Serie TV > I Cesaroni
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Autore: Eliessa    18/02/2013    2 recensioni
La famiglia Cesaroni oramai sembra aver ritrovato la sua stabilità nel quartiere della Garbatella; mentre Marco ed Eva che orami sono una coppia anzi una famiglia insieme alla loro Marta, si sono trasferiti all’estero. Il destino per loro però sa essere molto crudele. Riusciranno ad essere uniti anche quando tutto inizia ad andare per il verso sbagliato?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CON TUTTO L’AMORE CHE POSSO

 
 
La chiacchierata che Marco aveva avuto con il padre era servita.
Ogni qual volta che parlava con il padre, Marco sentiva che qualcosa dentro di sé cambiava, si sentiva diverto, cresciuto, maturato.
A 25 anni si dovrebbe essere abbastanza maturi, si è uomini veri, eppure Marco quando parlava con Giulio conosceva una parte di mondo che non aveva mai esplorato.
Si sentiva come sua figlia, che giorno dopo giorno scopriva qualcosa di nuovo nel mondo.
Un po’ come il suo telefilm di fantascienza preferito “Star Trek Voyager” anche l’equipaggio della Voyager esplorava spazi dell’universo mai visti primi […]
Dopo aver preso l’aperitivo, Marco tornò a casa e una volta entrato vide in cucina Lucia che preparava la cena sotto lo sguardo felice di Marta.
-E tu non ti prepari?-chiese Lucia vedendo Marco.
-Si, sto giusto andando.-
-E allora sbrigati perché Eva sarà quasi pronta.-
-Papino!-esclamò Marta.
-Dimmi tutto tesoro.-
-Questo è per te. L’ho fatto con nonna.-Marta diede al padre un foglio d’album con un disegno che rappresentava la sua famiglia e qualche lettera un po’ storta, un po’ fatta male che messe insieme voleva dire “Mamma e Papà”.
-È stupendo.-disse Marco vedendo quel disegno semplice ma pieno di significato per lui. –Vuoi venire con me in mansarda così tu lo appendi al muro con lo scotch ed io mi cambio per uscire con mamma?-
-Si!- esclamò Marta entusiasta.
-E allora andiamo così lasciamo cucinare nonna in pace.-Intanto Marta andò in braccio al padre e mentre andavano via Marta salutò la nonna.
-Ciao nonna.-disse Marta con uno dei suoi migliori sorrisi. Intanto entrambi andarono in mansarda e passando dal bagno si poteva sentire un odore di pesca, quindi era evidente che Eva era ancora chiusa in bagno. In casa era l’unica ad amare quella fragranza e tutto ciò che sapesse di pesca.
Salendo Marco sorrise pensando alla sua Eva e a quell’incontro che tra poco avrebbe avuto.
Ovviamente quello non era il primo “incontro” con Eva, ma si sentiva emozionato o stesso.
Dopo tutto quello che era successo per lui sembrava il loro primo appuntamento, il che voleva dire: ansia, paura, eccitazione.
-Amore che dici, quale maglietta indosso tra la bianca e la nera?-
-No, metti questa.- rispose la figlia indicando una felpa blu con il disegno di paperino. Quella felpa è l’ultimo ricordo che Marco ha di Parigi insieme alla sua famiglia. L’aveva comprata a Disneyland, il penultimo giorno che passò il quella città ed a convincerlo fu proprio Marta.
-Ma no tesoro, per quello che devo fare questa non va bene.-
-Uffa papà. Paperino è come te. È felice. Metti questa, dai, dai.-disse con il broncio.
-E se invece questa la metto domani per portarti al parco ed ora metto la camicia bianca?- Eva, che aveva finito di prepararsi salì in mansarda e senza farsi vedere aveva iniziato ad origliare, fino a quando i tacchi troppo alti non le fecero perdere l’equilibrio e per non cadere a provò a tenersi dalla porta che però si aprì.
-Marta, hai visto la mamma come ci spia?-
-È buffa.- rispose la piccola.
-E così io sarei buffa?-chiede scherzando Eva avvicinandosi alla figlia e sedendosi accanto a lei su lettone.
Marco però rimase incantato a fissare Eva. Era semplicemente stupenda, eppure non era vestita in modo molto elegante o vistosa. Aveva un semplice abitino marrone con uno scollo a V e lungo fin sopra le ginocchia, un paio di scarpe marroni a punta con il tacco da 10 cm, una porshettina argentata ed un maglioncino di cotone marrone che richiamava il colore del vestito a maniche lunghe.
-Posso dirti che sei bellissima?- disse Marco guardando Eva fissa negli occhi.
-Devi.-rispose lei sorridendogli.
-Mamma, perché non dici a papà di mettersi questa?-chiese la piccola indicando la felpa.
-Marta, dai.-continuò Marco.
-E perché no?! In fondo ti sta anche bene.-rispose Eva.
-Eva, non posso presentarmi al ristorante così, mi manderebbero via a calci.-
-E chi ha parlato di ristorante? Eravamo rimasti che andavamo a cena, ma il posto lo scelgo io.-Era quasi un’aria di sfida, tant’è che Maro alla fine indossò quella felpa e si cambiò i pantaloni a taglio elegante che aveva con un paio di jeans. Era vestito sportivo, rimanendo però, sempre nell’eleganze.
-Ora sono pronto, possiamo andare.-disse Marco.
-Si, Marta vieni ti prendo in braccio.-disse Eva.
-No, la porto io. Tu hai già rischiato prima con i tacchi.-
-Ed in questo momento è l’unica cosa che non deve accadere.-aggiunse Eva sussurrando.
-Che hai detto?-chiese Marco.
-Niente, che hai ragione. Scendiamo.-Marco ed Eva scesero in cucina. Eva entrò per prima.
-Ehi, che eleganza!-esclamò Lucia vedendo la figlia.
-Grazie, grazie.-rispose un po’ imbarazzata Eva.
-Tu Marco me pari er solito. Ma un vestito decente no, eh?-chiese Giulio.
-Beh, a Marta piaccio così e sai che ti dico? Preferisco dar ragione al mio amore, vero tesoro di papà?- continuò Marco rivolto alla figlia che annuì sorridendogli.
-Beh, noi andiamo.-disse Eva.
-Amore di nonno, vuoi venire in braccio a me, così lasciamo uscire mamma e papà?-
-Si.-rispose Marta. Giulio si avvicinò al figlio per prendere in braccio la nipotina.
-E dopo cena, insieme a nonna ci guardiamo i cartoni animati, ma non dire niente a papà e mamma.- disse Giulio a Marta, facendosi però sentire da Marco.
-Ciao Marta, ciao a tutti.-continuò Eva, dopodichè uscì con Marco.
-Speriamo bene!- esclamò Giulio rivolto a Lucia.
-Allora, dove andiamo?-chiese Marco rivolto ad Eva mentre apriva il cancello all’esterno della villa per farla passare come da galant’uomo.
-Tu sali in macchina e guida.- Mentre andiamo ti indico la strada.-Marco annuì, salì in macchina, mise in moto e partì.
-Allora, dove stiamo andando?- chiese Marco dopo venti minuti di guida.
-Alla prossima gira a destra, a sinistra dovrebbe esserci una villa isolata.-
-È questa.- rispose Marco arrivato lì davanti.
-Già.-rispose Eva.
-Ma vuoi spiegarmi? Io non ci capisco niente.-
-Ecco vedi, oggi sono stata con Carlotta. Le avevo detto di non fare nulla ma come al solito non mi ha dato retta. Questa è una delle tante ville che possiede la madre e Carlotta, facendo qualche telefonata qua e là ha organizzato tutto questo. Una cenetta a lune di candela, con una villa tuta per noi.-
-Carlotta sarà anche una pazza, ma è anche una grande amica!-
-Già. Scendiamo?-Marco annuì, scese dall’auto ed aprì la portiera alla sua donna.
Insieme a braccetto entrarono dentro. Quella villa sembrava uscita dal mondo delle favole. Era la stessa villa che ogni bambina sogna di avere un giorno, era tutto così perfetto. Perfetto per Marco ed Eva.
Arrivati nel gran salone, ad aspettarli c’era un cameriere con la cena.
Marco fece accomodare Eva e poi si accomodò lui.
Il cameriere iniziò a servire la cena.
-Mi fa strano tutto questo.-iniziò a dire Marco.
-Perché?-rispose Eva sorseggiando un po’ di champagne.
-Perché a noi bastano cose semplici, non abbiamo bisogno di tutto questo per…-
-Per essere una coppia innamorata e felice?-
-Già.- rispose Marco. –Dov’è che abbiamo sbagliato?-
-A volere troppe cose e subito. Secondo me, se noi avessimo avuto la nostra vita a Roma con Marta, tutto sarebbe andato in modo diverso. Invece tu hai avuto il coraggio, la voglia e la forza di seguirmi a Parigi, nonostante tu l’ non avessi neanche un lavoro, ed hai accettato di starmi accano quando la mia carriera ha fatto un passo importante. Mi sei sempre stato accanto e se ripenso all’amore che tu provi per me, mi fa dimenticare qualsiasi tradimento.-
-Come fai ad amarmi ancora? Come fai a sopportarmi con tutti i miei difetti?-
-Ti amo e basta. Ti amo perché… perché forse non c’è una risposta all’amore, si ama e basta.-
-Come sempre, hai ragione. Facciamo un gioco?-
-Si.-rispose Eva con un po’ d’incertezza.
-Ti mi dici un segreto inconfessabile, perché sono sicuro che almeno uno lo sai, ed io ti confesso un ,mio segreto.-
-E tu come fai a sapere che io ti ho nascosto qualcosa?-
-È un modo per dire che non accetti questo mio gioco?-
-No.-rispose Eva. –Però inizi tu, ci stai?-
-Perfetto.-rispose Marco.
-Allora, cosa mi nascondi?-
-Io sono sempre stato sincero con te, ma oggi è successa una cosa. Oggi ho letto il tuo diario. L’ho fatto solo questo pomeriggio, non l’ho mai fatto prima e giuro che non lo farò mai più.-
-Perché l’hai fatto?-
-Ero in mansarda, l’ho visto aperto e c’era una frase grande quanto il foglio. Quella ha richiamato la mia attenzione. Ma ho letto solo quello e nient’altro.-
-“Ho bisogno di capire se sono ancora in grado di poter amare Marco, come una donna è in grado di amare il suo unico amore”. È questo che hai letto, vero?-
-Già. Sei riuscita a darti una risposta?-chiese Marco dopo un breve attimo di silenzio.
-Si, mi sono data una risposta e sai qual è? Che io ti amo e come ti amo io non potrà mai amarti nessuno né un’altra coppia riuscirà ad amarsi come noi. Ogni amore è unico.-
-Ed io ti amo.- rispose Marco. –Ora dimmi cos’è che mi nascondi tu.-
-Un figlio.-Marco rimase senza parole.
-Un figlio?-
-Già, sono di nuovo incinta. Il figlio è tuo, anche perché non credo che l’avventura che ho avuto con Alex solo qualche giorno fa possa...-
-No beh, hai ragione.- sorrise.
-E quindi io, Marco Cesaroni, sarò di nuovo padre di mia figlia. Di nostra figlia.-
-Si.- rispose Eva mentre Marco si alzò dal tavolo, si avvicinò allo stereo per mettere un disco dove sopra c’era scritto “Il tempo delle mele” e questo voleva dire che automaticamente conteneva la canzone “Reality”,  una volta messo in CD si avvicinò alla sua Eva e iniziarono a ballare.
-Mi concede questo ballo, signorina?-
-Ma certamente signore.-Ad un tratto arrivati al centro del salone e nel bel mezzo della canzone, quando entrambi erano stretti uno forte all’altro, tanto da essere in grado di sentire i propri respiri, i proprio battiti del cuore, Marco sussurrò qualcosa all’orecchio di Eva.
-Tu Eva Cudicini, vuoi sposarmi?-Eva fissò dritto negli occhi Marco e poi rispose con un bel “SI”
A quella risposta Marco alzò la sua Eva.
-Ehi, fai piano. Ora c’è un bambino dentro di me.-E Marco senza dire nulla, prese il volto della sua Eva tra le mani e iniziò a baciarla.

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Buonasera, scusate i ritardo nell’aggiornare (Chiaramad e minda92 scusatemi!!!) ma il tempo a mia disposizione in queste due settimane è stato praticamente pari a zero.
Qui vi lascio anche il link della canzone che ascoltano Marco ed Eva.
---> http://www.youtube.com/watch?v=w1xMq-79O3Y
Scusate ancora, ci sentiamo presto.
Eliii <3

   
 
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