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Autore: _Kiiko Kyah    20/02/2013    1 recensioni
Watch Out!: Gender Bender pesante // OOC per sicurezza.
~“« Ti ho chiesto se vuoi sposarmi. » rammentò noncurante il ragazzo, riempiendosi la bocca un secondo dopo con un boccone di verdura.
« Non è corretto, mi hai ordinato di sposarti. »”
Kidou/Fudou – accenni Fubuki/Haruna e Kidou/Sakuma
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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~when they say romance2289 parole.


La pelle chiara delle gambe della ragazza scorreva leggera sotto il tocco non troppo delicato di Fudou che, con il viso nell’incavo del suo collo, si beava dell’ansimare di lei, dovuto agli spasmi che continuamente le venivano imposti.
Dal canto suo la castana, labbro inferiore stretto nella morsa del suo canino bianco e occhi serrati appoggiati alla spalla del ragazzo, si godeva il profumo inebriante che la distraeva, seppur debolmente, dal dolore che una certa mano, posizionata dove non doveva, le stava provocando.
« F-Fudou p-per favo—ah! » mugolò in un misto fra il dolore e il piacere, finendo perciò lì la sua frase; il suo tono incrinato dall’avvicinamento all’orgasmo non ebbe altro risultato che far eccitare ancora di più il moro, e quel qualcosa che iniziò a premere con ancora più insistenza di prima contro l’entro coscia della passiva non ne fu che la prova.
« N-No, aspetta un second—mh... » per la seconda volta consecutiva le fu impossibile continuare. Le calde labbra di Akio soffocarono immediatamente quel principio di frase che stava fuoriuscendo da quelle gelide della rasta, mentre la sua erezione andò a toccare lascivamente sull’inguine scoperto. Staccandosi lievemente da lei, il ragazzo le ghignò a fior di labbra.
« E tu, così bagnata, a chi vorresti far credere di volerti fermare? » le mormorò sempre più lussurioso all’orecchio, per poi dedicarle un morso sul collo, che la fece gemere ancora, senza contare il vistoso segno rosso che si formò non appena il capo castano scuro si fu sollevato di nuovo.
E la giovane stava per dire qualcosa, se nonché l’intrusione del suo compagno le fece cacciare un grido, nuovamente ammutolito dall’intervento di uno scontro con la lingua di Fudou, che la distrasse con successo dal dolore.
« Possibile che tu non possa essere un po’ più gentile?! » sbottò al limite delle forze quando il culmine fu superato e il fiato tornò a circolarle in corpo.
Avrebbe tanto voluto apparire arrabbiata, ma la sua voce rotta dal cuore che batteva ancora fin troppo rapidamente e il suo volto abbandonato sul petto nudo del coetaneo non aiutavano di certo nell’intento. L’indice di Akio le sollevò il mento, finché i suoi grandi occhi color sangue si piantarono in quelli argentei del ragazzo.
« Non è questo che mi rende unico? » ridacchiò sarcastico, posandosi delicatamente sulla fronte della giovane, che arrossì, seppur mantenendo il suo atteggiamento più o meno serio –per quanto concessole dalla stanchezza post rapporto sessuale abbastanza violento, ovviamente.
« Unico un corno, fa solo male. » insistette stringendo la mano, graffiando la carnagione quasi pallida dell’attivo della coppia.
Lui si chinò nuovamente sulla sua clavicola, mentre con le dita andava a torturare per l’ennesima volta il gancio che teneva ancora in sesto il reggiseno della passiva.
« Se cercavi qualcuno di più delicato, potevi rivolgerti a quel pappamolla di Sakuma. » soffiò socchiudendo le palpebre. Sussultò quando percepì un piccolo morso sulla propria clavicola, e quando sulla propria pelle avvertì gli angoli della bocca di Yuu sollevarsi in un sorriso, probabilmente sarcastico come suo solito.
« Oh, ti prego, il signorino si è offeso? » lo canzonò affondandogli una mano nella chioma scura del colore del cioccolato fondente che lei adorava.
« Sì, e per questo ti impongo un secondo giro. » ridacchiò stando al gioco e spingendola di nuovo indietro sul letto.
« Idiota. » sibilò trattenendo un risata, tuttavia ogni altro suono articolato proveniente da lei fu messo a tacere da Fudou che, rieccitandosi veloce, ricominciò a farla sua, esattamente come poco prima.

La gota posata sul seno della castana, che accarezzava stancamente la pettinatura così più scura della sua del ragazzo andando a cercava con le dita quelle ciocche bianche che non erano ancora venute a mancare, Akio respirava pesantemente, le palpebre serrate e il viso disteso come quello di un bambino.
Forse non era stata un’idea molto sensata procurarsi due orgasmi consecutivi, ma d’altra parte neanche la sua pseudo-relazione con quella determinata ragazza aveva un senso. Da quanto andava avanti quella storia? Dalla fine del FFI, e cioè... due-tre anni ormai.
« Kidou. » chiamò in un sussurro, quasi senza rendersene conto, e l’irrigidimento dei muscoli della rasta gli fece intendere che si era messa in ascolto. « Sposami. »
Quella singola parola risuonò nella stanza buia come in un eco infinito, rimbombando nelle orecchie della ragazza alla quale, così abituata ad udire da parte di Fudou solamente quel tono sarcastico e menefreghista, una tale serietà echeggiava estranea. Fatto sta che non si sentì in imbarazzo, come se quella sottospecie di proposta fosse stata la cosa più naturale del mondo
« Che vuol dire? » domandò per accertarsi di non aver capito male, comunque.
« Sposami significa sposami, scema. Spo-sa-mi. » scandì infastidito. Non amava dover attendere per ricevere una replica, il che era comico dato che lui ci metteva sempre un secolo per rispondere ponderatamente ad un quesito serio.
« E quando ti vorresti sposare, sentiamo. » ribatté in un sospiro, sicura di essere vittima, come al solito, di uno scherzo di pessimo gusto. Con il suo ragazzo accadeva spesso, anche se solitamente sarebbe stato più facile cogliere la malignità nella sua voce. Non era mai stato veramente un grande attore, no, per cui..
« Anche subito. » la informò con decisione, facendola sussultare.
« Abbiamo diciassette anni, Fudou. » ricordò allora lei, sperando che quel castello in aria crollasse con una risata maliziosa e priva di sensibilità del moro.
No, la sincerità non era il suo forte.
« L’età è solo un numero. » incalzò senza aprire ancora gli occhi per mostrare le sue rotonde iridi color ghiaccio sporco e il suo sguardo piatto e maligno.
La riccia si sollevò seduta trascinandolo con sé, per poi alzargli il volto per il mento, costringendolo così a guardarla negli occhi, avvicinandosi inoltre alle sue labbra.
« E la prigione è solo una stanza. » gli rubò un altro bacio, assaporando il sapore acre di quelle labbra, che presto andarono a succhiare voracemente il suo labbro inferiore, facendola mugolare di piacere.
« Comunque, non è una richiesta. » bisbigliò una volta staccatosi « Sposami, è un ordine. » non le lasciò tempo di deglutire che di nuovo i suoi denti si impadronirono della pelle nuda sul collo e sulla parte superiore del petto per lasciare una vistosa scia di segni rossi. In un momento di respiro, Yuu portò ancora le sue affusolate dita da pianista nel crino saraceno del giovane.
« Perché ti sei fatto crescere i capelli? » borbogliò fra i denti, trattenendo un gemito quando le dita di Fudou andarono a torturarle l’entro coscia. Non aveva intenzione di fare un doppio bis, vero? Lei era esausta!
« Ero stanco di sentirmi chiamare pelatone. » tirò fuori la lingua in uno sberleffo, anche se poi l’adoperò per infastidire il lobo dell’orecchio sinistro della sua ragazza.
« A me piaceva il tuo ciuffo. » confessò quella mordendosi un labbro « Era più facile tirarti i capelli quando facevamo l’amore. »

~

Yuu infilò il pezzo di carne in bocca, rimanendo con le labbra serrate intorno ai bastoncini chiari per qualche secondo, in riflessione. Indossava la felpa così più grande di lei dell’attivo, le gambe totalmente scoperte, due ciocche di treccioline rasta ai lati della testa tirati all’indietro e legati con un fermaglio, la sottile montatura degli occhiali delicatamente appoggiata sul naso –perché non era così stupida da fare sesso con le lenti a contatto, premurosamente chiuse nel loro contenitore apposito.
Akio, nel frattempo, sembrava totalmente rilassato; dopo aver fatto l’amore per due volte consecutive e aver quasi rischiato di aggiungerne di una terza, si stava semplicemente rilassando mentre riassumeva le calorie perse tramite la cena che la sua ragazza aveva “amorosamente” preparato per loro due.
« Comunque non mi hai risposto. » se ne uscì d’un tratto, facendola sobbalzare dallo spavento.
« Cosa? » si finse distratta, sollevando i due rubini che aveva al posto degli occhi nella direzione del soffitto e afferrando con le bacchette un altro pezzo di carne.
« Ti ho chiesto se vuoi sposarmi. » rammentò noncurante il ragazzo, riempiendosi la bocca un secondo dopo con un boccone di verdura.
« Non è corretto, mi hai ordinato di sposarti. » lo corresse lei colpendolo sulla nuca con la parte tozza delle bacchette e assottigliando dolcemente gli occhi, sorridendo inoltre con un’ombra d’ironia disegnata in viso. « Fudou, tu mi ami? »
« Non particolarmente. » sbuffò gettando il capo all’indietro.
L’altra gli rifilò la ciotola di insalata sulla testa, una vena cominciò a pulsarle nervosa sulla fronte. Lo odiava quando faceva così l’insensibile e soprattutto il lunatico, cielo se lo odiava.
...
E allora perché stava con lui da quasi tre anni, dato che lo faceva spesso?
Si alzò in piedi sbuffando e portando il suo piatto, ormai vuoto, nel lavandino.
« Perché dovresti voler sposare una che non ami particolarmente? » sibilò serrando le palpebre indispettita, calcando su quel “particolarmente” con rinnovato fastidio. Sensazione che iniziò a mitigarsi quando quelle stesse braccia che l’avevano stretta più e più volte all’interno degli abbracci-non abbracci di Fudou si avvolsero intorno a lei e la premettero con la schiena al petto del suo ragazzo, il quale posò il mento sulla sua spalla per parlarle sottilmente nell’orecchio.
« Non ti amo particolarmente... ma ti amo da impazzire. »
« Smettila di prendermi in giro, pe— » si interruppe. Già, ora i suoi capelli coprivano completamente la testa, non lo poteva chiamare più pelatone... urgeva un nuovo soprannome.
« Non ti sto prendendo in giro. » continuò il giovane, massaggiandole il collo con una mano « Sono serio quando dico sposami, Kidou Yuu. » questa volta la castana non poté impedirsi di imporporarsi dalla testa ai piedi, rasta compresi « Il prima possibile. »
« Sicuro che me lo merito? » chiese sarcastica, divincolandosi dalla presa e tornando a sedersi, gambe incrociate, sul tavolo a muro, poggiando la schiena alla parete, soffiando e sistemandosi gli occhiali sul naso con due dita della mano.
« Tua sorella avrebbe accettato subito. » e ti pareva che non tirasse in gioco quella carta. Dopotutto, paragonarla all’Otonashi era il suo asso nella manica, solitamente funzionava. Solitamente, appunto.
« Voglio bene ad Haruna, ma è una sconsiderata, al contrario della sottoscritta. » affermò infatti lisciandosi la chioma con la mano da pianista.
« Sarà una sconsiderata, ma è diventata donna prima di te, che sei sua sorella maggiore. »
Kidou arricciò le labbra in una smorfia disgustata. Effettivamente, la blu aveva perso la verginità già prima dell’età di quindi anni, mentre la rasta aveva atteso il compimento dei sedici –con grande disappunto di Fudou. Il vero problema non era l’essere stata “battuta” in questo senso, anzi non le interessava affatto, l’unico ostacolo alla sua serenità era che la sua sorellina era fin troppo precoce, per i suoi gusti. Sì, era gelosa, neanche fosse stata un fratello iperprotettivo e non una sorella che come fidanzato aveva uno pseudo-teppista!
« Non sapevo che Fubuki venisse a raccontare a te i suoi affari sentimentali. » grugnì infastidita. Il castano le si accostò e le sedette accanto.
« Il sesso non ha niente a che vedere con i sentimenti. » e viva la finezza, insomma. Yuu sbuffò di nuovo, appoggiando la propria nuca nell’incavo del collo di Akio, assonnata.
« Disse quello che ha proposto un matrimonio mentre stuprava la sua ragazza. » mugolò ostentando ironia, anche se abbastanza vanamente.
« Non è colpa mia se tu sei così violentabile. » lui sì che era bravo, a lanciare frecciatine sornione e sarcastiche. Che invidiaa, ad essere sinceri. « Comunque, seriamente, vuoi sposarmi o no? »
« Perché hai tutta questa fretta? » le loro dita andarono ad intrecciarsi, facendo sussultare la passiva. Il diciassettenne le sottrasse gli occhiali e se li depositò sul capo, o meglio sul crino scuro.
« Perché tu sei mia. » replicò lascivamente inclinando la testa per posarla su quella della sua lei « E voglio che tutti lo sappiano il prima possibile. In particolar modo quel fesso di Sakuma Jiro. » aggiunse inasprendo il suo tono pronunciando il nome dell’ex ragazzo di Kidou.
« Andiamo, ci siamo lasciati tre anni fa, e io l’ho mollato per mettermi con te! » dichiarò convinta premendo sulla sua guancia con l’indice « Io e Jiro siamo solo amici. »
« Non ho dubbi che per te sia così, altrimenti col cavolo che mi divertivo così tanto a sentirti gemere.. » la sospensione della sua voce costrinse la castana a colpirlo sulla fronte con il palmo. « Ma per capire il termine “sogno erotico” basta guardare come quell’idiota ti mangia con gli occhi. »
La Kidou si portò una mano a coprire bocca e naso per ridere divertita; beh, Fudou Akio era un bastardo, sì.. ma anche innamorato e geloso, senza dubbio!
« Io non ti sposo, signorino. » sentenziò rizzandosi e separandosi da lui, lasciandolo contrariato. Si alzò dal tavolo e gli diede le spalle, per subito poi girarsi di nuovo nella sua direzione e allungarsi a baciarlo « Non finché non diventi maggiorenne e responsabile, quantomeno. Poi sarò tua a vita. »
Seguì un attimo di silenzio che trascorsero a fissarsi negli occhi, quelli vermigli come il sangue liquido di lei esprimevano serenità, quelli glaciali, argentei e brillanti di lui sorpresa. E poi, il ghigno di Akio risuonò nella sala, mentre il suo piede coperto solo da una calza nera andava a stuzzicare con un gesto rapido la femminilità protetta dalle mutandine bianche della sua ragazza, che si piegò in un gemito di piacere, esalando un’imprecazione nei confronti del ragazzo.
« Te l’ho detto che sei violentabile, no? »
« Quando si dice romanticismo... »



Pumparaqua~

Prima fic a rating arancione...con un Kidou donna, che sì, ho chiamato Yuu perché non esiste donna in Giappone che si potrebbe mai chiamare Yuuto, su.
Comunque, chiedo perdono a Rev-chan per aver fatto una cosa del genere. Dio, ho genderbendato Kidou, sono da ospedale psichiatrico –oltre che da obitorio, s’intende.
Sono fuori, già, non ditemelo. Ci tengo a farvi notare che sono arrossita ad ogni frase e che, seriamente, mi sono dovuta fermare un considerevole numero di volte. Tuttavia, vi assicuro anche che non sarà l’ultima, e che il mio lato perverso è molto, molto contento.
Kyamoto: Sì, lo sono ~!
Esatto, avete capito, Kyamoto personifica anche la mia perversione.
Comunque, terminologia e narrazione mi sembrano un po’ fiacche, ma cari/e, insomma... io di anni ne ho quattordici, penso sia già tanto che sono riuscita a mettere il tutto per iscritto.
Detto questo, spero che vi sia piaciuta, e vi mando un bacione, perché mi devo
dileguareeeeeee~

Pestecorna—
Kyamoto: oneechama vi manda tanti bacioni♥
  
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