Se dici TenTen o dici pasticcio, è sempre uguale
A TenTen piaceva il tramonto.
Era così bello.
Ogni volta che concludeva una missione con il suo Team, tornava a casa e dopo essersi data una sistemata prima di dormire ( indossando il suo solito pigiama rosso,pantaloncini corti e canottiera, con un drago blu sulla schiena e sciogliendo i suoi impeccabili chignog, lasciando i capelli ricaderle morbidamente sulle spalle) saliva sul tetto, appoggiando il mento sulle gambe e osservando il sole nascondersi tra le montagne più alte della foglia.
Sorrise.
“ TenTen!” qualcuno la chiamò dal suo giardino, si affacciò.
“ Lee!” lo salutò sorpresa, senza accorgersi di aver messo il piede su una tegola rotta e scivolosa.
Così si ritrovo a precipitare dal tetto con un urlo.
Il suo compagno di squadra l' afferrò tra le braccia.
La kunoichi lo fissò con una risatina nervosa.
“ Eheh, scusa”.
Rock Lee scosse la testa con un sorriso, rimettendola a terra.
“ Che ci fai qui?”.
“ Sono venuto a portarti una delle tue pergamene, l' ho trovata nel mio zaino, non so” il giovane gliela porse, confuso.
TenTen, divenne bordeaux, così aveva sbagliato zaino! Quella era una pergamena-lettera per Neji, con su scritto quello che pensava di lui!
“ L' hai letta?” farfugliò diventando della stessa tonalità del suo pigiama.
“ Non mi permetterei mai, TenTen”.
La ragazzina sorrise, “ grazie”.
“ Tu invece, perchè eri sul tetto?” le domandò curioso.
“ Uhm, mi piace guardare il tramonto” rispose tranquilla.
“ Posso vederlo con te?” chiese speranzoso il ragazzino.
TenTen guardò gli occhi neri di lui.
“ Ma certo! Vieni” con un balzo entrambi salirono di nuovo sul tetto.
Poco dopo...
“ Comunque perchè sei arrossita quando ti ho dato la pergamena, Ten-chan?” proruppe d' un tratto Lee.
“ Hai visto quanto sono rossi i volti di pietra degli Hokage, Lee-kun?!” strillò lei, deviando il discorso e senza volerlo, per la troppa foga, infilzò con un dito l' occhio del povero Rock Lee.
Un urlo di dolore si levò per tutto il Villaggio.