-Hermione! Non lo fare!- Il rosso corse verso la finestra.

 

-Non osare avvicinarti! Se no mi butto ora- Urlò lei senza neanche girarsi per guardarlo.

 

-Dimmi solo perché- La supplicò tentando di avvicinarsi.

 

-Hai anche il coraggio di chiedermelo? Eppure tu dovresti capirlo meglio degli altri-

 

-Se ti riferisci alla morte di Ron io circa so che dolore stai provando. A me è stato portato via il gemello! Le mie giornate non splendono più-

 

-Non metto in dubbio il fatto che tu sia come morto, ma di sicuro sei più forte di me. Io ho perso il ragazzo che amavo! Quello che avrei voluto al mio fianco per tutta la vita. Il padre dei figli che mi sarebbe piaciuto nascessero coi capelli rosso-carota. E quando è morto, poi? Esattamente dopo che ci siamo rivelati! Ora prova a dirmi che capisci George! Prova! Tanto so che fallirai miseramente-

 

-Sai una cosa? Qualunque cosa tu decida di fare, da adesso in poi, la faremo insieme- Tolse le distanze con quella superficie grigia e fredda che era il muro - E fammi spazio al tuo fianco, che se ti butti, i corpi che raccoglieranno saranno due- Oltrepassò goffamente, data la sua altezza, la finestra, che all'improvviso gli sembrava troppo piccola. 

 

-Che stai facendo?-

 

-Quello che fai tu- Rispose risoluto a sicuro di se a quella domanda. In fondo entrambi non avevano più nulla da perdere.

 

-Torna dentro. So che non è quello che vuoi- Lei sembrava aver capito il significato di quel gesto che stava per compiere solo quando lo vide chino come lei a guardare il verde che si trovava, distante di molti metri, sotto di loro. 

 

Lui le strinse la mano, provocando ad entrambi una scossa che partiva dal profondo del petto e che si espandeva poi in tutto il corpo.

 

-Come fai a sapere quello che voglio io?-

 

-Perché se no saresti già morto da due mesi circa- Lei sapeva di aver ragione.

 

-Dico lo stesso di te- Lui girò la testa fino ad incontrare gli occhi di Hermione scrutarlo attentamente.

 

-Io avevo tutti ad impedirmelo, mentre tu ti sei dimostrato attaccato alla vita a tal punto di tentar di fermare me-

 

-Ma ora non ci sei solo tu seduta sul muretto della stupida torre di astronomia- Anche lui aveva maledettamente ragione.

 

-Metti fine a questa messa in scena e rientra. Lasciami sola. Fammi godere i miei ultimi respiri-

 

-Non ti permetterò di agire da sola, te l'ho già detto-

 

-Ma tu devi essere cretino anche in situazioni come questa?-

 

-Ti ricordo che non ho avuto io quest'idea- Hermione sbuffò.

 

-Cosa vuoi, George?- Chiese esasperata e al limite della sopportazione.

 

-Seguirti-

 

-Dove?-

 

-Ovunque tu vada-

 

-Ma non riesci a capire che voglio rimanere sola? Ron non c'è più e non mi sento davvero pronta a vivere in sua assenza, è tanto difficile indossare i miei panni? Cosa potrei fare? Per di più arrivi tu dicendo di volermi far compagnia. Non mi prenderò la minima responsabilità del tuo gesto- Lo avvertì. 

 

Per la prima volta dopo due mesi lui rise. Una risata molto più matura di quella che tutti ricordavano.

 

-So io cosa potresti fare- Ruppe il fastidioso silenzio che si era creato.

 

-Cosa?-

 

Lui non le rispose a parole, ma poggiando le sue labbra su quelle della giovane donna. Lei non parve rimuginare su quel gesto e al contrario, si avvicinò di più.

 

-Vuoi ancora dei figli coi capelli rossi?- Le chiese George quando si furono staccati.

 

-Si- Fu tutto quello che uscì dalla bocca di Hermione mentre il giovane la trascinava all'interno con se.


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