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Autore: Charlie_Pace89    06/09/2007    3 recensioni
Marta e Nicola. Frequentano la stessa scuola, ma non si sono mai visti. Un giorno le loro strade si incroceranno, e questo cambierà la loro vita, e quella dei loro amici
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IV

    CAPITOLO IV

 

Marta uscì da scuola correndo. Sperava di incontrare Nicola all’uscita e di poter chiacchierare ancora un po’ con lui, come aveva fatto a ricreazione. Si guardò intorno con una strana sensazione di ansia che le toglieva il respiro…ma non lo vide da nessuna parte. Probabilmente oggi aveva la sesta ora…o forse era uscito prima…si sentì incredibilmente delusa. Ma le passò subito, quello era un giorno speciale, non poteva rabbuiarsi per così poco! Poi si ricordò che aveva qualcosa di molto importante da fare, c’era un ragazzo da consolare e supportare e…da cui farsi perdonare. Telefonò a sua madre per avvertirla che non sarebbe tornata a pranzo. Inventò come scusa di essersi ricordata solo ora di avere il corso di teatro, e questo le evitò una sgridata, anche se dovette comunque sopportare sua madre che le dava dell’irresponsabile. Ma non gliene importava niente. In questo momento Michele era la sua priorità. Glielo doveva, visto quello che aveva fatto per lei. E poi oggi…sembrava proprio che nulla potesse farle cambiare umore! Camminava ad un metro da terra. Non ricordava di essersi mai sentita così euforica e positiva. Era una sensazione nuova e decisamente piacevole. Ma quando arrivò a casa di Michele cerco di non sembrare troppo gioiosa. Non le sembrava il caso di entrare in camera sua con aria trionfante, mentre lui probabilmente era terribilmente giù di morale. Bussò alla porta della sua camera cercando di sembrare il più dispiaciuta possibile, ma Michele come al solito la sorprese e rovesciò tutte le sue aspettative, infatti aprì la porta con un sorriso enorme, la prese per il braccio e la spinse dentro.

“Ciao piccola! Che cosa ci fai qui?”

Marta era un po’ disorientata. Conosceva Michele come le sue tasche eppure…lui riusciva sempre a sorprenderla! “Michy io…ero venuta a vedere come stavi.” Le sue parole sembrarono incredibilmente stupide, visto che Michele si era appena buttato sul letto e la guardava con l’espressione chi-se-ne-frega-della-scuola-io-ho-di-meglio-a-cui-pensare.

“Sto bene, perché non dovrei?” Era sdraiato su un fianco e la guardava sorridendo. Marta si sedette accanto a lui.

“Michy, sei appena stato sospeso per una settimana!”

“Non mi importa! So di avere fatto la cosa giusta, quindi perché dovrei preoccuparmi?”

“Ma come? Non sei arrabbiato?”

“Se sei venuta qui per farti dire che è solo colpa tua…stai decisamente sprecando il tuo tempo”

Marta sorrise e si sdraiò di fronte a lui. “Veramente ero venuta per offrirti una spalla su cui piangere”

“oh…quindi i tuoi sensi di colpa non centrano niente, vero?”

“No che non centrano!” Ma Marta sapeva benissimo che lui non le avrebbe creduto.

“Sei una bugiarda!” Michele le diede una piccolissima botta sulla spalla. Marta prese il cuscino e lo colpì sulla testa.

“Non…sono…una….bugiarda!” Michele si armò di un altro cuscino e partì all’attacco. Continuarono a prendersi a cucinate finché non crollarono, esausti.

Molti, vedendo quella scena dall’esterno avrebbero potuto pensare che tra loro ci fosse del tenero. Ma non era affatto così. Il loro rapporto trascendeva la semplice amicizia…trascendeva l’amore. Erano due anime legate l’un l’altra in modo indissolubile. Un legame troppo forte per essere capito dagli altri, e che per questo aveva spesso alimentato voci maligne e causato problemi con le ragazze di Michele. Sabrina inclusa.

 

Nicola era appena tornato a casa. Era parecchio stanco. Odiava quando aveva greco a sesta ora. Era massacrante. Eppure era sereno. Salì le scale con calma, aprì la porta e trovò ad aspettarlo un bambino che aveva i suoi stessi occhi verdi e gli stessi capelli disordinati. Era Stefano, il suo fratellino di 8 anni, nonché cucciolo della famiglia.

Nicola gli mise una mano sulla testa scompigliandogli ancora di più i capelli.

“Nico…mamma è uscita…devi cucinarti il pranzo da solo”

“E dove è andata?” Buttò lo zaino a terra. Non ne poteva più. Ormai succedeva quasi tutti i giorni. Sua madre usciva, e a lui toccava occuparsi dei suoi fratelli. Da quando i suoi avevano divorziato, non sapeva quale dei due genitori detestasse di più. Il padre che aveva tradito la moglie e abbandonato i figli e che si faceva sentire due volte al mese? Oppure la madre che non aveva intenzione di trovarsi un lavoro e stava fuori tutto il giorno con il suo nuovo, giovane collega credendo che lui non lo sapesse? Era una scelta difficile…

“Non lo so. Mi ha detto che usciva. Ha lasciato i soldi per la pizza. Non torna per cena” Il tono serio e rassegnato del fratellino colpì Nicola come un pugno allo stomaco. Diavolo, un bambino di otto anni aveva bisogno di una madre…o almeno di un padre! Non poteva crescerlo lui. Non era abbastanza forte…eppure non aveva scelta. Lui, un ragazzo di diciotto anni, doveva fare a quel bambino da padre. Era una responsabilità che lo opprimeva, per quanto adorasse il suo fratellino.

“Marco è già tornato?”

“Si, sta parlando al telefono con la sua ragazza…come mai lui che ha 14 anni ha la ragazza e tu che ne hai 18 no?”

“Bè…non è una cosa che dipende dall’età…dipende dal momento”

“Sai, io ce l’ho una fidanzata! Si chiama Paola!”

“Davvero?” Nicola sorrise “E quando me la presenti?”

“Se lunedì mi accompagni alla festa te la faccio conoscere!”

“Non è solo una scusa per farti accompagnare?”

Stefano scosse la testa con un espressione seria che era semplicemente adorabile.

Nicola andò a radunare il pezzo mancante della famiglia, quello che non era in soggiorno ad aspettarlo né in camera sua a parlare con la sua ragazza. Il pezzo della famiglia che gli dava più problemi gestire. Entrò in cucina è trovo una ragazzina dai capelli rossi, identici a quelli della madre, seduta con aria afflitta.

“Che c’è, Isabella?”

“Ho preso sufficiente nel compito di storia. Ma non è per il voto che sono giù. E che vorrei anche io dovermi preoccupare della reazione di mamma”

Nicola sospirò e abbracciò la sorellina. Non sapeva cosa dire. L’unica cosa che gli venne in mente fu questa: “Qui ci sono io che mi preoccupo per te”.

 

Se ne stava ancora sdraiata accanto a Michele. Aveva appena finito di raccontargli tutto quello che era successo quella mattina con Nicola.

“Allora Michy…che ne pensi?”

“Penso che gli piaci” Lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo

Marta divenne subito rossa “Come fai a dirlo?”

“Hai detto che ti guardava quando è entrato in classe, giusto?”

La ragazza annuì

“E che poi, casualmente era appostato davanti alla porta della nostra classe”

“Non era appostato…comunque sì”

“bè…mi sa che questa casualità non è poi del tutto casuale!”

“Cioè…secondo te…lui lo ha fatto apposta per vedermi?”

“Ci scommetto, piccola!”

“Dai…lui è così carino, e ci sono un sacco di ragazze che pagherebbero per stare con lui…perché dovrebbe guardare me?”

“Perché tu sei fantastica” Lo disse senza alcuna malizia. Era semplicemente ciò che pensava

“Tu lo dici solo perché ti passo i compiti” Marta sorrideva. Si sentiva sicura. Sapeva di potersi fidare dell’istinto di Michele.

 

Nelle settimane che seguirono, Marta e Nicola si incontrarono tutte le ricreazioni. Nicola aspettava tutti i giorni davanti alla porta della seconda B, e poi passavano la ricreazione parlando. Parlavano di tutto. Riuscivano ad aprirsi completamente l’uno con l’altra. Era strano, visto che quasi non si conoscevano. Il piccolo terrazzino all’ultimo piano, quello che nessuno conosceva e che Alex aveva scoperto per caso, era diventato il loro piccolo mondo. Se ne stavano lì, soli, e parlavano…il mondo sembrava fermarsi solo per loro. Era il loro piccolo angolo di paradiso. Erano felici quando stavano lì.

“Marta…non credi…ecco…” Nicola balbettava, il che doveva per forza essere segno di qualcosa

“…non credi che…cioè…non pensi che potremmo…vederci anche fuori dalla scuola?” Lo disse guardandosi i piedi.

Marta si sentì all’improvviso come se avesse vinto la lotteria. Nicola le stava dando un appuntamento! “Certo che mi va!”

Nicola la guardò di nuovo in faccia, raggiante. “Bene! Allora che ne dici se…che ne dici di Sabato?”

“Sabato va benissimo.”

“Ok…allora…ci vediamo davanti scuola…penso a tutto io…non preoccuparti di nulla!” Poi fece qualcosa di assolutamente inaspettato. Le stampò un bacio sulla guancia prima di correre via.

Marta rimase poggiata al muretto, certa che non sarebbe riuscita a muovere le gambe. Il cuore le batteva ancora velocissimo. Fissò il cielo limpido sopra di lei. Era felice. Sabato avrebbe vissuto la sera più bella della sua vita.

 

“L’ho fatto!” Nicola andò quasi a sbattere contro Alex

“Le hai messo la lingua in bocca?”

“No, idiota! L’ho invitata ad uscire!”

“Complimenti fratello! Dopo quasi un mese sei riuscito addirittura a chiederle di uscire…non starai correndo un po’ troppo?”

“Si…fai pure lo spiritoso. Ma stavolta è tutto diverso! Lo sento! Sento che Sabato sarà la serata più bella di tutta la mia vita!”

 

I giorni sembrarono passare a velocità raddoppiata. Il Sabato arrivò con una velocità spaventosa. Marta era in preda al panico. Si sentiva ridicola ma…era preoccupata di come vestirsi!

“Non ci posso credere, piccola! Allora è vero che sei anche tu una ragazza!”

“Michy smettila di prendermi in giro! Non è il momento!”

Effettivamente non lo era. Era Sabato pomeriggio, e camera di Marta era totalmente invasa dai vestiti, accatastati in pile dovunque, da Michele, che non faceva altro che aumentare il disordine aprendo gli armadi e tirando fuori maglie e pantaloni, e da Lidia, che cercava di dare consigli utili all’amica, riuscendo solo a farla innervosire di più.

Ma alla fine, nonostante tutto, Marta riuscì a prepararsi per l’appuntamento. Non che fosse vestita in modo molto elegante. Aveva messo i jeans più carini che aveva e una magliettina nera molto carina.

“Allora…vado bene?”

“Sei uno splendore, piccola!”

“Sono così tesa…non so come comportarmi…”

Michele le sia avvicinò, le mise le mani sulle spalle e la guardò dritto negli occhi.

“Andrà tutto bene. Fidati di me, Me lo sento. Passerai una serata fantastica, a cui ne seguiranno tante ancora più belle. Devi solo stare tranquilla”

Marta lo abbracciò. Aveva bisogno del suo supporto

“E se per caso lui dovesse comportarsi male, fai un fischio. Vengo lì e gli spacco la faccia!”

“Grazie ma non credo che ce ne sarà bisogno!”

 

Nicola era davanti scuola. Era teso. Anzi di più. Era terrorizzato. Non era paura ciò che provava. Era terrore, terrore puro e semplice. Non poteva sbagliare questa sera. Tutto doveva essere perfetto. Aveva studiato ogni minimo dettaglio di quella serata. Non avrebbe fallito.

Marta arrivò, bella come una visione. Non poté fare a meno di guardarla incantato. Era splendida.

Lei si avvicinò e lo salutò. Le sue guance bruciarono al contatto con quelle di lui. Nicola si sentì improvvisamente in impeto di sincerità.

“Sei splendida stasera”

Marta pensò che sarebbe morta. Un angelo le aveva appena detto che era stupenda. No, non sarebbe sopravvissuta a quella serata. Le sarebbe preso un infarto prima.

“Anche tu stai benissimo”

Salirono insieme sul motorino. Marta aveva i brividi, ma la colpa non era del vento. Era il contatto con il corpo di Nicola. Le sue mai strette intorno a li. Sentiva sotto le sue dita quel corpo perfetto muoversi ad ogni curva. Si sentiva trasportata via dal mondo.

Si fermarono davanti ad un locale che lei conosceva bene. Il locale dove, tante sere prima, i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta. Si chiese se lui lo avesse scelto apposta. Le bestò guardarlo negli occhi per capire che era così.

Passarono una serata meravigliosa. Cenarono in un piccolo tavolo appartato che dava la possibilità di parlare molto tranquillamente. Cenarono guardandosi negli occhi. Nicola le regalò una rosa. Poi, dopo cena, di nuovo sul motorino, fino al lungomare. Un  gelato passeggiando sotto la luna, lontani dal resto del mondo. E quel piccolo gesto che aveva reso tutto più dolce. Lui le aveva preso la mano. Lei la strinse. E sentirono entrambi che questa presa non si sarebbe mai più sciolta.

“Dove vuoi andare adesso?” Nicola la guardava con gli occhi più dolci del mondo

“Che ne diresti di andare un po’ in riva al mare?”

“Se è questo che la signorina desidera!” Fece un gran sorriso e la guidò piano tra gli scogli, attento a sorreggerla e non farla cadere, senza mai lasciarle la mano. Si sedettero su uno scoglio un po’ più comodo.

Nicola sapeva cosa doveva fare. Sapeva che lei lo voleva quanto lui. Sapeva che era il momento perfetto. Si avvicinò molto lentamente. Erano così vicini che riuscivano a sentire i loro respiri.

“Marta, se non vuoi che io lo faccia, allora fermami.”

Le loro labbra già si sfioravano.

Marta tratteneva il respiro, aspettando quello che sarebbe successo, tremando.

Nicola respirava il suo profumo e si sentiva come percorso da scariche elettriche lungo tutto il corpo.

Le loro labbra finalmente si unirono, le loro lingue si incontrarono. Dolcemente, lentamente, in un bacio vero, profondo. Ed il tempo si fermò.

 

 

Ecco qui il quarto capitolo!! Avevo promesso scintille e credo di aver mantenuto la promessa nell’ultima parte della storia!

Sono abbastanza contenta di questo capitolo. Credo di aver dato spazio a molti aspetti della storia, in quanto vorrei che questa non si limitasse ad essere una storia romantica ma diventasse…una storia a tutto tondo! Ovviamente aspetto le recensioni!

 

P.S. Cavolovai, credo che questo capitolo sarà molto di tuo gradimento, visto la massiccia presenza di Michele ^_^

 

  
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