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Autore: fraVIOLENCE    17/02/2013    2 recensioni
"E.. dio, non so nemmeno perchè io stia dicendo questo, non è da me! Io.. Io sono Tom Delonge, diamine! Non ho bisogno di dire queste cose!"
Ambientata nell'estate 1999, dopo l'uscita di Enema of the State.
La protagonista è Jennifer, la migliore amica dei tre ragazzi californiani, una ventunenne che presto si ritroverà a fare i conti con un nuovo mondo: quello dell'amore.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano passati dieci giorni da quel pranzo al Sombrero e quel pomeriggio avevo radunato i ragazzi a casa mia, per poi andare al cinema.
Scesi le scale, presi le chiavi e quando aprii la porta, mi ritrovai davanti Mark e Travis.
"Hei, siete già qui?" - sorrisi, salutandoli entrambi con un abbraccio.
"Sì, stiamo aspettando Tom!" - rispose Travis, sorridendo.
"Sempre il solito ritardatario" - sbuffai una risata, chiudendomi la felpa e sistemandomi il cappuccio per ripararmi da quella leggera pioggia estiva.
"Che film guardiamo allora?" - domandò Mark.
"Io ho voglia di un horror!" - rispose Travis.
"Pure io!" - sorrisi - "Ragazzi avete voglia di uno starbucks mentre aspettiamo Tom?" - proposi.
Tutti e due rifiutarono, ma si offrirono comunque di accompagnarmi.
Attraversammo di corsa la strada, prima che il semaforo diventasse rosso ed entrammo nel bar.
"Salve! Mi potrebbe fare un caffè lungo con panna, per favore?" - chiesi gentilmente al barista, sorridendo e porgendogli una banconota da cinque dollari.
"Certo!" - mi disse lui, iniziando a prendere un bicchiere di carta.
Mi sedetti con Mark e Travis su delle poltroncine vicino il bancone e mi guardai intorno, sorridendo, finchè tra i clienti, non riconobbi Holly.
"Ragazzi! Guardate chi c'è!" - dissi divertita, indicando Holly, senza farmene accorgere.
"Il topo con la malaria" - mi citò Mark, ridendo - "E' con un ragazzo o sbaglio?"
Travis annuii, per poi chiedermi:
"E' il tizio con cui ha tradito Tom?"
"Mmh non mi sembra, se quel coglione si togliesse il cappellino!" - sbuffai.
Il coglione in questione si tolse il cappellino e si passò una mano tra i capelli, ed è lì che il mondo mi cadde addosso.
"Ma è Tom!" - dissero in coro Mark e Travis, sbalorditi.
Rimasi a bocca aperta, guardandoli. Non riuscivo a crederci.
Ridevano e scherzavano come se niente fosse successo.
Ad ogni sorriso che Tom le rivolgeva mi sentivo morire dentro, finchè non arrivai ad incassare il colpo finale.
Holly si avvicinò all'orecchio di Tom, gli sussurrò qualcosa e dopo qualche secondo si avvicinò alle sue labbra, baciandolo.
Provavo un dolore lancinante all'altezza del cuore, mi pizzicavano gli occhi: non riuscivo a muovermi, a pensare, a parlare. Non riuscivo a fare niente.
Il cameriere appoggiò il bicchiere e il resto sul tavolo e neanche lo ringraziai: ero paralizzata.
Mark e Travis continuavano a parlarmi, ma non riuscivo a percepire le loro voci: mi sembravano basse e distanti.
Tremando, mi alzai e venni invasa dai brividi quando Holly si voltò verso di me, agitando la mano per salutarmi.
Anche Tom si voltò e sobbalzò, vedendomi e alzandosi subito per venirmi incontro.
Indietreggiai, guardandolo con gli occhi pieni di lacrime.
"No Jen, non è come pensi! Ti prego!" - cercò di giustificarsi.
"Tu.. Tu devi solo starmi lontano" - sussurrai.
"Ti prego Jen, lo sai che ti amo!" - avvicinò la mano alla mia e io la cacciai.
Con uno scatto mi girai e corsi veloce fuori dal bar, mentre Tom correva dietro di me.
Arrivai davanti la porta di casa e iniziai a cercare freneticamente le chiavi dentro la borsa, senza trovarle.
Più sentivo la voce di Tom che mi chiamava avvicinarsi e più tremavo.
"Merda!" - urlai, scoppiando in un pianto isterico.
"Jennifer!" - Tom mi raggiunse e mi mise una mano sulla spalla, mentre riprendeva fiato.
"Non toccarmi!" - me lo scrollai di dosso, guardandolo con disprezzo.
Tom mi guardò tristemente, allontanandosi di poco.
"Ti prego Jennifer, fammi almeno spiegare!"
"Cosa vuoi spiegarmi, eh? Che mi hai solamente presa in giro? Che mi hai usata per dimenticarla? Sei ancora innamorato di lei! Non è così?" - urlai in lacrime.
"Non è così! E' stata lei a baciarmi, lo hai visto anche tu! Mi ha chiesto se poteva darmi un bacio, io pensavo intendesse un bacio sulla guancia!"
"Vattene via!"
"Jen, lo sai che non ti farei mai del male.."
"L'hai fatto invece! Adesso esci dalla mia vita!"
Finalmente riuscii a prendere le chiavi e le infilai nella serratura, per poi ruotarle, entrare in casa e sbattere la porta.
Mi lasciai cadere per terra e mi portai le mani sul viso, piangendo a dirotto.
Tom iniziò a bussare con forza alla porta e ad ogni battito sobbolzavo, continuando a piangere.
"Ti ho detto di lasciarmi stare!" - strillai, sbattendo un pugno sulla porta.
Restai in attesa di una risposta, ma tendendo l'orecchio riuscivo a sentire solo il rumore della pioggia e delle ruote delle macchine sull'asfalto bagnato.
Mi portai le ginocchia al petto e chiusi forte gli occhi, cercando di dimenticare quanto accaduto poco prima.
"Stupida! Stupida!" - continuavo a sussurrare tra i singhiozzi.
Il campanello riprese a suonare e iniziai a piangere ancora più forte.
"Vattene!" - urlai disperata.
"Jennifer, sono Mark! Apri!"
Mi alzai lentamente e aprii la porta, guardando Mark con gli occhi pieni di lacrime.
"Piccola.." - mormorò lui, entrando in casa e chiudendosi la porta dietro le spalle.
"Ti prego abbracciami" - sussurrai con voce spezzata, andandomi a rifugiare tra le sue braccia.
Lui non disse niente e mi strinse forte a sè, accarezzandomi la testa.
Quello era stato decisamente il giorno peggiore della mia vita.


Tom.
Dopo essermi vestito velocemente uscii di casa e mi incamminai verso casa di Jennifer.
Il mio passo era abbastanza veloce, dovevo sbrigarmi: ero in ritardo.
Feci per sistemarmi il cappellino, ma il mio gomito andò a sbattere contro la borsa di una ragazza.
"Hei, stai più att.." - non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai due occhi verdi che mi guardavano intensamente.
"Ciao, Thomas"
"Hei.. Ciao Holly" - mi sforzai di sorriderle.
"Come stai?" - mi sorrise, sbattendo le lunghe ciglia.
Le risposi, iniziammo a parlare del più e del meno e non so come ci ritrovammo in un bar a chiaccherare e a bere cappuccino.
Quella ragazza era subdola, però riusciva sempre ad ottenere quello che voleva in un modo o nell'altro.
"Beh, il tuo nuovo ragazzo come sta?" - la guardai, sorridendo.
"Oddio, non parlarmene! Troppo appiccicoso e troppo geloso! Io ho bisogno dei miei spazi, sai come sono fatta.."
"Sì, ho presente" - risi - "Quindi vi siete lasciati?" - chiesi.
"Beh Thomas, sì.. La verità è che sto cercando un tipo come te, ma non riesco proprio a trovarlo!" - rise.
Non potei fare a meno di ridere anche io, ma non perchè la sua risata fosse contagiosa, perchè mi erano venute in mente le parole di Jennifer: bambola gonfiabile

che ride come un topo con la malaria.
Oddio, Jennifer. Questa volta mi avrebbe ammazzato seriamente.
"Holly mi dispiace, devo proprio andare! Sono davvero in ritardo e penso che questa volta Jennifer mi ammazzi" - risi.
"Già.. Scusa, ti ho già fatto perdere troppo tempo" - disse lei, con un'espressione dispiaciuta.
"Ma stai tranquilla!" - sorrisi, sistemandomi un ciuffo di capelli che mi sfuggiva dal capellino.
"Ti sono cresciuti i capelli? Voglio vedere!" - disse lei, sorridendo.
La accontentai e mi tolsi il cappellino, passandomi una mano tra i capelli e facendo una smorfia.
Lei rise, avvicinandosi maggiormente a me, mentre mi rimettevo il cappello.
"Thomas, posso.. Ecco, devo chiederti una cosa. Mi imbarazza un po', ma non capisco perchè. Non dovrebbe" - Holly arrossii.
"Dimmi tutto" - la guardai, sorridendo.
Si avvicinò al mio orecchio, ricambiando il mio sorriso.
"Posso.. Ecco, darti un bacio?" - mi chiese.
"Tutto qui?" - risi, avvicinando la guancia alle sue labbra.
Lei mi prese con forza il viso tra le mani e mi baciò le labbra, spigendo con violenza la lingua nella mia bocca.
Agrottai la fronte e appoggiai le mani sui suoi polsi, per cercare di allontanarla. Lei si staccò dalle mie labbra e mi guardò maliziosamente.
"No, Holly.. Sono fidanzato" - risi, imbarazzato.
"Oddio scusa! Oddio, che stupida!" - disse lei.
Finsi un sorriso e feci per alzarmi, ma lei mi bloccò nuovamente.
"Guarda! C'è Jennifer!" - sollevò il braccio e lo agitò per salutarla.
Il cuore mi balzò quasi fuori dal petto, mi voltai di colpo e la vidi.
Mi alzai e le corsi incontro. Sentivo lo stomaco che mi si contorceva, aveva gli occhi lucidi.
"No Jen, non è come pensi! Ti prego!" - mi giustificai.
"Tu.. Tu devi solo starmi lontano" - sussurrò, con la voce tremante.
"Ti prego Jen, lo sai che ti amo!" - dissi, cercando di prenderle la mano.
Lei mi cacciò la mano e si girò velocemente, uscendo dal bar e iniziando a correre. Mi voltai verso Mark e Travis, non sapendo cosa fare.
"Ma sei matto? Vai!" - mi disse Travis, indicando la porta.
Aprii la porta e iniziai a rincorrerla, gridando il suo nome.
La vidi correre verso il viale di casa sua e iniziai a correre più veloce: mi mancava il fiato, ma non avrei mollato.
"Jennifer!" - la raggiunsi, appoggiando una mano sulla sua spalla.
"Non toccarmi!" - urlò.
Mi allontanai, sospirando.
"Ti prego Jennifer, fammi almeno spiegare!"
""Cosa vuoi spiegarmi, eh? Che mi hai solamente presa in giro? Che mi hai usata per dimenticarla? Sei ancora innamorato di lei! Non è così?" - urlò lei in lacrime.
Quanto mi faceva male vederla così.
"Non è così! E' stata lei a baciarmi, lo hai visto anche tu! Mi ha chiesto se poteva darmi un bacio, io pensavo intendesse un bacio sulla guancia!"
"Vattene via!"
"Jen, lo sai che non ti farei mai del male.." - dissi, cercando di convincerla.
"L'hai fatto invece! Adesso esci dalla mia vita!" - strillò, aprendo la porta e sbattendola con forza subito dopo essere entrata.
No, non sarei mai uscito dalla sua vita. Non intendevo farlo, avevo bisogno di lei. Non volevo perderla.
I miei occhi iniziarono a bruciare, me li sentivo gonfi e pesanti. Iniziai a bussare con insistenza alla porta, finchè non la sentii urlare:
"Ti ho detto di lasciarmi stare!"
Sospirai e misi le mani in tasca, tornando indietro.
Iniziai a camminare lentamente, calciando qualche sassolino, finchè non vidi venirmi incontro Mark e Travis.
"Mi spieghi che cazzo ti è preso?" - mi chiese Mark.
"Io.. Vi chiedo solo.. Andate da lei, ha bisogno di voi" - sussurrai.
"Anche tu hai bisogno di noi" - sospirò Travis - "Mark, vai da Jen, ci rimango io con lui"
Andammo a casa di Travis, ci mettemmo sul divano con un paio di birre e iniziai a raccontargli tutto.
Avevo un forte mal di testa, mi sentivo vuoto, ero privo di forze e gli occhi mi facevano male a furia di trattenere le lacrime.
Quello era stato decisamente il giorno peggiore della mia vita.
  
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