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Autore: hermyDdC    17/02/2013    4 recensioni
Il giovane Remus Lupin, di ritorno da una notte di luna piena, si imbatte nello specchio che può mostrargli il desiderio del suo cuore... ma può anche farlo diventare realtà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nota dell'autrice:
Questa scena è stata scritta per uno dei miei soliti concorsi su facebook, che chiedeva di usare un'immagine come punto di partenza (nel mio caso, questa ... che spero si veda. scusatemi, ma tra la connessione del cavolo che c'è qui e l'html che con me ci fa proprio a pugni, è altamente probabile che abbia fatto casino).
Inoltre richiedeva anche un'altra cosa... ma lo scoprirete leggendo!

 

Erised


Remus entrò nella stanza al piano superiore della Stamberga Strillante; era ormai mattina. Il suo corpo era ancora quello di un lupo, ma la sua mente sembrava insolitamente lucida. Si guardò intorno, soffermandosi su ogni asse di legno fuori posto, su ogni strappo nella tappezzeria: tutti segni della sua furia in quasi cinque anni di trasformazioni, gli anni in cui i suoi amici non potevano ancora controllare il mostro dentro di lui.
A passi rapidi e silenziosi raggiunse la parete opposta, dove qualcosa aveva catturato la sua attenzione. Sopra il camino c’era un enorme specchio, opaco e dall’aria antica, in cui si intravedeva il viso di un ragazzo… Possibile che quello specchio riflettesse la sua forma umana, anche se lui era ancora un lupo?
Remus salì sul tavolino per vedere meglio e si accorse che i ragazzi erano due… Di colpo capì cosa aveva di fronte. Ne aveva sentito parlare e sapeva che era quasi introvabile, ma non c’erano dubbi. Cos’altro, se non lo Specchio delle Brame, avrebbe saputo leggere così nitidamente nel suo cuore?

Uno strano rumore lo fece voltare di scatto. Sembrava quasi il suono di tanti tasti di un pianoforte premuti insieme a caso… Alle sue spalle, un grosso cane nero si era appoggiato con le zampe anteriori al pianoforte e ora stava premendo dei tasti anche con il muso. Remus partì alla carica e gli saltò addosso per smuoverlo da lì: inutile dirlo, quella “musica” era uno strazio. Il lupo e il cane si scontrarono a mezz’aria, per poi ricadere a terra in un turbine di artigli. In lotta percorsero tutta la stanza, rotolando sul pavimento, finché il cane non riuscì ad immobilizzare sotto di sé il lupo mannaro, che all’improvviso aveva smesso di combattere e ringhiare.
Sirius cominciò a mordicchiarlo per gioco, senza fargli male, ma poco dopo fu distratto da un botto proveniente dall’esterno. Senza muovere un passo si guardò in giro, tendendo le orecchie… e così non si accorse che il lupo mannaro stava lentamente ritornando umano.

Remus riaprì gli occhi. Sopra di lui c’era lo splendido cane nero che era Sirius, ancora intento ad ascoltare quello che succedeva fuori: un altro botto… uno scroscio d’acqua… Era soltanto un temporale. Il ragazzo sollevò le mani per arruffargli il pelo sui fianchi e l’animale, accorgendosi di lui, si chinò sulle zampe perché lui potesse accarezzargli la schiena.
Remus si sentiva il cuore scoppiare. Di certo Sirius stava facendo il cucciolo giocherellone ed era convinto che lui stesse semplicemente al gioco, quando in realtà avrebbe dato qualunque cosa per poter stringere e accarezzare in quel modo il vero Sirius, in forma umana. Sentì il muso del cane avvicinarsi al suo viso… gli stava leccando la faccia… Era troppo. Remus chiuse gli occhi, desiderando con tutta l’anima che Sirius potesse riprendere la sua forma umana… ma per lui era diverso. Lui poteva decidere quando riprenderla… e da umano non si sarebbe mai stretto così tanto a lui, non gli avrebbe mai coperto il viso di baci… Il pensiero lo trafisse come una lama nel petto.

«Sirius… ti prego…» gemette, senza riuscire a dire fino in fondo quello che sentiva: ti prego, ritrasformati e non prenderti gioco di me… D’un tratto avvertì una strana sensazione sotto le sue mani. Socchiuse gli occhi… e il suo cuore mancò un colpo. Lì, a un soffio dal suo viso, non c’era più il muso di un cane. C’era quella bocca che sognava da mesi, e gli stava sfiorando la fronte…

A Remus non importava più cosa potesse pensare l’altro. Non era più in grado di pensare nemmeno per sé. Tutto quello che gli importava era stringere la presa sulla pelle liscia della sua schiena, non lasciarlo allontanare, perché la sua vita dipendeva da questo…
Sentì la mano decisa di Sirius sul suo volto… e poi, all’improvviso, quelle labbra divine gettarsi d’impeto sulle sue. Remus affondò una mano tra i suoi capelli e lo strinse a sé, come per impedirgli di ripensarci e tirarsi indietro, poi la furia cedette il posto alla passione…
Baciarlo era meraviglioso, più di quanto avesse mai osato sognare… Questo doveva essere un sogno, il più bello della sua vita. Il suo adorato Sirius era davvero suo… Era troppo bello per essere vero.
«Non ci credo…» mormorò, staccandosi da lui solo quel tanto che bastava per poter parlare. Gli occhi di Sirius incontrarono i suoi… e lui si sentì sciogliere.
«Lunastorta… non l’avevi capito che ero pazzo di te?»
Il suo sorriso era così dolce da fargli di nuovo esplodere il cuore… ma questa volta non era un dolore. Era una gioia incontenibile…
«Ti amo, Felpato.» Lo attirò di nuovo a sé e lasciò che lui posasse delicatamente le labbra sulle sue, una volta, poi un’altra. Sirius adagiò la testa sul suo petto e Remus ebbe l’improvvisa certezza di essere l’uomo più felice al mondo. Non gli importava di essere sdraiato sul nudo pavimento: gli bastava poter stringere finalmente il suo Felpato tra le braccia…

 
 

«Remus…» chiamò una voce, da molto lontano. Figurarsi se non arrivava qualcuno a rompere le scatole sul più bello…
«Uffa, Ramoso…» biascicò lui.
«Guarda che potrei offendermi…»

Una mano si era posata sulla sua spalla… Remus spalancò gli occhi e si sentì avvampare. Sirius era a un metro da lui e gli stava sorridendo con la sua solita aria malandrina. Il cuore prese a martellargli impazzito nel petto.
«S-Sirius…»
… no, non nel petto. A giudicare dalla sua voce, doveva esserglisi incagliato in gola… Remus pregò dentro di sé che non fosse tutto così evidente.
«Alzati, Lunastorta. Non vorrai farti mettere in castigo proprio oggi… poi noi che facciamo, la luna piena senza di te?»
Sirius gli afferrò una mano e lo tirò giù dal letto. I loro sguardi si incontrarono… e Sirius lasciò la sua mano come se scottasse. Aveva abbassato gli occhi e sembrava quasi imbarazzato. «Ti aspetto in sala comune», disse, e uscì dal dormitorio.

Remus ripiombò a sedere sul suo letto e sospirò. Erano settimane che la sua testa glielo diceva: Sirius non era per lui. Era il più bello della scuola e non aveva che l’imbarazzo della scelta tra tutte le ragazze che gli morivano dietro: Remus non gli sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello. Non sarebbe mai stato nient’altro che il suo carissimo amico Lunastorta… Doveva farsela passare.
«Mi sa che sarebbe più facile curarmi la licantropia…»


... Lo so, ci siete rimasti male. E vi capisco. La richiesta del concorso era di scrivere un sogno: perciò, anche se mi piangeva il cuore per il povero Remus, ho dovuto svegliarlo.
Però, questa scena non ci sta a rimanere solo un sogno, vuole accadere veramente... ergo, questa (come dice il titolo) è la Dream Version, ma c'è anche la versione in cui succede sul serio. Prossimamente su questi schermi. Stay tuned! :D

  
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