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Autore: saraviktoria    20/02/2013    1 recensioni
Dal prologo:
"oddio, chi lo vorrebbe morto?"
"tanto per fare un esempio? Io " certe volte era proprio una bambina. Stava a me riportarla con i piedi per terra. Ma al nostro capo non piaceva molto il mio modo di fare. Era lì, seduto dietro la scrivania, che ci guardava beccarci come due galline. È che proprio non la sopportavo. Ma dico io, con tutta la gente che lavora qui, proprio lei dovevo beccarmi? E, come se non bastasse, adesso anche questo. Avevo ventotto anni, avevo passato due anni a fare l'addestramento a Norfolk, diciotto mesi di servizio attivo a bordo della Enterprise, sei sulla Kitty Hawk, prima di diventare un agente di servizio ordinario della CIA. E ora mi sarebbe toccato fare da baby-sitter a un attore strapagato, viziatissimo e pieno di sé?
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per vostra (s)fortuna, sono tornata!

La mia vita è tornata alla normalità -sono tornata al lavoro, finalmente- ed è anche ora che aggiorni.

Quindi …per farmi perdonare, posto due capitoli, di cui una specie di EXTRA.

Parlando di cose serie …

Riassunto delle puntate precedenti: mi è stato chiesto di abbassare il rating. Togliendo il motivo per cui mi è stato chiesto, la domanda mi ha fatto pensare. e, dato che io non so assolutamente valutare il rating delle storie -per inciso, per me è rosso qualsiasi cosa che non vorrei far leggere a mia figlia, quindi un sacco di cose-, ho girato la domanda a tutti quelli che seguono/preferiscono/ricordano/recensiscono questa storia. Avrei voluto chiederlo a tutti coloro che la leggono, ma purtroppo non posso :(

Ad ogni modo, so che la gente ha cose molto più importanti da fare che stare dietro a me e alla mia incapacità di valutare le storie … ma qualcuno ha trovato il tempo di rispondermi -e vi ringrazio ancora per questo-, perciò, per chiarezza, pubblico i risultati di questo 'mini sondaggio':

Su 14 messaggi inviati, ho ricevuto 8 risposte, di cui 6 positive al cambiamento di rating.

Viva la democrazia e … ho abbassato il rating ad arancione, sperando di non sforare più avanti!

Chiunque avesse voglia di darmi il suo parere, è ben accetto, ma ora è meglio che vi lasci ai capitoli

Baci

SaraViktoria

 

19b- lo vedi che non ascolti? (questo è una specie di capitolo extra, che ho aggiunto dopo aver scritto la storia, perché credo ci volesse un momento in cui Chantal salva Ben :-) )

"sì, ci dev'essere un parco … di là … " risposi, vaga. Non ero una guida turistica, ne tantomeno un ufficio informazioni.

"da quanto abiti qui?" chiese lui, scuotendo la testa

"non vado per parchi. Tra l'altro, c'è una cartina della città, all'ingresso del dipartimento" liquidai, tornando a occuparmi delle mie cose. Io, a differenza di qualcuno, dovevo lavorare.

"beh, allora vado. Salve ragazze" alzai la testa per salutare, mentre Anne si proferiva in smancerie varie.

Ero in pausa pranzo. Era il mio momento sacro, tanto che Barnes e parchi vari erano usciti dalla mia testa. Finché non sentii degli spari

"ma cazzo!" esclamai sottovoce, tirando fuori la pistola. Sperai fosse un regolamento di conti tra ragazzini. Le bande della zona intorno a Langley avevano preso la città come territorio franco, non sarebbe stata la prima volta. Tirai fuori anche il tesserino, non si sa mai.

Erano due bande di ragazzini, si sparavano da dietro due cassonetti. E nascosto dietro a un terzo, le braccia sulla testa …

"Barnes, cosa ci fai qui?"

"visito la città!" scherzò, con la voce che tremava. Scusate, ma la polizia dov'era?

"Claire, sono Chantal. c'è qualche civetta della polizia vicino a Red n Rose?" chiesi, velocemente al telefono. Claire era la centralinista del mio dipartimento, quella che si occupava di non farci finire nei guai, e di far intervenire la polizia al momento giusto.

"una. È sulla ventitreesima. Ti serve?"

"grazie"

L'autopattuglia ci raggiunse qualche minuto dopo e, con un paio di colpi sparati in aria, mise in fuga i ragazzini

"tu non puoi sparare?" chiese Barnes, quando gli spiegai il perché di quei due agenti di polizia

"Lo vedi che non ascolti? Ti ho detto solo che l'ultima volta ho sparato in Venezuela e che è meglio evitare un collegamento con quel posto"

"cosa ci facevi in Venezuela?"

"lavoro,Barnes. IO lavoro"

Rimase in silenzio mentre lo riaccompagnavo in hotel. Avevo salvato un uomo, la maggior parte dei miei colleghi -Anne compresa- mi avrebbe criticata. 'dovevi lasciar fare a lui' e 'agli uomini piace sentirsi tali', già li sentivo. Inutile dire che me ne fregavo.

"e vedi di non metterti più nei guai" mormorai, minacciosa.

"perché? Ti dispiacerebbe se mi succedesse qualcosa?"

"non voglio riempire decine di moduli per salvarti la vita" risposi, acida.

 

20-ti sembra normale, cara, che voglia andare a lavorare, quando oggi pomeriggio deve tornare in aula? Sono affari miei non della commercialista. Vado dove voglio.

"tesoro, ti sembra il caso?"

"sì, mamma. Mi sembra il caso"

"di cosa parlate?" intervenne Cathy

"oh, ma fatti un po' gli affari tuoi!" esclamai, arrabbiata. Non bastava mia madre. No, doveva mettercisi anche lei.

"non trattare così la povera Cathy. A proposito, vediamo cosa ne pensa: ti sembra normale, cara, che voglia andare a lavorare, quando oggi pomeriggio deve tornare in aula?" la fermai prima che la mia coinquilina potesse rispondere.

"sono affari miei, non della commercialista. Vado dove voglio. Senti, Cathy, per il contratto?" mia mamma non capì.

"ho parlato con il padrone di casa. Dice che non ce lo vuole rinnovare"

"quanto abbiamo?" gli avvenimenti di quel periodo me lo avevano fatto dimenticare. A dire il vero, ci avevo pensato solo quando mia madre aveva chiesto un parere a Cathy

"purtroppo solo cinque giorni.. Volevo dirtelo prima, ma eri così occupata … " si preparò a una sfuriata. Che non arrivò, ero troppo stanca.

"cinque giorni per trovarci un'altra casa? Tu che fai?"

"non lo so … magari torno dai miei"

"penserò a qualcosa … no, mamma, non torno in Canada " anticipai, mentre lei apriva la bocca "devo andare. Se mi cerchi sono in palestra con le reclute" arrivai alla CIA. Ormai iniziava a fare caldo, erano i primi di aprile. Aprile significa primavera. Primavera a cui mi ero abituata solo da qualche anno.  Gli alberi che fiorivano, i marciapiedi pieni di petali mi erano sempre sembrati un impiccio.

"buongiorno" borbottò qualcuno, quando mi sedetti. Intorno a me c'erano almeno dieci scrivanie. Non conoscevo o non ricordavo i nomi degli occupanti. e, in tutta sincerità, non mi interessava. Sapevo il nome di Anne perché lavoravamo sempre insieme. Non risposi al saluto, non l'avevo mai fatto. Non che mi importasse stare simpatica ai miei colleghi, anzi …

Mi cambiai negli spogliatoi, prima di raggiungere le reclute che, ordinate come soldatini, aspettavano. Andavano al tappeto con fuscelli. Quello che resisteva di più -per puro caso e fortuna- reggeva qualche decina di secondi. Ero sicura che, dopo un'ora con me, avrebbero avuto molta meno voglia di diventare agenti.

"e tu cosa ci fai qua? Che fai, mi segui?" chiesi, notandolo solo in quel momento.

"volevo vederti torturare le reclute"

"io non torturo  nessuno, Barnes"

"caffè?" alzai le spalle

"chiamo la Simmons " mi fermò con una mano

"preferirei se andassimo da soli"

"chiamo la Simmons " ripetei. Questa volta non avrei sentito scuse. Naturalmente Anne fu molto felice di prendere un caffè con il suo idolo, con mille argomenti di conversazione a disposizione per distrarmi. Ogni tanto la usavo, dovevo ammetterlo.

"Simmons, hai per caso sentito di qualcuno che cerca una coinquilina?"

"perché, hai litigato con Kate?"

"Cathy " corressi, in automatico "ma non è per quello. È che non ci rinnovano più il contratto"

"puoi venire da me" si offrì Barnes

"neanche se fosse l'ultima casa sulla terra" mormorai, a bassa voce "Simmons?" era gradita una risposta. Dio, pensavo come un questionario a risposta multipla!

"ora che mi ci fai pensare … " fissava un punto imprecisato sopra le mie spalle "ho sentito che uno che lavora nel nostro ufficio sta cercando qualcuno con cui condividere casa"

"mi sembra perfetto" cercai di mostrarmi entusiasta, con ben poco successo. Per me era indifferente, bastava un letto, un bagno e un posto dove fare colazione

"ti faccio avere il numero. Ci sei stasera?"

"suppongo di sì" guardai l'orologio "scusate, ma devo andare in tribunale. Simmons, Barnes "

Gli lasciai lì, per la gioia della mia collega. Che però si era rivelata utile. Non avevo capito a  chi si riferiva, ma il fatto che lavorasse con noi era un'ottima cosa.

Arrivai in aula con netto anticipo. Ma non ce l'avrei fatta a rimanere ancora al bar con quei due. Ecco, loro due sarebbero stati bene insieme: Anne lo adorava, e lui adorava parlare della sua vita, di questo o quel film. Mi sedetti al mio posto, aspettando che arrivassero tutti. c'era più gente del giorno prima, dovevo immaginarlo. Soprattutto dopo che la critica televisiva mi aveva screditato davanti a mezza nazione.

"se non sbaglio, agente Rolland, ieri mi ha detto che lei si è limitata a seguire gli ordini" ero seduta di nuovo al banco dei testimoni, il cappello in mano. Non sapevo se sarebbe arrivato alla fine dell'udienza

"certo, signore" mormorai, in modo che mi si sentisse appena. Non ero sicura di poter tenere la voce ferma, e dovevo evitare qualsiasi cedimento.

"conferma?"

"certo, gliel'ho appena detto!" ma cavolo!

"mmmhh … ma dato il suo bel caratterino, nessuno si aspetterebbe che rispetti gli ordini"

"forse lei la pensa così. Ma saprà anche che non importano le opinioni di un marinaio rispetto a un ordine. Si fa e basta"

"l'ha letto da qualche parte, per caso?"

"obbiezione!"

"accolta" acconsentì il giudice "avvocato, si limiti a fare domande pertinenti" lui sorrise. Aveva in mente qualcosa, lo sapevo. Ma purtroppo non sapevo leggere nel pensiero.

"come il suo avvocato ha ricordato ieri in questa stessa aula, siamo qui perché il mio cliente -e io di conseguenza- siamo convinti, anzi, sappiamo per certo, che lei ha acconsentito volontariamente a fornire informazioni al tenente colonnello Smith" tutti continuavano a dargli un grado nonostante il congedo. Con disonore, per giunta. E certo, perché loro credevano che la colpa fosse mia.

"credo che acconsentire non sia la parola giusta, signore. Come lei ha appena ricordato, e come io cerco di spiegare da anni, avrei dovuto farlo anche se non avessi voluto. Il fatto che per me non ci fosse niente di male non c'entra. Sono solo un marinaio" forse ero stata troppo impertinente, forse avrei dovuto rispondere in modo diverso. Ma io ero fatta così, e la gentilezza non era il mio forte.

Si accordarono per un altro rinvio. Ma doveva essere un ricorso eterno? Non ne ero molto d'accordo, soprattutto perché non vedevo l'ora che finisse tutto, per tornare a rintanarmi nel mio guscio e far finta che non fosse successo niente.

"si può sapere cosa ci fai ancora qua?" chiesi, contrariata. Si era appostato dietro la porta del tribunale, bloccando il passaggio, dato che la maggior parte dei giornalisti si fermava per fargli qualche domanda.

"volevo entrare, ma la guardia … " indicò un uomo in divisa che lo guardava male dall'altro lato del corridoio "ha detto che avevate già iniziato"

"sono le regole. Se vuoi entrare devi arrivare prima, Barnes" mormorai, avviandomi verso l'uscita. Mi inseguì, i passi che rimbombavano nonostante il caos.

"aspetta!" tese un biglietto "me lo ha dato Anne. È il nome di quel vostro collega che cerca un coinquilino" lo misi in tasca. l'avrei chiamato più tardi.

Logica avrebbe voluto che, dato che lavoravamo insieme, lo cercassi per parlarci. La verità era che io conoscevo meno di un decimo dei miei colleghi. Degli altri non sapevo nemmeno il nome. Quest'uomo rientrava nel secondo gruppo.

   
 
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