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Autore: Writer96    17/02/2013    4 recensioni
"Ha la testa piena di mosche, Giulia. Sbattono, si rincorrono, a volte cadono giù e sbatacchiano quelle loro insulse alette per cercare di capirci qualcosa, per cercare di risalire su e riprendere la loro folle corsa. Chissà da quanto tempo sono lì. Forse da sempre, forse è stato lui a portarcele come quei pacchi di farina scaduta che dentro hanno le larve e tu nemmeno te ne accorgi."
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Troppo tempo passato senza introspettive.
Troppe mosche nella testa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Carta Moschicida.


Mia Cat, le paranoie, ahimè, sono come le mosche.






Ha la testa piena di mosche, Giulia. Sbattono, si rincorrono, a volte cadono giù e sbatacchiano quelle loro insulse alette per cercare di capirci qualcosa, per cercare di risalire su e riprendere la loro folle corsa. Chissà da quanto tempo sono lì. Forse da sempre, forse è stato lui a portarcele come quei pacchi di farina scaduta che dentro hanno le larve e tu nemmeno te ne accorgi.

Quante larve ha, dietro a quel sorriso? Quante ce ne sono, ancora nascoste, in attesa di scappare fuori e di insediarsi nella sua testa?

Giulia non lo sa e sinceramente avrebbe anche paura di saperlo, si rende conto.
Ha paura delle mosche e degli insetti, lei. Scappa davanti a loro, rabbrividisce e socchiude le labbra disgustata quando li vede, urla e si agita e indietreggia, allontanandosi. Non vuole guardarli e invece li guarda, li fissa, sfida il nemico.
Ridacchia, da sola –una mosca probabilmente si è infiltrata anche dentro a quel po’ di cervello che le è rimasto- e pensa che lui è come gli insetti, le fa lo stesso effetto.

Ma magari le facesse schifo.
Magari.

Giulia vorrebbe che la paura che ha di lui fosse come l’entomophobia, un fenomeno studiato e conosciuto, a cui, più o meno, c’è un rimedio. Vorrebbe che fosse un insetto, per poterlo, alla peggio, buttare nello scarico del lavandino per sconfiggere la paura. E invece lui è solido e ha un sorriso che è proprio un pacco di farina scaduto, che nasconde un tranello e qualcosa di malato.

Giulia vorrebbe urlargli contro, a volte e dirgli che lui le fa schifo e non è nemmeno colpa sua perché, poveretto, è nato così, non l’ha scelto lui di averci quel sorriso o quella personalità.
Come gli insetti, che mica l’hanno scelto loro di nascere insetti e di essere così maledettamente orribili.

Giulia vorrebbe farla finita, fermare quelle dannate mosche nella testa una volta per tutte, incollarle alla calotta cranica e trattenerle lì, per avere un po’ di pace.

Ma l’unica carta moschicida che ha a disposizione è proprio quel maledetto sorriso che, forse, cambia un po’ sfumatura quando è rivolto a lei.






Entomophobia: fobia degli insetti (ovviamente)

Non c'è il minimo senso in tutto ciò che ho scritto. 
Chissà, forse è la nals che mi ha contagiata con le sue storie che si avvolgono su se stesse e che non finiscono mai veramente, forse sono io che ho troppe paranoie che vogliono uscire. Non rendo il concetto, non spiego niente. Vomito fuori parole, in parte vere, in parte esagerate da quell'ansia e da quello stress dato da quelle maledette mosche lì.
Salviamoci dai pensieri, Giulie.
   
 
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