- Perché
tanto gli innamorati
festeggiano tutti i giorni. – 14 febbraio 2013
- Solo in quel modo ci si può ritrovare quando si esce con un ragazzo che ci piace molto di più per volerlo identificare solo per quello-con-cui-esco. Per ciò Giulia era seduta alla sua scrivania e pensava, fissando il muro, che lei aveva sempre trovato fosse una emerita cazzata San Valentino, eppure… eppure se Eugenio avesse voluto passarlo con lei, sarebbe stata felice, felicissima; ma lui non si era fatto neppure sentire.
- “Giù, se passo dopo l’allenamento? Ti va di vedermi?”
- “Sì, cazzo!, sì. Certo che ti voglio vedere.” Ma cancellò: non poteva rispondergli così, poco femminile, poco educato… troppo entusiasta!
- “Ehi! :) Certo che mi va! A doooopo!” Erano –o almeno lei era- in quello strana situazione in cui non sapevi bene cosa potevi dire e come potevi dirla, quando potevi chiamare, ogni quanto e quando invece non chiamare; insomma era tutto troppo confuso, da troppo tempo, per i suoi gusti.
- Così era stata in attesa le due ore successive saltellando come un’idiota scatenando le risa dei suoi genitori che uscivano fuori a cena e ridendo anche lei per il solletico che sentiva dentro allo stomaco, quasi come se ci fossero davvero le farfalle. Passò il tempo cantando a squarciagola ma stonata come un gatto le canzoni che davano su MTV e ballando, male.
- Ormai erano le dieci e venti e a Giulia stava crollando tutta la gioia che aveva montato dalle otto, quando il campanello di casa suonò e il cuore –aspettando che l’ascensore arrivasse al piano- freneticamente batteva, svolazzando di qua e di là insieme alle ormai certe farfalle colorate.
- Eugenio aprì la porta in ferro dell’ascensore e lei gli saltò in collo baciandogli il viso e poi, finalmente le labbra.
- «Giulié!» le sistemò una ciocca che interferiva nel bacio, passò le braccia dietro la schiena a sorreggerla e continuò a baciarla. Da qualche parte nell’ascensore un girasole se ne stava al sicuro.
- E poi Giulia lasciò cadere la Bic dalla mano e con un singhiozzo si accorse delle lacrime nere che scorrevano sul suo volto.
- Non
so se in realtà mi vada di scrivere queste note,
cioè questa flashfic -ed
io che pensavo di aver scritto la mia prima drabble! D:- potrebbe benissimo vivere
senza.
- E
quindi questo è tutto ciò che scrivo,
perché –alla fin fine- non so che
scrivere, se non DI GETTO:è così che è
uscita ed è così che voglio mantenerla.
- Lasciatemi un pensiero, se vi va; e scrivetemi cosa avete fatto questo San Valentino (Mary fagocitatrice di amore altrui -spero che non sembri terribilmente malato e spaventoso-) e soprattuttoche ne pensate di questa “festa”.
ps. ovviamente sono in ritardo (nell'essere in ritardo sono sempre bravissima!, yeeee), ma vaaa be'