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Autore: Elaysa    17/02/2013    3 recensioni
Nei momenti di maggiore sconforto, l'unica cosa che mi consola è scrivere...e questo è uno dei pezzi che sono venuti fuori dai miei pensieri contorti.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 08.09
 

Vuoto totale. La mia testa è come se fosse in stand-by: si rifiuta di pensare a qualsiasi cosa, di concentrarsi in qualsiasi azione, anche la più stupida. Non c’è niente che riempie la mia mente, non ci sono pensieri particolari, nessuna paranoia anche se potrebbero scatenarsene tante; eppure sono triste, terribilmente giù di morale. Questa situazione mi sta facendo impazzire, mi sto deprimendo. Non godo della compagnia di nessuno; poi però basta iniziare a scrivere, mettere nero su bianco quello che si ha dentro, o quello che non si ha, e tutto cambia. Improvvisamente inizi a riempirti la testa di parole, di pensieri che devono essere assolutamente scritti, buttati giù, altrimenti svaniscono e perdono di senso. Ecco questa è l’ispirazione.
Anche da una cosa che può sembrare banale, potrebbero scaturire delle belle parole.
Nel silenzio della camera, i pensieri affiorano lentamente, porti le mani sulla tastiera del computer e piano piano inizi a scrivere.
 
Però è ancora tutto come poche righe fa: la mia testa è vuota. Se smetto di scrivere e provo a pensare a qualcosa di più profondo che riguarda lui, non mi viene in mente niente. E la sensazione che si prova in questi casi non è delle migliori, ti senti svuotato, senza sentimenti, anche se fino a poco tempo fa ne eri pieno. Per questo stai male, perché non riesci a trovare niente da scrivere nonostante dentro di te ci siano miliardi di emozioni, positive o negative che siano. È come se la tua testa si rifiutasse di pensarci ancora, come se ti volesse risparmiare il supplizio del ricordo, come se ti volesse far evitare il dolore.
E poi pensi che forse sei tu, che inconsciamente cerchi di evitarli questo dolore e questa tristezza anche se in realtà ne sei piena.
Vorresti lottare, vorresti reagire, vorresti spaccare il mondo per esternare queste emozioni, ma non ce la fai. Semplicemente non riesci neanche a dirlo a parole. Ed è impressionante come di fronte ad un foglio bianco tutte le sensazioni che non riesci ad esprimere a voce, riaffiorino e capisci che in fondo, non sei poi tanto vuota come pensavi.
 
È difficile e lo sarà sempre di più. Sarà difficile non chiamarlo, non mandargli messaggi, non pensarlo, non cercarlo tra le facce della gente anche quando sai benissimo che non potrai trovarlo. Sarà difficile rialzarsi, sarà difficile ritrovare la voglia di vivere… senza di lui. Sarà complicato sopravvivere alla lunghissima fase denominata “dopo lui”.
Ci stai male, ci stai terribilmente sotto. Non mangi, non ridi, non esci di casa.. stai sempre da sola, rinchiusa nella tua camera che diventa il tuo mondo, l’unico posto in cui ti senti al sicuro, protetta e lontana da occhi indagatori e soprattutto lontana da domande come “ma cos’hai?” “perché non mangi?” “perché sei triste?” e via discorrendo.
Domande che ti fanno male, a cui tu non ti senti di rispondere. Per questo ti isoli.
Ci pensi, rifletti e ti ostini a voler trovare una spiegazione a tutto ciò anche quando non c’è. Rivivi ogni singola parola, ogni singolo momento, stando ancora più male.

E piangi. Piangi tanto. Il cuscino, le lenzuola, la tastiera del computer, il pigiama che indossi, completamente inondati e bagnati di lacrime.
Gli occhi ti si gonfiano, diventano rossi e ad un certo punto è come se volessero uscire fuori dalle orbite.
Li senti pulsare e capisci che forse è meglio smettere. Ma, anche se ci metti tutta te stessa, non ci riesci.
Poi piano piano iniziano a farti male la testa e il petto per il troppo pianto. Però continui e, immersa nei tuoi pensieri ti rassegni all’idea che niente sarà più come prima. Che la tua vita senza di lui sarà diversa, terribilmente vuota. E poi pensi che forse la sua di vita non cambierà affatto.
Ricominci a piangere senza contegno. I singhiozzi ti fanno sussultare, proprio non riesci a fermarti.
E piano piano, nel buio della notte che sta diventando mattina, ti abbandoni e sempre singhiozzando scivoli in un sonno tormentato, stanca, sfinita dal pianto.
 

   

  
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