Hi, here I am! Sono tornata con il capitolo 15. Spero piaccia e che mi
seguirete ancora in tante/i. Ci tengo a dire a Pecky e ai fan della sua storia
“To be or not to be?” che una frase (segnata con “**”) all’interno del
capitolo non è assolutamente presa dal titolo del suo 6° capitolo, ma l’avevo
in mente da un po’. Detto ciò, ringrazio le quattro dell’Ave Maria (non è un
insulto, tranquille) per il loro supporto a quasi ogni capitolo: safycullen97,
giada cattaneo, nikotvd e S u n s e t.
Questo capitolo, seppur un
po’ più corto degli altri, è per voi.
Litigare… ispira
POV TALIA
Mi
svegliai lentamente. Neanche mi ero accorta che mi fossi addormentata.Guardai
l’ora. Erano solo le undici di sera.
In
quel momento mi accorsi che Damon non era vicino a me.
Già,
Damon.
Mi sfiorai le labbra, ripensando a quando poche ore prima
erano state baciate da quelle del vampiro.
Arrossii,
e quando me ne accorsi, mi ripresi. “Se mi vedessero da fuori… sembro una
ragazzina alla sua prima cotta” pensai, sorridendo come un ebete.
Queste
meditazioni mi avrebbero portato alla pazzia, così, quando sentii un rumore al
piano di sotto, mi costrinsi ad abbandonare il mio rifugio e a scendere al
piano di sotto, dove sembrava si stesse combattendo la Terza Guerra Mondiale.
Invece erano solo Damon ed Elena che litigavano. Da quello che avevo capito
mentre scendevo le scale, la vampira era gelosa.
Sorrisi
al pensiero. Sembravo una scema.
Purtroppo
l’idillio finì presto. Elena mi vide.
-Che
ci fai tu qui? Damon mi ha detto che stavi dormendo. Oppure mi hai mentito?-
aggiunse, girandosi di scatto verso di lui.
-No,
Elena, ti giuro, stava dormendo quando sei arrivata tu- provò a giustificarsi
il vampiro.
-Certo,
perché io ti credo. So come sei fatto, Damon. Menti, soggioghi e uccidi quando
pensi sia necessario. Anche se non lo è mai- replicò lei acidamente.
-Secondo
me stai esagerando- m’intromisi, guadagnandomi un’occhiata di fuoco da parte
della bruna e un muto ringraziamento del corvino.
-Ogni
volta che succede qualcosa di brutto, è sempre stato Damon, anche quando non
era vero. Non puoi semplicemente pensare che è stato qualcun altro?- continuai.
-Ah,
un’altra cosa. Perché quando Damon uccide qualcuno, non merita perdono, e
invece quando lo fa il fratello, allora lui sì? Cos’ha di diverso, non capisco.
Era lui lo Squartatore, non il maggiore- finii, soddisfatta. Era da tempo che
volevo chiederglielo!
Elena
mi guardava stralunata, mentre Damon invece mi si era avvicinato, come per
impedirmi di saltare e staccarle la testa. Invece mi prese i lati della testa e
mi fece voltare verso di lui.
-Torna
di sopra, ti prego-
Rimasi
così stupita che sbattei le palpebre più volte, come quando ci si risveglia da
un sogno da occhi aperti.
-Torna
a dormire- ripeté.
Stavolta
però ero pronta.
-No-
risposi. –Voglio sapere che sta succedendo-
-Non
sono affari tuoi- ribatté acida la vampira.
-Invece
lo sono, nipotina- la schernii. Mi riusciva facile con lei. Se la
prendeva per tutto.
-Finchè io e te vivremo, e a quanto pare saremo eterne, tu
rimani un mio affare, perciò mi posso impicciare nella tua vita quando voglio-
sibilai.
-Non
credo proprio- rispose Elena, inviperita.
-Ok,
ragazze. Per quanto ci tenga a veder combattere due esemplari di donna come
voi, non ho tutta la notte. Perciò la finite qui, e tu, Elena, vai a casa.
Veloce- la esortò Damon, dividendoci.
La
castana raccattò la giacca e la borsa, avviandosi a passo di marcia verso
l’uscita. Solo quando sentimmo sbattere la porta ci rilassammo.
-Non
puoi andare in giro a minacciare la gente, non è giusto- disse dolcemente il
moro.
-È
stata lei ad incominciare, io ho solo seguito il mio istinto- replicai.
Damon
sorrise e il mio cuore fece una capriola. Dal calore che sentivo sulle guance,
forse anche più di una.
-Mmmhhh-
disse il corvino, assottigliando gli occhi.
-Così
mi fai paura- dissi, indietreggiando di un passo.
-Non
devi averne- replicò lui, avvicinandosi.
“Si,
ciao, sembra che tu mi voglia mangiare, ed io non devo avere paura? Ma ti sei
bevuto il cervello insieme al Bourbon?”
Il vampiro
mi guardò e si fece ancora più vicino, tanto che potevo sentire il suo respiro
sulla pelle.
Rabbrividii,
e in quel momento la mia mente si azzerò del tutto.
Lo
assalii, baciandolo. La passione governava sovrana tra noi, e, all’improvviso,
non c’erano più Nik, Ann, Kath, Cassie, la Profezia, la Maledizione. Nulla.
Solo io e lui.
E
questo mi piaceva e mi spaventava allo stesso tempo. Ma non volevo pensarci, al
momento volevo solo sentire le sue labbra morbide premere e modellarsi sulle
mie.
Avvertivo
le mie dita passare tra i capelli neri di Damon e giocare con alcune ciocche,
tirandole leggermente. Percepivo le sue mani assaltare i miei fianchi e tirarmi
sempre più vicina a lui, come se ci fosse ancora spazio da colmare tra i nostri
corpi già avvinghiati.
Le
nostre lingue giocavano e si rincorrevano in modo quasi sfrenato, tanto che mi
ritrovai a gemere e ansimare nella sua bocca.
Sorrisi
sulle sue labbra quando mi accorsi della sua eccitazione crescere fino a
premere contro il mio bacino, dove la mia fremeva e aspettava, impaziente.
Di
malavoglia mi staccai da lui, ricevendo un mugolio di protesta.
Nel
momento in cui aprì gli occhi e li puntò nei miei, potei vedere riflesso in
quelle iridi ghiacciate ciò che stavo provando anche io.
Desiderio. Puro e semplice.
Ma non potevo, non in quel momento. Era troppo presto.
-Non
oggi, Damon. Non oggi- dissi, per tranquillizzarlo.
Nei
suoi occhi bellissimi scorsi un lampo di delusione, misto a comprensione.
Lo
baciai un’ultima volta, prima di dirigermi verso casa.
POV
DAMON
Stavo
fissando da cinque minuti buoni il portone da cui era uscita Talia.
Mi
era praticamente saltata addosso. Niente a che vedere con la dolcezza del
pomeriggio. Dio, nemmeno si accorgeva di essere così sensuale da far perdere la
testa!
Così
come lo sentivo ancora dentro di me, l’avevo visto nei suoi occhi.
Desiderio. Torbido e oscuro.
Anche
lei mi voleva, come io volevo lei. Ormai non mi ricordavo più com’era la mia
vita prima che questa mezza vampira dai capelli neri e gli occhi blu mi sconvolgesse
nel profondo.
Non
ero sicuro di cosa provavo nei suoi confronti, ma ero certo di una cosa: non
volevo farla soffrire.
Soprattutto
dopo che Klaus mi ha promesso torture talmente dolorose che alla fine l’avrei
pregato di uccidermi per smettere di patire le sofferenze che mi avrebbe
inflitto.
Va
beh, non l’aveva messa proprio in questi termini, ma il succo del discorso era
questo.
A
distrarmi ci pensò Stefan, che piombò nel salone, incazzato nero.
-Elena
è venuta da me in lacrime dicendo che era stata qui. Che le hai fatto?- mi
attaccò.
-Non
capisco, perché devo essere stato io a farla piangere?- replicai.
-Forse
perché sei qui da solo?- ribatté lui.
Sbuffai,
allungando una manica della camicia nera. Stefan si accigliò e diede
un’annusatina veloce.
Aggrottò
le sopracciglia mentre tentava di ricollegare il profumo al volto del
proprietario.
Aspettai.
Quando
capì sgranò gli occhi. –Talia…- sussurrò.
Annuii.
–È stata qui. Ha praticamente insultato Elena-
-Perché?-
chiese.
-Credo
che se lo portasse dentro da un po’ e che avesse visto l’occasione di
liberarsene-
-Facendo
piangere Elena, però-
Alzai
le spalle. Realizzai che la salute psicofisica della neovampira non mi
interessava più, preferivo quella di Talia. Era meno complicata.
Stefan
invece mi guardò in modo strano.
-Che
c’è?- lo fulminai.
Lui
scosse la testa. –Vado a dormire. Buonanotte-
-Ma
come? Non vai da Elena e la consoli dicendole che l’amerai per sempre, very
Emerson*? Oh, ho capito! Hai paura di non riuscire a soddisf…-
-Damon!-
La voce di mio fratello mi giunse potenziata dalla tromba delle scale (no, non
è una roba sconcia, semplicemente il timbro della voce può cambiare in base
alla forma dell’oggetto cui passa attraverso, e no, non vi sto prendendo in
giro NdMe; peccato NdDamon; -.- NdTalia).
Ridacchiai
e lasciai perdere. Stefan non sarebbe mai cambiato.
POV
KOL
Ero
sdraiato sul mio letto, al buio, con una bottiglia di Whiskey Irlandese nella
mano sinistra e il cellulare nella destra. Un unico pensiero nella testa.
Cassandra.
Ero
indeciso se chiamarla o no. Non ero sicuro che mi rispondesse e, se mai
l’avesse fatto, non avrei saputo cosa dirle. Insomma, non potevo chiamarla nel
bel mezzo della notte, con la scuola il giorno dopo, e bloccarmi sul più bello.
Proprio quando le sto per dire…
Rebekah
entrò in camera all’improvviso, senza bussare, e accese la luce. Strizzai gli
occhi, momentaneamente accecato, cercando di mettere a fuoco la sua figura.
La
bionda chiuse la porta a chiave e si avvicinò a me furtivamente.
-Ascoltami,
so cosa ti sta succedendo in questi giorni. Posso aiutarti se vuoi- esordì.
Sbattei
le palpebre, tentando di registrare le sue parole.
La
mia sorellina sbuffò indispettita mentre prendeva in mano la mia bottiglia.
-Possibile
che voi uomini dobbiate sempre annegare i vostri dispiaceri nell’alcool? Non
avete ancora capito che sanno nuotare?**-
Stavolta
fui io a sbuffare, divertito.
-Possibile
che voi donne vi dobbiate sempre impicciare nei nostri affari? Non avete ancora
capito che possono remarvi contro?- tentai di rigirare la frittata. Senza
successo, ovviamente.
-Saltiamo
subito al sodo. So che ti piace lei,
quello che non capisco è perché non ti fai avanti-
-Non
le piaccio- risposi, depresso.
-Come
fai a saperlo?- rilanciò.
-Lo
so e basta- tagliai corto, rabbuiandomi.
Bekah
si sedette accanto a me sul letto e mi prese la mano, accarezzandola
gentilmente.
-Fai
una prova. Non dico adesso, ma quando ti sentirai pronto. Avete entrambi
l’eternità davanti-
Le
sorrisi debolmente, l’alcool che incominciava già a fare effetto.
Mi
rimboccò le coperte e mi accarezzò la guancia.
-Buonanotte
Bekah- biascicai.
-Buonanotte
fratellino- disse, e fu l’ultima cosa che sentii.
Caddi
in un sonno profondo e senza sogni, il cellulare che ancora visualizzava il
numero di Cassandra.
POV
SHINICHI
Sorrisi.
Il mio piano stava funzionando alla perfezione.
Talia
presto avrà spezzato la maledizione e, a quel punto, mancherà solo quella
Cassandra.
Ah,
una perfetta Kitsune. Aveva anche il dono del controllo delle piante, anche se
ancora non lo sapeva.
Avrei
aspettato, come avevo fatto per oltre cinquecento anni. Due anni non erano
niente a confronto.
Ma
intanto potevo metterli alla prova.
Si,
e avevo già in mente gli avversari adatti a loro.
Ghignai
un’ultima volta per poi scomparire nelle tenebre della foresta dietro di me.
Spazietto dell’autrice:
eccomi
qui, in orario come non lo sono mai stata da tempo, con il capitolo n°15!
Vi
giuro, fino a sabato non avevo scritto nulla, non ho avuto nemmeno il tempo di
aprire word.
L’inizio
l’avevo in mente da martedì, ho dovuto scriverlo sul cellulare altrimenti,
puf!, sarebbe sparito insieme all’ispirazione che mi ha colto proprio sabato.
Adoro
la prima parte, il POV TALIA, credo mi sia venuto proprio bene. Spero soddisfi
le aspettative delle ragazze che recensiscono sempre: safycullen97, giada cattaneo
e le nuove nikotvd e S u n s e t.
So
che, leggendo, avete pensato: “Oddio, adesso lo fanno! Siiiiiiii!” e stavate
per ballare la conga sul tavolo, ma ho voluto fermarli, anzi fermarla, per
dedicare loro un intero capitolo. Forse il prossimo…
I
POV DAMON e KOL non mi convincono tanto, forse perché sono maschi confusi che
devono esprimere i loro sentimenti, e a me non vengono tanto bene, soprattutto
l’Originale, poiché non è stato psicanalizzato nella serie tv.
Il POV
SHINICHI invece è venuto fuori così, volevo finire il capitolo in bellezza e mi
è saltato in mente lui che progettava un imminente e misterioso attacco alla gang del bosco. E così è stato scritto.
Passiamo
agli asterischi che spero abbiate notato.
*nella
puntata 1x03, Una partita rosso sangue, Damon paragona il modo di scrivere un
diario di Stefan a quello dello scrittore Ralph Waldo Emerson (che io non ho
mai sentito nominare), dicendo very
Emerson. In italiano, molto poetico.
**la
citazione di Albert Willemetz è stata appositamente modificata da me per
adattarla al testo e ai contenuti. Nella realtà è “Non pensate di annegare i
dispiaceri nell’alcool. Sanno nuotare”.
Al
prossimo capitolo, ragazze. Che quel figaccione di Neal Caffrey sia con voi,
visto che, anche se è gay, ha comunque un fisico da paura.
E
con questa bella nota sensuale vi auguro buona serata.
Laura