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Autore: katyjolinar    06/09/2007    2 recensioni
Vacanze dell'Independence Day.
La curiosità può fare brutti scherzi, per questo Ziva si troverà a seguire di nascosto Tony a Baltimora, scoprendo il suo più grande segreto.
Non ci sono spoiler sulla s4, anche se la stagione ora in onda è soprannominata "stagione dei segreti" e, dal titolo di questa fanfic potrebbe sembrare collegata. L'ambientazione è precedente all'episodio "l'attentato" nella S3.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5

IL PIU' GRANDE SEGRETO DI TONY

Quarto giorno

Era la mattina del 4 luglio.

Tony si svegliò sentendo la luce del sole, che filtrava dalle tende, colpirgli il volto. Aprì gli occhi e vide, accanto a lui, Stephany ancora addormentata, che abbracciava il suo orsacchiotto.

Si alzò dal letto e la coprì meglio col lenzuolo, dandole un bacio sulla fronte, mentre Jeth, accucciato ai piedi del letto, alzava la testa per guardarlo con sguardo interrogativo.

Tony: "Resta qui finchè non si sveglia, Jeth. Io vado di sotto a parlare con la nonna e Ziva."

Il terranova guaì, come approvazione, e tornò a sonnecchiare, mentre Tony si cambiava.

Scese in cucina e, come aveva predetto, trovò Sarah e Ziva già in piedi; la suocera stava cucinando, mentre Ziva era seduta al tavolo, parlavano animatamente.

Ziva: "E' stata Stephany a chiedere a Tony di sposarlo? Non ci credo!"

Di nuovo stavano parlando di lui. Ma era possibile che Ziva fosse così abile ad ottenere informazioni anche senza usare la violenza?

Tony: "Credici: io avevo già deciso di chiederglielo, ma non avevo ancora comprato l'anello. Stephany mi ha battuto sul tempo e me l'ha chiesto un giorno, quando sono andato a prenderla all'università." disse, avvicinandosi e sedendosi accanto a Ziva.

Ziva: "Avrei fatto la stessa cosa, fossi stata al posto di tua moglie: se il mio ragazzo non si sbriga, vedo di batterlo sul tempo, se sono impaziente di passare la vita con lui."

Tony: "Sì, ma io volevo che si laureasse, prima di sposarci, è per questo che ci ho messo un po'. Poi alla fine ho ceduto e si è laureata quando era al sesto mese di gravidanza."

Ziva: "Beh, io mi sono laureata quando già lavoravo al Mossad. Che c'è di strano? E avevo 23 anni."

Tony: "Tu sei laureata? Questa non la sapevo."

Ziva: "Sì, psicologia. Ci sono tante cose che non sai di me, come io non so molte cose di te."

Tony: "Psicologia? Tu? E' come se Gibbs avesse una laurea in scienze diplomatiche!" rise.

Ziva: "Sarah mi ha detto che anche Stephany era laureata in psicologia, e tu ieri hai detto che aveva il mio stesso carattere, quindi non puoi dire nulla!"

Sarah: "Hey, ragazzi, piantatela di litigare! Sembrate due fidanzatini!" li interruppe.

Tony: "Ok, scusa, Sarah." disse, mettendosi seduto composto.

Sarah: "Mai chiedere scusa..." cominciò.

Tony e Ziva: "... E' segno di debolezza!" completarono.

Tony: "Ma è possibile che le regole di Gibbs mi perseguitino anche in vacanza?" si lamentò.

Sarah: "Sei stato tu ad insegnarle a tua figlia, Anthony!"

Tony: "Toucher!" esclamò.

Ziva: "Però, secondo me, è un bel gesto nei confronti di Gibbs, quello di aver insegnato le sue regole anche a Stephany."

Tony: "In effetti glielo dovevo. D'altronde lui si è dovuto improvvisare ostetrico, per farla nascere, cinque anni fa."

Sarah: "Gibbs è davvero una brava persona."

Ziva: "Sì, ed è un po' come un padre, per noi della squadra."

Tony: "Nonostante i suoi modi bruschi..."

Sarah: "E' il suo modo di farvi capire che ci tiene a voi, Anthony."

Tony: "E' vero. Infatti, quando è morta Kate, mi ha messo un po' a disagio vederlo essere gentile con tutti."

Ziva: "Meno che con me."

Tony: "Tu volevi impedirgli di fare quello che doveva, cosa che, però, poi ha fatto comunque."

Ziva: "Sono stata io a farlo, Tony."

Tony: "Ma il rapporto diceva..."

Ziva: "Il rapporto mentiva. Abbiamo fatto credere che è stato Gibbs per potermi salvare la faccia davanti a mio padre."

Tony: "Ah, ecco spiegato il motivo per cui, quando sei tornata, sembrava fidarsi di più di te. E come mai dovevi salvarti la faccia davanti a tuo padre?"

Ziva: "Come credi che l'avrebbe presa se avesse saputo che suo figlio è stato ucciso dalla sorellastra?"

Tony: "COSA? Ari era tuo fratello?"

Sarah:: "Ora basta! Vedete di parlare di queste cose in un altro momento e, magari, anche in un altro luogo!" li interruppe "Ora dobbiamo cominciare a preparare in giardino per la festa di Stephany."

Si zittirono e si alzarono dalle sedie. Poi salirono in soffitta e presero i festoni per addobbare il giardino. Quando li ebbero portati fuori, Tony e Abrahm spostarono il tavolo da giardino al centro e ne montarono un altro, più piccolo, per poterci poggiare le scatole dei regali. Nel frattempo, Ziva spazzava via le foglie secche dal prato.

Quando i tavoli furono a posto, Tony e Ziva, aiutati da Stephany, che nel frattempo si era alzata, appesero i festoni alla casa e ai due alberelli piantati nel giardino; intanto Sarah e Abrahm erano in cucina a preparare gli stuzzichini e la torta per la festa.

Alle undici era già tutto in ordine, quindi si andarono a preparare in attesa che arrivassero gli amichetti di Stephany per la festa.

Quando cominciarono ad arrivare, Stephany li aspettava in giardino, assieme a Tony e Ziva. La donna venne presentata ai genitori dei bambini, che sarebbero rimasti tutto il pomeriggio, e venne accolta molto calorosamente.

Mentre i bambini giocavano, gli adulti chiacchieravano tra loro; gli invitati erano circa una decina, esclusi i genitori, e facevano un gran fracasso, quindi fu un gran lavoro, per Tony, mantenere una parvenza di ordine tra loro. Guardandolo, Ziva ebbe un'ulteriore conferma di quanto ci sapesse fare con i bambini e di quanto volesse bene alla figlia.

Sarah: "Scommetto che non ti aspettavi di vederlo così." disse, avvicinandosi con un vassoio di pizzette.

Ziva: "E' diverso da come lo conosco... più maturo. Quando è a Washington sembra avere la Sindrome di Peter Pan."

Sarah: "Te l'avevo già detto: è il suo modo di nascondere le cicatrici e le ferite ancora aperte che ha nell'anima, ma se lo conosci meglio vedi che, in realtà, indossa solo una spessa maschera."

Ziva: "In fondo è una brava persona."

Sarah: "E merita di essere felice." disse, guardandola eloquentemente.

Ziva: "Perchè mi guardi così?"

Sarah: "Oh, andiamo! L'abbiamo capito tutti che non ti è del tutto indifferente... e anche tu non gli sei del tutto indifferente, anzi..."

Ziva: "Conosci la regola 12?"

Sarah: "Non avere relazioni sentimentali con colleghi."

Ziva: "Appunto."

Sarah: "Esiste anche una regola 50, dovresti saperlo."

Ziva: "Sono nell'NCIS solo da un anno, non le ho ancora imparate tutte, le regole di Gibbs."

Sarah: "La regola 50 dice: 'Se non se ne può fare a meno, alcune regole possono essere infrante in modo temporaneo o permanente'."

Ziva: "Questa non la sapevo!"

Tony: "State ancora parlando di me?" chiese, avvicinandosi con una bottiglia di birra in mano.

Ziva: "No, stavamo parlando delle regole di Gibbs." rispose, prendendogli di mano la bottiglia e bevendone un sorso.

Tony: "Ah, sì? E quale, in particolare?"

Ziva: "La 50."

Tony: " 'Alcune regole possono essere infrante, in modo temporaneo o permanente, se non se ne può fare a meno'. E' una delle regole meno usate dal Capo, infatti la conosciamo solo io, Abby e Ducky. Il Pivello non la conosce, e neanche Kate la sapeva."

Ziva: "Bene, allora è un bene che lo sappia, così potrò aggrapparmi a questa regola, se ne infrangessi un'altra!"

Tony: "Si dice appellarmi. E sappi che sono pochissime le regole per cui si può anche applicare la 50, e il capo potrebbe fare qualche obiezione sulla parte 'se la situazione lo richiede'."

Ziva: "E quali sarebbero queste regole per cui vale?"

Tony: "Ora non me le ricordo, te lo dirò quando torniamo a Washington."

In quel momento squillò il cellulare di Tony, che guardò il numero chiamante, prima di rispondere.

Tony: "Parli del diavolo..."

Ziva: "Gibbs."

Aprì il telefono e rispose.

Tony: "Dinozzo."

Gibbs: "Buon giorno, Tony! E buon 4 luglio!"

Tony: "Buon 4 luglio anche a te, Capo!"

Gibbs: "Sei a Baltimora?"

Tony: "Sì, stiamo festeggiando."

Gibbs: "Quindi Stephany è lì con te. Me la vuoi passare?"

Tony: "Ok, Capo, poi dopo dovrei anche dirti una cosa, quindi non riattaccare." fece un gesto alla figlia, che corse da lui e prese il telefono.

Stephany: "Pronto?"

Gibbs: "Hey, Stephany! Sai chi sono io?"

Stephany: "Il capo del mio papà. Avevi chiamato anche l'anno scorso e a Natale, e il nonno parla sempre al telefono con te."

Gibbs: "Hai una buona memoria, piccola! Ho chiamato perchè volevo farti gli auguri di buon compleanno di persona."

Stephany: "Grazie!"

Gibbs: "Quanti sono quest'anno? Sto perdendo il conto..."

Stephany: "Cinque."

Gibbs: "Cinque? Allora sei una donnina! Mi raccomando, tieni d'occhio tuo padre: deve ritornare al lavoro esattamente come l'ho lasciato partire!"

Stephany: "Certo! Non ti preoccupare!"

Gibbs: "Ora mi passi papà? Mi doveva ancora dire una cosa. Ti mando un bacio, Principessina."

Stephany: "Grazie!" e passò di nuovo il cellulare a Tony.

Tony: "Pronto, Capo?"

Gibbs: "Allora? Cosa dovevi dirmi di tanto urgente?" chiese, riprendendo il solito tono brusco che conoscevano così bene.

Tony: "Ehm... veramente non sono io che dovrei dirti qualcosa, ma un'altra persona..." passò il cellulare a Ziva, che lo fulminò con lo sguardo.

Ziva: "Pronto?"

Gibbs: "Ziva?" urlò, tanto che riuscì a sentire anche Tony, il quale avvicinò poi anche lui l'orecchio al telefono "Si può sapere cosa cavolo ci fai a Baltimora?"

Ziva: "E' una lunga storia, Capo..."

Gibbs: "La versione breve?"

Ziva: "Ho seguito Tony a Baltimora e ho scoperto che ha una figlia. Ora sono ospite dei suoi suoceri, fino a fine settimana."

Gibbs: "D'accordo. Faremo i conti al vostro ritorno. E, Tony, lo so che stai ascoltando anche te, la prossima volta che vai a trovare Stephany, assicurati che nessuno ti segua!"

Tony: "Sarà fatto, Capo." rispose. Poi Gibbs chiuse la telefonata.

Ziva: "Credi che ce l'abbia con me?"

Tony: "No, perchè sa che sono affari miei, e non suoi. Dice così, ma so che mi appoggerà, quando deciderò di rivelare l'esistenza di Stephany anche a Ducky, Abby e McGee."

Poco dopo, finalmente, fu distribuita la torta, e significava che, finalmente, Stephany poteva aprire i regali.

Anche Ziva gliene aveva fatto uno: aveva passato tutta la mattina del giorno prima a girare per i negozi della città, per poi comprarle delle belle cartelline per tenere i suoi disegni, perchè aveva notato che, nonostante avesse solo cinque anni, era una disegnatrice molto promettente.

La bambina li aprì uno per uno, lasciando per ultimo quello di Tony, che alla fine fu il più gradito.

Stephany: "Fico! Il cappello e la felpa dell'NCIS!"

Tony: "Te li avevo promessi, ricordi? Sono quelli ufficiali, che vengono dati in dotazione agli agenti. Ho chiesto un permesso speciale per ottenerli. La felpa, per il momento, ti starà un po' larga, ma crescendo la riempirai!"

Stephany: "Grazie, papà! E' il regalo più bello che ho ricevuto!"

La festa continuò ancora per un'ora, e Tony venne preso un attimo da parte da Abrahm, per parlargli in privato.

Ziva li osservava e, ad un certo punto, Tony gli sembrò sconvolto.

Alla sera, dopo che ebbero messo tutto in ordine, prima di andare a dormire, Ziva vide che Tony era in giardino, seduto da solo sulla panca sotto il porticato della villa. Lo raggiunse.

Ziva: "Tutto ok?" chiese, sedendosi accanto a lui.

Tony: "Insomma..."

Ziva: "Ti va di parlarne?"

Tony non rispose.

Ziva: "Riguarda quello che ti ha detto Abrahm questo pomeriggio? Ti ho visto sconvolto."

L'uomo fece segno di sì con la testa.

Tony: "Ha un tumore in stadio avanzato. Lo ha scoperto ieri pomeriggio, quando è andato dal medico a prendere i risultati di alcuni esami che aveva fatto la settimana scorsa." rivelò "E' inoperabile, e non sa quanto gli resta, anche facendo la chemio."

Ziva: "Mi dispiace." disse, poggiando la sua mano su quella di Tony.

Tony: "Abrahm è come un padre, per me, gli voglio bene..."

Ziva: "Lo so, e anche lui ne vuole a te."

Tony: "Che cosa dirò a Stephany?"

Ziva: "Le dirai la verità, al momento giusto. Tua figlia è abbastanza sveglia per capire."

Tony: "Ma ha solo cinque anni."

Ziva: "Ha cinque anni ma già sa leggere testi elementari. Tony, tua figlia è una bambina molto intelligente, capirà, quando glielo dirai."

Tony la guardò qualche secondo.

Tony: "Più ti ascolto, e più mi sembra di sentire mia moglie..."

Ziva: "Io non sono Stephany." puntualizzo.

Tony: "Lo so: Stephany non è qui, è morta, mentre tu sei qui con me."

Circondandole le spalle con le braccia, la fece avvicinare, poi la baciò dolcemente, ricambiato. Quando si staccarono, rimasero ancora seduti, a godere del calore reciproco dei loro corpi, guardando gli ultimi fuochi dell'Independence Day che scoppiettavano in cielo.

CONTINUA...

   
 
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