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Autore: MusicDanceRomance    19/02/2013    13 recensioni
L'amore di Lucius e Narcissa è profondo, intenso, ma minato spesso da piccoli crucci e grandi difficoltà. In cinque momenti, dal loro fidanzamento alla fine della guerra, scopriamo le loro promesse infrante, le loro paure, le gelosie e le incomprensioni che ogni coppia deve affrontare.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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                                                                                                               PROMISE
 
 
 

 

Promise you’ll hold me, touch me,
Love me, way past forever

 

 
 
Promettimi che amerai i miei capricci
 
Lo stava attendendo da dieci minuti.
I loro genitori dovevano incontrarsi per definire gli ultimi dettagli del fidanzamento.
Ma lei lo detestava.
Intelligente, subdolo, brillante, calcolatore.
E bello da morire.
E lo odiava da morire.
Perché sarebbe stato costretto ad amarla.
Perché di lei non gli importava nulla.
Lucius Malfoy.
Lo conosceva bene, il prefetto dei Serpeverde che non perdeva occasione per punire o deridere i Mezzosangue, compiacere i professori e gli studenti più apprezzati, darsi sempre inaspettate arie in sua presenza.
Si rodeva per come egli l’avrebbe considerata: semplicemente un affare combinato e una donna che gli spettava.
Amore? Un insieme di monosillabi incastrati a caso per schernire l’innocenza delle povere fanciulle, ecco la definizione corretta a cui stava pensando.
Proprio allora venne annunciata la famiglia Malfoy.
Lo vide, in tutta la sua agghiacciante compostezza.
Dopo i cerimoniosi saluti tra i capifamiglia il giovane Lucius si avvicinò a lei, le regalò uno sguardo carico di dolcezza e le baciò la mano. Attesero mezz’ora di convenevoli prima di essere lasciati da soli per scambiare due parole.
Quale atteggiamento conveniva assumere nei confronti del proprio futuro marito?
Narcissa non fece altro che evitare in ogni modo possibile i suoi occhi. Erano infuocati e l’avrebbero bruciata, doveva difendersi. Spiò ogni angolo della stanza, cercò la polvere in ogni soprammobile, si soffermò sugli infissi d’argento fino a quando Lucius non avanzò verso di lei costringendola a guardarlo.
-Permettimi di ammirarti, non scappare.- la pregò con voce sottile.
Lei fu costretta a restituirgli un piccolo sguardo intimorito.
Malfoy proseguì:
-Finalmente possiamo parlarci come due fidanzati. Avrei potuto scegliere fra dieci Purosangue, una più schizzinosa e folle dell’altra, ma tu, sempre così tenera e silenziosa, tu, così rispettosa, schiva, concentrata... tu hai una grazia, una bellezza, un’eleganza senza pari.- intrecciò le sue mani a quelle della ragazza -tu sei la sposa perfetta di un Malfoy, sarai la mia regina.
-Mi ami?- chiese a bruciapelo.
Lucius, interdetto da quella domanda così brusca, si riprese subito:
-Ti adoro da mesi. Ho persino onorato la tradizione di presentarmi prima a tuo padre che a te.
-Signor Malfoy, spero di essere una buona moglie e madre.- scandì con freddezza.
Lucius scosse il capo:
-Preferivi forse un corteggiamento più manifesto, con rose e dediche, le volgarità varie che prediligono i Mezzosangue? Io mi sono presentato con i migliori omaggi a tuo padre, gli ho offerto doni e servigi...- intendeva protestare.
Allora lui provava davvero qualcosa. Si era fatto avanti da solo. 
Lei annuì, le era facile simulare una finto distacco anche se ormai toccava il cielo con un dito.
Lucius doveva imparare a conoscerla e conquistarla, per cui decise di non sprecare ulteriore tempo e per accontentarla si inginocchiò nel modo più cavalleresco, nonostante questo andasse contro ogni suo principio:
-Prometto qui, ora e sempre, di renderti perfettamente felice. Amami, non chiedo altro.- la implorò ancora.
Poteva bastare. Non si aspettava certo che si comportasse in quel modo.
Non si preoccupò troppo dell’etichetta e capitolò tra le sue braccia, come aveva sempre sognato di fare.
 
 
Promettimi che amerai la mia gelosia
 
La osservava con prudenza e la riteneva un serio pericolo.
Layla Munderbed era una delle streghe più celebri e affascinanti d’Inghilterra, e la confidenza che si guadagnava dialogo dopo dialogo con Lucius, ad ogni festa a cui partecipavano, innervosiva non poco la signora Malfoy. Che volesse fare di lui la sua prossima vittima?
La stirpe dei Munderbed era indubbiamente autorevole, ma tra i salotti privati il nome di Layla spiccava in cima alla lista dei pettegolezzi proprio per la sua reputazione di cacciatrice-di-Purosangue-accasati.
Ad ogni strega il suo hobby: Narcissa preferiva crescere e coccolare il piccolo Draco, la signora Greengrass amava tormentare le sue bambine con lezioni di musica e Layla spendeva il tempo libero nell’umiliare le altre donne sottraendo loro, giusto per una notte, i legittimi mariti.
Quando, a festa terminata, i Malfoy raggiunsero il loro castello e si raccolsero nelle loro stanze, Lucius cercò un abbraccio della moglie che gli fu repentinamente negato.
-Cosa c’è?- chiese col massimo stupore.
-Se io fossi Bellatrix saresti già cruciato.- rispose piano la donna.
-Layla?- suppose lui -Dovresti rivolgerle la parola, sai che mi serve per la mia candidatura al Ministero.
-Che vada a Salazar la tua candidatura!- sbraitò -Ti diverti a chiacchierare con quella sgualdrina! Ti piace? E’ già successo qualcosa?
-Questa è l’opinione che ti sei fatta di me?- la voce sdegnata di Lucius riempì la stanza -Sarei capace di abbassarmi ai livelli di Goyle, Tiger, Prost, che se la condividono a settimana? Sai quanto conti il suo intervento per quel progetto che ho in mente.- parlava con quanto più disprezzo fosse possibile nei confronti di Layla: in quegli attimi poteva farlo.
-Non ti credo più!-
-Non ti fidi di me.- constatò a fil di voce.
Era divenuto di marmo.
Lei lo stava accusando, quasi avesse dimenticato le sue tattiche per arrancare al prestigio.
Alla festa successiva Narcissa ebbe modo di osservare il cambiamento insperato di Lucius nei confronti di Layla. Quella cercava di incollarsi a lui con ogni pretesto, ma lui teneva a braccetto la moglie e le dava ogni tanto un casto bacio sulla guancia.
Si scoprì poi che la carica che spettava a Lucius al Ministero fu concessa a Prost e che Layla non smetteva di sparlare in giro dei Malfoy che non sapevano mantenere le giuste amicizie.
-Me la stavo lavorando bene per la candidatura, mai mi sarei abbassato anche solo a sfiorarla. Odio la tua gelosia fuori luogo.- le rivelò a notte tarda dall’altro lato del letto, a rigorose distanze dalla sposa.
-Lusinga chi vuoi per le tue nomine al Ministero, ma non un’altra donna!- pretese, quasi in lacrime -Ricordati che esisto!
Lucius le si avvicinò e la abbracciò nel silenzio della notte, ricoprendole il viso di baci:
-Come potrei dimenticarmi che esisti? Non credevo che ti avrebbe dato fastidio. Non accadrà più, perdonami.
Narcissa rispose a uno dei suoi baci.
Aveva demolito un suo piano e rinunciato ad una carica vantaggiosa unicamente per lei.
Forse le conveniva protestare più spesso.
 
 
Promettimi che capirai i miei dolori e ascolterai i miei silenzi
 
Non rimaneva che da dirlo a Lucius: la sicurezza di quella piccola nuova vita che le stava crescendo dentro le restituiva un senso di benessere e fiducia, forse smarrito da tempo; lo aspettò con impazienza e quando questi comparve in casa lei ignorava il fatto che infuriassero nella mente del consorte i pensieri più burrascosi.
-Ti devo parlare, è urgente.
-Non ora, Narcissa!- borbottò lui, agitato come non mai.
-Caro, io e te avremo un altro...
Si era già smaterializzato.
-...Bambino.- una nota di delusione accentuò l’ultima parola formulata a vuoto.
Attese poi tre ore completamente da sola, col maltempo che imperversava fuori dalla finestra come se presagisse catastrofi imminenti.
Lucius rientrò stravolto dall’entusiasmo:
-E’ tornato, Narcissa! Il Signore Oscuro è tornato!
Narcissa si portò istintivamente una mano sul grembo, come se volesse proteggere la sua creatura da quella ricomparsa così devastante e pericolosa.
-Potter era lì con noi, lo avevano catturato, ci è sfuggito all’ultimo, maledizione! Ma è tornato! Adesso potremo ristabilire l’ordine nel mondo della magia, niente più feccia!
Lucius portava alla memoria le antiche ambizioni, era immerso nelle sue fantasticherie a tal punto che Narcissa preferì rifugiarsi nel salone senza improntare alcun tipo di discorso con lui.
Qualche giorno dopo Malfoy rincasò a mezzanotte passata e trovò gli elfi domestici che schizzavano da una parte all’altra della casa in gran fretta e furia.
-Fousis!- chiamò minaccioso uno dei suoi servi -Cosa state combinando?
-Padrone...- mormorò terrificato un elfo domestico -La padrona sta molto male, i servi hanno chiamato il medimago perché si sono spaventati, Fousis non sa niente, Fousis ha avuto tanta paura per la padrona!
Lucius si scordò persino di tirare un calcio all’elfo domestico e si precipitò in direzione della loro camera da letto. Intuiva che qualcosa di grave poteva essere accaduto.
Narcissa dormiva profondamente e l’esperto medimago Gundas, che usciva in quel momento dalla stanza, lo salutò con le dovute riverenze e gli si rivolse con poche parole di rammarico:
-Mi dispiace, signor Malfoy. La signora ha trattenuto per sé troppe preoccupazioni, non era una gravidanza facile. Ha perso il bambino.
-Cosa sta dic...- balbettò Lucius, frastornato da quelle poche parole.
Congedò il medimago e rimase al capezzale della moglie fino a quando lei non riprese gradatamente conoscenza.
Narcissa lo scoprì accanto a sé, rivestito di una tensione palpabile: gli occhi le si velarono di lacrime.
-Perché non me lo hai detto?- sibilò Lucius, premuroso e amareggiato al tempo stesso.
-Eri troppo impegnato col Signore Oscuro. Forse non avresti mai dovuto saperlo.- pronunciò in modo talmente debole che sembrava volesse morire anche lei come il suo bambino.
Lucius strinse a sé la moglie, incapace di reagire alle sue affermazioni.
-Sarà sempre così ora che è tornato, vero?- incalzò Narcissa, rassegnata come la sposa che era stata tanti anni prima.
Lui non trovò replica.
Con due dita cancellò le lacrime che colavano su quelle guance pallide.
Non immaginava che i giorni più bui dovevano ancora affondare nella sua vita.
 
 
Come io ti prometto di non abbandonare mai te e il tuo destino
 
Il destino che si era tracciato da solo lo aveva pilotato verso ogni scelta sbagliata. Il suo spirito errava e si congestionava col dolore dei ricordi, con la coscienza cruda delle mancanze, delle fatiche e degli insuccessi.
In quella cella buia di Azkaban l’unico conforto in cui indugiare era quello della riflessione perenne.
Meditava, Lucius Malfoy, ripensava.
Ripensava a quante volte l’aveva fatta tormentare, illudere, soffrire, sperare e precipitare nuovamente, durante quegli anni di matrimonio, ricchi di serenità e fratturati in mille piccoli momenti in cui lui si era ripromesso di cambiare, di anteporla ai suoi obiettivi, di rimanerle vicino. E aveva fallito. Correggere la propria natura non è un privilegio, non è una capacità o una scelta, è un disfacimento dei propri vizi. Lucius amava i suoi vizi e non aveva avuto intenzione di correggerli, neppure per preservare lei, il loro amore, la loro famiglia, la loro vita, l’onda di rispettabilità che si erano conquistati dopo la prima caduta del Signore Oscuro.
Rimuginava. Il respiro morto dei Dissennatori si perpetrava fino al calice del suo animo, ne assorbiva consistenze ed essenze. Era tutto un frastuono di colori scuri. Non filtrava chiarore da quell’animo autocondannato ai rimorsi.
Il Signore Oscuro aveva affidato a Draco, per vendicarsi dei fallimenti del padre, una missione suicida.
Narcissa stava impazzendo per questo: avrebbe perduto l’unica persona cara che le fosse rimasta.
Le promesse che Lucius aveva sancito con lei prima delle nozze si erano rivelate una bolla asciutta che presto o tardi sarebbe scoppiata.
Le aveva garantito felicità quando, carico di passione e fervore, le aveva chiesto di sposarlo.
Si era sacrificato per lei quando non aveva che da perdere una carica al Ministero, lo riconosceva.
Ma con il ritorno del Signore Oscuro aveva totalmente perso di vista la sua vera vita, i suoi veri obiettivi, i suoi veri beni. Incapace, incapace, più le prometteva di starle vicino, più il loro legame andava allentandosi.
Avrebbero pagato tutti per i suoi errori. Anche dopo la sua liberazione da Azkaban.
Il Signore Oscuro non lo avrebbe lasciato marcire lì, i Malfoy gli servivano ancora, se non altro come merce da umiliare e di cui farsi beffe. Dalle celle di Azkaban alle celle della derisione personale il passo sarebbe stato breve.
Lucius temeva il momento in cui avrebbe incontrato nuovamente la moglie, perché avrebbe letto nei suoi occhi compassione, rimorso, apatia. Non sarebbero più stati i signori di qualcosa se non del loro passato. Il loro rapporto era già incrinato e la paura verso il loro Signore Oscuro avrebbe ridotto presto a brandelli quel che resisteva ancora nelle loro speranze.
E lei come avrebbe reagito?
Lucius la conosceva bene. Lei sarebbe rimasta sua moglie, la sua amica, la sua roccia.
Non più la sua compagna e la sua amante. In mezzo a quella guerra il sentimento non aveva più ragione di esistere.
 
 
Come io ti prometto di salvarti d’amore ad ogni costo
 
Un fumo denso modellava nuove nubi che avvolgevano la terra e circondavano Hogwarts come per medicare le ferite che la scuola aveva subìto durante la guerra finale.
Padre e figlio si abbracciarono, forse per la prima volta dopo dieci anni.
Era tutto finito. Il Signore Oscuro era morto davvero, Harry Potter lo aveva sconfitto.
Lucius sarebbe stato nuovamente processato e condotto ad Azkaban, ma Draco e Narcissa avrebbero evitato per sempre pericoli di morte.
Non importava se in rovina, in disgrazia, se considerati derelitti agli occhi del mondo; furono salvi. L’Oscuro Signore, dopo un anno passato a schiacciare e disprezzare quelli che considerava ormai servi indegni, non era riuscito a disintegrare la sua famiglia. Questo contava.
Narcissa gli era rimasta vicina come una rispettabile sorella e amica. Non avevano avuto tempo, forza e coraggio per tornare ad amarsi come in passato.
Ma ormai era tutto terminato.
I due cercarono Narcissa per qualche minuto, in quel che rimaneva di Hogwarts, tempestata di disordini e rovine. Tra quelle macerie i Malfoy vagavano, osservati da chi con odio da chi sotto una nuova luce.
La trovarono mentre parlava con... Harry Potter!
Lucius non aveva forza per crederci. Sua moglie negoziava con il ragazzo.
-Perché ha detto che ero morto, signora Malfoy?- chiese Harry, molto seriamente.
-Tu hai salvato la vita a Draco. Io l’ho salvata a te.- fu la replica di Narcissa -Ma devi qualcosa a mio figlio comunque. Lui ti aveva riconosciuto, quando eri prigioniero nel nostro castello, e aveva taciuto. Non voleva che finissi in pasto a...
-Vuole che la sua famiglia stia fuori dal processo, vero?- dedusse Harry sbrigativamente.
-Ho mentito per aiutarti, Harry, se non ci fossi stata io ad assicurare che eri morto...
-Lo so.- ammise il ragazzo.
Potter e forse l’intero mondo magico dovevano qualcosa alla signora Malfoy: accettare le sue condizioni non sarebbe stato un gesto di pietà, ma probabilmente un compenso.
Harry annuì, chiamò Draco e gli porse la sua bacchetta di biancospino, con la quale aveva sconfitto Voldemort.
-Questa è tua.
-Grazie.- fu la risposta rapida e debole di Draco.
In quella notte tutti erano cambiati.
Per la prima volta dopo tanto tempo, Lucius strinse la mano della moglie.
Si materializzarono nel loro castello. Sapevano che sarebbe stato difficile tornare ad una vita dignitosa dopo gli ultimi devastanti episodi, ma quella sera riuscirono a dormire abbracciati dopo un lungo periodo in cui il distacco e la solitudine avevano segnato i pochi momenti di intimità che potevano ancora concedersi.
Narcissa riposava, finalmente serena. Era stata mille volte più combattiva di lui, lo aveva salvato da Azkaban, dal marchio dell’infamia una volta di più, dall’abbandono disperato.
-Ti amo, Narcissa. Stavolta la promessa verrà mantenuta. Penseremo solamente a noi, come non abbiamo mai fatto prima.- sussurrò -Perdonami, ti prego.
La vide sorridere e si trovò avvolto dalle sue braccia per riprendere la storia da dove l’avevano interrotta.
Non ci fu altro tempo per parlare. Ci fu spazio solo per i baci, per l’amore, per la loro vittoria. E per una nuova promessa che sarebbe stata mantenuta.
 
Promettimi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eccomi qui. Da quanto non scrivevo su di loro!
Dopo “Ma la notte so che pensi a me” non avevo più valutato questa coppia, per quanto rimanga una delle mie preferite.
Ovviamente non avrei mai potuto ricominciare a scrivere su Lucius e Narcissa se non ci fossero stati i contest di mezzo. Ho scritto questa fic esattamente perché avevo intenzione di partecipare ad un contest di drabble e flashfic sui coniugi Malfoy, e poi invece mi sono ritrovata a partecipare a quello indetto da SweetCupcake: Flash contest, ‘cause Malfoys do it better, raggiungendo la quarta posizione, qui sotto c’è il link che riporta al contest.
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10514684
 
Niente da aggiungere, i versi iniziali in inglese come il titolo stesso della fic sono ripresi da una bachata di Romeo Santos e Usher, “Promise”appunto.
E... avrei voluto allungare il brodo con tutto il cuore, ma poiché non so ancora se parteciperò al primo contest, devo attenermi alle regole della raccolta di flashfic, in caso modificherò in seguito la storia. Vorrei conoscere il vostro parere, insomma, perché mai nessuna fic mi ha lasciato tanti dubbi come questa.
Kiss!  
 

   
 
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