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Autore: Volleydork    17/02/2013    2 recensioni
Avevo sempre cercato di avere tre certezze nella vita, tutte irrimediabilmente distrutte.
La prima era che le fette di pane imburrato cadono, sui vestiti, dalla parte del burro. Abigail mi aveva dimostrato il contrario. Forse aveva a che fare con l'essere figlia della dea dell'amore.
La seconda era che nessuno dormiva con tanto gusto con quanto lo facevano i gatti. Tristan si era dato da fare a disilludermi anche su questo, addormentandosi sotto i miei occhi durante una lezione di traduzione.
La terza era che non c'erano altri campi per semidei oltre al mio. Ma, stando alle parole di Elliott, mio padre e compagnia non erano gli unici a essersi impegnati sotto questo aspetto.
Perché, va bene tutto, va bene che arriva la fine del mondo e tutto il resto, ma preferirei che non dovessimo chiedere aiuto a quei fricchettoni degli dei greci...
Ah, scusate! Non mi sono presentata: io sono Selina Potter, figlia di Odino.
***
E io non ho ancora finito di ammorbarvi con le mie long su Percy Jackson.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: Per ragioni di trama mi sono vista costretta a cambiare il titolo del prologo. Solo per avvertirvi.

 

Sarebbe meglio non essere una testa calda, ma così è tutto più semplice




Mi dispiace annunciarvi, cari semidei e caro fratellastro – aggiunse rivolta a Tristan – che non posso aiutarvi in alcun modo. Si da' il caso che l'anima di Balder non è qui e non c'è mai stata.”
C-cosa vuoi dire?” balbettai.
Che qualcuno l'ha rapita.”

Guardai Hel con aria vacua.
"Eh?" chiesi.
Hel sospirò.
"L'anima di Balder è stata rapita, ottusa semidea. Devo ripeterlo?"
Abbassai lo sguardo.
"Merda," osservai con la mia tipica raffinatezza.
"Sono d'accordo," concordò Abigail.
Tornai a guardare la dea.
"Hel, hai idea di chi possa averla rapita? Se si è dispersa da qualche parte?"
Lei si strofinò la fronte con la mano sana.
"Che sia dispersa è ovvio. Ma, ragazza, passo ogni istante della mia quasi immortale vita in questo posto. Credi che possa sapere nei dettagli quello che accade all'esterno?"
"Sapevi della morte di Balder," sottolineai.
"Io e le anime abbiamo un rapporto particolare. Le sento quando si separano dai corpi. Il figlio di Ade dovrebbe saperlo."
Nico la guardò sorpreso.
"Come...?"
"Porti un anello con un teschio, la maglia con gli scheletri e hai una spada di ferro dello Stige. Il messaggio è abbastanza esplicito."
Il ragazzino chiuse la bocca.
"Non ho idea di dove sia l'anima di Balder continuò la dea ma una cosa posso dirvela: le Norne sanno qualcosa."
"E chi te l'ha detto?" dissi in tono inquisitorio.
"Anime. Uomini morti che nel loro viaggio per raggiungere gli Inferi le hanno viste discutere con tre uomini."
"Tre?" esclamai.
Hel annuì.

Andate da loro, forse possono darvi delle risposte,” ci incitò.
Annuii con veemenza.

Andremo dalle Norne.”
Mi alzai in piedi velocemente, quasi travolgendo Luna, inginocchiata alle mie spalle. A metà strada dall'uscita dalla sala, mi ricordai di congedarmi con cortesia. Guardai Hel e mi inchinai.

Grazie del suo aiuto, divina Hel.”
Lei fece un sorriso spento.

Di niente.”

Al ponte d'oro ci aspettava Modhgudhr. Strinsi gli occhi irritata quando la vidi.

Tu sapevi che Balder non era arrivato," insinuai.
Lei annuì senza staccare gli occhi da una tavoletta per gli appunti su cui aveva segnato i nomi di tutti i morti in arrivo.
"Deve essere molto triste stare qua sotto, se il più grande divertimento è far perdere tempo alla gente,” sibilai.
Modhgudhr si strinse nelle spalle.

Anche i più spiritosi non hanno voglia di fare battute, quando arrivano qui. Mi arrangio come posso,” spiegò.
Ripensai al sorriso spento di Hel e alla malinconia nella sua voce quando stavamo uscendo dalla sala e mi resi conto che, in effetti, passare tutto il tempo con i dannati non doveva essere uno spasso.

Oh, be' – commentai – poteva andarti ancora peggio.”
Modhgudhr mi guardò con aria interrogativa.

Potevi essere uno dei dannati.”
Detto questo attraversai il ponte, seguita dai miei compagni. Il viaggio per uscire all'aria aperta durò lo stesso tempo dell'andata, ma da una parte era più difficile perché la strada era abbastanza in pendenza, dall'altra più facile, perché una cosa è dirigersi verso il cuore del regno dell'oltretomba, mentre ad andartene sei molto più motivato.
"Tu come spiegheresti che ci sono due regni dei morti?"
Sobbalzai e alzai lo sguardo su Annabeth, che mi squadrava con i suoi profondi occhi grigi. Boccheggiai in cerca di una risposta che non avevo.
"I-io... non lo so..."
Lei si mordicchiò un'unghia fissando il terreno mentre camminava. Rimase in silenzio per qualche minuto, durante i quali un paio di volte mi toccò afferrarla per un braccio affinché non andasse a sbattere contro le pareti del tunnel.
"Potrebbe essere che una parte siano semidei figli di divinità norrene, e i loro parenti, o uomini che per il loro comportamento sono più vicini alla mentalità degli dei germani-"
La interruppi bruscamente.
"E se fosse semplicemente un caso che parte delle anime vada in un posto e l'altra in un altro?" sbuffai.
Annabeth mi guardò con aria pensierosa e schioccò le dita.
"Non ci avevo pensato."
Alzai gli occhi al cielo e mi accorsi che eravamo arrivati all'uscita della grotta. Ci inerpicammo uno alla volta all'aria aperta e ci guardammo in giro, incerti su cosa fare.
"Andiamo a parlare alle Norne?" propose Abigail.
Annuii: non avevamo altra scelta.

Tornammo sul Bifrost. Eravamo tutti ancora parecchio scossi dalla visione dei corpi straziati dei dannati. Gettai un'occhiata in basso, tra le radici di Yggdrasill, dove Nidhoggr giaceva attorcigliato. Le Norne da quell'altezza non erano altro che tre puntini.
Ciononostante eravamo già abbastanza in basso, non avevamo bisogno che Ratatoskr ci desse un passaggio. Annabeth aveva l'aria di non essersi ancora messa il cuore in pace sulla questione dei due mondi infernali, ma mi mancava la voglia di sostenere una conversazione minimamente seria con lei e il suo cervello, sicura che la mia autostima ne sarebbe uscita distrutta. Le mie capacità intellettive erano il minimo indispensabile che si richiede a un guerriero che deve cavarsela anche nella natura – e deve sapere che non deve mangiare quelle piante, a meno di non voler avere un mal di pancia molto brutto, diciamo terminale. Tra tutti i ragazzi del Campo Mezzosangue, probabilmente quello con cui mi sarei sentita più a mio agio era Percy. Non avevo passato molto tempo con lui, ma avevo questa impressione dall'inizio del viaggio. In un momento di improvvisa socialità, mi avvicinai a lui.
Mi schiarii la voce.

Contento di tornare all'azione? Ho sentito che hai avuto parecchio da fare durante la guerra con i Titani.”
Lui si guardò in giro prima di rispondere.

Se mi avessi fatto questa domanda al campo ti avrei detto che ne avrei fatto a meno... Ma devo ammettere che sono troppo abituato a cacciarmi nei pasticci per apprezzare un lungo periodo di tranquillità.”
Sorrisi.

Qual è il guaio più grande in cui ti sei cacciato?”
Fammi pensare – fece una pausa. – Forse quando sono scappato dal campo tre anni fa con Annabeth e Tyson per-”
Tyson?” lo interruppi.
Il mio fratellastro. É un ciclope.”
Oh. Allora non è tanto strano che Tristan sia il fratellastro di un lupo, una dea, un serpente gigante e tre streghe.”
Percy mi rivolse uno sguardo impressionato.

Loki è il padre di tutta quella gente?”
Sì.”
Caspita.”
"Sai, invece il mio fratellastro è Thor," gli dissi con un certo orgoglio.
"Quindi in pratica Adam è tuo nipote?" chiese Percy divertito.
La sua domanda mi spense come una candela.
"Quindi una ipotetica relazione tra noi sarebbe incesto?" pensai.
Non ci avevo mai pensato, l'avevo sempre adorato come una rimbambita. Percy si accorse del mio cambiamento d'umore.
"Ho detto qualcosa che non va?"
Scossi la testa.
"No, stai tranquillo. Come mai siete scappati dal campo? Ti ho interrotto mentre raccontavi."
"Allora..." Percy riprese il filo del discorso. "C'era stato un casino per l'avvelenamento dell'albero di Talia, quello che protegge i confini del campo, e hanno incolpato di questo Chirone, che è stato costretto ad andarsene per essere sostituito da Tantalo. Quando poi Tantalo ha dato a Clarisse l'impresa per andare a salvare Grover – il mio amico satiro – io, Annabeth e Tyson abbiamo deciso di scappare dal campo per trovare Grover al posto di Clarisse.”

Poca fiducia nelle capacità della ragazza?”
Penso che se fossi rimasto al campo e Grover non fosse stato salvato, non avrei mai potuto perdonarmelo. Senza contare che probabilmente sarei morto.”
Aggrottai le sopracciglia, perplessa.

Primo: credevo fosse Annabeth la tua ragazza. Secondo: va bene avere grandi passioni da ragazzini, ma uccidersi a tredici anni per un innamoramento mi sembra eccessivo.”
Percy scoppiò a ridere.

No, sarei morto per il legame empatico che io e Grover abbiamo,” disse cercando di soffocare le risate.
Continuo a non capire. E non ridere!” protestai imbarazzata.
Scu-scusa!”
Riuscì a calmarsi prima di avere un attacco al cuore.

Scusa davvero, ma mi hai fatto venire in mente che una volta una figlia di Afrodite ha fatto un disegnino di me e Grover abbracciati sulla spiaggia, spiegando che per lei saremmo stati una bella coppia.”
Sorrisi mettendomi una mano sulla fronte.

Oh, lo conosco quel tipo di ragazze. Non riesco neanche a contare tutte le volte in cui Abby ha cercato di spiegarmi perché Sherlock Holmes e Watson sono fatti uno per l'altro. Però devi spiegarmi questa storia del legame empatico.”
Si tratta di una sorta di connessione mentale che i satiri possono instaurare con un semidio. Percepiamo i pensieri uno dell'altro, ma se uno dei due muore, rischia di morire anche l'altro.”
Ah.”
Percy spostò una ciocca di capelli che gli era finita davanti agli occhi.
"Cambiando discorso, cosa hai intenzione di fare da adulta? Resterai al campo a fare l'istruttrice o andrai al college?"
Piegai la testa da un lato mentre riflettevo.
"Istruttrice no, sono assolutamente incapace di insegnare e ho molta poca pazienza. Non l'ho detto a nessuno - e in effetti non so perché lo sto dicendo a te -, ma il mio sogno è quello di aprire un ristorante."
"Davvero?"
Ora che finimmo la chiacchierata, eravamo arrivati ai piedi del gigantesco albero cosmico. Paradossalmente l'erba che cresceva attorno alle radici non era proporzionata alle dimensioni di Yggdrasill, altrimenti ci saremmo trovati a dover attraversare una foresta.
"Cosa cercate?"
Come un sol uomo ci girammo tutti verso la voce, che apparteneva a un'ossuta bambina sui dieci anni dal viso cavallino, con i capelli rossi intrecciati di fiori e i penetranti occhi azzurri. Sedeva a gambe incrociate su un grosso masso e faceva collane di fiori. Indossava un vestito da contadina medievale, di grezzo tessuto marrone pieno di toppe, aveva i piedi scalzi e dalla tasca del grembiule spuntavano numerosi fili di diversi colori.
"Ogni tanto le mie sorelle mi lasciano venire a distrarmi qui. Lavoro tanto, sapete," spiegò mentre tornava al suo svago.
"Sei una delle Norne, vero?" chiese Annabeth.
La bambina inclinò la testa da un lato.
"Hai ragione, sono Urdr."
Saltò giù dal masso con un movimento goffo.
"Volete venire a parlare con le mie sorelle? Vi posso portare da loro."
Senza aspettare la nostra risposta si incamminò verso l'albero. Ci affrettammo a seguirla. Non impiegammo tanto tempo a raggiungere le Norne. Ormai le potevo vedere lavorare all'arcolaio, quando ci trovammo ad affrontare fisicamente il nostro primo nemico. A qualche decina di metri dalle Norne, Urdr fece uno scatto e raggiunse le sorelle e, con una velocità di cui non credevo fosse capace un essere di quelle dimensioni, Nidhoggr strisciò alle sue spalle, bloccandoci la strada. Pur avendo solo due zampe, era molto agile, e la testa del mostro era grande quasi come la mia camera da letto al campo. I suoi enormi occhi gialli ci scrutarono senza emozioni.
"Non vi preoccupate, non dovete ucciderlo! Basta che lo colpiate nel punto giusto e vi lascerà passare!" gridò Urdr.
"Puoi anche dirci quale punto dobbiamo colpire?" chiese Percy.
Udii la risata della bambina da dietro il drago.
"Secondo voi?"
Il figlio di Poseidone non rispose e tolse il cappuccio a Vortice. Anch'io impugnai la mia ascia Alle mie spalle sentii gli altri sguainare le proprie armi. Abigail fece qualche passo indietro, incoccando una freccia sull'arco, e Luna le si affiancò per proteggerla nel caso in cui Nidhoggr l'avesse attaccata direttamente. Gli altri si disposero in linea di fianco a me. Vidi Tristan andare vicino ad Annabeth. Giusto, i due cervelloni si dovevano consultare su quale fosse il punto da colpire del serpente. Che lo volesse ammettere o no, Tristan aveva un gran cervello. Solo lo usava nel modo sbagliato.
Stranamente il serpente non aveva ancora fatto niente per attaccarci, si limitava a fissarci sibilando minaccioso.
"Non può essere così semplice," sibilò Nico di fianco a me.
Mi girai verso Abigail.
"Prova a colpirlo."
Lei annuì e scoccò la freccia, mirando a uno degli occhi. Prima che potesse colpirlo, il serpente di spostò, e attaccò Clarisse, che si era posizionata alla fine destra della fila. La figlia di Ares si scansò e cercò di contrattaccare, ma l'animale stavolta riuscì a colpirla con una zampa, reggendosi goffamente sull'altra. Intanto Adam, che si trovava di fianco a Clarisse, aveva vibrato un colpo sul collo di Nidhoggr, che quello sembrò a malapena sentire. Quando il ragazzo attaccò di nuovo dopo che il serpente ebbe colpito Clarisse, il serpente dovette rendersene conto. Si girò furioso verso Adam e cercò di morderlo. Il figlio di Thor scansò l'attacco saltando da un lato e lasciando così scoperto Nico. Il figlio di Ade venne subito affiancato da Talia, Percy e Annabeth. Intanto Abigail bersagliava Nidhoggr di frecce. Cercai di avvicinarmi alla testa del mostro per affrontarlo, ma venni trattenuta da Tristan.
"Che c'è?" esclamai.
"Il serpente non si fa problemi ad alzare la testa e a mostrare il petto, probabilmente il suo punto debole si trova sulla testa. Dobbiamo salirgli in groppa," mi spiegò in tono concitato.
"E una volta saliti, come facciamo a capire dove colpire?"
"Si tratta di un punto in cui molti devono averlo già ferito, ci sarà qualche cicatrice," mi spiegò.
"D'accordo."
Girammo alle spalle di Nidhoggr mentre gli altri lo tenevano occupato. Tristan intrecciò le dita per fare una sorta di gradino con cui darmi la spinta e saltare più in alto possibile. Poi mi sarei dovuta ancorare al corpo dell'animale con l'ascia. Non il migliore dei piani, ma era il massimo che si potesse ideare mentre si era attaccati da un serpente gigante. Come previsto non raggiunsi la schiena dell'animale e dovetti piantargli l'ascia nella carne per non cadere. La cosa non lo lasciò indifferente. Nidhoggr emise un verso di dolore e cercò di scrollarsi di dosso me. Quando si fu calmato tentai di arrampicarmi, ma riuscii a farlo solo quando Tristan venne nuovamente a farmi da gradino lasciando che appoggiassi i piedi sulle sue spalle.
Mi trovai a strisciare sulla schiena dell'animale fino a raggiungere la testa. Che mi alzassi in piedi era escluso. Mi guardai un po' in giro e alla fine notai una cicatrice al centro della nuca. Mi ci avvicinai, attenta a non cadere, e vibrai un colpo. L'animale di immobilizzò e cominciò a strisciare via. Mi lasciai cadere giù dal mostro a corpo morto. Una cosa stupida, a pensarci a posteriori: avrei potuto uccidermi atterrando sulla mia ascia. L'impatto con il terreno fu meno duro di quando mi aspettassi. In effetti non colpii il terreno, ma andai a finire su Tristan che non aveva visto che mi ero lasciata cadere dal serpente e stava raggiungendo Adam.
"Ahia!" si lamentò.
"Scusa, Tris."
Ero completamente sdraiata su di lui, petto contro petto, e non potei fare a meno di ridacchiare.
"Ma che fai, arrossisci?" lo presi in giro.
Lui mi fece cadere a terra senza troppi complimenti e si allontanò a testa bassa. Mi si avvicinò invece Abigail, che mi porse una mano per farmi alzare in piedi. Talia ci passò di fianco a passo svelto, come se il combattimento di prima fosse stato una semplice passeggiata.
"Allora, andiamo a parlare con le Norne?" ci incitò mentre ci passava di fianco.
Rimasi immobile un attimo, poi feci un breve scatto per raggiungerla.
"Ti chiederei di non minare la mia già scarsa autorità, Talia. So che sei abituata ad essere il capo, ma per qualche motivo qua il capo sono io," sibilai tra i denti.
Lei sbuffò.
"Mi sembrava te la stessi prendendo un po' comoda con il tuo fidanzatino."
Mi ghiacciai.
"Cosa hai detto?"
"Fidanzatino?"
"Sì. Quello. Non so che idea ti sei fatta, ma io e Tristan non stiamo assieme."
Lei inarcò un sopracciglio.
"Sensibile all'argomento? Non insinuavo niente, volevo sono prenderti in giro."
"Bene."
Appena finimmo di parlare, ci trovammo di fronte alle Norne. Urdr era seduta da una parte, in mezzo a un mucchio di fili di tutti i colori possibili. Le altre due sorelle erano più vicine. Verdandi aveva l'aspetto di una donna sulla trentina, i lineamenti uguali a quelli di Urdr, stessi capelli e occhi. A differenza di Urdr indossava un abito medievale di stoffa pregiata, azzurro con le maniche larghe. Skuld era una vecchia vestita di stracci. Sembrava di vedere la stessa persona in tre fasi diverse della vita. Fu Verdandi a rivolgermi la parola.
"Non riceviamo visite così spesso come in questo periodo," osservò.
"Non abbiamo molto da chiedervi - esordii. - Vogliamo solo sapere chi è venuto da voi per ultimo. Tre uomini, non è vero? Chi erano?"
Verdandi mi guardò con aria vacua.
"E se non rispondessi?"
"A loro avete fatto sapere cosa avrei fatto la sera in cui Balder è stato ucciso e a me non volete dire chi è stato a chiedervelo?"
"Loro erano persone molto più importanti di voi."
Persi la calma. Avevo appena affrontato Nidhoggr, ero stata negli inferi e avevo un disperato bisogno di farmi una doccia. NOn avevo volgia di perdere tempo con una divinità lunatica. Presi l'ascia e appoggiai la lama sul collo di Verdandi con un movimento fulmineo.
"Di solito non mi piace usare le minacce per far parlare la gente. Per di più tu sei immortale e non posso ucciderti. Ma posso farti soffrire comunque," la minacciai.
Lei corrugò le sopracciglia, quasi oltraggiata dal gesto.
"Va bene, parlo" disse alla fine.
Abbassai l'ascia.
"Chi erano?"
Verdandi mi fissò negli occhi.
"Muspell, sotto le sembianze di un uomo. E Vili e Ve, i fratelli di Odino."





 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:


Bastonatemi, tiratemi dietro i peggiori insulti, tiratemi i pomodori. Vi capisco. E non ho scuse per essere in ritardo di un mese. Semplicemente avevo voglia di fare altro piuttosto che scrivere. E quando ho deciso di riprendere la mia musa mi ha abbandonato.
Per di più in questo periodo ci sono un sacco di personaggi che pretendono la mia attenzione, anche se non ho ancora pubblicato le storie in cui compaiono.
Inoltre sono stata vittima di un'overdose di sentimenti che mi hanno azzerato le già scarse capacità cerebrali. Sono andata alla fiera del fumetto per la prima volta nella mia vita e ho comprato l'anello del potere di Sauron, ho scoperto Glee e ho guardato tutta la prima serie, ho scoperto Sherlock BBC e l'ho guardato. Ho preso atto dell'esistenza della Klaine, la Johnlock e la CrissColfer. Perché se Darren Criss è etero, io sono figlia di Zeus (si dipinge le unghie. Io non mi dipingo le unghie).
Passando al commento del capitolo: credo che la metà di voi avesse già capito chi fossero i colpevoli, ma la mia piccola, ottusa Selina non c'era ancora arrivata.
L'aspetto delle Norne me lo sono inventato, ci sono delle immagini dell'epoca, ma ho preferito lasciar correre n po' la fantasia.
Mi aspetto che dopo questo mostruoso ritardo nessuno recensisca, un po' per ripicca un po' perché si è dimenticato di questa storia. Vi ringrazio in anticipo se avrete voglia di recensire nonostante il ritardo.

  
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