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Autore: onelux    19/02/2013    1 recensioni
[Django Unchained]
L'inverno fu proficuo ma proficuo non vuol dire facile.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il piccolo bivacco era a circa un miglio di distanza da dove erano. Unico suo scopo della sua esistenza era quello non avere troppa distanza. tra le loro cose e i corpi da portare via a lavoro finito.

E i corpi dei ricercati, almeno di quelli che erano stati colpiti, avrebbero atteso il giorno dopo.

Adesso serviva fare il punto della situazione, capire come stava il dottore e organizzarsi per i tre banditi sopravvissuti.

Percorrere quel miglio era stato estremamente difficile. Quando si erano allontanati abbastanza dalla casa ed erano al sicuro coperti dagli alberi avevano acceso una lanterna, Perchè ora mai diventato buio.

Seguirono il percorso lasciato dai loro passi nella neve all'andata, più di una volta Django dovette fermarsi per permettere a Schultz di riprendersi dallo sforzo. Gli ci volle quasi un ora per raggiungere la tenda.

“Forza, ci siamo quasi. Adesso basta entrare e poi potrai riposarti”. Anche Django era stanco. Il freddo, la neve, la sparatoria, la fatica della camminata, la paura per il compagno e lo sforzo nel sostenerlo verso l’accampamento. Si sarebbe volentieri buttato dentro le pellicce senza neppure togliersi gli stivali. Oh e se ne aveva voglia. Era stanco. Era arrabbiato. Era incazzato.

Ma non poteva lasciarsi andare. Il lavoro non era finito.

Dentro la tenda accese un'altra lampada ad olio. Aveva bisogno di luce e, sebbene facesse freddo. Spogliò King.

La pelliccia di lupo.

Il soprabito.

La giacca.

Il gilet.

Il cravattino.

La camicia.

La maglia.


Tutto era intriso di sangue.

Lo coprì con una pelliccia e gli lasciò fuori solo il braccio ferito. Il sinistro.

Prese un po’ di acqua dalla borraccia e bagno un pezzo di stoffa della camicia. E cominciò a pulire.

Subito vide il foro del proiettile. Piccolo. Probabilmente la presenza di tutto quel vestiario aveva in parte fatto perdere la velocità alla pallottola. Perche non era uscita. Era ancora dentro.


“Django. Adesso ti chiedo una cosa.” La voce lo aveva quasi spaventato. Non aveva detto nulla per tutto il tempo della camminata, ed adesso, quasi in un sussurro, gli stava parlando.

“Immagino di sapere cosa vuoi. Ma io non sono capace, non ho mai estratto una pallottola, non so come si …”

“non ti devi preoccupare. È semplice. Prendi un coltello ben affilato lo infili nel foro. Sarebbe stato meglio avere una pinza ed altri strumenti ma al momento va bene così. Non aver paura c’è già il buco”. Sorrise king. Un sorriso sbilenco. “Ovviamente dovrai disinfettare prima il coltello su una fiamma. Non vorrai salvarmi dall’emorragia e farmi morire di infezione vero?”…una piccola risata usci per morire subito sulla sua bocca. “Sbrigati. Sono stanco e immagino anche tu. Quindi prima facciamo prima finiamo. AH!”. Lo guardò serio. “Qualsiasi cosa accada. Qual-si-a-si. Devi finire il lavoro domattina presto.”

“Non capisco?”

“Django. Domattina devi essere davanti alla casa dove sono quegli uomini ricercati. Devi finire il lavoro. Non possiamo permetterci di lasciarli andare.” Django non capiva se dicesse sul serio o era solo una specie di delirio legato alla perdita di sangue ed allo sforzo. “Schultz, io non posso, non sono ancora capace …”

“Sciocchezze. Sei capace e prima o poi dovrai farlo da solo. Tanto vale farlo stavolta. Loro non sanno quanti li aspettano. Non immaginano che tornerai. E più importante. Non sanno quanto è bravo quello con cui hanno a che fare. Ma adesso basta procedi.”

  
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