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Autore: frenci piuggi    19/02/2013    3 recensioni
Uno è uno spogliarellista, obbligato a questa seconda vita per poter ricavare i soldi da un pubblico che lo ama solo per il suo corpo giovane e sodo.
L’altro è il tipico figlio di papà, ricco ed arrogante, condannato però a seguire le orme del padre come investigatore e come tutti i suoi predecessori.
Sono compagni di classe, ma i loro mondi non potevano essere più diversi. Per un capriccio del più ricco, stanco della solita routine, il povero dovrà sorbirsi questa situazione di disparità.
Riusciranno i due a divenire amici e non uccidersi a vicenda?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Segreti

 

Era una notte fredda di pieno autunno: la luna risplendeva fioca nel cielo ormai giallastro a causa dell’inquinamento.
Un ragazzo moro aspettava impazientemente, sotto un lampione malridotto, l’auto che lo avrebbe riaccompagnato a casa, alitandosi sulle mani fredde chiuse a pugno.
Si trovava nella periferia della città, riempita di night club e altre porcherie varie; come aveva fatto a capitare lì proprio non riusciva a capirlo.
Era uscito di casa per fare due passi in città, per cercare di sbollire la rabbia contro suo padre, il famoso investigatore  Fugaku Uchiha. Lui voleva che i suoi figli divenissero entrambi investigatori, famosi ed eccellenti come lo era lui; Itachi, il figlio maggiore, era fuggito di casa da ben quattro anni per divenire un insegnante universitario di lettere, mentre lui, Sasuke, doveva sorbirsi le lamentele del padre e le sue prospettive per il prossimo futuro. Diceva che per tradizione, un Uchiha doveva entrar a far parte del corpo di polizia.
Sasuke non solo odiava suo padre per le pressioni che gli faceva, ma non aveva alcuna intenzione di divenire un poliziotto. Ancora non sapeva cosa volesse fare nella vita, ma era disposto a tutto pur di interrompere quella infame usanza.
Ripensando a quello, la rabbia tornò a pulsargli nelle vene scaldandogli finalmente le mani ora vogliose di prendere a botte qualsiasi cosa.
– Ehi bellezza, ti va di fare un giretto? – interruppe i suoi bollori una voce femminile gracchiante nel vicoletto buio di fronte a lui.
– Mi dispiace signore, ma per stasera credo ne abbiate avuto abbastanza. Non fa bene alle vostre arterie il troppo divertimento. – rispose sarcastico un ragazzino accerchiato da due donne.
Aguzzando la vista, Sasuke notò alcuni particolari: le due donne indossavano abiti simili a due prostitute, il ragazzino invece portava jeans ed una camicia aperta, mentre un braccio reggeva un cappotto. Aveva qualcosa di vagamente familiare.
– Non preoccuparti bel bocconcino. Nonostante la nostra età siamo ancora parecchio resistenti. – vociò quell’altra cercando di apparire seducente. Riuscì solo a far rivoltare lo stomaco in una nota di pieno disgusto sia Sasuke sia al povero malcapitato.
– Potremmo anche pagarti bene. Allora che ne dici? – si intromise nuovamente la prima donna.
Nessuna risposta, solo un lungo silenzio.
< Squallido. > pensò il moretto, inorridito dalla scena; era la prima volta nei suoi diciassette anni che assisteva ad un atto di prostituzione. < Davvero orribile come certa gente per pochi spiccioli vada con chiunque. Bleah! >
– Mi spiace davvero molto signore mie, ma per stasera proprio non posso trattenermi oltre. Se la vostra offerta è valida anche per un’altra serata allora sarò ben lieto di realizzare le vostre fantasie. Ora scusatemi, il mio mezzo di trasporto sarà qui a breve e sfortunatamente non posso perderlo. Buona serata. – si congedò baciando le guance di entrambe ed avanzò lungo il viottolo in direzione del moro.
Per non farsi riconoscere, Sasuke tirò su il cappuccio della giacca e si appoggiò al lampione cercando di assumere un’aria indifferente.
Il ragazzino si avvicinò alla luce dello stesso lampione, poi iniziò a rovistare nelle tasche.
– Dove cazzo è finito ora? Merda. – digrignò sonoramente.
Sasuke si girò in quella direzione, tenendo ben nascosto il viso e ciò che vide fu spiazzante: il suo compagno di classe Uzumaki Naruto era il ragazzino del vicolo.
Che diamine ci faceva lì?
– Ehi amico avresti un accendino per caso? – chiese Naruto avvicinandosi a Sasuke tenendo stretta tra le labbra una sigaretta.
Colto alla sprovvista, alzò involontariamente la testa esponendola al bagliore giallastro.
– Uchiha? Cosa cazzo ci fai qui? – domandò il biondo incredulo.
– Potrei farti la stessa domanda Uzumaki. – controbatté il moro con voce calma; in realtà moriva dalla curiosità di sapere cosa spingeva quel ragazzo ad andare a letto con quelle due racchie.
– Questi non sono affari tuoi! – ringhiò l’altro allontanandosi dal compagno.
– Per una volta concordo con te. Cosa ci faccio qui non ti riguarda. – rispose fermo Sasuke incrociando le braccia al petto e scrutando Naruto dall’alto in basso.
Solo ora poteva osservare i capelli biondi attaccati alla fronte, l’aria distrutta, i rivoli di sudore sul viso e sul torace ancora in bella vista.
Tutto il suo aspetto era completato da un nauseabondo odore dolciastro; cocco forse.
Cosa aveva combinato? Ma soprattutto, perché gli premeva così tanto saperlo?
Naruto assottigliò maggiormente lo sguardo: non si fidava di quel ragazzo.
Lo disprezzava.
Fin dal primo giorno di scuola provò odio nei suoi confronti e lo catalogò come suo acerrimo rivale. La sorte non poteva essergli più avversa: proprio quel ragazzo aveva assistito alla scenetta patetica a cui era tenuto a recitare se voleva sopravvivere.
< Merda. Merda. MERDA! Ogni Dio sia maledetto in questo momento! Non solo devo rincasare alla mezzanotte oggi, ma devo pure beccarmi questo inutile verme strisciante che, guarda caso, non aveva nulla da fare se non aggirarsi da queste parti. In più chissà dov’è finito quello stronzo di un accendino. Che palle. Sia maledetto il giorno in cui questo bastardo è venuto al mondo! > rimuginò furioso il biondino. < Ci manca solo che il bus non ci sia. Giuro su me stesso di prendere a botte questo pezzente se la corriera non arriva entro due minuti. No…facciamo due secondi. Uno, d>
Fortunatamente il cellulare di Naruto si mise a suonare, dando l’opportunità ad entrambi di non tornare a casa con le facce livide.
– Cosa? Puoi ripetere scusa? – sbraitò il biondino mentre il viso ambrato diveniva rosso pomodoro.
Sasuke intanto continuava a fissare l’altro in cerca di possibili ragioni che lo spingessero a cedersi in quel modo. Lo odiava e nei suoi confronti provava un’accesa rivalità, tuttavia non riusciva a non pensare ad altro.
– Ok, si si tornerò subito. No, non preoccuparti. Si, ciao. – rispose malamente Naruto.
– Davvero Uchiha, quando ci sei tu nei paraggi mi capitano solo le cose peggiori. –
– Potrei dire la stessa cosa Uzumaki: quando ci sei tu chissà come mai i guai arrivano sempre. –
– Cosa hai detto teme?! – sputò infuriato il biondino.
– La pura verità…dobe. – disse il moro guardando l’altro con aria di superiorità.
– U-chi-ha!! Non ti azzardare mai più a chiamarmi così! – minacciò Naruto mentre si avvicinava a Sasuke. Finalmente avrebbero pareggiato i conti una volta per tutte.
– E in quale altro modo dovrei chiamarti…dooo-be. – lo istigò il moretto.
Il biondo si avventò su quell’altro, mentre quest’ultimo si preparava a ricevere il pugno già pronto a mezz’aria.
Disgraziatamente gli abbaglianti di una mercedes stroncò il combattimento sul nascere: tutti e due i ragazzi si voltarono stizziti verso quella seccatura. Sasuke teneva stretto il pugno di Naruto nella mano ed i fiati si congiungevano in un’unica nuvola di vapore bianco.
Dall’auto scese un’autista tutto ben vestito – Uchiha Sasuke-sama, sono venuto per riportarvi indietro. Tutto bene? – si allontanò dalla vettura di un passo preoccupato.
– Non vi è alcun bisogno di scomodarsi. Sto benissimo. Se mi fai il favore di aspettare un secondo arrivo subito. –
– Si, signore. – obbedì l’uomo.
Sasuke lasciò la mano del compagno indispettito, si sistemò i vestiti, passandosi una mano tra i capelli corvini; si girò verso Naruto, il quale lo fulminò con lo sguardo per poi girarsi ed incamminarsi.
– Hai bisogno di un passaggio? – urlò il moro al biondino.
– A te cosa importa? – domandò a sua volta Naruto dubbioso.
Perché mai quell’Uchiha era così gentile con lui?
Fino ad un attimo fa stavano per darsele ed ora sembravano due amiconi. Bah!
– Nulla, se ci tieni ad essere nuovamente importunato da quelle là accomodati. Domani non lamentarti però. Sei già sufficientemente rumoroso. Ah, cerca anche di non finire in qualche strana zona della città; il tuo senso dell’orientamento e del pericolo è peggio di un neonato. – proferì aspro Sasuke dirigendosi alla vettura.
Dietro di se poteva sentire le imprecazioni a mezza voce dell’altro, preferì far finta di nulla e continuare a camminare. Non si voltò mai, nemmeno quando aprì lo sportello e si sedette sul sedile posteriore, incrociando le braccia ed accavallando le gambe. Dopo poco anche l’altro sportello si aprì e un Naruto ferito nell’orgoglio pigolò un indirizzo mettendo, infine, il broncio.
– Non credere che ora io ti ringrazi o ti veneri. Ho scelto di accettare la tua proposta solo perché è tardi e non voglio tardare di troppo. –
– Ok, ma io non ti ho chiesto né di farlo né di darmi spiegazioni sulla tua scelta. – sospirò stanco e leggermente divertito Sasuke, mentre le guance di Naruto iniziavano ad imporporarsi.
Il tragitto continuò nel più assoluto silenzio: niente musica, niente parole, niente di niente.
Arrivato a destinazione il biondo scese fulmineo dall’auto e si precipitò all’interno di un condominio grigiastro di almeno cinque piani.
– Andiamo ora, voglio tornare a casa il più presto possibile. – sussurrò il moro con una mano sulla bocca e lo sguardo rivolto al vicinato.
Almeno quello non era male: casette economiche si estendevano per tutta la via, ma non dava l’impressione di essere una zona pericolosa o malfamata.
Allora cosa diamine ci faceva là Naruto? Le più strane idee iniziarono a farsi largo nella sua testa.
Trovava quella situazione eccitante e divertente. Il DNA dei suoi predecessori investigatori iniziava a ribollire dentro di lui.
Non voleva fare il poliziotto, ma ne era estremamente portato. Insomma, ora aveva qualcosa con cui passare il tempo.

 
 

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Ciao a tutti. Ho pensato alla trama mentre era in viaggio a Praga. Stupido potreste pensare..nah.
Il fatto è che mi diverto sempre a creare nuove storie. Perciò appena tornata a casetta l’ho buttata giù. Spero vi possa piacere. Continuate a seguirmi.
A presto :)

   
 
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