"La mattina del 4 settembre 1904 le strade di Buggerru, anche conosciuta con il nome di Petite Paris, erano imbrattate di sangue e il suono degli spari rimbombava nelle menti di ogni abitante che assistette a quell'eccidio. Il massacro avvenne di fronte alla sede della direzione generale della miniera, ove gli operai andarono a protestare la riduzione della durata di pausa dal lavoro. I titolari della ditta chiamarono l'esercito, che fece fuoco sugli operai uccidendone quattro e ferendone gravemente molti altri. Quella domenica sarà ricordata come l'eccidio di Buggerru."

Elena aveva dieci anni quando il padre lasciò per sempre la sua famiglia. La madre non smetteva di piangere e, seduta per strada, teneva stretto a sè il corpo esangue del marito, macchiandosi le vesti già luride e logore. Accanto alla donna un bambino dell'età di circa sette anni era inginocchiato e sfiorava delicatamente il viso dell'uomo con la mano, nel mentre le lacrime rigavano il suo volto sporco e colmo di ferite. La bambina fece scorrere gli occhi castani per tutto il territorio circostante, ma le uniche cose che riuscì a vedere erano solo tanto sangue e famiglie distrutte dal dolore che rimpiangevano tutti i feriti e i morti di quella terribile mattina. Elena guardava le persone occupate a portare i feriti nelle case per medicarle, ma per suo padre non sarebbero servite più le medicine. Il giorno seguente lei e la sua famiglia si recarono, come tutti i giorni, in miniera. Non le era mai piaciuto lavorare nelle miniere, soprattutto dalla morte del fratello maggiore Matteo; successe tutto qualche mese prima, durante il turno del mattino, il tetto di una galleria era caduto causando diverse morti, inclusa quella di suo fratello. Era un lavoro troppo duro per una bambina, non venivano pagati decentemente e le ore di lavoro erano eccessive. La madre non sapeva come poter mandare avanti la famiglia, i soldi erano diminuiti e non bastavano neanche per pagare il funerale. Uno dei suoi tre figli era a fare servizio militare, com'era d'obbligo raggiunta la maggiore età, le tasse erano troppo alte per pagarle e poter poi riuscire ad arrivare a fine mese. Toccava che tornassero a Buggerru.

                                                             Dal 4 settembre 1904 le immagini delle strade insanguinate di Buggerru 
                                                                             rimasero impresse nelle menti dei suoi abitanti.

"La risposta del movimento operaio a livello nazionale non si fece attendere ed il 16 settembre si svolse il primo sciopero generale nazionale, al quale aderirono i lavoratori italiani di tutte le categorie."





NdA: 
Questo è il primo testo storico che scrivo, potrei definirla "una prova".
Non credo sia uscito particolarmente bene, ma posso avere la soddisfazione di averci provato.
Spero comunque che questo "mini-racconto" (?) vi sia piaciuto.
Ci tenevo a scriverlo perchè quello che è successo a Buggerru va ricordato. E' orribile e io leggendo le notizie relative quest'argomento mi sono sentita molto triste. 
Adesso me ne vado,
bacioni Fede :)