Wizards go skiing

Ron era molto nervoso. Iniziava a pentirsi della promessa fatta alla sua cara moglie, la quale era in dolce attesa.
Perciò non aveva osato contrariarla, perché si sa, le donne incinte sono piuttosto suscettibili; almeno così gli aveva detto George, dopo aver ricevuto in testa un’arancia da una delle migliori cacciatrici della squadra di Grifondoro per un commento troppo azzardato. Inoltre non voleva mostrare che in realtà aveva una fifa blu di quel cosiddetto “sport”.
Aveva spesso deriso i babbani per la loro fissa di scivolare giù dalle montagne con dei curiosi aggeggi ai piedi, e mai avrebbe pensato di trovarsi, anni dopo, intento proprio in quel passatempo. O meglio in quell’incubo.
Dai che da vedere sembra facile, pensò il giovane mago, non devo fare altro che lasciarmi andare e piegare appena le gambe.
Ammesso che la sua teoria fosse giusta, c’era un piccolo problemino.
Le suddette gambe avevano momentaneamente preso le sembianze del budino che piaceva tanto a Lunatica.
“Roon? Ma dove sei? Ancora lì! Ma che aspetti a raggiungermi? Sbrigati che fra poco è il nostro turno!” 
Una figura fasciata in una tuta da sci fece un gesto di incoraggiamento, e Ron non poté fare a meno di ammirare, anche in un momento di terrore come quello, la bellezza della sua amata. Riusciva ad apparire splendida perfino con quei buffi vestiti addosso, impresa che ha lui risultava un tantino più difficile.
Deglutì, impaurito e indeciso. Non voleva assolutamente far notare ad Hermione che non era per niente sicuro di arrivare in fondo alla corta discesa che lo separava dalla fila vivo, e per lo stesso identico motivo non voleva muoversi.
“Che Merlino mi aiuti!”
Si diede una lieve spinta, che data l’inclinazione bastò a farlo partire, e scese a stile valanga, con le braccia spalancate a mo’ di aeroplano, un po’ per paura (anzi, quasi solo per quello), un po’ perché aveva visto un bambinetto fare la stessa cosa. Se ci riusciva lui. Prese velocità in modo allarmante, e non aveva la più pallida idea di come fare per curvare.
Vide le assi di legno del balcone panoramico avvicinarsi in modo allarmante, e si mise a farfugliare con preoccupazione crescente.
“Frenate, stupidi aggeggi!” Maledizione dov’è la mia bacchetta… ” Frenate!”
SBAM! Si schiantò con fragore contro la staccionata.
 Accidenti a quegli abiti ingombranti, gli impedivano di arrivare velocemente all’unico mezzo in grado di aiutarlo.
“Ron ma che fai? Guarda che io sono qui” Hermione non riuscì a trattenere una risata.
Come donna intelligente qual era, si era resa perfettamente conto dello stato del marito, ma non disse nulla, sapendo quanto era orgoglioso.
“Ehm…Niente, volevo solo guardare un po’ il paesaggio”
Rispose Ron, con fare innocente.
E questa è fatta, per un po’ siamo a posto, pensò sollevato Ron.
Non sapeva quanto si sbagliava.
Il secondo problema non tardò ad arrivare.
Il giovane uomo era ancora deciso a fare la parte del duro, e decise di fare finta di niente riguardo al piccolo disguido precedente.
Quando Hermione gli aveva fatto la proposta di prendere prima lezioni di sci, dato che essendo un mago non aveva mai praticato quello sport, aveva rifiutato, ostentando una sicurezza che non possedeva, anche perché non aveva nessuna voglia di tornare a scuola, per una cosa così imbarazzante e a suo parere stupida, poi.
Oltretutto tempo prima aveva detto, in un momento di eccessiva allegria, che chiunque sarebbe riuscito a sciare, lui sicuramente, e non voleva essere costretto a rimangiarsi le sue parole, facendo così una figuraccia.
“Ma quelli cosa sono?” Esclamò allarmato il mago, quando si trovò a meno di un metro da degli aggeggi appuntiti che trasportavano velocemente la gente. Notò che assomigliavano a quelli che buttavano in mare sulle navi.
“Sono ancore, servono a farci arrivare in cima più velocemente. Ma tu questo lo sai già, no?” Disse serena e maliziosa Hermione, intenta a godersi rilassata il sole di montagna, assaporando la sua lenta e innocente rivincita sulla scommessa silenziosamente fatta dai due.
Ron deglutì nuovamente, quegli affari non gli piacevano per niente.                               
Osservò come si comportavano quelli davanti a lui. Sembrava si sedessero. Forse non era difficile.Purtroppo quella speranza ce l’aveva anche prima.
Merlino, salvami! Pensò intensamente il ragazzo.
“Su, andiamo” Fece tranquilla Hermione, prendendo Ron per mano, in modo che non rimanesse indietro.
Lui, impacciato com’era, non poté fare altro che seguirla, e si voltò preoccupato a vedere l’ancora alle sue spalle che si avvicinava.
Proprio prima che gli arrivasse in testa un uomo barbuto la abbassò, e lui, sollevato, si sedette. Errore clamoroso.
Il breve appoggio che l’affare gli aveva fornito svanì, e lui si ritrovò per terra, tra un turbinio di bastoni e sci, trascinando con sé Hermione.
I due caddero con un sonoro tonfo, ed Hermione era indecisa se scoppiare a ridere o se arrabbiarsi.
Alla fine schioccò un sonoro bacio sulla guancia arrossata del marito.
“Allora, com'è che lo può fare chiunque?”
Ron, spaventato e disorientato per l’accaduto, si rese appena conto del bacio ricevuto, e farfugliò qualcosa senza senso, del tipo:
“Dovevo chiedere aiuto ad una celebrità meno impegnata…”
Hermione, nonostante non avesse capito la battuta, rise nuovamente, nessuno poteva eguagliare il suo orsacchiotto impacciato!



Angolo dell'autrice

Salve a tutti!
Spero che il mio delirio in tema vacanziero vi strappi qualche risata, ovviamente Ron non sa sciare ma si vergogna di ammetterlo…;)
il bambinetto che stendeva le braccia a mo di aeroplano stava solo scimmiottando il suo maestro, ma lui mica lo sa!
Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate, qualsiasi commento è il benvenuto, positivoo negativo. Vi prego solamente di tenere conto del fatto che è la mia seconda one-shot e storia in assoluto.
Grazie per essere passati!
Claire