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Autore: _GiorgiaMalfoy_99    18/02/2013    2 recensioni
Dopo la guerra tutti gli studenti torneranno a scuola per ripetere l'anno precedente, visti gli avvenimenti che avevano sconvolto le loro vite. Nella casa di Grifondoro, all'ultimo anno, entrerà una ragazza nuova, Isabella White. Ella cambierà la vita di un po' tutte le persone che incontrerà è conoscerà, in particolare quella di un ragazzo di Serpeverde...
Spero di avervi incuriosito un po' e vi lascio alla lettura!
ATTENZIONE: Silente e Sirius, in questa ff, sono vivi.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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FOREVER OR NEVER      
Salve a tutti, lettori di EFP. Questa è la mia seconda storia e spero con tutto il cuore che vi piaccia. Vi lascio a questo capitolo, a presto!
Giorgia S      

Capitolo 1: Ritorno ad Hogwarts

La guerra era finita, mancava una settimana al 1° Settembre e tutti gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts avrebbero dovuto ripetere l’anno. Il Trio dei Miracoli era stato letteralmente impegnato (anche se controvoglia) per tutta l’estate a rispondere alle domande dei giornalisti, a farsi fotografare e tutto ciò che comporta essere i salvatori del Mondo Magico. Per il resto del poco tempo rimasto loro, erano rimasti chiusi in Grimmauld Place insieme a Sirius, la famiglia Weasley, ancora un po’ giù di corda per la perdita di Fred, Fierobecco e Kreacher. I rapporti tra quest’ultimo e Sirius erano molto migliorati e vivere in compagnia dell’elfo era diventato quasi piacevole, anche se era assolutamente impossibile dissuaderlo dal fatto che effettivamente non c’era più un granello di polvere su nessuna pentola, che non c’era nessuna piega su alcun copriletto e che le frange di tutti i tappeti di casa Black erano perfettamente parallele. Il rapporto fra Harry e Ginny andava a gonfie vele, volendo descriverlo con un detto Babbano. Al contrario, il bacio fra Hermione e Ron nella Camera dei Segreti non aveva avuto alcun seguito se non un grande imbarazzo da ambe le parti.
Alla fine della guerra Silente si era finalmente deciso ad accettare il titolo di Ministro della Magia che tutti pregavano che scegliesse. Malgrado ciò non abbandonò il suo ruolo di Preside ad Hogwarts: la scuola gli era troppo cara. Tutti i Mangiamorte erano stati catturati, sottoposti ad un regolare processo e mandati a scontare l’ergastolo ad Azkaban tranne Draco Lucius Malfoy, che in fin dei conti, era stato costretto a parteggiare per Voldemort. Il ragazzo passava le notti insonni o la sua mente elaborava incubi così intricati che nemmeno riusciva a trovarne un filo conduttore. Quella notte era tormentato dell’ennesimo ricordo di tutte le frustate che sua madre era stata costretta a dargli sotto l’influenza di un Imperius debole abbastanza da farle avere tutta la consapevolezza delle sue azioni, senza però riuscire a controllarle. Quando finalmente la donna riuscì a trovare la forza di volontà di fermarsi Voldemort non pensò due volte alla sua azione e pronunciato un Avada Kedavra la uccise. Perché? Perché lei era una madre che si era rifiutata di frustare a sangue il suo unico figlio. Anche se Narcissa non era mai stata costretta a fare ciò, nella realtà, per Draco non era neppure concepibile il pensiero che potesse succedere, quindi sudato e tremante, si svegliò. Resosi conto che era nella sua stanza, a casa sua, con sua madre che dormiva, e pertanto respirava, ad un paio di porte di distanza, si alzò e si mise davanti allo specchio. Quasi non si riconosceva più: aveva perso una quindicina di chili, due profonde occhiaie di un viola cupo segnavano i suoi, un tempo bellissimi, occhi grigi. I capelli, già di un biondo chiarissimo, adesso sembravano proprio bianchi. Poteva dirsi un uomo vivo? Certamente no. Inoltre quel marchio che gli era stato impresso a fuoco sull’avambraccio lo disgustava al punto di non riuscire a guardarlo. Ora, come se non bastasse, doveva tornare a scuola, una scuola dove aveva un solo vero amico. Eh sì, Blaise era l’unico che gli era rimasto, dopo che suo padre era stato condannato.
 
La stazione di King’s Cross a Londra era affollatissima, ma ancora di più lo era il binario 9 e ¾. Tutti gli studenti di Hogwarts erano felici di tornare nella loro amata scuola, ma chissà cosa sarebbe significato per ognuno ritornare nel luogo di quella battaglia dove pochissimi non avevano perso qualcosa, o qualcuno.
“Ragazzi, sbrigatevi, o non troveremo nemmeno uno scompartimento libero!” gridarono in coro Hermione e Ginny ai due ragazzi che probabilmente non erano ancora entrati nell’ordine di idee che stavano per salire sull’espresso che li avrebbe portati dritti verso l’ultimo anno di scuola e verso i M.A.G.O.
Rimaneva un unico scompartimento libero nell’Espresso per Hogwarts e, rincuorati, i quattro Grifondoro vi entrarono e sistemarono i bagagli. Il treno si mise in moto e non passarono dieci minuti che una figura in completo nero aprì la porta ed entrò senza dire una parola, provocando l’interruzione istantanea delle chiacchiere di Harry, Ginny, Ron ed Hermione. Era possibile che quello fosse proprio Malfoy? Quel Malfoy Mangiamorte, Purosangue, estremamente strafottente, che trattava tutti (escluso il suo amico Blaise Zabini) come inferiori, che aveva sempre odiato tutti loro e che fino all’anno prima era lo studente più dannatamente bello di tutta la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?
Sembrava proprio impossibile ma sì. Notando che era fissato da tutti i suoi compagni di viaggio disse con voce stanca: “Non volevo interrompervi… Fate come se non ci fossi” terminata la frase appellò il libro di Storia della Magia dal suo baule e vi si seppellì, lasciando ancora più sbalorditi i quattro Grifondoro. Chi avrebbe mai visto, fino a poco prima, Draco Lucius Malfoy rivolgersi a loro senza nemmeno un insulto, anche implicito, e chi l’avrebbe visto mettersi a studiare la materia che più odiava?
Nessuno.
Il viaggio proseguì come se effettivamente Malfoy non fosse stato presente. Quando l’Espresso si fermò alla stazione, offrendo una magnifica vista sul castello, Draco si alzò, chiuse il libro, che aveva finito di leggere, e uscì senza proferir parola. Il Trio Miracoli si chiese se la guerra avesse potuto distruggerlo in quel modo, poi, in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, raggiunsero l’ultima carrozza rimasta, fecero una carezza ai due Thestral che la trainavano e che dopo aver vissuto una guerra tutti riuscivano a vedere, e partirono alla volta della loro amata Hogwarts. Chissà cosa avrebbe riservato loro quell’anno.
Le sorprese non tardarono ad arrivare quando, alla fine dello smistamento, il Cappello Parlante non fu portato via. Strano. Silente si alzò e cominciò il suo discorso: “Bentornati a tutti gli alunni e benvenuti ragazzi del primo anno. Alle spalle abbiamo tutti una guerra che ha portato via a tutti, se non di più, almeno un pezzetto di cuore. Sono felice, nonostante ciò, di vedervi qui e spero che quest’anno scolastico possa passare sereno per tutti noi. Ora, prima di lasciarvi al banchetto, voglio farvi un annuncio. Ai ragazzi dell’ultimo anno si aggiungerà una componente, questa sera. Sto parlando della signorina Isabella White. Ella ha frequentato fino ad ora l’Accademia di Magia di Venezia. Minerva, andresti a chiamare la signorina? Grazie – la professoressa McGrannitt si alzò e a passo veloce entrò nella stanza adiacente alla Sala Grande, per poi uscirne in compagnia di una bellissima ragazza – Ragazze e ragazzi, professori e professoresse di Hogwarts, vi presento la signorina White”.
Isabella White era una ragazza alta, con una linea che fece arrossire pure le sorelle Greengrass, i capelli, castani e mossi, le arrivavano alla vita e gli occhi marroni sembravano cioccolato fuso. Silente riprese indicando lo sgabello del Cappello Parlante: “Isabella, siediti per favore” la ragazza, con la grazia di una Veela, si accomodò e accavallò le gambe. Minerva McGrannitt le mise il Cappello in testa e da quel momento, per cinque interminabili minuti, regnò il silenzio in tutta la Sala.
Infine l’oggetto parlante annunciò: “Grifondoro!” e, fra gli applausi di tutta la Casa, Isabella White scese i gradini che la separavano dalla tavolata e si sedette in fianco ad Hermione. Le due si presentarono ed Hermione presentò ad Harry, Ron e Ginny la loro nuova compagna e amica.
La cena passò veloce e parzialmente disgustosa vista la compagnia di un Ron che si ingozzava alla stregua di un prigioniero innocente appena uscito da Azkaban e poi tutti si avviarono verso le rispettive Sale Comuni. Hermione cominciò a spiegare ad Isabella come funzionava la loro scuola: “Allora, ci sono parecchie cose che devi assolutamente imparare e conoscere. Tanto per cominciare qui ci sono quattro Case, come avrai certamente notato. Sono state fondate da Godric Grifondoro, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde e Tosca Tassorosso. Per ognuna c’è una Sala Comune: quelle di Grifondoro e Corvonero sono in due torri, quella di Tassorosso è vicino alle cucine e quella delle Serpi è nei sotterranei. A proposito delle Serpi sappi che sono tutte tremendamente antipatiche e arroganti, insomma sono la peggiore compagnia che tu possa cercare. Anche dopo la guerra non vogliono abbattere le barriere con gli altri… non ho proprio idea del perché. Tornando alle Sale Comuni, la nostra è dietro quel quadro – disse Hermione indicando il quadro della Signora Grassa – e la parola d’ordine per questo trimestre è Geranio Zannuto” il quadro si spostò lentamente e lasciò entrare le tre ragazze nella torre. Il rosso e l’oro erano ovunque, ma rendevano l’ambiente molto accogliente. Le tre ragazze raggiunsero le poltrone davanti al fuoco e Ginny prese la parola: “La prossima cosa che devi sapere è che le scale che si dipartono a sinistra portano ai dormitori maschili, mentre quelle di destra portano ai dormitori femminili. Tu dormirai nel nostro “appartamento”… Hermione, posso chiamarlo così?”
“Sì, direi di sì”
“Vedi, lei è Prefetto e perciò ha diritto ad una camera singola con bagno privato. Malgrado ciò, non ha voluto lasciare il precedente dormitorio e la McGrannitt ci ha concesso di dividere la sua stanza in due. Ora che sei arrivata tu saremo in tre! Che ne dici Herm, andiamo di sopra?”
“Andiamo. Domani dovremo essere assolutamente nel pieno delle energie” il terzetto salutò Harry e Ron che stavano giocando una partita a Scacchi Magici e salirono le scale di destra. Raggiunta l’ultima porta Isabella lesse la targhetta attaccata alla porta: Hermione Granger-Prefetto di Grifondoro, Ginevra Weasley, Isabella White.
Dentro c’era un salottino comune con un caminetto scoppiettante e da lì si accedeva a quattro stanze: tre erano le camere da letto, contrassegnate con una targhetta su ogni porta, l’ultima era il bagno.
“Bene. Che ne pensi Isabella?”
“Be’ è bellissimo…”
“La tua stanza è quella al centro – poi, rivolta anche a Ginny proseguì dicendo – Ragazze, buona notte!” ed entrò nella sua stanza lasciando le compagne davanti al caminetto.
“Lei è fatta così, quando decide di fare una determinata cosa la fa, e se aveva deciso di andare a dormire appena salita qui… be’ come hai visto, non ci ha pensato due volte. Tu cosa vuoi fare?”
“Potremo chiacchierare un po’… per conoscerci” propose Isabella.
“Di me devi sapere sicuramente  che adoro la moda. In questo ambito do una mano a tutti, per prima Hermione, che, se non ci fossi, metterebbe solo la prima cosa che le capita a tiro!”
“Anche a me piacciono i vestiti. Quando avevo più tempo mi divertivo a disegnarne, sai? La mia passione sono i cavalli però. Li trovo animali fantastici: loro riescono a capirmi…”
“Ne hai uno?”
“Sì, si chiama Silver Star e adesso sta con il vostro guardiacaccia, Hagrid giusto?”
“Esatto. Lui ci sa davvero fare con gli animali…”
Le due ragazze parlarono fino quasi alla mezzanotte, per poi ritirarsi e, chi prima, chi dopo, cadere fra le braccia di Morfeo.
  
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