CAPITOLO 3
Battria 345
a.C.
Era una notte buia e senza luna, nel cielo le stelle
brillavano di una luce particolare, intensa ma nello stesso tempo inquietante. Non
era una notte come le altre, si respirava un’atmosfera particolare, qualcosa di
indefinibile era nell’aria, qualcosa di poco rassicurante.
Moxyur si ripromise che avrebbe interrogato gli dei il
giorno dopo perché, a quel punto, era troppo tardi per organizzare la
cerimonia.
Chiamò i suoi discepoli per dare istruzioni al
riguardo.
Quando giunse l’ora di ritirarsi decise di fare un
giro al di fuori del palazzo per verificare che tutto fosse in ordine e che le
guardie non si fossero addormentate. Capitava spesso che alcune di loro, nella
solitudine e nel silenzio della notte, cercassero compagnia nel vino o in qualche
liquore di erbe soprattutto in quel periodo di festeggiamenti.
Uscito dalla porta secondaria del piccolo tempio, si ritrovò
nella striscia di giardino che circondava le mura del palazzo.
Quella era la migliore posizione per avere una visuale
completa sulla parte antistante al palazzo. Guardò verso il portone principale
dove le due guardie erano al loro posto. Tutto sembrava in ordine. Ebbe la
tentazione di scendere fino alla stazione di guardia per controllare meglio
perché le guardie erano diventate bravissime nel riuscire a fare delle dormitine nelle posizioni più
strane ma poi decise di lasciar perdere.
Girò l’angolo e alzando gli occhi al cielo, la vide.
Era una stella più grossa delle altre in una posizione
nella quale non avrebbe dovuto esserci nessuna stella nota.
Moxyur oltre alle funzioni di indovino, consigliere e
medico di corte aveva anche quella di insegnante e una tra le tante materie che
insegnava era la conoscenza dei corpi celesti.
Si fermò ad osservare attentamente quell’anomalia
celeste. La stella, sempre che fosse
veramente una stella, si stava avvicinando diventando sempre più grossa e
luminosa.
Un senso di terrore freddo lo pervase, avrebbe avuto
voglia di correre al’interno del palazzo, chiudersi nella sua stanza e infilarsi
sotto un bel mucchio di coperte per dimenticarsi del fenomeno ma la sua
curiosità ebbe la meglio sulla paura e quindi rimase ad osservare lo strano
fenomeno anche se ciò poteva comportare un qualche pericolo per la sua
sicurezza.
L’astro sarebbe potuto cadere nelle vicinanze o
addirittura colpire una delle strutture del palazzo.
“ Il Palazzo …” Il pensiero arrivò improvviso e il
dubbio gli attanagliò le viscere.
“ Se ci fosse pericolo per il mio Signore e la mia
Signora? Se non dovessi dare l’allarme e dopo fosse troppo tardi? “
Moxyur non poteva essere certo definito un tipo
coraggioso ma di una cosa si poteva essere certi, avrebbe dato la sua vita per
la salvezza dei suoi signori.
“ D’altra
parte se dovessi dare l’allarme e non dovesse succedere proprio nulla
rischierei ben più di un semplice rimprovero. Di eunuchi ce ne sono già
abbastanza a palazzo. “
Alla fine scelse di attendere, di osservare e poi decidere solo all’ultimo
momento, sperando che tutto finisse bene.
La stella continuò la sua discesa e i numerosi cani,
avvertendo il pericolo imminente, cominciarono a ululare come lupi.
Anche le guardie si accorsero della strana luce che
stava squarciando le tenebre della notte. Tutti gli sguardi erano rivolti al
cielo.
La luminosità divenne talmente forte che tutti i
presenti dovettero chiudere gli occhi. Alcuni di loro si inginocchiarono tenendosi
la testa tra le mani e incominciarono a pregare i loro dei, altri urlarono per
il terrore maledicendo tutti e tutto.
Quando ormai la sicurezza di stare per morire si
radicò in ognuno di loro, il fenomeno si esaurì da solo e il buio della notte
tornò a regnare.
Come era iniziata la luce sparì senza lasciare tracce.
Tutto tornò alla normalità, almeno lassù nel cielo, mentre nel palazzo il caos
era sovrano; la gente correva ovunque, le famiglie si riunirono nuovamente e
piangendo, controllarono che tutti stessero bene.
La guardia personale di Oxiartes, il Satrapo del
palazzo, al giungere delle prime urla di spavento, si strinse immediatamente intorno ai due sovrani che in quel momento si
trovavano nelle loro stanze, attigue a quelle delle guardie.
Oxiartes corse subito nella stanza della regina e fu
molta la sua meraviglia nel trovarla ancora addormentata nonostante l’enorme
confusione causata da quell’evento anomalo.
Con gentilezza scosse il braccio della moglie che con la
grazia che le era propria, aprì gli occhi.
Senza meravigliarsi di avere tutte quelle persone
intorno al proprio letto, disse invece:
– Stiamo aspettando una figlia, mio signore ! –
L’affermazione lasciò senza fiato Oxiartes. In un
primo momento pensò che la moglie fosse impazzita per lo spavento avuto, poi
visto che gli occhi della moglie erano tutto all’infuori degli occhi di una
pazza, considerò l’affermazione della consorte per il suo effettivo significato.
“ Aspettiamo una figlia “ pensò “ Cosa vuol dire? …
Non sarà che …”
Oxiartes aveva dei buoni motivi per essere sconcertato
per la cosa. Non era affatto certo di poter aver collaborato al concepimento
della bambina visto i suoi continui viaggi per il regno ma quello che era
ancora più lo sconcertava fu il fatto che la moglie sembrasse così sicura della
cosa, cioè di essere incinta e per di più di una bambina. Fino alla sera prima
non ne aveva fatto parola. Cosa stava succedendo quella notte?
Cercò di riprendere il controllo della situazione.
– Come fai ad esserne così sicura, mia cara? –
Chiese il satrapo ignorando i sorrisini delle guardie
presenti che evidentemente avevano fatto i suoi stessi calcoli sui i suoi
viaggi e le sue assenze.
– Mi è stato rivelato questa notte … La luce … Un uomo
o uno spirito, non so cosa fosse realmente … Ma io gli ho creduto, so che detto
la verità. –
I presenti si guardarono in faccia e i sorrisi
scomparvero dai loro volti. L’ombra dell’ipotetica pazzia della moglie tornò a
invadere i pensieri del sovrano ma scartò ancora una volta quell’ipotesi.
Oxiartes avrebbe voluto replicare alla moglie che
erano tutte sciocchezze, che era stato tutto un sogno ma gli avvenimenti di
quella strana notte lo indussero a rimanere in silenzio.
Il giorno dopo, interrogati dal Satrapo, molti
giurarono di aver sentito anche una soave melodia negli istanti in cui la luce
era al suo massimo splendore ma nessuno seppe dire altro riguardo alla strana
luminosità.
In breve tempo il fenomeno venne dimenticato da tutti
tranne che dal sovrano, il quale incaricò Moxyur di verificare discretamente se
la moglie fosse effettivamente incinta.
Il medico dopo una breve visita confermò lo stato di
gravidanza della regina e Oxiartes si convinse (anche per sua convenienza) che
qualcosa di sovrannaturale fosse accaduto quella notte e accettò il fatto che
presto sarebbe diventato padre.
La bambina nacque esattamente nove mesi più tardi.
Oxiartes decise che il suo nome sarebbe stato Roshana,
cioè Piccola Stella, in ricordo della notte del concepimento.