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Autore: Kingdommarco    19/02/2013    0 recensioni
Per le strade, al mio passaggio, la folla si apriva, e le persone mi guardavano come una condannata a morte scortata alla gogna. E io mi sentivo tale, mi sentivo come un condannato che, sul Ponte dei Sospiri, osserva un’ultima volta Venezia, la città dove ha vissuto per tutta la vita, prima di scendere, al patibolo.
Non aspettavi una reinterpretazione de "La Ragazza di Fuoco", è una storia nuova, con Arena e personaggi completamente nuovi.
Che i 75° Hunger Games abbiano inizio
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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In quella fottutissima mattinata ci alzammo per gli incontri con gli stilisti. Avevo passato una notte chiuso in una camera d’albergi  con quel bastardo, e se prima temevo l’arena ora non vedo l’ora di andarci, per il puro sfizio di vedere morire quel maledetto, anzi, per ammazzarlo io stesso, con le mie mani. Volevo stringergli il collo e appoggiare i pollici al centro della gola, poi premere con forza, e poi tagliargli braccia e gambe e incidergli una croce sul petto con un pugnale, non prima di avergli cavato gli occhi e di essermeli mangiati.

Ah, quei pensieri erano meravigliosi, l’idea della sua morte mi eccitava. Dopo di lui avrei ammazzato Prim, perché se Katniss non mi voleva io non volevo aiutare quella mocciosa di sua sorella. Per lei riservavo un trattamento speciale: una bella pugnalata al centro della fronte, seguita da una nella gola, una nel cranio e una una nella nuca. La sua testa doveva sembrare un puntaspilli, oh si, e poi magari avrei potuto anche bere il suo sangue, per schernirla anche da morta.

E dopo di lei, ovviamente, quella grandissima bastarda di Katniss. L’avrei fatta a fette con un macete, e poi ancora e ancora, la volevo tagliare a cubetti minuscoli, il pezzo più grosso di lei rimasto doveva essere l’orecchio, o una falangetta. Io mi sarei divertito un mucchio, e ovviamente anche Capitol avrebbe amato la mia idea.

Assorto nei miei pensieri di vendetta, non mi accorsi che la colazione era già finita e che dovevamo alzarci, ormai. Seguii il gruppo fino alle sale degli incontri con gli stilisti. Ce n’erano due: Cinna, un uomo dall’apparenza quasi normale, e Portia, una donna tutt’altro che normale. Purtroppo per me io e Peeta fummo assegnati alla stessa stilista, Portia, e Katniss e Prim a Cinna. La donna ci ordinò di spogliarci nudi, e Peeta si sfilò gli indumenti senza nemmeno esitare. Pochi secondi dopo fui costretto a farlo anche io, nonostante non riuscissi a nascondere la vergogna. Pensai a Katniss, nell’altra sala nuda con quell’uomo, e mi sentii torcere le budella. Provavo una rabbia infinita.

Dopo averci preso le misure, Portia spiegò:
“Per la sfilata di quest’anno avevo pensato a una cosa più… ehm… particolare, ecco. Io e Cinna, come l’anno scorso, ci ispireremo al fuoco e al carbone, ma sarà una cosa diversa, fidatevi. Potete andare.” Ci rivestimmo e uscimmo dalla sala, per recarci nel salotto dove, poco dopo, ci raggiunsero anche le ragazze. Katniss prese subito posto accanto a Peeta, mentre Prim si mise su una poltrona, in disparte, per non sedersi accanto a me. E fece bene, perché credo che tenendola accanto non sarei riuscito a tenermi la rabbia e le avrei mollato un ceffone in faccia.
Mentre Prim si dirigeva alla poltrona, la sorella si alzò e le si avvicinò, aggiustandole la camicetta nella gonna. “Tieni dentro la coda, paperella.” La bambina sorrise alla sorella e si accomodò. Quanto odio queste smancerie, tutto questo affetto è inutile, lo capisce che probabilmente dovrà ammazzarla di li a pochi giorni!? Evidentemente no, io se fossi stato in lei avrei cercato di ammazzarla già da ora, per trovarmi una cosa fatta. Se l’avessi fatto io probabilmente sarei stato ammazzato, o sarei diventato un senza voce. Ma la tentazione era fortissima, e il mio autocontrollo decisamente meno potente della mia rabbia.
Nonostante ciò riuscii ad aspettare l’arena, per fortuna.

Dopo cena ci recammo a letto, che sarebbe l’unica cosa bella di quel Centro se in camera con me non ci fosse il maledetto.
Lui l’avrei squartato per primo, avevo già deciso, ero disposto anche a fare la fine di quel cannibale ammazzato con una frana dagli strateghi perché stava mangiando i concorrenti, ma mi bastava che quello morisse. E con lui anche tutti gli altri.


-Angolo dell'Autore

Allora, carissimi, dopo tanto tempo (Scusatemi!) rieccoci con un nuovo capitolo! Come credo abbiate capito, questo capitolo era narrato da Gale, che, carico d'odio e offeso dall'inscenato tradimento di Katniss con Peeta nell'edizione precedente dei Giochi. Lui la "amava" e forse la ama anche ora, ma il suo odio nei confronti di lui si riflette anche sulla poverina, e forse ai due nell'Arena, per questo, spetterà una brutta sorte. Forse.
Non voglio dirvi altro, ci vediamo al prossimo episodio narrato da.... eheh, lo scoprirete! Sayonara!

-Kingdommarco

   
 
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