"Silenzio. Troppo silenzio. Che ore sono? è domenica, non importa. Resterò ancora un po' a letto.
Letto? questo non è un letto! Dove diavolo mi trovo?"
Akane aprì gli occhi, lentamente, con la paura dipinta in volto.
Il cielo azzurro, qualche nuvola, un tappeto erboso. A destra una tenda. "Come sono arrivata quì?"
Akane allungò la mano e sentì qualcosa. Era un foglio di carta.
Se stai leggendo questa lettera vuol dire che finalmente ti sei svegliata.
Entra dentro la tenda. C'è qualcuno che ti aspetta.
Akane avanzò spinta dalla curiosità innata quale era dotata e sbirciò dentro la tenda. Ranma? che ci faceva di lentro?
che stava succedendo?
Si guardò in giro sperando che fosse uno scherzo. Non c'era anima viva. Erano soli in chissà quale posto sperduto del mondo.
Non riconosceva nulla e di certo non aveva il senso dell orientamento di Ryoga. Anche l'aria che respirava era diversa: troppo frizzante e pulita. Dovevano essere parecchio lontani.
Guardò una seconda volta il foglio di carta per riconoscere la scrittura. Era stampata. Non se n'era accorta. Pero' il sospetto su chi fosse stato a buttarli in quella situazione era chiaro. Akane si diresse verso la tenda dove riposava il suo fidanzato.
"Ranma, svegliati! Ranma!"
"Akane.. che c'è?"
"I nostri genitori ci hanno rapiti stanotte e ci hanno portati in questo maledetto posto! svegliati, dobbiamo andare!"
"Akane... non ci ha rapiti nessuno.."
Un brivido percosse la schiena fino a raggiungere il collo di Akane.. era un misto tra rabbia, paura e confusione. Sentì un sospiro provenire dalla bocca di Ranma.
"Sono stato io. "