Londra era  totalmente diversa da Spring.

Londra era decisamente più grande, più caotica, più affollata.

Spring invece era l' esatto contrario: più piccola, più tranquilla, più famigliare.

Anche se Anastasia si trovava a Londra solo da tre anni e mezzo poteva affermare con certezza di conoscere il luogo abbastanza bene, aveva imparato ad ambientarsi, usare l' underground e soprattutto a comprendere l' accento dei precisissimi inglesi.
Viveva in un piccolo, ma accogliente appartamento nel cetro di Londra con la madre April e la sorella minore Amber, il padre invece, era morto quando Anastasia aveva solo due anni. Quando le cose iniziarono a diventare difficili a livello economico, April, Anastasia ed Amber da Spring, un sobborgo di Houston, si trasferirono a Londra dove avevano qualche parente.
La madre di Anastasia iniziò a frequentarsi con un uomo della sua età e decisero di convivere insieme, era felice, più che altro lo sembrava. Poi un giorno lui se ne andò, abbandonandole.

“Grazie mille, arrivederci” si congedò gentilmente la ragazza sistemando i soldi nella cassa.

Da circa un anno lavorava in un bar vicino casa sua. Non guadagnava tanto e ne era consapevole, ma guadagnava abbastanza per potersi comprare ciò che le piaceva per evitare di essere un peso per la madre.

Quel giorno il locale non era molto affollato quindi decise di sedersi ad un tavolo per riposarsi un po'.
Prese un giornale che era presente sulla superficie legnosa del tavolo e lo aprì delicatamente iniziando a leggere le solite notizie monotone. 
“Allora, l' Inghilterra ha finalmente deciso di mettermi nella lista dei cento uomini più affascinanti dell' intero Regno Unito?” chiese una voce maschile che distrasse i pensieri della ragazza.

Anastasia alzò lo sguaro ed incontrò quello del suo amico; sorrise chiudendo il giornale per poi posarlo.“Non so quanto tu possa essere considerato uomo calcolando che non ti sono nemmeno spuntati i peli sul petto e ci tengo a precisare che frequenti l' ultimo anno” lo prese in giro lei.

“Chi ti dice che non mi depilo?” ammiccò lui mentre prendeva posto su una sedia vicino al bancone.

“Non credo di essere interessata a tale argomento” disse con espressione perplessa “vuoi che ti preparo qualcosa?” chiese poi, cambiando discorso.

“Credo che uno dei tuoi frappè ed un muffin ai mirtilli andranno bene” disse lui giocherellando con la scatola dei tovaglioli che c'era sul tavolo.

“Arrivano subito” esclamò la ragazza abbassandosi per prendere una scatola di latte che si trovava su uno degli scaffali bassi.

“Ma questa meravigliosa vista lo offre la casa?” chiese Harry ironico riferendosi alla posizione della ragazza. Anastasia si alzò immediatamente e lo fulminò con lo sguardo mentre lui scoppiò a ridere.

“Sei disgustoso” disse lei preparando il frappè alle fragole che Harry tanto amava.

“Ehi, dovresti essere felice se un ragazzo fa degli apprezzamenti sul tuo sedere” le disse “soprattutto se quel ragazzo sono io; come entrambi sappiamo, ho un certo talento con le ragazze” concluse facendole l'occhiolino.

“Hai un talento con le ragazze o a letto con le ragazze?” chiese lei porgendogli davanti il frappè ed il muffin.

Harry iniziò a strappare la carta che avvolgeva il delizioso muffin per poi addentarlo. Anche se lui non aveva dato una risposta, lei sapeva già qual era.

Harry era il tipico adolescente spavaldo e sicuro di sè, ma allo stesso tempo un buon amico e alle volte sensibile. Era cosapevole della sua bellezza estetica. Era amico di tutti; dove c'era una festa, c'era anche Harry. Aveva una particolare fama con le ragazze, infatti tutte cascavano ai suoi piedi, e come dar loro torto? Di sicuro non era uno spreco della natura.
Con Anastasia però, era diverso. 
Da quando lei iniziò a frequentare la sua stessa scuola, Anastasia era la persona con cui si confidava, amava passare a trovarla al bar dove lei lavorava, amava passare i venerdì sera steso sul divano nell' appartamentro di Anastasia a guardare programmi televisivi a caso mentre lei teneva le gambe stese su quelle di Harry.
Amava massaggiarle i piedi quando lei iniziava ad essere stanca, amava accompagnarla in giro per Londra a fare ciò che lei amava fare: fotografare.
Nessuno dei due aveva mai provato nulla che andasse oltre l'amicizia nei confronti dell' altro; semplicemente si vedevano come due adolescenti che si conoscevano da qualche anno che avevano instaurato un' ottima amicizia.
Quando i due si conobbero, lei frequentava il corso di film e fotografia della scuola; dopo le vacanze estive lei doveva consegnare un compito il quale consisteva nel girare un video su un' attività indicata da un bigliettino che bisognava pescare da un sacchetto. 
 

*flashback*

“Vi auguro buone vacane ragazzi, divertitevi e vedete di impegnarvi per il compito che vi ho assegnato” disse il professor Brown sistemando i libri all' interno della sua cartella di cuoio ormai consumato.

Skateboard? Ora dove lo trovo io uno che vuole partecipare al mio stupidissimo compito? continuava a ripetere Anastasia nella sua  mentre cercava di  farsi spazio nell' affollato corpo studentesco presente nel corridoio scolastico.

Raggiunta l' uscita, salutò alcuni dei suoi nuovi compagni i quali le augurarono di passare delle buone vacanze e che la invitarono a varie feste che ci sarebbero state nei giorni successivi.

Ma il problema del compito non era ancora risolto, mentre scendeva le scale notò Harry parlare con alcuni dei suoi amici.
Anastasia aveva sentito parlare di lui qua e là, soprattuto aveva sentito alcuni apprezzamenti da parte delle sue compagne di classe.
Lo guardava scambiarsi qualche saluto con i suoi amici, baciare sulla guancia qualche ragazza di passaggio e tenere tra le mani lo skateboard. 
Bingo pensò lei mentre iniziò ad aumentare il passo per raggiungere il suo gruppo.
Appena arrivò si piazzò vicino a loro e cercò di richiamare la sua attenzione picchiettando l'indice sulla sua spalla, lui si voltò e dopo averla squadrata dalla testa ai piedi le sorrise “ ciao, sei nuova?” chiese lui sistemandosi i capelli che gli cadevano delicatamente sugli occhi “se per nuova intenti che una che è qua da tutto l'anno scolastico, allora sì, sono quella nuova” disse lei non sorpresa dalla reazione perplessa del ragazzo, fissò velocemente l'orologio che portava al polso e si accorse che era in ritardo per il suo turno di lavoro.

“Ho poco tempo, quindi arriverò al dunque: il professor Brown, del corso di fotografia e film, ci ha assegnato un compito in cui dobbiamo portargli un video o delle foto su un attività che abbiamo dovuto pescare da un sacchetto, io devo farlo sullo skateboard.

Siccome mi sei capitato tu, ti andrebbe di vederci qualche volta anche solo per una mezz' oretta? Senza impegno, intesi. Puoi anche dire no” disse lei prendendo un respiro profondo come se fosse stata in apnea per tutto il tempo.

“Per me va bene, questo è il mio numero di telefono. Chiamami, così ci organizziamo” disse lui porgendole un foglietto bianco con il suo numero tra le mani.

“Dai sempre il tuo numero stampato perfettamente su un foglio agli sconosciuti?” chiese lei ridendo.

“Vai sempre in giro a chiedere agli sconosciuti di partecipare ai tuoi compiti?” chiese malizioso lui.

“Touchè” disse lei per poi allontanarsi dal gruppo perdendosi il sorriso del ragazzo.

*

 

#hellothere

Salve gente!
Allora. Questa storia è spuntata nella mia contorta mente qualche giorno fa mentre ero in pullman ed il mio pancino brontolava per la fame; ma non è questo il punto.
Il punto è: questo è il primo capitolo, mi piacerebbe sapere il vostro parere a riguardo.
Accetto qualsiasi tipo di commento, anche quelli negativi, che io considere come 'critiche costruttive'
Non saprei cosa aggiungere, quindi spero in qualche vostra recensione, siccome ci terrei veramente tanto a leggere cosa ne pensate.
Cià! :)