Non sono un granchè a scrivere, scrivo più che altro ciòc he mi apssa per la mente, per non tenermi tutto dentro...e la maggior parte delle volte non ottengo il risultatoc he vorrei.
Questo però non è frutto della mia fantasia, questo è uno sfogoc he viene dal cuore..
Per te...
Era quasi la fine di marzo e tu
festeggiavi il tuo compleanno, ricordo ancora l'aria di festa in casa
tua, perchè tu portavi allegria e risate ovunque, nessuno con te si
annoiava.
Ricordo ancora il tuo modo di scartare i regali, attento
a non rovinare la carta per non far rimanere male chi ci aveva messo
tanto impegno nel confezionartelo.
Ricordo quanta attenzione e
quanta felicità potevo scorgere dai tuoi occhi mentre aprivi il mio
regalo rotondo, volendomi a fianco a te mentre lo aprivi.
Un
casco nuovo di zecca col quali da lì in avanti avresti potuto girare
per il paese col tuo motorino altrettanto nuovo.
Eri la felicità
fatta persona e nessuno pensava cosa stava per succederti...
Qualche
giorno dopo ero in centro, era una domenica pomeriggio di quelle in
cui bisogna inventarsi qualcosa da fare per non cadere in paranoia,
di quelle domeniche che anche se non hai voglia, come dissi a te
prima di pranzo, alla fine ti vesti ed esci pur di far qualcosa, come
feci più tardi, senza chiamarti, senza dirti che avevo cambiato
idea.
Avrei potuto...avrei dovuto.
Stavamo giocando con una
pallina di carta io e gli altri mentre cinque ambulanze passarono
davanti a quel parcheggio in cui ci radunavamo sempre, cinque
assordanti sirene di cui mi lamentai io per prima per il casino che
facevano in quella domenica tiepida così silenziosa.
Ricordo
ancora la telefonata di una di noi il giorno dopo, ricordo il
telefono che mi scivolò dalle mani mentre io scivolavo in un sonno
da cui mi sarei voluta svegliare sapendo che era tutto uno scherzo e
che su una di quelle ambulanze non ci eri finito tu, che stavi bene,
che non eri in coma.
Ricordo le corse in ospedale, ricordo la
faccia di tuo papà che mi implorava di non insistere per entrare,
per il MIO bene...e a te chi ci pensava? Chi ti teneva la mano, chi
ti dava forza o speranza? Devono averlo letto nei miei occhi quanto
fossi arrabbiata perchè mi risposero con uno sguardo che disse
tutto.
Non c'era più speranza per te..ti stavo perdendo.
Mi
lasciai cadere ai piedi del muro che separava la tua stanza dal
corridoio di quell'ospedale maledetto, iniziai a piangere.
Avrei
potuto salvarti amico mio, se solo ti avessi chiamato, tu ora saresti
qui.
Non avresti posato nel sottoscala il tuo motorino e il casco
che ti avevo regalato pochi giorni prima per salire su quella
macchina insieme a quell'amico conosciuto da poco.
Non saresti
caduto fuori quando lui, sbandando, fece in modo che la macchina
saltasse per aria.
Tu saresti ancora qui con me. Saresti qui a
confortarmi e farmi ridere quando mi sento disperata, saresti ancora
qui a tifare la nostra squadra, saresti ancora qui con la tua risata
e la gioia di vivere.
Invece te ne sei andato così, silenzioso,
senza neanche salutarmi.
Sono arrabbiata con te. Sono arrabbiata
con te perché questa non dovevi farmela, mi avevi promesso che
saremmo cresciuti insieme come due fratelli. Perché è questo che
eravamo, anche se non di sangue io sapevo di avere un fratello in
più.
Sono arrabbiata con me perché è solo colpa mia.
Sono
arrabbiata perché mi sono lamentata di quelle cinque sirene.
Sono
arrabbiata perché inizio a non ricordare più il suono della tua
voce e questo mi terrorizza.
Mi chiedo ancora oggi perché...perché
sia successo proprio a te. E da egoista mi chiedo anche perché sia
toccato a me perderti.
Ci scherzavi su con la questione di voler
rimanere giovane per sempre. E adesso lo sei, hai quindici anni per
sempre.
E non voglio questo. Tu dovevi avere la mia età adesso,
dovevi avere problemi perché non trovavi lavoro, dovevi avere mille
sogni e mille difetti. Dovevi ubriacarti con me, dovevi fumarti la
prima canna con me e smettere quando avremmo deciso che il fumo e
tutte queste cazzate facevano male.
Dovevi esserci...e non ci sei
più.
Eppure so che non è del tutto vero.
So che ci sei,
sempre.
Sono passati dieci anni e ogni giorno di più, anche se
non ricordo il suono della tua voce, il ricordo di te è sempre più
vivo, sempre più forte.
Come è il mio bene.
Come sempre
sarà.
Sono passati dieci anni, ma tu sei e sarai sempre nel mio
cuore, caro amico mio.