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Autore: elefiore    18/02/2013    1 recensioni
Saalve :)
Scusate, ma per via di un ransomware ho perso tutti i dati.. appena riesco a recuperare qualcosa o a trovare un po' di tempo per riscrivere tutto.. continuerò.. al più presto. A presto!
Dal primo capitolo:
"Sto morendo, vero?" Chiesi con voce debole
"No, va tutto bene. Hai solo perso molto sangue. Ecco, ho finito di bendarti. Torniamo a casa."
"Non puoi lasciare qui gente innocente. Porta in salvo loro, poi torna da me"
"Non ho intenzione di lasciarti.."
"È un ordine" lo interruppi "vai."
Mi guardò, preoccupato e contrariato, ma non poté far altro che ubbidire.
"Sissignora" e andò a soccorrere gli abitanti, salvandoli dalla morte.
Passarono pochi istanti prima che vedessi una figura davanti a me. Capii subito che non era Sean.
"Benvenuta nell'angolo della resa dei conti," mi disse ad un orecchio "Assassina"
Furono le ultime parole che sentii prima di perdere i sensi.

Mi dispiace ma la storia è interrotta a tempo indeterminato. Chiedo scusa a chi la ha seguita fino ad ora.
Genere: Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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Mi svegliai.
“Ben svegliata” disse qualcuno a fianco a me.
Mi guardai intorno. Ero in una stanza completamente bianca, con persone legate ai muri. Io ero una di loro, con l’unica eccezione che io… ero viva.
Cos’era successo? Ricordavo solo l’odore del sangue..
“Dove sono?” chiesi
”Non ne ho idea. So solo che siamo prigionieri dei Templari.”
”Sei un Assassino.”
Non era una domanda.
“Sì” disse lui
Ci fu qualche istante di silenzio prima che riprendesse a parlare.
“Come sei? Fisicamente, intendo: non riesco a vederti”
Gli risposi, almeno avevo qualcosa da fare..
“Capelli castani, lunghi fino alle spalle, abbastanza magra.. non troppo, però. Sono sul metro e settanta.”
“E gli occhi?”
“Blu”
“Sai, mi assomigli molto: stando a quanto mi hai detto, tra noi differisce solo l’altezza: io sono sul metro e ottanta, poco meno.”
Mi feci più o meno un immagine mentale di chi avevo di fianco.
“Qual è il tuo nome?” gli chiesi dopo un po’
“Kevin.”
“Il mio è Lyah.”
Sentii il ragazzo smettere per un attimo di respirare.
“Non.. non è possibile…” sussurrò “Non può essere…”
“Non può essere cosa?”
”Tu… Voi siete il Maestro”
“Ah, già.” Me n’ero quasi dimenticata
“Tutto è perduto se vi hanno presa!”
“Ora perché mi dai del voi?”
Kevin sembrò poco convinto della sua risposta: “Siete il Maestro, mi sembra logico parlarvi così”
Lo convinsi a darmi di nuovo del tu. Non dovevano sapere chi avevano tra le grinfie.
“Nessuno lo saprà”
Dopodichè ci fu qualche istante di silenzio prima che sentimmo dei passi al di fuori della stanza. Templari.
Entrarono in sei: Due Templari e quattro guardie.
“Vedo che dopo due giorni ti sei svegliata” disse uno dei Templari quando mi vide.
Mi si avvicinò lentamente e mi prese il volto tra le mani. Era delicato per essere un Templare…
Lo guardai negli occhi. Avrei giurato di conoscerlo, eppure era un Templare, on poteva essere!
“Ti ricordi di me, Lyah?” mi sussurrò ad un orecchio, causandomi brividi, ”Ti ricordi ciò che è successo?”
Non capivo. Non avevo risparmiato alcun Templare la cui strada si fosse mai incrociata con la mia..
A meno che lui fosse stato uno di noi.
“Vedo che non ricordi, piccola Lyah, questo mi spezza il cuore” sussurrò ancora, con voce fintamente triste.
Ancora brividi. Com’era possibile che mi facesse quell’effetto? Cos’era successo tra noi?
”Eri uno di noi.. ci hai traditi, maledetto!”
”Il problema non è che vi ho traditi, il problema è perché. Prova a ricordare, piccola, sono sicura che tu possa farcela”
Illuminazione: solo una persona mi chiamava così…
“Michael.” Mormorai.
Era stato il mio primo… insomma, la mia prima ‘cotta’, chiamiamola così.. beh, era più che una cotta.. molto di più… avevamo anche… interruppi i miei pensieri quando sentii la sua voce
“Beh, almeno il nome lo ricordi.”
”Perché sei passato dalla loro parte? Perché?!”
“Il nemico del mio nemico è mio amico”
“E chi sarebbe il tuo nemico?”
“Chiunque sia il vostro Maestro. Lui è il mio nemico.”
Le sue mani scivolarono lungo i miei fianchi
“Dimmi chi è e dove si trova.”
“Mai. Non tradirò il mio Maestro. Non sono come te.”
Tradirmi da sola… ma che stavo dicendo? Beh, finché mi credeva..
“Parla.”
“No.”
“Allora dovrò sbarazzarmi di te..”
“Cos’hai intenzione di fare? Vuoi uccidermi?”
Mi guardò.
“No. Ti terrò prigioniera, ti tratterò come la sgualdrina che sei, ti farò soffrire come mai in vita tua, fino a farti impazzire. Dopo, e solo dopo, ti ucciderò.”
Lo guardai come per prendermi gioco di lui dicendo “Oh, che paura! Tremo come una foglia!”
Intanto cercavo una via di fuga.
Michael mi guardò in modo strano. Come se… stesse per pagare una cortigiana.
Fece cenno a due guardie, che mi liberarono e mi lasciarono cadere a terra. Le mie braccia erano indolenzite, costrette per due giorni a sorreggere il peso del mio corpo, e lo stesso valeva per il fianco ferito.
“Perché mi hai liberata?” chiesi senza alzare lo sguardo
“Lo capirai presto.” Rispose lui, prendendomi per un braccio e costringendomi ad alzarmi.
“Non mi toccare, Michael.”
Mi avvicinò a sé. “Di te faccio ciò che voglio”
“Scommetti?!” quasi gridai
In un istante mi liberai e gli presi la spada. Bene, ora potevo difendermi.. e attaccare.
Michael si allontanò velocemente, disarmato, mentre le guardie mi accerchiavano.
”Forza, fatevi sotto! Non avete paura di me, vero?” li provocai
Uno di loro tentò di colpirmi alle spalle con un fendente. Mi girai di scatto e parai, per poi passare sotto il suo braccio, spezzargli le gambe e, quando cadde a terra, finirlo piantandogli la spada nel petto.
“Fuori uno!” dissi in tono di sfida, guardando Michael con un sorriso malefico stampato sul viso
“Forza, forza! Non dovete farvi battere da lei!” gridò lui
“Fuori due..” aggiunsi, poi, rompendo la guardia dell’uomo davanti a me.
“Ma che.?!”
Bastò un semplice affondo per sbarazzarmi di lui.
 “E dai, non vorrete farvi battere da una ragazza, spero! Non ho toccato cibo né acqua da due giorni e sono anche ferita ad un fianco, eppure non riuscite nemmeno a colpirmi!” li schernii ancora
Sentii un grido di battaglia alla mia destra e balzai dalla parte opposta per poi contrattaccare.
Questa volta i colpi necessari per uccidere furono quattro.
“Fuori tre..”
L’ultima guardia era in preda al panico. Ne approfittai per farlo fuori in un paio di mosse.
Mancavano i due Templari.
Il gioco si sarebbe fatto duro: le guardie erano una passeggiata, ma loro..
Senza pensarci due volte il primo attaccò.
Pessima mossa.
Appena la sua spada incontrò la mia, gli tirai un pugno in faccia, facendolo barcollare, e riuscii a spostarmi di lato per poi tagliargli la cola con un fluido movimento.
“Siamo rimasti solo io e te.” Dissi, guardando Michael negli occhi, “Hai visto con quale facilità ho battuto i tuoi colleghi, sei sicuro di voler fare la loro stessa fine?”
Lui mi guardò. “So riconoscere una sconfitta,” Gettò la spada “non voglio combattere.”
Lo colpii con l’impugnatura della spada. Era svenuto.
Tornai da Kevin e lo liberai. Era esattamente come lo avevo immaginato: alto, di bell’aspetto.. un po’ come quel famoso Assassino italiano del 1400, Ezio Auditore. Bell’uomo, anche lui.
“Sai dove sono le nostre armi?” chiesi
Lui si massaggiò i polsi e dissentì col capo.
”Prendi la spada di qualcuno: ce ne andiamo di qui.”
Una volta armati uscimmo dalla stanza per ritrovarci in un ampio corridoio.
“Da che parte?”
Alzò le spalle.
Cercai di concentrarmi per trovare una via d’uscita.. e all’improvviso una delle porte mi sembrò brillare.
La aprii e mi accorsi che non avrei potuto fare di meglio: in quella stanza c’erano le armi e le vesti di tutti gli assassini morti in quel luogo prima di noi. Solo in quel momento notai di avere addosso solo i vestiti maschili che indossavo sotto la veste bianca.
“Come sapevi che erano qui?” domandò Kevin chiudendosi la porta alle spalle
”Non lo sapevo.” Dissi
Ed era vero. Ringraziai il cielo e mi preparai per combattere come fosse l’ultima cosa che avrei fatto in vita mia.
”Non pensavo che questa potesse mancarmi così tanto” dissi facendo scattare le lame che mi ero assicurata ai polsi
Quando entrambi fummo pronti, tornammo al corridoio.
Ci dirigemmo verso quella che credevamo fosse l’uscita.
“Fermo” sussurrai all’improvviso, nascondendomi verso un angolo e portandomi dietro Kevin.
Passò un gruppo di tre guardie, di cui una morì silenziosamente sotto la mia lama. Io e Kevin ci spostammo alle spalle delle altra due e facemmo scattare le lame, posando una mano sulle loro labbra per non farli gridare. Spostammo i loro corpi nell’ombra.

 Note dell'autrice

Ciao a tutti :)
Volevo solo chiedervi scusa per aver postato così in ritardo....
Un bacio.
Eleonora
  
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