Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Salice_    18/02/2013    5 recensioni
La storia parte dall'episodio 43 dell'anime, quando Mew Zakuro rivela alle sue compagne il motivo della presenza di Kisshu nella cattedrale. Lei dice a Mew Ichigo: "Ti ricordi quando hai detto che gli alieni possono provare dei sentimenti? Visto che era lì ho pensato di chiederglielo di persona."
Ma la vita, si sa, è imprevedibile e ha l'abitudine di giocare con i destini delle persone, allontanando, incrociando, spezzando i fili che legano i rapporti. In un mondo alle porte della guerra, cosa succederebbe se l'alieno dagli occhi dorati iniziasse a provare dei sentimenti per la Mew Lupo?
DAL CAPITOLO QUARTO:
“E tu perché sei favorevole a questa tregua?” si chiese mentalmente Zakuro. “Forse perché in fondo allo sguardo arrogante e strafottente di Kisshu mi è parso di leggere una muta supplica. So come ci si sente ad essere abbandonati da tutti, potendo contare soltanto sulle proprie forze. Non vorrei essere troppo caritatevole, ma qualcosa negli occhi di quel ragazzo mi dice di fidarmi. Anche il mio istinto di animale selvatico lo conferma, e quello non sbaglia mai.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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Volevo ringraziare come sempre chi recensisce i miei capitoli: non potete capire quanto mi faccia piacere sapere cosa ne pensiate di quello che scrivo!

Si Comincia Da Due. 

Il mattino seguente, Kisshu aprì gli occhi e si guardò intorno, confuso: si trovava in una camera dalle pareti verde chiaro che ospitava due letti singoli; lui dormiva in uno di quelli, precisamente nel più vicino ad una grande finestra dalla quale entravano i raggi del sole. Si tirò su sbadigliando, ricordandosi di essere ospite a casa di Zakuro, e guardò l’orologio appeso sulla parete di fronte a lui: segnava le 11:00.
“Cavolo se ho dormito! Ci voleva proprio una bella dormita in un letto comodo.” 

Con questi pensieri l’alieno si diresse in bagno, si diede una rinfrescata e, sempre a petto nudo e con solo i pantaloni della tuta addosso, decise di scendere al piano inferiore per vedere se Zakuro era sveglia.
Il ragazzo non si stupì nel trovarla in cucina, seduta al tavolo e intenta ad imburrare una fetta biscottata. Quando lo vide fare la sua comparsa in cucina, Zakuro gli sorrise amichevolmente.
- Buongiorno! Dormito bene? -

- Splendidamente, grazie. –
Kisshu si sedette al tavolo e accettò di buon grado la fetta biscottata con la marmellata che la Mew Lupo gli porgeva, notando solo in quel momento che, mentre lui era ancora in tenuta notturna, Zakuro era già vestita di tutto punto: quel giorno aveva optato per un abbigliamento sportivo, che prevedeva jeans scoloriti, un maglioncino aderente bianco con lo scollo un po’ a barca e Converse rosse ai piedi.
“Anche vestita in modo più semplice, è sempre bellissima.” Si ritrovò a pensare Kisshu.
- Ma a che ora ti sei svegliata che sei già vestita? – le domandò l’alieno cominciando ad imburrare una nuova fetta biscottata.
Zakuro lo osservò con un sorrisetto, rispondendo: - Io alle 9:00 ero in piedi e non solo sono già vestita, ma sono anche andata a fare un giro in centro. –
Detto questo, la ragazza si alzò e si diresse fuori dalla stanza, per poi tornare pochi secondi dopo con un sacchetto di un negozio di abbigliamento.
Kisshu per poco non si strozzò con la sua colazione, ricordandosi solo in quel momento che a quell’ora sarebbero dovuti essere al Caffè a lavorare.
- Cazzo Zakuro, non siamo andati al Caffè! Ryan ci ammazzerà! -
La modella, per tutta risposta, scoppiò in una risata, per poi esclamare: - Stai tranquillo, ho avvisato Ryan che oggi noi non saremo andati a lavorare. Ho pensato che ci saremmo potuti prendere una giornata libera. –
Kisshu, ora molto più sollevato, riprese a chiacchierare tranquillamente: - Ah bene, fantastico! Comunque mi stavi dicendo? Hai fatto shopping questa mattina? –
A quelle parole, la ragazza sorrise furbamente, lasciando l’alieno un po’ confuso, prima di rispondere: - Oh no, lo shopping vero inizierà oggi pomeriggio. –
Detto questo, porse il sacchetto a Kisshu, che la guardò con aria interrogativa.
- Che cosa vuol dire? È per me? -
- Be’ per me no di sicuro. Spero di aver azzeccato la taglia, sai, sono dovuta andare a occhio. –
Kisshu, ora che aveva realizzato che si trattava di un regalo per lui, non stava più nella pelle per vedere di cosa si trattava. Aprì il sacchetto, estraendo il contenuto: un paio di jeans dal taglio piuttosto semplice e con qualche leggero strappo qua e là, un dolcevita di lana verde scuso, un paio di Converse bianche, un cappellino di cachemire grigio scuro e una giacca di pelle nera.
L’alieno non riusciva a credere ai suoi occhi. – Vestiti umani? –
Zakuro posò i suoi occhi blu in quelli dorati di lui e rispose pacatamente: - Be’ si, i tuoi vestiti sono ancora bagnati e sinceramente daresti troppo nell’occhio ad andare in giro conciato in quel modo…-
Kisshu, però, la interruppe: - Ma è fantastico! Grazie, vado subito a provarli! –
E detto questo sparì al piano di sopra con i suoi nuovi vestiti, non vedendo l’ora di indossarli.
Zakuro, rimasta sola in cucina, si lasciò andare ad una risata rilassata. “Cavolo, non pensavo che sarebbe stato così felice! Sono contenta, mi piace vedere il sorriso sulle sue labbra e quella strana luce che illumina i suoi occhi quando è sereno.”
Dopo qualche minuto, Kisshu fece ritorno in cucina vestito di tutto punto con i suoi abiti nuovi. I jeans gli calzavano a pennello, il dolcevita aderente era perfetto e metteva in risalto il suo fisico scolpito; la giacca di pelle gli stava perfettamente e assieme al cappello davano un tocco di stile al tutto. In più, Zakuro si congratulò mentalmente con se stessa per aver indovinato anche il numero delle scarpe!
- Allora? Come sto? – domandò Kisshu pavoneggiandosi per tutta la cucina.
Zakuro sorrise, divertita da quella scena e dal modo di fare dell’alieno, rispondendo: - Stai benissimo! E oggi mi accompagnerai in giro per negozi. –
L’entusiasmo di Kisshu si smorzò. – Sul serio? –
Zakuro incrociò le braccia e lo guardò con espressione seria, sollevando un sopracciglio: - Be’ è il prezzo da pagare per la mia ospitalità. Forza usciamo, abbiamo molti negozi da girare! –
Kisshu, ormai arreso, si apprestò a seguire la modella fuori di casa. “Ecco, era tutta una fregatura questa. Dovevo immaginare che ci fosse sotto qualche noiosissima cosa da donna come lo shopping.”
Ma mentre Zakuro stava chiudendo la porta a chiave, al ragazzo venne un’idea.
- Aspetta! Devo salire un attimo di sopra, torno subito! – e senza attendere risposta sgusciò in casa.
Zakuro si accigliò e gli gridò dietro, indispettita: - Giuro che se è una scusa per non accompagnarmi in centro, ti sbatto fuori di casa! –
Contro ogni sua aspettativa, però, Kisshu tornò dopo pochi minuti. La modella lo guardò con aria interrogativa, e lui con un’alzata di spalle, rispose: - Be’, dal momento che non ho voglia di passare tutto il pomeriggio a vedere te che provi mille vestiti, ho pensato di portarmi dietro i soldi che mi sono guadagnato lavorando al Caffè e prendermi qualche altro abito umano! –
- Ottima idea! Vedo che sei già dello spirito giusto, quindi andiamo. -
“Dannazione!” pensò Kisshu mentre camminavano, in preda alla confusione. “E’ una situazione assurda: io, vestito da umano, in giro per negozi con Zakuro, una mia ex nemica, a fare compere insieme! Devo essere impazzito.”


Il pomeriggio trascorse veloce: Kisshu, preso dalla smania di comprare nuovi vestiti, aveva finito tutti i suoi soldi; aveva scoperto di adorare le camicie e ne aveva comprate cinque! Senza contare pantaloni, cappelli, maglie e sciarpe, che aveva preso in abbondanza.
In quel momento, i due si trovavano davanti ad un immenso negozio di abiti costosissimi e Zakuro stava ammirando la vetrina. La bella Mew Lupo si voltò versò Kisshu e disse: - Ti va di entrare? La prossima settimana ho una cena di gala con dei produttori cinematografici e mi serve un vestito adatto. –
L’alieno strabuzzò gli occhi, incredulo. – Ma se ne hai già comprati mille di vestiti! Non puoi indossare uno di quelli senza cercarne un altro? –
- Non se ne parla, nessuno di quelli che ho comprato è adatto a quella serata. Forza, ci metterò poco, poi ho bisogno di un parere maschile. - Detto questo, Zakuro afferrò Kisshu per il braccio e lo trascinò all’interno del negozio.
Mentre la modella era assalita dalle commesse che insistevano affinché provasse diversi abiti, Kisshu si lasciò cadere con malagrazia su una poltrona davanti ai camerini, sbuffando.
“Accidenti, questa faccenda dello shopping all’inizio poteva anche essere divertente, ma ora non ne posso più! La prossima volta mi rifiuterò, anche a costo di farmi sbattere fuori di casa e di dover tornare a dormire in quella topaia abbandonata!”
Mentre era in preda a questi pensieri, però, Kisshu venne riscosso da una delle commesse, che gli stava toccando un braccio, chiamandolo. – Mi scusi? –
- Cosa c’è? – rispose sgarbatamente l’alieno alla povera ragazza.
Lei si imbarazzò moltissimo: - Ehm, non volevo disturbare, è solo che la sua ragazza mi ha detto di informarla che è pronta ad uscire dal camerino. –
- La mia ragazza?! – l’alieno fulminò la commessa con lo sguardo, estremamente confuso.
- Eh, si, insomma, la signorina Fujiwara! –
- Ahhhh! – fece Kisshu. – Sisi va bene, ci sono! – rispose dopo essere tornato con i piedi per terra. Mentre la commessa si dirigeva verso il camerino, Kisshu faceva fatica a trattenere una risata. “Oddio non ci credo, quella pensava veramente che io e Zakuro stessimo insieme? Che cazzo gli è passato per la testa?”
In quel momento, però, il filo dei pensieri del giovane alieno venne spezzato da una scena che gli tolse il fiato: Zakuro era appena uscita dal camerino, indossando un vestito elegantissimo, lungo, senza spalline e color blu cobalto; era in raso e aveva un profondo spacco che però non rendeva il tutto volgare. Al contrario, era molto raffinato; l’abito le stava alla perfezione e lasciava la schiena scoperta, cosa che permise a Kisshu di perdersi per un secondo immaginando di accarezzare quella pelle bianca e perfetta.
- Allora, cosa te ne pare? – chiese Zakuro, del tutto ignara dell’effetto che la sua comparsa aveva avuto sull’alieno.
- Sei… Bellissima. – Kisshu, pronunciate queste parole, cercò di ricomporsi: - Questo vestito è sicuramente quello adatto, penso che tu debba prendere questo. –
La modella gli sorrise benevola, guardandosi allo specchio e rispondendo: - Si penso anche io. Allora d’accordo, prendo questo! –
Dopodiché tornò nel camerino per sfilarsi l’abito e indossare nuovamente i suoi abiti. Nel frattempo, Kisshu si rese conto di essersi seduto a schiena eretta sulla poltrona e di aver trattenuto il fiato mentre Zakuro sfilava davanti a lui. “E’ solo perché lei è una bella ragazza, niente di più. È semplicemente per questo motivo che mi sento così scosso; non c’è nient’altro.” Si disse mentalmente l’alieno, cercando di reprimere il brivido che aveva avvertito lungo la schiena quando si era trovato davanti la Mew Lupo.
 
Più tardi, i due, stracarichi di sacchetti, decisero di fermarsi in un bar a mangiare qualcosa. L’alieno era sinceramente affamato, dal momento che non aveva più toccato cibo dalla colazione, e non vedeva l’ora di mettere sotto i denti un bel panino. I due ragazzi fecero appena in tempo ad ordinare un toast e una bottiglietta d’acqua Zakuro e un hamburger con patatine e una coca cola Kisshu, che una voce li raggiunse.
- Zakuro! Che bello incontrarti qui! -
Si voltarono e si trovarono davanti Minto, seguita da un’imbarazzata Retasu; la brunetta guardava con sguardo carico di reverenza il suo idolo e la Mew Focena si limitò a sorridere cordialmente ai due.
- Ciao ragazze! – esclamò Zakuro. – Come mai da queste parti? Non siete a lavoro? -
Fu Retasu a prendere la parola: - Veramente oggi c’erano pochi clienti e Ryan e Kyle ci hanno fatto chiudere prima, così abbiamo pensato di prenderci qualcosa qui. –
- Accomodatevi con noi allora. – le invitò la Mew Lupo.
Le due presero posto al tavolo e iniziarono subito a chiacchierare del più e del meno. Ad un certo punto, Minto si rivolse a Zakuro: - Come mai voi due oggi non siete venuti a lavorare? –
Zakuro la squadrò, prima di rispondere: - Avevamo bisogno di una giornata di riposo, tutto qui. –
Kisshu si intromise nel discorso, cominciando a prendere in giro la Mew blu: - Perché, hai per caso sentito la mia mancanza oggi? –
Minto lo guardò indispettita. – Assolutamente NO; chi potrebbe mai sentire la tua mancanza? Al massimo si stava molto più tranquilli, senza di te che ti pavoneggi in giro per il locale. –
Kisshu ghignò, continuando a scherzare con la ragazza: - Ahhh, allora vedi che ti sono mancato in qualche modo? Hai notato la mia assenza e mi sento lusingato di questo, signorina. –
- Ma stai zitto, per favore. – tagliò corto Minto.
Retasu, che era rimasta in silenzio fino a quel momento, decise di inserirsi nel discorso: - Ragazzi, oggi Ryan ci ha informate che tra un paio di giorni, sabato sera, si terrà una festa in un locale molto alla moda. Lui è stato invitato e ha deciso di portare tutti noi, così potremmo passare una serata diversa tutti insieme! –
Zakuro parve piuttosto interessata alla cosa. – Davvero? Bene, mi farebbe piacere; per questo sabato oltre tutto non ho impegni. –
Minto sorrise, raggiante: - Oh che bello, sono contentissima che tu possa essere dei nostri! –
Kisshu, in quel frangente, stava ascoltando svogliatamente sbocconcellando il suo panino, quando Retasu lo fissò imbarazzata con i suoi grandi occhi azzurri, dicendo: - Ovviamente l’invito è esteso anche a te, Kisshu! –
L’alieno la fissò, curioso. – Ma che genere di feste organizzate voi umani? Non ne ho mai vista una. –
Minto prese subito al parola: - Oh, niente di particolare: ci riuniamo tutti in un locale molto in, pieno di persone ricche e per bene, beviamo, balliamo e facciamo conversazione. Incontriamo ragazzi e tu potresti provarci con qualcuna levandoti finalmente dalla testa la nostra Ichigo. –
Kisshu guardò stizzito la ragazza, ribattendo: - Questi non sono problemi tuoi. E comunque, Ichigo non mi interessa più. –
Ecco, l’aveva detto. Per la prima volta da quando parlava della Mew Gatto con qualcuno, era riuscito a dire la verità; non sapeva perché, ma ormai non provava più il forte sentimento di prima nei suoi confronti.
Minto sorrise, sarcastica: - Si vabbé. Comunque, potresti cercarti qualche ragazza, tanto in locali del genere ce n’è per tutti i gusti. Magari se sei fortunato ne troverai anche una disposta a passare un po’ di tempo con te. –
Kisshu si avvicinò pericolosamente al viso della brunetta, allungandosi sul tavolo, mormorandole con astio: - Io posso avere tutte le ragazze che voglio senza aver bisogno di comportarmi come un cretino in un locale; non si potrebbe dire la stessa cosa di te, dal momento che giri con quelle sottospecie di palle da biliardo sulla testa. –
Zakuro decise di intromettersi prima che la situazione degenerasse. – Adesso basta, ritrovate un contegno per favore. Minto, ti stanno guardando tutti, stai facendo una figura pessima; Kisshu, evita di insultare Minto, calmati. –
La Mew Blu abbassò lo sguardo pentita e profondamente imbarazzata dopo essere stata ripresa dalla modella; Kisshu, invece, scoccò uno sguardo tagliente a Zakuro, sibilandole: - Come preferisci, “Balla coi Lupi”. –
L’alieno si abbandonò contro lo schienale della sedia, a braccia conserte, e decise di rivolgere la sua attenzione su Retasu, che era sempre piuttosto imbarazzata in sua presenza. – Retasu, posso farti una domanda? –
Lei arrossì immediatamente. – Certo! –
- Ma tu che animale saresti? Una foca? Sai, non l’ho mai capito. -
Retasu rimase per un momento sconcertata, ritrovando poi la voce. – No, io non sono una foca! Ho il DNA della Neofocena. –
Kisshu alzò un sopracciglio: - Che sarebbe? –
- Una specie di delfino, credo. – rispose la ragazza alzando le spalle.
I quattro rimasero a chiacchierare ancora per un po’ di tempo, fino a che Zakuro non guardò il suo orologio da polso, accorgendosi che erano quasi le 7 di sera. Lei e Kisshu si alzarono e dopo aver pagato si congedarono, promettendo alle due ragazze che si sarebbero visti l’indomani al Caffè.
Mentre i due si allontanavano, fianco a fianco, carichi di sacchetti con i loro acquisti, Minto e Retasu li osservavano curiose.
- Pensi anche tu che ci sia qualcosa sotto? – domandò Minto alla sua compagna, passandosi una mano sotto il mento.
Retasu osservò i due allontanarsi ancora per un po’, prima di rispondere: - Sinceramente non lo so. Però ti sei accorta di come Kisshu guardava Zakuro? –
- Veramente no, non ci ho fatto caso. – disse la bruna scuotendo la testa.
Retasu sorrise. – Era come se non vedesse altro che lei, nonostante battibeccassero e si prendessero in giro. Però mi sembra che lui tratti Zakuro con un occhio di riguardo. –
Minto si abbandonò sulla sedia, sbuffando. – Sarà come dici tu. Però mi sembra assurdo il fatto che Zakuro possa andare d’accordo con un elemento arrogante e presuntuoso come Kisshu. –
Retasu scosse la testa, facendo ondeggiare le lunghe treccine, e prese le difese dell’alieno: - Guarda che lui alla fine non è così insopportabile come sembra. Secondo me se lo si conoscesse meglio, si scoprirebbe che è una persona del tutto diversa. –

- Mah, non lo so. Vedremo se il tempo ti darà ragione. – concluse Minto, sorridendo in direzione della Mew Focena, che annuì.

Grazie per aver letto! Fatemi sapere cosa ne pensate! Tenete conto che questo è un capitolo di passaggio, ma vorrei comunque sapere come lo trovate :)
Salice_

 

   
 
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