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Autore: lottieverdeen    19/02/2013    8 recensioni
La vera storia di Cato e Clove, di come si sono conosciuti, innamorati, odiati e persi. Per sempre.
DAL CAPITOLO 9
Solo mie potevano essere le sue labbra, solo mia la sua voce, solo mie le sue mani. Ma ora è troppo tardi.
Il mio cuore inizia a battere forte, cerco di trattenere le lacrime mentre la tristezza mi annebbia la vista.
Chiunque di noi due torni dall'arena, non tornerà mai del tutto intero.
Perchè dovunque io vada, una parte di me sarà sempre da lui.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Chaff, Cinna, Claudius Templesmith, Clove
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La vita senza Cato è uno strazio. Mi mancano le sue braccie che mi stringono forte al suo petto, mi manca la sua voce rassicurante, che mi tranquillizza dopo un incubo, il suo sorriso, che mi fa sentire leggera e più di tutto le sue dita, che mi pettinavano dolci i miei capelli quando mi svegliavo. Mi manca la persona che mi amava, anche se non l'ha mai detto. Osservo il mio coltello nero, appoggiato sul comodino. Quante volte mi capita ora di scattare in avanti per afferarlo quando mi sveglio dopo un incubo. Quante volte mi sono sfogata con lui, quante volte ho cercato rifugio nella violenza, martoriando l'interno del mio armadio. Ma questa volta è diverso, sento che un coltello non è il modo giusto per sfogare la mia tristezza. Per la prima volta, io Clove, l'assissina più abile dell'accademia, piango. Le lacrime scorrono dolci sulle mie guancie, assaggio con la punta della lingua quell'acqua salata e sospiro.

Esco dalla mia stanza, i miei passi rimbombano monotoni nel corridoi vuoto. Fa talmente freddo che il mio respiro si condensa nell'aria. L'impianto di riscaldamento dell'Accademia si è rotto e non sono ancora riusciti ad aggiustarlo. Scuoto la testa disgustata da questa situazione. Sono sola, in un freddo corridoio, senza Cato. Non riesco a fermare la domanda che continua a rimbombare nella mia mente vuota. Perchè? Cosa ho sbagliato? Ad un tratto una risata stridula mi risveglia dai miei pensieri. Cato sta facendo il solletico ad una ragazza appoggiata al suo petto. Esattamente come lo faceva a me quando ero triste.
Cerco di ignorarlo, ma il mio sguardo viene imprigionato dai suoi dolci occhi azzurri. Cato mi guarda, ha smesso di fare solletico alla biondina. Arrabbiata si stringe di più a lui per riavere la sua attenzione. Cato, però la ignora. La spinge via da se e si avvicina a me. Mi afferra un braccio, come per assicurarsi che non scappi e apre la bocca per dire qualcosa. Imbarazzato si passa una mano tra i capelli.
"Allora Clove io..." Inizia, ma viene subito interrotto da una voce civettuola. Enobaria mi osserva con uno sguardo trionfante e strattona via Cato da me. "Catuccio, devi allenarti, vieni!" Catuccio? Da quando Enobaria chiama Cato in quel modo? Capisco se avessero confidenza ma... Confidenza... La parola rimbalza da una parte all'altra del mio cervello. Perchè è così importante?
Lo sguardo di Cato però mi fa capire tutto. Lui è il mio confidente. Lui capisce quello che penso, lui sa che io lo amo e io so che prova lo stesso per me. Perchè c'è bisogno di parlare se il silenzio dice di più di mille parole? Ed eccola di nuovo, quella scintille che si riaccende. Uno sguardo e lui si libera dalla presa di Enobaria, afferra la mia mano e insieme scappiamo. Dove non importa, importante che siamo di nuovo insieme. Le urla di Enobaria e i suoi passi frettolosi ci accompagnano ancora a lungo, ma finalmente arriviamo alla mia stanza e ci chiudiamo dentro. Mentre io mi precipito sul letto, Cato si appoggia sulla porta. Il suo petto si abbassa e si alza velocemente. Non è mai stato una persona resistente. La sua massa muscolare non lo favorisce in quel punto.
"Perchè l'hai fatto?" Chiedo a bassa voce. Il legame che un mese fa c'era tra di noi si è spezzato. Non mi fido più di lui come facevo prima. Dovrà ancora passare del tempo prima di lasciarlo di nuovo vegliare sui miei incubi. E' tutto sbagliato, tutto da rifare.
Fa male sapere che lui non si fida più di me, esattamente come io non mi fido di lui. Mi spezza il cuore averlo qua vicino e non riuscirlo a guardare. Lentamente si avvicina a me, si siede e appoggia una mano sulla mia spalla.
"Clove, non fare domande, verra un giorno in cui te lo dirò, ma non ora. Sappi che l'ho fatto per te."
Quello sguardo, quelle labbra, quei occhi. Non posso vivere un solo istante ancora senza di lui. Lentamente mi avvicino a lui, le nostre labbra si incontrano, le mie mani accarezzano i suoi capelli.
Confidenza... Fiducia.. d'altronde non sono la stessa cosa?
E io mi fido più di Cato che di ogni altra persona in questo crudele posto.








Ciao popolo di Efp!

Voglio ringraziarvi per le 16 persone che hanno messo questa storia nelle preferite e le 20 che la seguono! Mi rendete felice!
Volevo far durare la malinconia di Clove più a lungo, ma poi ho pensato che non posso dividerli troppo a lungo :(
Recensite perfavore :) Mi fa sempre molto piacere sentire il vostro parere.
La vostra,

Lotty
  
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