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Autore: itsveronicaa    19/02/2013    0 recensioni
Come è iniziata veramente la storia di Finnick ed Annie?
Due bambini che si incontrano,la loro amicizia che sfocerà in qualcosa di più quando saranno più grandi.
Due ragazzi che si aiutano,si sostengono e si vogliono bene nonostante le difficoltà.
Due tributi spezzati da Capitol City e solo rimanendo uniti riusciranno a superarlo.
Questa è la storia di Finnick ed Annie.Anche loro amanti sventurati.
Enjoy it!
Foxface&Johanna.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Capitolo 2:PERDONO

 

Nei giorni seguenti Annie cercò di fare qualunque cosa per evitare Finnick:si lanciava in una classe se lo incontrava per i corridoi della scuola,andava in giro circondata da amiche,che ridacchiavano tutte le volte che lo incontravano,siccome lui era uno dei ragazzi più belli del Distretto.Lui le lanciava sempre sguardi pietosi,ma lei faceva finta di non vederlo,anche se dentro le si stringeva il cuore.

Un giorno stava tornando a casa dal mercato,carica delle casse che avevano contenuto il pesce ormai venduto,quando vide sbucare da dietro un angolo Finnick.I due ragazzi si fissarono a lungo,in silenzio.Annie si rese conto che lui tendeva a mordicchiarsi il labbro inferiore quando era imbarazzato,si fissava la punta dei piedi e vide anche qualche lacrima fare capolino dai suoi occhi verde mare indecise se abbandonarli oppure no.

 

Davanti ad Annie scusarsi non sembrava più tanto facile.Lei lo fissava con i suoi occhioni enormi,i capelli lunghi le ricadevano sulle spalle fasciate da un vestitino leggero giallo chiaro che metteva in evidenza la sue forme da bambina,completamente in contrasto con lo sguardo serio che gli stava rivolgendo.Forza scusati! Diceva una vocetta nella sua testa.E se lei non le accetta? Insomma,la stavi difendendo! Le hai tirato un pugno in faccia! Ma era per aiutarla. Era un PUGNO!

Mentre avveniva questa lotta nella sua testa,la vide spazientirsi.Lei iniziò ad allontanarsi e a quel punto le urlò letteralmente dietro:”ANNIE,MI DISPIACE!” A lei si irrigidirono le spalle,pensò che se ne sarebbe andata,invece si fermò e si girò verso di lui con gli occhi pieni di lacrime.

“Davvero?”Chiese lei con la voce rotta

“Certo!”

“E per cosa?”

“Come per cosa?”Che razza di domanda è?

“Sì,per cosa?”

“Per averti tirato un pugno”

“E invece per aver picchiato mio fratello?”

“Scusami,ma per quello non mi dispiace.Avresti dovuto picchiarlo tu,ma non avresti fatto abbastanza male.Forse in questo modo capirà quanto è prezioso il vostro legame”

“E tu invece,scommetto che l'hai capito”La sua voce era scettica,ma non riuscì a nascondere un accenno di insicurezza.

“Annie devi sapere che io avevo una sorella,una volta...”

Così Finnick iniziò il suo racconto.

 

Alle otto del mattino del 10 ottobre in un piccolo ospedale del Distretto 4 si sentirono le urla strazianti di una donna che stava partorendo.Nel frattempo i piedini di una bambina di sei anni stavano percorrendo per la millesima volta il brave corridoio che portava dalla sala d'attesa alla sala parto.Era una creatura minuta,con dei bellissimi capelli ondulati biondo miele,occhi scurissimi ornati di ciglia molto lunghe,guance rosa,una piccola sprizzata di lentiggini sul nasino all'insù e una boccuccia rossa e abbastanza carnosa.Il vestitino di tulle e tessuto azzurro con le maniche a sbuffo e le scarpine aperte intonate,la facevano assomigliare ad una minuscola nuvola.In mano teneva un fazzolettino bianco ricamato con il quale giocava nervosamente.

Si bloccò di colpo non appena sentì il rumore inconfondibile del pianto di un bambino e le parole “E' un maschio”;poi uscì un uomo alto e magro dalla sala e cercò con gli occhi,colmi di lacrime e preoccupazione,la bambina.Non appena la individuò le rivolse un sorriso enorme e lei chiese:”Posso entrare papà?”

“Certo Sherine,entra,vieni a vedere il tuo fratellino Finnick!”

La sala parto era bianca e odorava di disinfettante,sul letto c'era una donna dall'aria stravolta:i capelli color bronzo scompigliati,occhi scuri cerchiati da delle occhiaie,pelle del viso tiratissima,nonostante questo sembrava sollevata e fece segno a Sherine di avvicinarsi.Lei le si lanciò tra le braccia con tanta foga che alla poveretta sfuggì un gemito di dolore.

“Mamma,stai bene?”La bimba tratteneva a stento le lacrime.

“Certo tesoro...sono solo un po' stanca...”Guardò il marito con un sorriso e lui,capendo,prese in braccio Sherine che iniziò subito a protestare:”Voglio vedere Finnick,papà!Perchè non ce lo portano?Io lo voglio vedere per regalargli...”in quel momento si accorse di non aver più il fazzoletto in mano e quindi,presa dal terrore,iniziò a urlare ed agitarsi finchè il padre non la posò a terra dicendole di andarlo a cercare nel corridoio.La bambina si fiondò fuori dalla sala parto e per fortuno lo trovò vicino alla porta della sala d'aspetto.

Ritornò dai suoi genitori sventolandolo come un premio e si accorse che vicino al letto della madre c'era una culla con una targa attaccata su un lato con su scritto “Finnick”.

Sherine si lanciò verso il lettino e,mettendosi in punta di piedi,sbirciò dentro:un bambino paffutello,con la pelle ambrata e una peluria color bronzo che gli copriva la testa,stava sonnecchiando tranquillamente.Lei lo prese in braccio con molta delicatezza e,camminando molto lentamente,andò verso il letto della madre e ci si sedette sopra.In quel momento ,con un sussulto,il bambino aprì gli occhi.Erano di un colore a metà fra l'azzurro e il verde ed erano grandissimi.La bambina gli rivolse un sorriso enorme:”Ciao Finnick” furono le uniche parole che riuscì a dire.

 

 

I primi quattro anni di vita di Finnick furono del tutto ordinari:cresceva,mangiava,dormiva,giocava e faceva i capricci;Sherine si prese sempre moltissima cura del fratellino e se lo portava sempre dietro quando andava in giro per il distretto o andava a fare la spesa al mercato per conto della madre.La famiglia Odair era una delle più felici e semplici che si potesse trovare.

Un giorno però cambiò tutto.

Erano passati due mesi e diciassette giorni dal quarto compleanno di Finnick quando a tutte le famiglie fu ordinato di vestire bene i propri figli e portarli in piazza.

“Sarà qualche premiazione o annuncio ufficiale” disse il signor Odair,per tranquillizzare i propri cari,ma non riuscì a convincere nemmeno sé stesso.In poco più di mezz'ora furono pronti ad uscire:Finnick indossava un paio di pantaloni al ginocchio di velluto blu,calze al polpaccio bianche,stivaletti eleganti neri,camicia bianca e una giacca della stesso tessuto e coloro dei pantaloni,chiusa da dei bottoni dorati;la sorella portava invece un bellissimo vestitino rosso porpora con lo sulla a barca e le spalline a sbuffo,la schiena e le maniche erano strette da un nastrino d'oro,ai piedi portava dei sandali dorati e al collo una catenina con un ciondolo circolare,i capelli erano raccolti in uno chignon fermato da un nastro rosso come l'abito.

Arrivati in piazza,dei pacificatori divisero la famiglia mandando i genitori in una via laterale,Sherine fra le bambine e Finnick tra i maschi.

Quando furono arrivati tutti gli abitanti,venne imposto il silenzio e comparve su un palco,allestito per l'occasione,un uomo che tutti riconobbero come il Presidente Snow.

Quello,senza spiegare niente,iniziò ad indicare ai pacificatori dei giovani e delle ragazze da prendere e portare sul palco;alcuni erano molto noti,altri meno,cambiavano i vestiti,il colore dei capelli e della pelle,il sesso(anche se i “prescelti” erano in prevalenza femmine),ma avevano tutti una caratteristica in comune:erano bellissimi.

Finnick guardò le schiene degli ultimi che erano stati chiamati mentre salivano sul palco:una ragazza con i capelli neri lunghi fino alla vita,un giovanotto con un completo tortora ed una bambina con i capelli biondo miele legati in uno chignon e un vestitino rosso porpora.

Il cuore gli si fermò.

Intanto i pacificatori formarono una catena intorno ai ragazzi sul palco per non farli allontanare.A questo punto il Presidente prese la parola,fece un bellissimo discorso che includeva la promessa di una vita migliore per i prescelti,un contributo monetario mensile alle famiglie che avrebbero donato i figli a Capitol City e un aumento di stipendio a tutti i lavoratori del distretto per ringraziare la comprensione del popolo,poi fece un gesto ai pacificatori che iniziarono a portare via i ragazzi.Si sentì un boato assordante nella piazza:tutti gli uomini urlavano,le madri coinvolte piangevano,alcune svenivano,i prescelti opponevano resistenza;solo Finnick era rimasto immobile fissando la sorella incredulo,incapace di capire cosa stava succedendo.Dopo un po' di tempo i pacificatori sfoderarono le armi e a quel punto ritornò la calma,i prescelti vennero caricati su camion e portati via,il Presidente venne recuperato da un'auto di lusso e i pacificatori intimarono gli abitanti di ritornare alle proprie abitazioni.

 

In casa Odair si iniziò a parlare poco,poi nemmeno più quello.Ogni tanto si sentivano i singhiozzi della madre,che si aggirava per l'abitazione come un fantasma;dopo questo evento la famiglia passò da più semplice e felice a più triste e silenziosa del Distretto.

Rividero Sherine in TV un giorno,o meglio,quello che la Capitale aveva fatto della bambina:nonostante avesse solo undici anni ne dimostrava almeno quattordici,le labbra erano state rese più carnose ed evidenziate dal rossetto blu,gli occhi erano cerchiati di matita,i capelli,un tempo lunghi e biondi,erano cortissimi e fuxia,indossava un mini abito che metteva in evidenza il seno ritoccato chirurgicamente e delle scarpe con dei tacchi altissimi e sottili come un capello.Alla vista di quella scena la madre iniziò a piangere più forte del solito e lo sguardo del padre si rabbuiò.

Finnick,invece,decise di tagliare i ponti con la sua vita passata:non avrebbe più pianto per sua sorella e non si sarebbe più dimostrato debole.Mai più.

 

Quando Finnick smise di parlare,Annie rimase a fissarlo con le guance rosse e la bocca socchiusa.Poi,improvvisamente,lasciò cadere le scatole in terra e si lanciò al collo di lui.Caddero entrambi,lei avvinghiata a lui piangendo rumorosamente mentre il ragazzo le accarezzava i capelli imbarazzato.

Quando Annie smise di piangere,Finnick la aiutò ad alzarsi,raccolse le scatole e la accompagnò a casa con la mano libera ancora affondata nei capelli di lei.

 

“Dlin Dlon!”

Il campanello della porta stava suonando,probabilmente Annie era tornata a casa.

Crux posò il coltello da cucina sul tagliere e si diresse verso la porta,fermandosi a guardare la sua immagine riflessa nello specchio dell'ingresso.Come al solito vide una donna graziosa,alta e magra,con un viso delicato incorniciato da una massa di capelli neri raccolti in una crocchia,gli occhi verdi(un tempo brillanti) iniziavano ad avere delle ombra più scure e intorno ai lati della bocca si intravedevano delle lievi rughe,unici segnali dei suoi trentacinque anni.

Aprì la porta d'ingrasso e si ritrovò davanti sua figlia e un ragazzino.

“Buongiorno mamma!Lui è Finnick”

Il ragazzo era piuttosto alto per la sua età e iniziava ad assumere la forma allampanata tipica degli adolescenti.I capelli color bronzo ricadevano sugli occhi verdemare in riccioli scomposti,la pelle ambrata era messa in risalto dalla camicia larga bianca e dai pantaloncini azzurri.

“B-Buongiorno”

“Buongiorno Finnick.Sono Crux.Entra pure!”Si fece da parte per far entrare i ragazzi in casa.

“Sto preparando un'insalata di frutti di mare,ti fermi con noi?”

“Certo!Grazie mille signora!”

 

 

|ANGOLO DELLE AUTRICI|

Buonsalve a tutti!! Eccoci con un nuovo capitolo.Questo capitolo è parecchio lungo rispetto al precedente.Speriamo vi piaccia. Recensite!

Johanna&Foxface

  
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