Il
risveglio dell'eroe
ovvero
il
post sbronza di Batman
<<
Batman si svegli! >>
<<
Che ore sono? >>
<<
L'ora di salvare Gotham... >>
Eh?
Gotham? Che cosa stava vaneggiando quella voce? Perché c'era una
voce? Oh cazzo!
Lorence
soffocò un urlo, mai abbandonare il contegno, ma non poté fare a
meno di scattare sulle ginocchia ad occhi spalancati dimenticandosi
del suo pessimo equilibrio.
Infatti
dopo un attimo euforico rotolò giù dal divano senza ritegno. Non
era un mobile fortunato.
<<
Buon giorno anche a te. >> Lidia fece finta di niente cantando
vittoria dentro di se. L'umiliazione altrui era piuttosto
gratificante, doveva ammetterlo.
Pose
la tazza di caffè all'uomo che riversava a terra esanime.
Nemmeno
quell'odore caldo riuscì a risollevarlo ma dovette arrendersi ai
picchiettii insistenti della ragazza. Si appoggiò ai gomiti
sconsolato.
Il
caffè gli venne piazzato sotto il naso mentre Lidia si sedeva
accanto a lui a gambe incrociate.
<<
La testa... >> L'uomo si passò una mano fra i capelli, quasi
per nascondersi dallo sguardo di lei puntato addosso. Le ciglia
femminili sbatterono con insistenza, questo lo confuse ancora di più.
<<
A parte le sue lamentele esistenziali da donnicciola non ha niente da
dire? >>
<<
Cose desidera sentirsi dire? >>
Lei
sorrise maligna dietro il brodo della tazza e assunse l'espressione
da grande piano malefico.
Notando
l'imperturbabile silenzio il suo viso riprese un aspetto umano. Puntò
gli occhi al cielo prima di parlare. << Sa, l'ho solamente
scarrozzata fino a casa mia. Dopo che ha suonato tutti i campanelli
ho impedito che la linciassero. L'ho trascinata su per le scale e
ospitata in casa mia. Oh! E la mia vicina ora pensa che io sia una
sodomita a causa sua. >>
Lui
rise appena, si lasciò sfuggire un cenno d'assenso. << La
ringrazio. >>
L'unico
suono che li accompagnò per molto tempo fu il sorseggiare del caffè,
poi Lidia prese coraggio e pose la domanda che l'aveva tormentata
tutta la notte.
<<
Perché... >>
Non
giunse nemmeno al termine della frase che fu interrotta. << Non
me lo chieda, la prego. >>
<<
Oh andiamo! Me lo deve! Deve essere una cosa dalle proporzioni epiche
se l'ha ridotta così ma sono abbastanza sicura che non sia morto
nessuno... >>
L'uomo
inarcò le sopracciglia corrucciato dubitando più del solito
dell'insanità mentale della sua paziente.
<<
Da cosa lo deduce? >>
Il
lord tornò a sedere composto, la tazza posata sul tavolino, nemmeno
il caffè lo avrebbe aiutato, che per di più sapeva d'acciaio.
<<
Non si offenda... >> Di fatto l'uomo sembrava piuttosto
risentito.
<<
Ascolti, la ringrazio, va bene? Per avermi ospitato e tutto il resto
ma le chiedo, per favore, di non immischiarsi nella mia vita privata.
Domandi qualcosa d'altro come ricompensa, tutto fuorché qualcosa che
riguardi la mia situazione sentimentale. >>
Lidia
rimase seduta imperturbabile, non lo comprendeva certe volte. In
realtà mai.
Lui
era uno psicologo, tutto il giorno sentiva i fatti di tutti, eppure
quando veniva il momento di parlare di se Lorence non sapeva più che
fare, lo vedeva come si agitava dietro a quegli occhi freddi.
Wow,
aveva un futuro come psicologa.
<<
Andiamo! Non può farmi morire di curiosità! Magari potrei
aiutarla... >>
<< Ne dubito... >>
<<
Provi. >>
L'uomo
sospirò, poggiò i gomiti sulle cosce inclinandosi in avanti, la
testa un po' a penzoloni, gli occhi socchiusi.
<<
La mia ex moglie si risposa... >>
Lo
ammise in un soffio, con un tono che non lasciava intendere la fatica
che gli era costata esprimersi.
Lidia
formò un “o” con la bocca, il volto pensoso e assorto.
<<
Ti turba così tanto Batman? >>
Lorence
si era alzato, girava calmo per la stanza. << Come non
dovrebbe? >>
<<
Lei è la tua ex, gli ex si devono scordare! Questa è la legge
naturale delle cose, della sopravvivenza. >>
Lui
rise, non seppe dire se in modo amaro. << Ma io l'ho
dimenticata. Mi sono solo guardato indietro. Da quando le mi ha
lasciato niente è cambiato, mi sento ancora un moccioso che non sa
nulla, mi sembra di essermi appena laureato. Lei invece, invece
svolta radicalmente. Io sono qui al punto di partenza. >>
Lidia
rimase a fissarlo, sembrava davvero affranto. Il profilo affilato
nella penombra prese una vena malinconica, come quella di un bambino
che si è perso e non sa che via prendere.
<<
Ho un'idea Batman! >>
<<
Oh poveri noi... >>
la
ragazza lo ignorò palesemente. << Le organizzo un appuntamento
al buio! >>
<<
Oh no.... >>
<<
Collabori! Con quella faccia farebbe scappare chiunque. >>
L'uomo
alzò gli occhi al cielo. << Magari era il mio intento... >>
<<
Non sia stupido! >> La ragazza scomparve in un nugolo di fogli,
era inciampata.
<<
Tutto bene? >>
<<
Si! Ho trovato anche il numero della mia amica! >>
Lidia
borbottò ancora distesa a terra, i fogli cadevano svolazzanti, il
suo braccio svettava mentre brandiva un post-tit, il numero a chiare
lettere.
<<
Non è una buona idea lo sa? >>
Lorence
aveva le braccia incrociate, lo sguardo serio e davvero poco
convinto.
Lidia
non si diede pena nemmeno di guardarlo, continuò quasi come se non
esistesse, qualunque cosa stesse facendo.
L'uomo
si era riseduto impotente sul divano martoriato, il caffè di fronte
a se non più fumante, pensieri altrove.
Venne
riportato alla realtà dalla voce della ragazza, si era voltata
leggermente, prima di spalle, poi era ruotata del tutto. <<
Batman? >>
<<
Mm? >> Non c'era del tutto con la testa.
<<
Da quant'è che non va a letto con qualcuno? >>
Lorence
impiegò alcuni minuti per rendersi conto del significato della
domanda, insomma non se lo aspettava, dopo essersi reso conto
strabuzzò gli occhi, quasi balbettò. << Come?!? >>
<<
Non faccia il timido e me lo dica! Come può pensare altrimenti di
fare delle avance a una donna? >>
<<
Con il mio carisma? >> Lui alzò un sopracciglio.
<<
Ma per favore! Sfrutti il fatto di essere un bel uomo... >>
Lidia
sentì il suo sguardo puntato addosso, si era sorpresa lei stessa di
ciò che aveva detto.
<<
Mi trova un bell'uomo? >>
Lorence
aveva stampato in faccia un sorriso, ma non il solito arrogante, era
bello. Un po' timido in realtà, gli occhi nemmeno sfiorati dalle
guance. Aveva il fascino da misterioso e dannato ma quando sorrideva
chiunque si sarebbe sciolto nel guardarlo.
<<
Bè, non gli e l'hanno mai detto? É
un vero peccato che poi apra bocca. La smetta di guardarmi così! >>
Lidia
gli schiaffò in mano il biglietto giallo prima di continuare. <<
La chiami, è una ragazza speciale. Tira fuori il meglio da chiunque!
>>
<<
Sono un po' troppo vecchio per queste cose... >>
<<
Ha si e no trent'anni, esca dal guscio! >>
<<
Io sono già uscito abbastanza dal guscio, non ho nessun desiderio di
ritentare la fortuna amorosa, quanto meno
di traviare una giovane
donna. >>
<<
Potrebbe tramortirla con il suo logorroico flusso di parole. >>
Lui
in realtà parlava in quantità normali ma quando lo faceva sembrava
una dizionario stampato, la lingua comune era troppo bassa per lui.
Lidia
gli girò attorno come un avvoltoio. << Faccia una prova. Se
poi non se la sente o le cose non vanno come previsto potrà sempre
tornare indietro, è la magia del primo appuntamento. >>
La
ragazza gli si era appoggiata alla spalla, il biglietto stretto fra
le dita in prossimità del viso di lui. Quest'ultimo lo prese
titubante, tenendolo come fosse qualcosa di alieno, non di questa
terra.
<<
La sua amica non le somiglia vero? >>
Lidia
gli rifilò un'occhiata risentita. << La sbornia non è
ottimale su di lei....e comunque no. É
graziosa ed elegante. >> Simulò un'espressione più a modo
possibile per sbeffeggiarlo.
<<
Signorina... >>
<<
Si? >>
<<
Grazie. >>
<<
E di che? >>
Lei
gli sorrise e lui gli ricambiò con uno ampio e luminoso, per la
prima volta.