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Autore: Miss Yuri    17/02/2013    7 recensioni
Ash, Misty, Drew, Vera, Paul, Lucinda e i loro Pokèmon si ritroveranno catapultati improvvisamente in una avventura più grande di loro, in una lotta per salvare il meraviglioso universo dei Pokèmon da una entità oscura e primordiale. Perchè si sa, a Lavandonia tutto può succedere, anche l'inizio del declino dell'intero mondo. Riusciranno a scongiurare questa nuova minaccia e a riportare la tanto agognata pace?
Se vi ho incuriositi, vi consiglio di leggere e se volete lasciate anche una piccola recensione.
Hope you like it!
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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 Capitolo 8. E ora uniti…
 
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Zafferanopoli: la città color dello zafferano, grande metropoli dagli alti grattacieli dove aveva sede la palestra di Sabrina, regina dei Pokèmon di tipo psico, nonché il centro delle attività commerciali di tutta la regione di Kanto. O, almeno, così se la ricordavano i sei ragazzi. Ma Zafferanopoli era cambiata in peggio, molto più di quello che si aspettavano. Non era più la città vivace e trafficata di dieci anni prima.
Appena poterono scorgere la prima fila di case, si accorsero subito che non c’era più la stessa atmosfera che si respirava non appena si metteva piede nel centro abitato. E non era solo per il radicale mutamento che aveva assunto l’intero luogo, ma anche per l’alone di tristezza e desolazione che aleggiava in ogni vicolo e in ogni strada.
 I grattacieli avevano perso il colore dorato di un tempo ed erano diventati di un giallo pagliericcio e spento, senza contare che i vetri di ogni finestra e ogni vetrata erano andati in frantumi, lasciando entrare la densa foschia violacea, che ricopriva i marciapiedi, anche all’interno degli edifici.
Le case erano più o meno nello stesso stato: i muri presentavano numerose crepe anche profonde, i tetti erano privi di molte tegole e i giardini pieni di erbacce e malcurati, in cui non cresceva più nulla.
Le strade, dove dieci anni prima passavano autovetture, persone e anche Pokèmon, erano malmesse e difficili da percorrere per via dei numerosi dislivelli e delle buche nell’asfalto.
Ovviamente, la città era completamente deserta, tanto che neanche un minuscolo Zubat osava sbattere le ali sopra il cielo di Zafferanopoli, ma faceva presupporre che gli unici ad abitarla erano le povere creature che erano cadute vittime del potere di Zuriga, pronte ad attaccarli senza la minima esitazione, pur di seguire gli ordini del loro padrone.
Il rischio di essere scoperti mentre girovagavano per la città era davvero molto alto, ma quella era sicuramente la via più breve per raggiungere Biancavilla. Altrimenti, avrebbero dovuto fare un tragitto troppo lungo e troppo pericoloso.
Una volta superata Zafferanopoli, si sarebbero diretti ad Aranciopoli senza fare altre tappe improvvise. Speravano di trovare qualche barca ancora funzionante nel porto per poter raggiungere il laboratorio del Professor Oak via mare, impiegandoci al massimo qualche giorno.
Per il momento, dovevano ancora attraversare la città color dello zafferano che, purtroppo, non poteva più essere soprannominata con quell’appellativo.
Il primo dettaglio che colpì i sei allenatori, fu lo stato di degrado in cui era sprofondata la metropoli più fiorente di Kanto, ora ridotta a niente più di una città fantasma. E, secondariamente, furono colpiti dal silenzio spettrale che si insinuava in ogni muro e in ogni fessura.
“ Che sensazione di smarrimento. ” Sospirò malinconicamente Misty ad occhi chiusi, per togliersi dalla testa quello spettacolo agghiacciante.
“ Hai ragione. Mancano solo i cespugli d'erba secca che rotolano e possiamo avere un quadretto completo. ” Commentò Ash, beccandosi molte occhiatacce dai presenti.
Come sempre, il corvino cercava di sdrammatizzare la situazione nei modi più infantili, non richiesti e, soprattutto, mal tollerati.
Pikachu si diede una zampata sulla testa, rassegnato al fatto che il suo allenatore non sarebbe mai cambiato.
“ Ti sembra il momento di scherzare? ” gli chiese, acido, Paul, cercando di mantenere una certa compostezza.
“ Non sto scherzando! ” gli rispose subito l’altro, battendo un piede a terra.
“ Non fare rumore, Ash! Meno sguardi indiscreti attiriamo, meglio è per noi. ” Lo zittì Vera, posizionandosi l’indice davanti al viso per sottolineare quello che aveva appena detto.
“ Sì. Scusami. ” Disse lui, visibilmente dispiaciuto.
Un rumore sul lato destro attirò la loro attenzione, facendoli sobbalzare e girare di scatto, guardandone la fonte con un misto tra paura e sorpresa. Non era stato nessuno a provocare quel suono, perché l’intonaco di una casa si era staccato spontaneamente dal muro, riducendosi ad un ammasso di polvere biancastra simile a gesso.
Tirarono un sospiro di sollievo, ma capirono che non potevano girare liberamente per le strade in quel modo perché sarebbero stati dei bersagli facili per dei possibili aggressori nascosti nell’ombra.
Si ripararono dentro le mura di una casa, naturalmente, dopo averne ispezionato ogni centimetro di tutte le stanze ed essersi assicurati che non ci fosse nessun altro a parte loro.
Scelsero come luogo per parlare la camera da letto del piano di sopra, apparentemente inutilizzata da parecchi anni a quella parte. I proprietari di quella villetta, probabilmente, erano fuggiti in un luogo più sicuro oppure erano entrati a far parte dell’esercito di servitori di Zuriga, cosa molto probabile.
La stanza disponeva di un letto matrimoniale posto contro la parete sinistra, le cui coperte erano velate da spessi strati di polvere e sgualcite dal tempo, da un armadio in mogano sulla destra, con la maggior parte delle antine scardinate e il legno marcio a causa dell’umidità. In una rientranza si trovava una cassettiera anch’essa ridotta nello stesso stato dell’armadio, con pochi vestiti disposti alla rinfusa che pendevano dai cassetti più alti. Ai fianchi del letto si trovavano due comodini, sopra i quali erano appoggiate delle lampade in vimini, le cui lampadine erano fulminate e incrostate dalla polvere. Una finestra scorrevole, semicoperta da una pesante tenda marrone che ondeggiava sinistramente, sospinta dagli spifferi che penetravano dalle crepe nei vetri, arieggiava il locale. Nonostante tutto, la camera continuava a puzzare di muffa. Le pareti, che una volta dovevano essere bianche, erano sporche e maleodoranti e il parquet era graffiato in vari punti e coperto dalla polvere.
Si sistemarono in punti diversi, ognuno dove preferiva e senza nessun battibecco.
Lucinda si preoccupò di tirare le tende per oscurare il luogo il più possibile, quanto bastava per non rimanere completamente al buio.
Dopo aver preso tutte le precauzioni necessarie, cominciarono a discutere sul come muoversi all’interno della metropoli senza essere beccati.
“ Credo che siate tutti d’accordo sul fatto che non possiamo muoverci liberamente per le strade come se niente fosse, vero? ” chiese Drew, cercando il consenso dei suoi compagni. Gli altri annuirono convinti e, quindi, Vera si decise a prendere parola.
“ Dobbiamo per forza passare per le vie secondarie. Sono convinta che siano più sicure delle strade principali, anche se, in questo modo, credo che allungheremmo un po’ il tragitto. ” Disse la castana, cercando di essere convincente.
“ Il solo pensiero di rimanere qui qualche ora in più mi fa rabbrividire! Meno restiamo qua e meglio è! ” esclamò Lucinda, rabbrividendo e stringendosi nelle spalle.
“ Pi! Piplup! ” concordò il pinguino.
“ In ogni caso, è meglio non correre rischi. Non ci tengo che qualcuno in particolare ci lasci le penne per la paura a causa di ogni singolo rumorino. ” Parlò, con voce maliziosa, il ragazzo dai capelli verdi, sottolineando la parola qualcuno e soffermandosi con lo sguardo su una persona in particolare.
“ Ehi! Ti riferisci a me, per caso?! ” sbottò Vera, fulminandolo con gli occhi.
“ Non fare finta di niente, Vera! Prima sei diventata più bianca di un fantasma. Ormai, lo avranno notato tutti che il coraggio è proprio quello che ti manca. ” Le rispose lui, quasi ci provasse gusto a sminuirla in quel modo.
“ Sei una peste, Drew! ” sbuffò lei, incrociando le braccia con fare stizzito.
Un suono gorgogliante interruppe, bruscamente, quel breve litigio. I presenti non si stupirono minimamente, perché avevano imparato a riconoscere quel rumore e a capirne quale fosse la fonte.
“ Fammi indovinare… hai una fame tremenda, giusto Ash? ” parlò, prima di tutti, Misty, togliendo le parole di bocca al corvino.
“ Sì, Misty! Hai indovinato! Sto morendo di fame! Anche se prima ho sgranocchiato dei biscotti, il mio stomaco non è ancora sazio! ” disse lui, ridendo in modo ebete come faceva di solito.
“ Pikaaa! ” lo rimproverò Pikachu per il suo comportamento infantile.
“ Cosa?! ” esclamarono gli altri, spalancando gli occhi e la bocca per lo stupore.
“ E dove li hai trovati i biscotti? ” domandò, curiosa, Lucinda. Avendo perlustrato la villetta in coppia con lui e non avendolo mai visto masticare qualcosa, si chiedeva quando avesse fatto una cosa del genere.
“ Piplup pi! ” si infuriò Piplup, più che altro per non averne potuto assaggiare nemmeno uno.
“ Scusatemi Lucinda e Piplup se non li ho divisi con voi! La mia ingordigia ha avuto la meglio! Comunque, li ho trovati in un armadietto nella cucina. ” Gli rispose, visibilmente dispiaciuto.
“ Ti sei mangiato dei biscotti scaduti?! ” esclamò Paul, strabuzzando gli occhi, a dir poco sconcertato.
“ No! L’avrei capita la differenza! Erano ancora caldi e riposti in una busta nuova. Erano davvero deliziosi! ” disse il corvino, leccandosi le labbra e massaggiandosi il ventre all’altezza dello stomaco.
“ Non ti è sembrata strana come cosa? ” gli domandò Drew, con sguardo interrogativo e sospettoso.
“ No! Per niente! ” gli rispose subito, con una tale semplicità che avrebbe fatto impallidire un bambino di tre anni.
“ Prova a riflettere prima di rispondere. In una casa abbandonata trovi dei biscotti ancora caldi. Cosa pensi a riguardo? ” tentò di farlo ragionare Misty, guardandolo in modo serio.
“ Speriamo che siano buoni? ” ipotizzò Ash, sperando di aver dato la risposta esatta.
“ Pika pi. ” Sbuffò il topo elettrico, vergognandosi per l’ingenuità del corvino
“ No! Stupido! Vuol dire che qua dentro c’è qualcun altro oltre a noi! ” gli inveì contro Paul, arrabbiandosi e non poco.
Dopo che il ragazzo ebbe finito la frase, sentirono dei passi frettolosi provenire dal piano di sopra e alcune voci apparentemente agitate. I sei ragazzi e i loro Pokèmon sobbalzarono, mettendosi in allerta e attendendo l’entrata in scena dei loro avversari.
Non attesero molto tempo, perché la porta si spalancò cigolando qualche secondo dopo. Fecero irruzione nella stanza un uomo e una donna, accompagnati da un piccolo Pokèmon.
La donna era alta e slanciata, con una fluente chioma rosso magenta che le ricadeva delicatamente sulle spalle e gli occhi azzurri e limpidi. Indossava un vecchio impermeabile nero carbone, sotto al quale si poteva distinguere un maglione e dei jeans del medesimo colore. Calzava un paio di stivali marroni e alle mani dei guanti di pelle consumata.
L’uomo aveva dei corti e scompigliati capelli color lavanda e gli occhi verdi come l’erba di un prato primaverile. Il suo abbigliamento era più o meno identico a quello della compagna, che si differenziava solo in pochi e pressoché minimi particolari, solo che, invece degli stivali, calzava delle scarpe da ginnastica che, un tempo, dovevano essere bianche ma che ora apparivano grigie e logore.
Il Pokèmon assomigliava vagamente ad un gatto persiano.
“ Fermi dove siete, ladri di biscot… oh! ” urlò la donna, puntandogli il dito contro con fare arrogante. A giudicare dall’espressione a dir poco infuriata sul suo volto, non sembrava aver gradito le razzie compiute da Ash nella dispensa della cucina al piano di sotto. Ella si bloccò di colpo, non riuscendo a terminare la frase, forse per via dell’evidente sgomento che stava provando in quel momento.
“ Ehi! Ma quelli sono i mocciosi! ” gridò il Pokèmon, anche lui molto sbigottito di trovarsi al cospetto dei ragazzi.
I sei allenatori sembravano anche loro basiti. Come poteva essere che un Pokèmon fosse in grado di parlare la lingua degli umani? E, per giunta, li aveva pure chiamati mocciosi! Nella loro testa una lampadina si accese come un fulmine a cielo aperto, che li portò tutti ad un unico e rapido ragionamento: esisteva solo un Pokèmon capace di fare una cosa del genere. E quel Pokèmon era proprio il Meowth appartenente al Team Rocket!
“ Il… il Team Rocket? ” balbettò il corvino, sorpreso quanto i suoi interlocutori.
“ Pika pika pi! ” squittì Pikachu, saltando giù dalla spalla del suo allenatore e mettendosi sulla difensiva.
“ Cosa ci fate voi qui? ” domandò James, serrando i pugni ai lati del corpo.
“ Forse questo dovremmo chiedervelo noi! ” gli rispose Misty, frustata dal fatto di essere incappati proprio nella banda di ladri che non le aveva mai dato pace durante i suoi viaggi con Ash.
“ Pfui! Sempre i migliori sopravvivono! ” esclamò Lucinda, cercando di usare il suo migliore tono sarcastico.
“ Piplup pi piplup. ” annuì il pinguino, mettendosi a braccia conserte sulla testa della padrona.
“ Ma possibile che dobbiamo avervi sempre tra i piedi?! ” gridò, esasperata, Vera, cercando di mantenere un certo tipo di calma.
“ Aspettate un attimo! Chi sono questi tre? ” li interruppe Drew. Evidentemente, i suoi ricordi erano molto vaghi in proposito.
“ Non ti ricordi? Quella banda di ladri di Pokèmon con cui hai avuto a che fare più di una volta! ” gli spiegò Vera, scocciata dalla loro sola presenza.
“ Ah, sì! Ora mi ricordo di quei pagliacci! ” esclamò il ragazzo, subito dopo che la castana ebbe terminato la frase.
“ Ehi! Anche se non facciamo più parte del Team Rocket, che è ormai defunto, non vi permettiamo di trattarci in questo modo! ” gridò, infuriata, Jessie, stringendo i denti per l’offesa ricevuta.
“ Più che pagliacci, sono dei perdenti totali. ” sbuffò Paul ad occhi chiusi, ricordandosi di quei tre buffoni che aveva conosciuto a Sinnoh.
Dopo questo ultimo insulto, Jessie non riuscì più a controllare la rabbia e stava per spiccare un balzo verso i due, con tutta l’intenzione di vendicarsi. Da ragazza le capitava spesso di perdere le staffe e, tutt’ora, non aveva rimediato a questo brutto difetto. James la trattenne per la manica del vestito, aiutato anche da Meowth nell’impresa. La ragazza si dimenava come un’anguilla e non sapeva per quanto avrebbe potuto resistere ad una forza pari ad una mandria di Tauros infuriati.
“ Non tentate di cambiare discorso! Chi si è mangiato i biscotti che avevamo preparato con tanta cura? ” chiese il ragazzo, squadrando i sei ragazzi alla ricerca del possibile colpevole di tale reato. Ripensando a tutta la fatica che lui e i suoi compagni avevano fatto per trovare solamente gli ingredienti, gli veniva da piangere per il fatto di non averne potuto assaggiare neanche uno.
L’attenzione era tutta focalizzata su un unico individuo presente in quella stanza, niente di meno che Ash Ketchum. Probabilmente, si aspettavano che dicesse qualcosa in sua difesa oppure che avesse almeno il coraggio e la dignità di ammettere le sue colpe.
Il corvino, invece, si chiedeva il perché di tutti quegli sguardi e, quando ne capì il motivo, ridacchiò lievemente.
 “ Ecco… li ho mangiati io. ” Confessò, mantenendo un’espressione sorniona stampata in viso.
“ Brutto ladruncolo! Ora dovrai procurarcene altri! ” disse Meowth, ora arrabbiato quasi quanto Jessie per la perdita subìta. Erano anni che non mangiavano qualcosa di buono come un biscotto fragrante e appena sfornato. Aveva avvertito i suoi due amici che sarebbe stato meglio mangiarli subito invece che conservarli in un posto così in vista. Si maledì mille volte per non aver insistito più di tanto. Ormai, era troppo tardi per rimpiangere quei dolci.
 
 
Quella sera, una luna crescente era riuscita a penetrare fra le dense nubi nerastre che ricoprivano tutta la volta celeste, presenti sin da quando lui aveva rimesso piede nel mondo reale dopo millenni. I timidi raggi biancastri illuminavano in piccola parte la vallata che si estendeva al di sotto della fortezza, ma non erano sufficienti a rischiarare completamente il paesaggio caratterizzato da un inverosimile colore violaceo. Era un evento alquanto raro, che si verificava solo in particolari nottate, dove ogni requisito necessario per la sua avvenente apparizione veniva pienamente soddisfatto.
Quando questo succedeva, si concedeva la libertà di uscire dai suoi appartamenti per ammirarla dal punto più alto del palazzo, dove era ben visibile e dove, soprattutto, nessuno avrebbe mai notato la sua presenza. Perché non voleva essere sorpreso ad ammirare quella palla bianca e lucente, ci teneva a mostrare un profilo alto davanti ai suoi servi. I sentimenti possono essere una grave debolezza e lo aveva imparato a sue spese. Quindi, era meglio tenerli nascosti ed evitare di mostrarli in pubblico. Perchè, altrimenti, chiunque avrebbe potuto usarli contro di te.
Il motivo per cui sentisse il bisogno di godersi quel raro evento non lo conosceva con certezza nemmeno lui. Ma, ogni volta che se lo concedeva, si sentiva quasi in pace con se stesso e non profondamente adirato come al solito. E, forse, anche il dolore scivolava via lentamente minuto dopo minuto, ma il solo svantaggio era che ritornava, puntualmente, quando la luna spariva dietro le nubi.
In quei preziosi momenti passati ad ammirare gli astri, molti ricordi riaffioravano nella sua memoria. La maggior parte, erano incentrati su di lei, quando, insieme, ammiravano uno spettacolo molto simile, incuranti di tutto il resto.
Ma i ricordi tristi superavano di gran lunga quelli più felici, perché ti segnano nell’animo fin nel profondo, cancellando gli altri.
Non l’avrebbe più rivista perché non poteva e, soprattutto, non voleva ritrovarsi nuovamente al suo fianco. Lo aveva tradito e non la avrebbe mai perdonata per l’affronto.
Lei apparteneva solo al passato e ora doveva tendere al suo futuro. Un futuro in cui i suoi sforzi sarebbero stati ricompensati da un potere illimitato, cercato disperatamente da anni e che, finalmente, avrebbe ottenuto.
 
 


Ciao a tutti!
Beh, era da tanto che non aggiornavo, vero? Avevo bisogno di riorganizzare le idee per questa fanfiction a cui tengo particolarmente.
Tutti, penso, avrete notato il cambio di titolo, giusto? Spero che vi piaccia, anche perché quello vecchio non andava più bene e questo mi soddisfa molto più del primo. Ci tengo a ringraziare Pokelyoko_Pearlshipper perché mi largamente ispirato!
Scommetto che il titolo del capitolo ha fatto smuovere qualche rotellina nel vostro cervello, vero? Da questo, credo che possiate facilmente dedurre quale sarà il titolo del prossimo cappy.
Fatemi sapere cosa ne pensate anche con una piccola recensione. Come sapete,ogni puntualizzazione, commento o critica è ben accetta!
Ringrazio le persone che hanno recensito il capitolo precedente quali:
- Alesaphi24
- CrystalHika
- Pokelyoko_Pearlshipper
- Soul Shining
- Kuroitsuki_
Ringrazio anche coloro che hanno inserito la storia fra le preferite, le ricordate e le seguite ( state diventando davvero tanti! ) e anche i miei fedelissimi lettori silenziosi!
Bene. Speriamo di vederci presto!
Bye Bye!!!
 
Silver Star
 
 

  
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