. Non posso lasciarvi liberi. Sapete troppe, TROPPE cose (anche se ve le ho rivelate io senza nemmeno un secondo di interruzione).”
Autore: “OH NO! La prego! Ci liberi! Noi non sappiamo niente! Non abbiamo sentito niente di quello che ha detto prima!”
Uomo: “Davvero?”
Io: “SI! Non l’abbiamo ascoltata mentre ci raccontava l’operazione segreta della mafia russa per derubare i minerali da quell’isola deserta appartenente alla Danimarca.”
Uomo: “Accidenti! Stavo per lasciarvi liberi, ma grazie a quel puzzolente ragazzo ho di nuovo cambiato idea!”
Autore: “MALEDETTO CLAUDIO! Giuro che se la mafia russa mi uccide... IO TI AMMAZZO!




Angolo delle curiosità (sempre più inutili)

Il numero massimo di capitoli che ho scritto in un giorno è 4: Tutta la saga di Harry Potter in stile Claudio.
  
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