Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Tury    19/02/2013    4 recensioni
Vivo in una stanza bianca. Anche se posso tornare a casa, giocare con i miei amici, assaporare il vento sulla mia pelle, io vivo in una stanza bianca. Il mio migliore amico è una grande macchina che mi ruota intorno.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vivo in una stanza bianca. Anche se posso tornare a casa, giocare con i miei amici, assaporare il vento sulla mia pelle, io vivo in una stanza bianca. Il mio migliore amico è una grande macchina che mi ruota intorno. O forse è il mio peggior nemico, ma ormai non fa più differenza. Vivo in una stanza bianca, dove non esiste identità, ma solo numeri. Se dico alla grande macchina il mio numero, allora lei saprà aiutarmi. Vivo in una stanza bianca dove tutti mi toccano ma nessuno sembra notarmi. Speranze e sorrisi mi circondano ma nessuno sembra accettare il mio abbraccio. Tranne la stanza bianca e la grande macchina. Ci sono tante persone vestite di bianco fuori la stanza bianca, mi accarezzano e giocano con me, per poi correre via. Perché il loro tempo è troppo poco e i numeri troppo grandi. Il mio tempo, invece, potrebbe esaurirsi in questo preciso momento ma forse questo non è importante. Vivo in una stanza bianca, dove non entra nessuno. E la mia vita si svolge qui, steso su questo letto, a guardare la grande macchina girarmi intorno. Sono solo dieci minuti, mi dicono. Dopo questi dieci minuti la vita tornerà alla normalità e potrò uscire da qui. Non capiscono, invece, che tutta la mia vita è qui, in questo istante, in questa stanza bianca. La grande macchina si arresta ed entra una signora vestita di bianco. Sto fermo, voglio assaporare ancora la mia vita che piano mi scivola tra le mani. So che adesso mi faranno scendere da questo letto, perché il prossimo numero possa prendere il mio posto. Invece, la signora vestita di bianco chiude la porta alle sue spalle e mi si avvicina. La guardo in silenzio e lei fa lo stesso. Piano muove una mano. La porta sulla mia testa nuda, scoperta al giudizio delle persone. Fa scivolare le sue dita sottili tra i miei capelli inesistenti. Restiamo così, per qualche secondo che ha il sapore dell’eternità. Mi soffermo a guardarla, a guardare i lineamenti del suo viso, il colore dei suoi occhi. Non l’ho mai vista prima. Le chiedo se è un dottore, uno di quelli che mi visitano senza guardarmi. Il suo sorriso si allarga ancora di più. Mi dice che è un dottore dell’anima. Allora anche l’anima a volte si ammala? Mi risponde che l’anima tante volte si ammala, perché le persone non sanno guardare. E allora l’anima si ammala ed è inutile provare a curare il corpo se non si cura prima l’anima. Le sorrido, il primo vero sorriso dopo mesi di solitudine. La sua mano scende a stringere la mia, invitandomi a scendere dal letto. Mi porta fuori dalla stanza bianca, in un corridoio dove non ero mai stato. Camminiamo, parlando e ridendo come se la vita potesse continuare anche fuori da quella stanza bianca. Ci fermiamo davanti ad una porta. La dottoressa dell’anima la apre e io mi aspetto di entrare in un’altra stanza bianca ma ciò che vedo oltre la porta è il mare infinito. Ci sono delle persone vicino ad una nave, vestite in modo strano. Ridono e scherzano, circondati da quell’allegria e da quella vita che piano mi stanno abbandonando. La dottoressa dell’anima mi porta da loro. Sento tanti sguardi su di me. Qualcuno mi copre la testa con una bandana. È perché non ho i capelli? Tutti scoppiano a ridere, offrendomi carezze vere, sincere. Piano, tutti gli uomini iniziano ad indossare delle bandane, proprio come la mia. Mi giro, verso la dottoressa dell’anima e vedo che sorride e che anche lei indossa una bandana. Perché indossate una bandana se già i capelli vi coprono la testa? Uno degli uomini mi si avvicina e mi solleva sulle sue spalle.

Noi indossiamo una bandana perché siamo pirati. E tu da oggi sei uno di noi.

Da quel giorno, cammino per strada fiero della bandana che porto.
Perché io sono un pirata.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Tury